Con il via libera definitivo della Camera, dopo un dibattito politico durato 30 anni, la riforma costituzionale (qui il dossier di approfondimento) è finalmente realtà. Ora spetterà ai cittadini confermare, con il referendum di ottobre, questo cambiamento profondo. L’approvazione di pochi giorni fa, va vista come un’occasione che non può essere sprecata, dal momento che stiamo vivendo un passaggio storico segnato dalle difficoltà economiche e occupazionali, dallo sfaldamento del tessuto politico e istituzionale, dalla crisi della democrazia, con un rapporto tra cittadini, partiti ed istituzioni che si è profondamente logorato. Una democrazia non vive se non decide: l’Italia ha bisogno di proseguire lungo un cammino nel quale chi governa viene messo nelle condizioni di compiere e concretizzare le scelte. Non sono in discussione il valore della Costituzione italiana, i suoi principi fondamentali, i diritti e i doveri dei cittadini, ma la necessità di cambiare la forma di Stato, la forma di governo, di superare il bicameralismo perfetto, di introdurre il Senato delle Regioni, ridurre il numero dei parlamentari, di rivedere la ripartizione delle competenze legislative per Stato e Regioni e di portare a compimento gli interventi relativi alle istituzioni locali. Si tratta insomma di aggiornare la parte organizzativa della Costituzione alle nuove esigenze cui devono rispondere le moderne democrazie contemporanee. A tutto questo si aggiunge la già approvata riforma elettorale che garantisce un governo forte con margini di decisioni più elevate, un Parlamento più efficace, nel suo ruolo di controllo, una democrazia fatta di maggiore stabilità ed alternanza. Ora, appunto, la parola spetterà ai cittadini con il voto referendario. Da qui ai prossimi mesi sarà fondamentale un lavoro di informazione e interlocuzione reciproca, in un passaggio di democrazia e di condivisione del cambiamento di cruciale importanza. Come tutti gli appuntamenti referendari, anche quello del 17 aprile rappresenta un momento importante di democrazia. La consultazione sulle trivellazioni ha animato il dibattito politico di queste settimane e rimango convinto difensore del valore partecipativo che anche i referendum sanno offrire, proprio nella logica del ripristino di un rapporto più stretto tra i cittadini, le istituzioni e la politica. Esprimerò il mio NO in questa consultazione perché, in generale, penso che la strada da percorrere non sia quella dell’insanabile contrapposizione bensì della massima sintesi possibile tra le istanze ambientali e le necessità energetiche, produttive ed occupazionali. Ma desidero esprimere la mia posizione partecipando. Ed è quello che farò domenica, andando a votare.
A presto. AM
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FOCUS VENETO |
Chimica: da Eni qualche elemento di chiarezza.
Come avevo richiesto, nei giorni scorsi si è tenuta l’audizione in Commissione Attività Produttive dell’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi sulle strategie del Gruppo per il settore della chimica. L’esito del confronto, pur lasciando aperte le preoccupazioni, ha segnato qualche elemento di chiarezza. In particolare l’intervento di Cassa Depositi e Prestiti evocato durate il dibattito, rappresenta un elemento su cui ragionare nelle prossime settimane. Continueremo a vigilare sulla vertenza, sapendo che la priorità è quella di salvaguardare un patrimonio importantissimo dell'industria del nostro Paese rappresentato da Versalis e dalle sue maestranze. Cliccando il link, la traccia del mio intervento nel corso dell’audizione.
Vetro di Murano: sostenere produzione di qualità.
Il distretto del vetro artistico di Murano vive una grave crisi occupazionale, accompagnata dal progressivo mutamento della destinazione d’uso di laboratori e fabbriche. Si tratta di un processo che rende necessario un intervento a tutela di quelle produzioni muranesi di eccellenza che rappresentano un’importante fetta di Made in Italy nel mondo. Per questo ho chiesto, assieme ai deputati veneziani del PD, la convocazione della Commissione Attività Produttive della Camera.
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