06/10/2015
Valeria Valente
Roberta Agostini, Amendola, Bossa, Capozzolo, Carloni, Chaouki, Coccia, Epifani, Famiglietti, Tino Iannuzzi, Impegno, Manfredi, Migliore, Paris, Giorgio Piccolo, Salvatore Piccolo, Sgambato, Tartaglione, Valiante, Martella, Bini e Cinzia Maria Fontana
3-01750

Per sapere – premesso che: 
la recrudescenza di quotidiani atti di criminalità, registrati sin dall'inizio del 2015 nella città di Napoli, coinvolgono sia onesti cittadini fuori dalle logiche malavitose, sia i giovanissimi (troppo spesso minorenni) componenti delle bande responsabili dei sempre più frequenti scontri armati nelle strade del centro storico, area intensamente popolata che ospita scuole, università e presidi sanitari, ai quali deve essere garantita la regolare attività in condizioni di piena sicurezza, così come al flusso di turisti e studiosi per i quali il centro storico napoletano è meta privilegiata; 
ha destato grave sconcerto il ferimento, nel quartiere Fuorigrotta, del sovrintendente Nicola Barbato, della squadraantiracket della squadra mobile di Napoli, nel corso di un'operazione per sventare un'estorsione; 
solamente pochi giorni prima erano stati commessi due ulteriori omicidi in strada e una delle vittime era un minorenne, ucciso da un proiettile esploso nella centrale Piazza Sanità, durante uno dei sempre più frequenti raid ad opera di bande criminali giovanili che agiscono nel centro storico cittadino, dove è in atto una faida tra contrapposti clan camorristici per il controllo del territorio; 
il rapporto annuale steso dalla procura nazionale antimafia sulla situazione napoletana conferma la drammatica presenza di «killer giovanissimi che si caratterizzano per la particolare ferocia»; 
il presidio costante del territorio e l'effettuazione di operazioni ad alto impatto sono stati individuati come elementi determinanti per porre fine alla guerriglia in atto tra bande, in particolare di minorenni animati da progetti di supremazia criminale e di comando sui ragazzi impiegati nello spaccio di stupefacenti e in altre attività illecite; 
è stato richiesto un intervento dello Stato anche da un gruppo di madri residenti nel rione Sanità, che invocano aiuto perché i loro figli siano sottratti a un destino delinquenziale; 
per fronteggiare l'insostenibile condizione di insicurezza in cui vivono i cittadini napoletani, il Ministro interrogato ha già incrementato la dotazione organica delle forze dell'ordine attualmente in servizio nella città di Napoli e, dopo la riunione del Comitato nazionale per la sicurezza e l'ordine pubblico del 29 settembre 2015, ha annunciato la riattivazione di 300 telecamere di videosorveglianza, delle 700 installate sul territorio cittadino, ipotizzando anche l'uso di droni per il controllo aereo dei quartieri Sanità, Rione Traiano e Scampia e del sottosuolo napoletano, spesso utilizzato a fini criminali; 
la prima risposta dello Stato è necessariamente la messa in sicurezza di queste aree da parte delle forze dell'ordine, esistendo sul territorio realtà sane che rappresentano presidi di legalità, che da sole non sono sufficienti se non si mobilitano forze e interventi in grado di modificare il contesto sociale in cui vivono questi giovanissimi malviventi –: 
quali siano i tempi e le modalità di realizzazione degli interventi già annunciati dal Ministro interrogato (ovvero riattivazione degli impianti di videosorveglianza, utilizzo dei droni, rafforzamento della pianta organica, attività di intelligence) e insieme se non ritenga il Ministro interrogato di attivare un coordinamento tra queste azioni, raccordando gli interventi con finalità sociale sulla scorta delle informazioni acquisite grazie alle operazioni di polizia.

 

Seduta del 7 ottobre 2015
 

Illustra Valeria Valente, risponde Angelino Alfano, Ministro dell'interno e replica Massimiliano Manfredi
 

Illustrazione

Signor Presidente, egregio Ministro, come lei sa fin dall'inizio dell'anno a Napoli si registrano quotidiani atti di criminalità; vittime ahimè sono cittadini onesti, ma anche troppo spesso giovanissimi componenti di bande che si scontrano a colpi d'arma da fuoco nelle strade della nostra città. Il recentissimo ferimento del sovrintendente di polizia Nicola Barbato a Fuorigrotta e l'uccisione di un minorenne in piazza Sanità sono soltanto gli ultimi episodi di questa lunga serie: protagonisti troppo spesso ragazzi che ambiscono a diventare boss della camorra, a volte purtroppo riuscendoci. 
In alcuni casi, secondo la Procura nazionale antimafia, si tratta di killer giovanissimi che si caratterizzano per la particolare ferocia.  Per fronteggiare questa insostenibile condizione di insicurezza, lei ha già incrementato la dotazione organica delle forze in servizio a Napoli, annunciando la riattivazione di trecento telecamere di videosorveglianza, e ipotizzando l'uso di droni per il controllo dei quartieri più a rischio. Si tratta di una prima indispensabile risposta per mettere in sicurezza queste aree, che va raccordata però anche ai tanti interventi di carattere sociale che ci sono. 
Le chiediamo dunque, signor Ministro, quali siano i tempi e le modalità di realizzazione degli interventi da lei annunciati, e se non ritenga utile sollecitare un coordinamento tra queste azioni, raccordandole anche con gli interventi di carattere sociale, sulla scorta delle informazioni acquisite anche dalle operazioni di intelligence.

Risposta del governo

Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Valente per il contenuto e per il tono dell'interrogazione, e per aver citato un uomo delle forze dell'ordine a cui vorrei esprimere il nostro tributo, del Governo e credo di tutti noi, e cioè il nostro sovrintendente della polizia Nicola Barbato, che è stato gravemente ferito alcuni giorni fa; sono stato a trovarlo a Napoli in ospedale. A lui, a sua moglie, a sua figlia, a suo figlio, che ho avuto modo di abbracciare, va la nostra vicinanza e ancora una volta il nostro affetto. 
Su Napoli abbiamo assunto delle decisioni urgenti per cui rispondo subito sulla questione dei tempi, i tempi in cui entreranno in funzione le decisioni che adesso illustrerò. 
Una sola parola: subito, perché Napoli è in cima alle priorità del Governo, perché Napoli è una grande città che merita una grande risposta in termini di sicurezza; risposta che già lo Stato ha dato e che si è tradotta in una diminuzione dell'indice di delittuosità nella città di Napoli, di cui parlerò in appresso, perché prima voglio dire che nel corso del Comitato ordine e sicurezza pubblica che abbiamo svolto il 29 settembre sono state deliberate alcune misure. Innanzitutto, essendo presenti il procuratore nazionale antimafia e i rappresentanti della magistratura napoletana, un consolidamento del rapporto di sinergia e di collaborazione fra le strutture investigative e quelle di prevenzione e controllo, il cui generale coordinamento si avvarrà dell'azione di guida proprio della procura distrettuale antimafia, da un lato, e, dall'altro, del prefetto di Napoli. In un tessuto così complesso da decifrare, sarà anche rafforzata l'attività di intelligence investigativa. 
Quello che ci è stato chiesto e che noi abbiamo dato è un rafforzamento di uomini ma anche di qualità specifiche degli uomini in campo, cioè le strutture della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di finanza potranno giovarsi del distacco di operatori dei rispettivi servizi centrali anticrimine, ossia lo SCO, il ROS e lo SCICO, e anche dell'apporto della DIA. 
Saranno programmate più operazioni di controllo del territorio che noi definiamo «ad alto impatto» e tutto questo grazie anche all'impiego di 200 unità di rinforzo delle forze di polizia, mentre entro la fine di novembre o, al più tardi, agli inizi di dicembre sarà ripristinata la piena funzionalità delle apparecchiature di videosorveglianza, circa 300, ora non attive. 
Da tempo a Napoli poi, come voi sapete, opera un contingente militare a disposizione del prefetto di 400 uomini.

Replica

Signor Presidente, grazie Ministro, apprezziamo la certezza con cui lei ha scandito i tempi delle prossime scadenze e logicamente monitoreremo affinché tutto venga eseguito nei tempi più veloci possibile. 
Io credo che noi dobbiamo renderci conto che questo fenomeno a Napoli è particolarmente grave perché è di natura diversa rispetto a quelli precedenti. Come emerso dalle audizioni che abbiamo svolto in antimafia, anche con la procura nazionale e distrettuale antimafia, ci troviamo di fronte ad una decapitazione da parte delle forze dell'ordine e dei magistrati dei vecchi capi clan e una nuova leva che vuole emergere anche non seguendo le vecchie regole dei clan. 
Quindi, ci troviamo di fronte a due necessità. La prima è quella di bonificare la possibilità che la camorra attinga sempre di più da questi giovani, per questo la nostra prima richiesta è che lei si faccia anche tramite, insieme agli altri Ministri, perché oltre alla prevenzione, oltre alla videosorveglianza, iniziative di carattere sociale o, come noi abbiamo chiesto, la scuola a tempo pieno nei tempi disagiati facciano sì che non ci siano altri giovani che seguono questa strada. 
La seconda altra cosa è che continui il lavoro di sorveglianza. Lei ha ricordato, insieme alla collega Valente, Nicola Barbato, a cui noi diamo un ringraziamento e un abbraccio a tutta la famiglia. Ricordiamo che Nicola Barbato è in quelle condizioni perché ha difeso un imprenditore onesto che ha rifiutato il «pizzo», quindi noi abbiamo la necessità di fare emergere e di aiutare a fare emergere tutta la gente dei quartieri, la stragrande maggioranza di quei quartieri che vuole una vita diversa, gli imprenditori onesti e soprattutto impedire quella percezione che porta alcune zone della città come se fossero terra di nessuno, perché bisogna contrastare il clima e anche il tema della percezione dà coraggio ai cittadini.