• 24/11/2016

“La violenza maschile sulle donne non è solo un fatto privato, non è solo un’emergenza, ma è purtroppo un fenomeno strutturale e trasversale della nostra società. Una donna su tre in Italia è vittima di violenze fisiche, psicologiche e sessuali. Sono più di sei milioni le donne che hanno subìto violenza nell’arco della loro vita. Dall’inizio del 2016 in Italia sono state uccise 100 donne. Vittime di queste violenze non sono purtroppo solo le donne, lo sono anche i figli che rimangono orfani con una madre che viene a mancare ed un padre in carcere: sono vittime incolpevoli che non possono essere lasciate sole. I centri antiviolenza del nostro Paese offrono quotidianamente supporto e assistenza a più di 16mila donne, sono principalmente composti da professioniste volontarie e donne che vogliono dare una mano. Molti di questi centri rischiano la chiusura per ragioni burocratiche, legate alla revoca degli spazi a loro assegnati, e a causa dei tagli alle risorse. Il Governo ha recentemente stanziato altri 30 milioni di euro, dobbiamo fare in modo che questi soldi arrivino al più presto. Serve un cambio di passo soprattutto culturale, bisogna continuare in famiglia e nelle scuole a fare prevenzione educando prima di tutto i bambini maschi al rispetto delle coetanee e di tutte le donne. Serve una società culturalmente improntata al rispetto del prossimo e alla valorizzazione delle differenze. L’ONU ha posto un chiaro obiettivo per il 2030: la parità di genere e la fine delle discriminazioni. l’Italia deve fare la sua parte prima di tutto al suo interno ponendo nuove regole che favoriscano la partecipazione delle donne alle istituzioni e a tutti i livelli nelle posizioni delle imprese private. La riforma costituzionale oggetto del prossimo referendum parla anche di questo. Allo stesso tempo è fondamentale che un grande Paese come il nostro così come tutta l’Unione Europea contribuiscano a progetti di cooperazione internazionale per sostenere le donne e le comunità più povere nei paesi in via di sviluppo così come ai processi di costruzione della pace. In ancora troppi Paesi la condizione delle donne in ogni fascia d’età rimane inaccettabile. Grazie al lavoro del parlamento più “rosa” della Repubblica in questa legislatura abbiamo fatto molto: oltre alla ratifica della convenzione di Istanbul abbiamo approvato la legge contro il femminicidio, istituito e finanziato un nuovo piano anti-violenza guidato ora dal Ministro Maria Elena Boschi, introdotto i congedi per le donne vittima di violenza e creato dei percorsi di protezione ed emergenza nei pronto soccorso e in tutte le ASL e molti altri piccoli-grandi interventi per un’Italia più giusta. Nella mia Commissione Affari Sociali e Sanità, c’è una rappresentanza straordinaria di donne, siamo la maggioranza e su questi temi abbiamo lavorato, spesso trasversalmente, fin dal primo giorno. La battaglia per le pari opportunità e contro la violenza fisica, verbale o psicologica contro le donne è una battaglia di tutti che continuerà nei prossimi mesi ed anni, è anche sui risultati in questo campo che si misura il grado di civiltà e di modernità di un Paese”.

Lo ha detto Daniela Sbrollini del Pd, vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera.