L’Italicum è legge. Un'altra tappa del percorso di riforma e di cambiamento che come PD abbiamo deciso di portare avanti è stata finalmente compiuta: lunedì scorso la Camera ha infatti approvato in via definitiva la nuova legge elettorale, firmata successivamente dal Capo dello Stato. Questa approvazione, alla quale ho contribuito con il mio voto, è il frutto di un lavoro di confronto e riscrittura che è durato oltre un anno. Infatti, il testo che venne approvato dalla Camera in prima lettura a marzo 2014 è stato successivamente modificato in maniera sostanziale: al posto delle liste bloccate, ad esempio, si è scelto di prevedere l’elezione di larga parte dei deputati tramite le preferenze. Senza dimenticare la riduzione al 3% della soglia di sbarramento, a tutela delle minoranze. E poi l’innalzamento della soglia per il premio di maggioranza al 40%, assegnandolo alla lista anziché alla coalizione, con l’obiettivo di spingere in maniera più decisa verso il bipolarismo. Tutte modifiche accolte all’inizio dell’anno dal Senato e che rendono questa legge elettorale in grado di garantire governabilità al Paese e competizione reale tra le persone in ogni collegio e territorio, restituendo ai cittadini quella libertà di scelta diretta dei propri rappresentanti che con il Porcellum era stata cancellata. Qui per approfondire.
Ricordo tutto questo perché ritengo ingiusti gli accostamenti e i richiami all’autoritarismo che si sono ripetuti in queste settimane. Certo, la decisione del governo di porre la fiducia sull’Italicum ha destato comprensibili contrarietà e provocato strappi. Ma non ha cancellato in alcuna maniera ciò che è stato ottenuto in precedenza col dialogo costruttivo. Anzi, andare avanti in un’oltranza indefinita avrebbe vanificato e tolto valore proprio a quello sforzo di sintesi.
Ora possiamo dunque guardare avanti e realizzare altre tappe per il cambiamento e il rilancio del Paese.
Un’ultima riflessione va al mondo della scuola: dopo lo sciopero dei docenti contro la riforma è già iniziata una serie di incontri che il PD ha fissato con le organizzazioni del settore per approfondire nel merito i singoli punti in discussione in Parlamento. Dunque ascolto e dialogo non verranno sicuramente meno, così come la possibilità di apportare modifiche migliorative. Qui per approfondire.
Ma tutto questo nella convinzione che la riforma sia doverosa per rendere la scuola uno dei principali motori della crescita civile, sociale, economica del Paese.
A presto. AM
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