Numero 26 - venerdì 30 ottobre 2015       

Al centro delle attività di governo e parlamentare c’è ora la Legge di Stabilità. Una manovra il cui segno distintivo è quello di una rilevante diminuzione delle tasse come mai prima è stato tentato. Si tratta di un’operazione che ha come obiettivo l’equità sociale, con un allegerimento a favore delle fasce più deboli e dei lavoratori autonomi. In questa direzione va anche la scelta dell’eliminazione della Tasi. Gli scettici, che sostengono la teoria di un vantaggio che viene dato in questo modo alle  classi abbienti, tralasciano di mettere nel conto uno sgravio che può fare la differenza per chi si trova in ristrettezze economiche malgrado abbia la casa di proprietà. Da parte del governo, ed in questo senso sarà compito del Parlamento vigilare, c’è la rassicurazione che gli enti locali non subiranno contraccolpi e che verrà garantita la copertura per i mancati introiti. Nella Legge di Stabilità sono poi previsti investimenti ed agevolazioni per le imprese, a partire dal taglio dell’Ires sugli utili di impresa, mentre continua la decontribuzione per le assunzioni. Insomma una manovra (per gli approfondimenti clicca qui) che in sede di discussione d’Aula potremo anche migliorare in alcune sue parti ma che come impianto generale va considerata in modo positivo.

Tra i provvedimenti già approvati in questi giorni, di particolare rilievo è il varo della Legge sullo Ius soli (clicca qui per vedere i contenuti). Siamo di fronte ad un cambiamento significativo sul fronte dell’integrazione perché viene riconosciuto il diritto di essere cittadini italiani a quella comunità di stranieri regolari che nel tempo ha stretto un legame stretto con l’Italia, facendo una precisa scelta di vita: quella di far crescere una famiglia, di lavorare e di condividere cultura e stili di vita del nostro Paese. È una svolta di giustizia sociale per quei bambini nati o cresciuti in Italia che fino ad oggi si trovavano oggettivamente discriminati. È il riconoscimento del radicamento e dell’integrazione che queste famiglie e questi giovani già hanno compiuto nella nostra società.

Un’ultima riflessione va al tema della sicurezza e della legittima difesa, alla luce delle polemiche che si sono accese dopo il recente fatto di cronaca di Vaprio d’Adda, con l’uccisione di un giovane da parte di un pensionato, all’interno della proprietà privata. Premesso che sono personalmente contrario all’utilizzo indiscriminato delle armi e alla difesa fai-da-te, ritengo che il dibattito politico sia cosa doverosa. A patto che non venga svolto in modo irresponsabile come ha fatto il parlamentare europeo della Lega, Buonanno, che si è presentato in tv mostrando una pistola. Questa è incoscienza: sparare a fuoco sulla ragione è un atto devastante.

A presto. AM  


FOCUS VENETO

Macroregioni: una riforma su cui puntare.
Un’unica regione del Triveneto, che unisca Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Trentino-Alto Adige? Io ci credo. Con l’approvazione al Senato di un ordine del giorno che impegna il Governo alla ridefinizione delle Regioni attraverso unioni ed accorpamenti, il tema si è ufficialmente avviato in sede parlamentare. Credo che dopo la riforma che porterà alla futura abolizione delle Province e che già ha portato alla nascita delle Città Metropolitane, ora sia arrivato il momento di occuparsi con coraggio anche di una nuova geografia delle Regioni. Questo sforzo di riflessione spetta anche al PD Veneto. Un ridisegno sarebbe coerente con gli obiettivi di razionalizzazione, di risparmio e di maggior efficienza amministrativa. Coinvolgere le Regioni, anche quelle a Statuto Speciale, in questa importante azione di cambiamento, è doveroso. Guardando ad esempio alla realtà del Nordest, che da anni stenta a ridecollare dopo una lunga stagione di protagonismo, ritengo sia indispensabile un’operazione di accorpamento tra territori: può essere questa la chiave di volta attraverso la quale poter realizzare quelle tanto sbandierate fusioni ed aggregazioni che tuttavia, in molti ambiti, continuano a rimanere dichiarazioni sulla carta, senza mai essere davvero concretizzate.

Eni: la vendita di Versalis sarebbe una doccia fredda.
Proprio quando sembravano aprirsi importanti prospettive per il settore dopo anni di forte contrazione, si fanno insistenti le voci sulla possibile uscita di Eni dal comparto della chimica, con particolare riferimento agli impianti di Versalis che sembrerebbero interessare ad alcuni Fondi internazionali. Su quanto starebbe o sta per accadere ritengo sia doveroso un chiarimento da parte di Eni, cosa che il governo deve sollecitare. Per questo motivo ho presentato un’interrogazione e ho chiesto un’audizione dell’amministratore delegato di Eni in commissione Attività Produttive.


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