Numero 10 - venerdì 14 marzo 2014        

La settimana appena trascorsa è di quelle da ricordare: la Camera infatti ha approvato la nuova legge elettorale, attesa da ben otto anni, ed il governo Renzi ha aperto la strada ad una serie di provvedimenti capaci di dare una scossa molto forte per far uscire il Paese dalla crisi. Certo, c’è chi storce il naso per le slides illustrate dal Premier con stile inconsueto, chi giudica il tutto con scetticismo, chi si impunta sulle singole questioni per mettere, di principio, il suo pollice verso. Resta il fatto che nel giro di qualche giorno Renzi ha dato una sferzata difficilmente pensabile fino a poco tempo fa e che il risultato complessivo di questa azione che si è appena avviata ci sarà modo di vederlo nei prossimi mesi. Senza pregiudizi, ma sulla base di fatti concreti.

Una sfida senza alibi. Gli impegni irrevocabili assunti da Renzi partono dall’aumento delle buste-paga, da maggio, di 80 euro al mese per i lavoratori dipendenti che percepiscono fino a 1.500 euro netti: vale a dire un ‘bonus’ di 1.000 euro in un anno che non sono poca cosa. Tutto ciò riducendo l’Irpef per una somma pari a 10 miliardi di euro. Anche le imprese avranno una boccata d’ossigeno significativa, con la prevista riduzione dell’Irap (finanziata attraverso l'aumento della tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26%) e lo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione entro luglio, per un totale di 68 miliardi. Ed ancora la scuola, con i 3,5 miliardi che verranno investiti per gli interventi di ristrutturazione degli edifici, e la casa, con un piano del valore di 1,7 miliardi per affitti, alloggi popolari ed edifici residenziali. Quindi Il lavoro, con il decreto per togliere vincoli ai contratti a termine e semplificare le norme sull’apprendistato, ed il Jobs Act, con il sussidio universale di disoccupazione e stanziamenti per il rilancio dell’occupazione giovanile. Un pacchetto da far tremare i polsi, adeguatamente finanziato, sul quale Renzi, il governo e questa maggioranza si giocheranno il tutto per tutto, senza alibi.

Italicum. Un segnale di coraggio che trascina verso il cambiamento. Lo stesso cambiamento a cui si è assistito con l’approvazione della nuova legge elettorale alla Camera: la parola riforma non è più, finalmente, una promessa ma un fatto concreto. Come ogni vera riforma, anche per l’Italicum si è assistito ad un confronto aspro e aperto. Certamente le questioni più dibattute, come quella sulla parità di genere, potranno e dovranno essere affrontate e perfezionate quando la legge elettorale passerà al Senato. Ma sono innegabili gli elementi di innovazione di questa legge. Basti pensare all’introduzione del ballottaggio nel caso in cui nessuno raggiunga la soglia del 37% al primo turno: ci sarà un vincitore certo e avremo, con l’attribuzione del premio di maggioranza, garanzie fortissime di governabilità, lasciandoci così alle spalle la stagione delle larghe intese. Inoltre si elimina il potere di interdizione dei partiti piccoli, visto che sono state introdotte soglie di accesso al Parlamento destinate a semplificare il quadro politico. Si tratta di un passo che non solo era atteso da anni ma che apre a sua volta la strada per le altre riforme riguardanti l’eliminazione del bicameralismo perfetto, la trasformazione del Senato in un organo rappresentativo dei territori, il Titolo V della Costituzione sulle autonomie e la semplificazione degli enti locali con l’abolizione delle Province. L’Italicum non sarà la legge perfetta, è comunque perfettibile, ed in ogni caso è la prima, autentica risposta a quella forte richiesta di cambiamento che il Paese pretende dalla politica.

Io penso che valga la pena giocare fino in fondo questa partita per il nostro Paese.

A presto. AM  


Focus Veneto

Il Focus Veneto questa volta si concentra su un’emergenza che si sta verificando a Portogruaro, nel veneziano, ma che lancia in generale un campanello d’allarme sulle conseguenze penalizzanti che la riorganizzazione degli Uffici della Polizia potrebbe avere per la sicurezza nei nostri territori. L’ipotesi di sopprimere il distaccamento della Polstrada ed il posto Polfer a Portogruaro è dannosa e senza giustificazione. Non si tratta di una mera difesa di campanile ma di considerazioni motivate sia dalla specificità di un territorio che riunisce reti infrastrutturali stradali e ferroviarie di rilevanza strategica sia dall'esigenza di garantire tutele ai cittadini. Per un approfondimento della questione sono consultabili le due interrogazioni presentate al Ministro dell’Interno ed il comunicato stampa.

  IN PRIMO PIANO
 
 Legge elettorale

Con l'approvazione della nuova legge elettorale è partito il processo di riforma delle istituzioni democratiche promosso dal Pd. Durante le votazioni in Aula è stato confermato l'impianto iniziale della legge e sono stati respinti gli emendamenti di modifica delle soglie di sbarramento. Nel passaggio al Senato sarà possibile migliorare ulteriormente il testo su alcuni punti come la garanzia di una equa rappresentanza fra donne e uomini.

 
  QUESTION TIME
 
 Dissesto idrogeologico.

Intervenire con rapidità, usare Fondi delle politiche di coesione.
Abbiamo chiesto al ministro dell'ambiente che parte delle risorse del Fondo delle politiche di coesione, come prevede la Legge di stabilità, siano destinate a interventi per la messa in sicurezza del territorio, per il ripristino delle condizioni di sicurezza e di salvaguardia dei siti interessati da gravi fenomeni di inquinamento ambientale, in particolare per quanto riguarda le risorse idriche superficiali e profonde, per interventi di prevenzione del rischio idrogeologico finalizzati alla manutenzione ordinaria ed equilibrata del territorio. Nell'interrogazione si ricordano i dati del dissesto del nostro territorio: l'82% dei Comuni e' esposto a rischio idrogeologico, sono oltre 5 milioni e 700mila i cittadini che vivono in aree di potenziale pericolo e 1,2 milioni gli edifici che insistono su queste aree.

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