Un altro passo importante sulla strada delle riforme è stato compiuto: qualche giorno fa la Camera ha infatti approvato il Jobs Act.
Un via libera arrivato senza voto di fiducia e dopo aver ottenuto in Commissione Lavoro, grazie all’impegno dei deputati del PD, importanti miglioramenti rispetto al testo varato dal Senato.
I risultati dicono che il Jobs Act ne esce rafforzato sia sul fronte degli ammortizzatori sociali che per quanto riguarda la spinta agli investimenti, l’estensione delle tutele e l’ambito della formazione.
L’obiettivo è quello di creare le condizioni più favorevoli possibili per chi vuole investire, per chi vuole fare impresa e per chi vuole creare posti di lavoro.
A tutela delle ragioni del lavoro che c’è e di quello che è necessario e urgente creare.
E, contemporaneamente, a sostegno dell’esigenza di avere nuova crescita e sviluppo.
Riformare i contratti e gli ammortizzatori sociali significa occuparsi finalmente dei giovani precari e superare la distinzione insopportabile tra garantiti e non garantiti. Significa tutelare più che i posti, cosa ormai impossibile, i lavoratori, cosa doverosa. Significa proporre al Paese un nuovo patto per il lavoro, un nuovo compromesso fra flessibilità e sicurezza, fra impresa e lavoratori. Con il Jobs Act abbiamo agito con il coraggio e la concretezza che solo il riformismo può avere.
A presto. AM
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