• 24/06/2019

Oggi il Partito Democratico presenta una mozione, a prima firma Quartapelle, sottoscritta dai deputati De Maria, Scalfarotto, Fassino, Bruno Bossio, Fragomeli, Cantone, Mor, Bonomo, Sensi, Frailis, Benamati, Paita, Fiano, Fregolent, Di Maio Marco, Serracchiani, Buratti, Giorgis, Ungaro, De Menech, Siani, Moretto, Nardi, Berlinghieri, Madia, Pezzopane, Pellicani, Schirò, Navarra, Carnevali, Rizzo Nervo e Di Giorgi, che impegna il governo a sospendere le esportazioni italiane di armamenti verso i Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen. Nell’agosto 2018 per la prima volta è stato certificato dal consiglio dei diritti umani dell’ONU che nel quadro del conflitto in Yemen si sono verificate gravi violazioni dei diritti umani, circostanza poi confermata nel settembre 2018 dall’Alto Commissario per i diritti umani, secondo il quale vi sono ragionevoli motivi per ritenere che tutte le parti implicate nel conflitto nello Yemen abbiano commesso crimini di guerra. Pertanto, ad ottobre abbiamo iniziato a chiedere che fosse messa in discussione la sospensione della vendita di armi verso i Paesi coinvolti nel conflitto, in continuità con quanto deciso dal Parlamento italiano nel 2017 con una mozione che impegnava il governo a sospendere gli export di armamenti qualora gli altri partner europei avessero fatto lo stesso, votata anche dal Movimento 5 Stelle.

“Con la mozione presentata oggi – affermano i deputati del Pd -  chiediamo dunque che il governo italiano si unisca alla Germania, al Regno Unito ed agli altri 8 Paesi europei che hanno disposto la sospensione della fornitura di armi. Durante la scorsa legislatura il Movimento 5 Stelle si era schierato a favore di un embargo sulla fornitura di armamenti, mentre il 28 dicembre 2018 il presidente Conte ha dichiarato che la posizione del governo è contraria alla vendita di armi all'Arabia Saudita. Eppure, in aperta contraddizione con queste prese di posizione, ad oggi la maggioranza non ha preso nessuna iniziativa concreta e le intenzioni della maggioranza sul tema restano nei fatti ben poco chiare.

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