• 28/09/2015

Si favorirebbe anche l’emersione dei lavoratori irregolari

"Lo Stato deve riconoscere e dare valore sociale al 'welfare familiare', per questo sto lavorando ad una proposta di legge che ha l’obiettivo di rafforzare quelle agevolazioni fiscali che consentono di ‘scaricare’ i costi connessi all’assunzione di collaboratori domestici. La finalità è duplice: sostenere le famiglie che si trovano a fronteggiare queste spese e rendere effettivamente conveniente l'assunzione regolare di badanti, colf ma anche baby sitter". Lo ha detto la deputata del Pd componente della commissione Lavoro, Patrizia Maestri, intervenendo al convegno "La famiglia: dove mangia, come vive", organizzato da Assindatcolf, associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, nel padiglione Unione Europea di Expo Milano 2015. Al centro del convegno proprio la richiesta avanzata da Assindatcolf: rendere completamente deducibile il costo del lavoro domestico.

"Dobbiamo arrivare a definire un giusto equilibrio tra detrazioni e deduzioni - ha spiegato Maestri – assicurando una reale convenienza per tutte le famiglie. Un primo passo potrebbe anche essere compiuto aumentando il tetto per la deduzione degli oneri versati per i collaboratori domestici (oggi fissato a 1.549,37 euro) e incrementando il limite di reddito per accedere alle detrazioni portandolo dagli attuali 40 mila euro a 50 mila rivedendo anche l’ammontare massimo detraibile fermo da tempo a 2.100 euro. Il confronto con il Governo sul riordino delle agevolazioni fiscali è già avviato; il mio impegno è per salvaguardare e rafforzare, in chiave solidale, le agevolazioni che sono destinate alle persone e alle famiglie. La mia proposta di legge va in questa direzione. Nella proposta ho inserito inoltre l’estensione a tutti i committenti (quindi anche alle famiglie) del limite di 2 mila euro nell’utilizzo dei voucher per la retribuzione del lavoro accessorio, oggi applicato solo agli imprenditori e ai professionisti. Il limite generalizzato a 7 mila euro, previsto in uno dei decreti attuativo del jobs act, infatti, rischia di incentivare impropriamente il ricorso al lavoro accessorio rispetto all’ordinaria contrattualizzazione, con evidenti ripercussioni negative sui diritti dei lavoratori – in special modo domestici – e sul loro futuro previdenziale”.