Dopo oltre due anni intensi, fatti di riforme e di interventi strutturali, finalmente viene riconosciuto al governo e al nostro Paese il merito non solo di essere usciti dalle secche della recessione ma di aver avviato il percorso per una nuova crescita. Nei giorni scorsi infatti la Commissione europea ha espresso il proprio parere sui contenuti del Documento di Economia e Finanza 2016, approvato a fine aprile dal Parlamento. E nel proporre le consuete raccomandazioni sul Programma di stabilità e sul Programma nazionale di riforma, ha giudicato significativo lo sforzo realizzato nell'implementazione delle riforme strutturali e rilevante il piano di investimenti.
Ed è sulla base di questa valutazione che l’Italia ha ottenuto l’autorizzazione a spendere 26 miliardi in due anni, come previsto dalla Legge di stabilità 2016. Di fatto, è stata accordata al nostro Paese la massima flessibilità sul deficit prevista dalle “clausole”, ma anche un ulteriore margine per le spese relative alla sicurezza e all'accoglienza dei migranti, per un totale di 0,85 punti percentuali di Pil. La politica di bilancio del Governo si muove così non solo nel pieno rispetto dei vincoli europei, ma anche nell’ambito di una strategia volta all’uso intelligente delle regole e che pone al primo posto la crescita e l’occupazione. Una strategia responsabile che punta a ridurre deficit e debito, senza rinunciare al rafforzamento delle iniziative a sostegno della ripresa strutturale del prodotto interno.
Resta certamente ancora molto da fare, a partire dalla riduzione del debito pubblico passando anche per la riforma della Pubblica Amministrazione. Ma il giudizio della Commissione europea conferma in maniera netta che la programmazione economica proposta dall’Italia è giudicata non solo valida, ma desiderabile per lo sviluppo dell’intera Unione. La strada intrapresa è dunque quella giusta.
A presto. AM |