Così l’on. Laura Boldrini, intervenendo all’Assemblea del Pd:
A tre anni dall'elezione di Elly Schlein a segretaria del Pd, voluta da chi ci chiese un cambiamento profondo, possiamo dire che quel cambiamento è in atto.
Lo abbiamo visto con le elezioni regionali e amministrative in cui abbiamo vinto con coalizioni ampie , grazie alla linea testardamente unitaria della segretaria.
E Lo abbiamo visto con le politiche sul lavoro e il salario minimo, anche in questo caso portate avanti con gli alleati dell'opposizione.” Così la deputata Dem Laura Boldrini nel corso del suo intervento oggi all’assemblea del Pd.
“ E lo abbiamo visto in politica estera - ha proseguito Boldrini - perché senza un cambio di linea politica non sarebbero state possibili le iniziative che abbiamo organizzato, dalla manifestazione per Gaza a Roma il giugno scorso con le altre opposizioni, alle due missioni al valico di Rafah e quella all’Aja alla Corte penale internazionale che abbiamo fatto insieme a colleghe e colleghi del Pd e di altri partiti dell'opposizione. Così come non sarebbe stata possibile la presenza sulla Flotilla di Arturo Scotto, Annalisa Corrado e Paolo Romano.
Tutto questo - continua Boldrini - ci ha permesso di essere parte di quel grande movimento che ha riempito le piazze di ragazze e ragazzi per settimane. Siamo stati insieme alla "Generazione Gaza" in molte di quelle piazze e non per "sterile attivismo", come sostiene qualcuno anche qui dentro. Ma perché abbiamo scelto di stare dalla parte del diritto internazionale e della pace, dell'autodeterminazione di un popolo e contro il genocidio.
Nonostante il piano Trump e la tregua, a Gaza centinaia di persone continuano ad essere uccise e a vivere in condizioni disumane, da giorni sotto una pioggia incessante che distrugge ogni riparo: migliaia di tende sono disponibili e anche centinaia di container ma Netanyahu non li fa entrare, tiene i valichi chiusi, un altro volto del genocidio. Vorrei lasciare a questa Assemblea quanto riscontrato dalla nostra recente missione in Cisgiordania dove siamo stati insieme a Mauro Berruto, Valentina Ghio, Sara Ferrari, Ouidad Bakkali e Andrea Orlando. Abbiamo trovato una situazione senza precedenti: la Palestina è strangolata da un regime del terrore messo in atto dal governo Netanyahu che mira a scacciare i palestinesi per appropriarsi delle proprie terre. Una pulizia etnica che purtroppo viene ignorata da gran parte del mondo e dei media. Continuiamo ad occuparcene, a mettere Gaza e la Cisgiordania al centro della nostra azione politica, a richiedere giustizia per le vittime, facciamolo sia in Parlamento che fuori, coerentemente a quanto fatto finora. Questa è una battaglia campale, una battaglia di civiltà di cui noi dobbiamo essere portabandiera.
La linea che abbiamo tenuto finora è quella giusta, va mantenuta e rinsaldata.
I quotidiani rimangono il mezzo più affidabile attraverso il quale ci orientiamo nel mondo, comprendiamo gli eventi e viviamo nella storia. Per questo quando un giornale rischia di scomparire è un problema. E lo è tanto più se quel, quei giornali come Repubbluca e Stampa, sono stati un luogo di dibattito, di stimolo e di riflessione per un movimento di idee di sinistra, riformiste e illuminate. E preoccupa che questo avviene in una stagione difficile per tutta l’informazione, con agenzie di stampa a rischio, la Rai ridimensionata, l’informazione locale ridotta al lumicino e una propaganda di governo sempre più aggressiva, monocorde e determinata ad occupare tutti gli spazi disponibili. Per questo nel ribadire solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori dei giornali del Gruppo GEDI, rinnovo l’impegno del gruppo Pd alla Camera a tenere alta l’attenzione sulla vicenda e a seguire la sua evoluzione. Difendiamo posti di lavoro ma anche e soprattutto luoghi di libertà e democrazia.
Lo ha scritto sui social Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Valditara preferisce il mestiere di epuratore a quello di Ministro della Repubblica. E’ di oggi la notizia che manderà gli ispettori in alcune scuole toscane che hanno ospitato conferenze con Francesca Albanese. La relatrice dell’Onu per i territori occupati della Palestina, una figura istituzionale, non una passante. D’altra parte, la circolare ministeriale inviata ai dirigenti scolastici nella stessa giornata di oggi richiama a linee guida ferree per gli inviti alle conferenze all’interno delle scuole. Un vero e proprio attacco all’autonomia scolastica attraverso la museruola ai docenti, agli studenti e ai presidi. Presenterò un’interrogazione parlamentare per chiedere se siamo davanti alle prove generali di un regime”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Il governo ascolti il grido pacifico che viene dalle piazze della Cgil. I lavoratori hanno perso il 9 per cento del potere d’acquisto in quattro anni: siamo davanti a una crisi dei salari e degli stipendi senza precedenti. Occorrono risposte, non scomuniche”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, dalla piazza di Roma nel giorno dello sciopero generale della Cgil.
"Destano grande preoccupazione le notizie sulla cessione del gruppo Gedi a un imprenditore straniero. Per la tutela dei posti di lavoro e di professionalità di alto profilo. E per il rischio del venire meno di voci fondamentali del pluralismo dell'informazione, già a rischio nel nostro Paese. La mia solidarietà ai giornalisti ed. Il pieno sostegno alle giuste preoccupazioni sollevate dai Comitati di Redazione". Così Andrea De Maria, deputato PD.
“La maggioranza va in confusione in commissione Attività produttive alla Camera sugli emendamenti delle opposizioni sulla filiera moda che mirano a cancellare lo scudo penale introdotto in Senato al disegno di legge sulle PMI che ‘assolve’ i committenti da qualsiasi responsabilità rispetto a quello che accade nella filiera produttiva delle aziende della moda. La destra, dinnanzi alla nostra opposizione e alle nostre richieste di modifica del provvedimento, si è detta oggi disponibile ad approvare un ordine del giorno che favorisca future modifiche, ma non a modificare il testo per una questione di tempi ristretti. Prendiamo atto del mezzo dietro front della maggioranza, ma la destra ha perso credibilità per proporre all’ultimo minuto un odg, ribadiamo che se c’è la volontà, c’è tutto il tempo per modificare il Ddl alla Camera e di approvarlo poi definitivamente al Senato entro l’anno. La destra si faccia un esame di coscienza e depenni questo vero e proprio colpo di spugna, che ha l’unico effetto di penalizzare le imprese artigiane più serie della filiera e favorire chi sfrutta i lavoratori, compresi caporali e organizzazioni criminali. Lo sfruttamento non può e non deve essere legalizzato, a maggior ragione in un settore di alta qualità come la moda”.
Così i deputati democratici Christian Di Sanzo (componente della commissione Attività produttive) e Arturo Scotto (capogruppo dem in commissione Lavoro).
«Il rapporto “Giovani e periferie”, presentato oggi da Openpolis e Con i Bambini alla Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, conferma l’urgenza di politiche robuste per contrastare la povertà educativa e le disuguaglianze territoriali che segnano profondamente la condizione dei nostri giovani. I dati resi noti mostrano come il fenomeno dei Neet — giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano — raggiunga livelli molto elevati in alcune città del nostro Paese: il 35,4% a Catania, il 32,4% a Palermo e il 29,7% a Napoli, contro percentuali più contenute ma comunque significative anche in grandi città come Roma e Milano, attorno al 20% circa. Queste dimensioni non sono semplici numeri: sono espressione di diseguaglianze che si radicano già nei primi anni di vita e si manifestano, ad esempio, nella dispersione scolastica implicita — quasi il doppio tra chi proviene da contesti socio-economici più svantaggiati rispetto ai coetanei più avvantaggiati — e nei divari interni alle città stesse. La collaborazione con la Commissione parlamentare di inchiesta sulle periferie, alla quale sono orgoglioso di contribuire, è fondamentale per dare alle Istituzioni strumenti conoscitivi solidi e una visione approfondita delle sfide reali che affrontano i territori urbani e suburbani. Solo attraverso questa sinergia tra lavoro parlamentare, analisi dei dati e testimonianze dagli attori territoriali sarà possibile immaginare e costruire politiche pubbliche efficaci. Ringrazio Openpolis e Con i Bambini per il grande impegno nella realizzazione di questo Osservatorio, così come tutti i soggetti — scuole, enti locali, organizzazioni sociali — che quotidianamente lavorano per offrire opportunità ai giovani. Le periferie non possono rimanere ai margini delle nostre politiche: devono diventare luoghi di opportunità, di servizi, di crescita per ragazze e ragazzi che rappresentano una risorsa irrinunciabile per il futuro del Paese.». Così Andrea De Maria, deputato PD
Nella discussione in commissione sul ddl PMI, la maggioranza ha bocciato il nostro emendamento che prevedeva risorse per rafforzare il distretto tessile di Prato, proprio mentre il comparto moda e le tante aziende nel territorio pratese affrontano una delle fasi più difficili degli ultimi anni. È una scelta incomprensibile e dannosa: Prato è uno dei poli manifatturieri più importanti d’Europa, produce lavoro, innovazione ed export, ma il Governo decide di lasciarlo senza strumenti adeguati. A parole difendono il Made in Italy, nei fatti negano interventi concreti per sostenere imprese che rispettano le regole, investono in qualità, sicurezza sul lavoro, transizione ecologica e digitale. Il distretto non chiede eccezioni, ma che lo Stato riconosca il suo valore strategico. Noi continueremo a riproporre queste misure in ogni sede utile: perché lasciare sola Prato significa indebolire un intero settore e perdere un pezzo di futuro industriale del Paese”.
Lo dichiarano Marco Furfaro e Christian Di Sanzo, deputati del Partito Democratico.
“Il governo continua a riempirsi la bocca di slogan sulla sicurezza, ma di interventi concreti non c’è traccia”. Così il deputato Matteo Mauri, responsabile nazionale Sicurezza del Partito Democratico il quale, intervistato sui social dei deputati dem, definisce le parole della presidente Meloni e del ministro dell’Interno Piantedosi come "propaganda, propaganda e ancora propaganda”.
Mauri sottolinea che l’esecutivo in questi anni “ha sostanzialmente solo aumentato reati e pene ma non ha varato provvedimenti strutturali utili per le forze dell’ordine. Anzi, per gli agenti che si caricano il peso di garantire la sicurezza di tutti in condizioni difficili sul territorio, hanno previsto addirittura un aumento dell'età pensionabile”. Nella legge di bilancio, insiste, “non c’è un euro per aumenti di stipendio, non c’è un piano di rafforzamento straordinario degli organici, non c’è nulla per la previdenza dedicata o per il contratto della dirigenza. Tutte cose promesse e richieste con forza dai sindacati”. L’esponente Pd ricorda l’incontro avvenuto qualche giorno fa al Viminale: “sono stati convocati i sindacati, che hanno dichiarato pubblicamente di essere usciti assolutamente insoddisfatti. Hanno ascoltato parole vuote, senza un solo impegno concreto sulla legge di bilancio. Tante dichiarazioni, ma quando bisogna intervenire davvero, il governo sparisce”.
Secondo Mauri, senza misure reali il comparto sicurezza “rischia di indebolirsi sempre di più”. Il problema degli organici è emblematico: “Non solo sono ampiamente sotto la soglia prevista, ma stanno addirittura diminuendo. È esattamente ciò che sta accadendo alla Polizia di Stato: nel 2024 gli operatori erano meno del 2023, e nel 2023 erano meno del 2022”. Un trend che, avverte, “rende sempre più difficile il presidio del territorio e peggiore le condizioni di lavoro dei professionisti della sicurezza". "Il ministro dell’Interno prova a dire il contrario via social - conclude Mauri - ma purtroppo la realtà è questa”.
"Non si può sentire un ministro della Repubblica che liquida lo sciopero generale della Cgil come un atto irresponsabile. Hanno tradito ogni tipo di promessa elettorale, a partire da quella sull’abolizione della Legge Fornero, e, invece di chiedere scusa, se la prendono con i lavoratori che scenderanno in piazza rinunciando a un pezzo del proprio stipendio. Salvini non perde un euro per le promesse tradite, chi sceglie di scioperare fa un sacrificio enorme per difendere i propri diritti. Chiediamo rispetto".
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Nessuno si aspetta dei miracoli dalle risposte della ministra Roccella ma almeno si auspica che le sue risposte siano legate alla realtà, un piccolo bagno di umiltà e non la solita propaganda. Roccella ha una grande responsabilità: mettere in campo azioni per invertire la rotta demografica. I dati che la ministra espone certificano, invece, che i risultati non ci sono e le politiche del governo Meloni hanno fallito. L'Italia è il fanalino di coda in Europa per tasso di fertilità, in grande squilibrio con la crescita della popolazione anziana e le ripercussioni si hanno sul sistema pensionistico, sanitario e il mercato del lavoro. Il calo demografico è una minaccia vera e serve un'inversione rapida per evitare una significativa contrazione economica”. Lo dichiara in replica alla ministra Roccella la deputata e Capogruppo Pd in Commissione Affari sociali, Ilenia Malavasi durante il Question time alla Camera.
“Le politiche dei bonus - sottolinea la parlamentare dem - sono inefficaci, perché le misure spot non garantiscono stabilità, continuità e programmazione. I bonus sono politiche contro la povertà e non per la natalità dove servono politiche strutturali. L'unico strumento valido, che rivendichiamo con orgoglio, è l'assegno unico universale che va sostenuto e incrementato per renderlo una misura stabile per le famiglie”. “Servono altresì misure per il lavoro stabile, accessi agevolati per la prima casa, una fiscalità equa e progressiva, servizi e asili nido, congedi parentali e misure di conciliazione. Il Paese merita di più e soprattutto merita di non essere abbandonato come fa questo governo”, conclude Malavasi.
“Ho inviato alla ministra Calderone una lettera formale per chiedere, ancora una volta, di intervenire su una delle ingiustizie più pesanti che gravano su centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori: la vicenda dei silenti Enasarco. Persone che per anni hanno versato contributi obbligatori e oggi si ritrovano senza pensione perché non hanno raggiunto i vent’anni di contribuzione richiesti dalla Fondazione”. Lo dichiara Marco Furfaro, deputato Pd in Commissione Affari sociali e membro della segreteria nazionale del Pd.
“Più di un anno fa la Camera ha approvato un ordine del giorno, a mia prima firma, che impegnava il Governo a risolvere questo problema. Da allora, silenzio assoluto: nessun confronto, nessun percorso normativo, nessuna risposta. È un fatto grave, che mina la fiducia nel sistema previdenziale e lascia senza prospettiva chi ha fatto la propria parte. Per questo ho sollecitato e chiesto alla ministra un incontro, nonché di aprire subito un tavolo con Enasarco e le rappresentanze dei silenti, definire una soluzione normativa e prevedere risorse per risolvere la questione. Non è più il tempo dei rinvii: qui è in gioco una questione di giustizia sociale e di rispetto verso le persone”
Per la casa il governo fa poco: in questi tre anni abbiamo assistito all’annuncio di numerosi “piani casi” che si sono tradotti in un nulla di fatto. Non c’è programmazione e non c’è impegno per venire incontro alla trasformazione delle esigenze abitative del paese: niente sul fronte dell’edilizia residenziale pubblica, nulla per incentivare l’affitto concordato, niente per sostenere la morosità incolpevole.
Per questo non sorprendono i dati emersi dalla ricerca Censis-Federproprietà che parlano di 8 milioni e mezzo di case inutilizzate in Italia. Il governo ha agito solo per drammatizzare l’esecuzione degli sfratti, senza voler vedere la crescita delle situazioni di difficoltà di molte famiglie, per la perdita del posto del lavoro o l’aumento del costo della vita, ma nulla ha prodotto per prevenire il fenomeno e garantire la protezione degli inquilini più fragili e il diritto dei proprietari ad avere il pagamento degli affitti dovuti.
Quando si parla di casa, il governo se ne occupa per sanatorie e condoni come nel caso dell’ultimo decreto sull’edilizia, ma nel frattempo ha bloccate tutte le iniziative legislative per incentivare l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza degli immobili e che vengono incontro alle direttive europee.
Si è scelto poi di non affrontare la questione degli affitti brevi che molto incidono sulla vita delle nostre città, bloccando le iniziative dei Sindaci: è una questione dirompente che richiederebbe interventi diretti sia a tutela dei cittadini che degli affittuari.
Il Partito democratico è disponibile – a iniziare dalla legge di bilancio su cui abbiamo avanzato proposte concrete– per un confronto con tutte le forze di politiche per costruire soluzioni che vadano nell’interesse soprattutto di piccoli proprietari e affittuari: la casa è un bene troppo prezioso per essere solo l’ennesimo strumento di propaganda.
Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Desta forte preoccupazione la recente prassi adottata dalla Direzione regionale sarda dell’INPS in materia di sgravi contributivi per le cooperative sociali di tipo B. Nonostante la normativa sia chiara la Direzione INPS della Sardegna, nel corso di recenti attività ispettive, ha adottato un’interpretazione restrittiva e arbitraria della legge 8 novembre 1991, n. 381, che disciplina le cooperative sociali di inserimento lavorativo. La legge stabilisce senza equivoci che le persone svantaggiate debbano rappresentare almeno il 30% della forza lavoro e riconosce l’esenzione delle aliquote contributive sulle loro retribuzioni, senza distinzione tra settore agricolo e altri comparti, né alcun vincolo relativo allo status di socio.
Eppure l’INPS sarda avrebbe sostenuto che il beneficio spetti soltanto ai lavoratori che siano contemporaneamente svantaggiati e soci, restringendone ulteriormente l’applicazione nel settore agricolo. Un’interpretazione che non trova fondamento nella normativa vigente e che rischia di compromettere l’operato di realtà sociali fondamentali per l’inclusione lavorativa. Per questo ho presentato un’interrogazione alla Ministra Calderone. È indispensabile che il Ministero intervenga per garantire un’applicazione corretta e uniforme della legge su tutto il territorio nazionale. Le cooperative sociali svolgono un ruolo essenziale nell’includere e offrire opportunità lavorative alle persone svantaggiate: lo Stato ha il dovere di sostenerle e non di ostacolarle.
Così il deputato del Pd Silvio Lai.
«Il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco riempie d’orgoglio il nostro Paese e le comunità italiane nel mondo», dichiara il deputato eletto all’estero Nicola Carè. «Non è solo un tributo a piatti straordinari – prosegue – ma il riconoscimento di un modo di vivere che mette al centro la famiglia, la convivialità, il rispetto della terra e delle tradizioni, una vera lingua comune che unisce l’Italia dal Nord al Sud e che continua a vivere e a rinnovarsi anche grazie al contributo quotidiano degli italiani all’estero. Questo risultato premia il lavoro dei nostri agricoltori, degli artigiani, dei ristoratori e di tutte le famiglie che hanno custodito e tramandato ricette e saperi antichi, e rappresenta una straordinaria leva di sviluppo per i territori, per il turismo e per i giovani», conclude Carè.