• 13/05/2016

“La legge Regionale del Veneto sulle moschee potrebbe essere impugnata davanti alla Corte Costituzionale da parte del Governo”. Ne dà notizia la deputata del Partito democratico Gessica Rostellato, riferendo l’esito dell'interpellanza urgente da lei presentata oggi, in risposta alla quale il Governo ha informato che è in corso l'istruttoria per verificare se vi siano gli estremi per una impugnazione. 

"La legge – spiega - viola palesemente il principio fissato dalla Costituzione che garantisce la libertà di culto e religione, e allo stesso tempo il libero esercizio di tale culto. Il testo della Regione Veneto, invece, limita e impone molte restrizioni ad hoc per allontanare dai centri abitati i centri di culto musulmani, le chiese evangeliche od ortodosse, e i luoghi di culto buddisti. Addirittura, si arriva a dare ai sindaci la possibilità di vietare la realizzazione di questi luoghi. Come se non bastasse, questa legge va a colpire indirettamente anche tutte le future costruzioni legate al mondo cattolico, dai seminari alle sedi della Caritas o dell'azione cattolica. 
 Il governo ha 60 giorni di tempo dall'approvazione per impugnare l'atto (che è stato pubblicato scorso 14 aprile) quindi entro il prossimo 14 giugno”.

“A febbraio – continua - la Corte Costituzionale aveva già reso in parte incostituzionale la legge della regione Lombardia, molto simile a quella emanata ultimamente dal Veneto. Proprio forte di questo presupposto, il Governo ha assicurato di voler procedere per garantire la libertà religiosa prevista dalla Costituzione. Questa legge è, tra l’altro, un esempio fulgido di come non si dovrebbe fare politica, e cioè inseguendo la pancia degli elettori e assecondando i temi che dividono e generano paure, anziché cercare di abbassare i toni e costruire una società tollerante, plurale e basata su concetti condivisi. Vietare a qualcuno di poter pregare o porre ostacoli alla costruzione di un centro di culto è una cosa che non ha nessun senso se non quello di voler ancora alimentare un inutile clima di scontro nella speranza di lucrare un qualche minimo vantaggio elettorale".

“La legge così formulata, inoltre, andrebbe proprio in senso contrario alle intenzioni dei proponenti perché relegare i centri di culto islamici nelle zone più periferiche dei paesi rende più difficoltosi i controlli che le stesse comunità islamiche auspicano e appoggiano. 
Mettere troppe limitazioni nelle costruzioni di luoghi di culto  (distanze, oneri a carico delle comunità religiose,  fideiussioni), infine, può portare proprio ala istituzione di sedi nascoste o abusive anche queste difficilmente controllabili”, conclude.