27/10/2015
Davide Zoggia
Malpezzi, Coscia, Carocci, Rocchi, Ghizzoni, D'Ottavio, Sgambato, Manzi, Malisani, Bossa, Pes, Martella, Cinzia Maria Fontana e Bini
3-01795

Per sapere – premesso che: 
la legge n. 107 del 2015, ai commi 33, 34 e 39, dell'articolo 1, recita: 
a) «33. al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti, i percorsi di alternanza scuola-lavoro di cui al decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 77, sono attuati, negli istituti tecnici e professionali, per una durata complessiva, nel secondo biennio e nell'ultimo anno del percorso di studi, di almeno 400 ore e, nei licei, per una durata complessiva di almeno 200 ore nel triennio. Le disposizioni del primo periodo si applicano a partire dalle classi terze attivate nell'anno scolastico successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge. I percorsi di alternanza sono inseriti nei piani triennali dell'offerta formativa»; 
b) «34. All'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 77, dopo le parole: “ivi inclusi quelli del terzo settore” sono inserite le seguenti: “o con gli ordini professionali, ovvero con i musei e gli altri istituti pubblici e privati operanti nei settori del patrimonio e delle attività culturali, artistiche e musicali, nonché con enti che svolgono attività afferenti al patrimonio ambientale o con enti di promozione sportiva riconosciuta dal Coni (...)”»; 
c) «39. per le finalità di cui ai commi 33, 37 e 38, nonché per l'assistenza tecnica e per il monitoraggio dell'attuazione delle attività, ivi previste, è autorizzata la spesa di euro 100 milioni annui a decorrere dall'anno 2016. Le risorse sono ripartite tra le istituzioni scolastiche ai sensi del comma 11»; 
le linee guida per l'organizzazione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro sono state emanate il 7 ottobre 2015; 
attualmente si ravvisano molteplici difficoltà che le scuole superiori stanno incontrando nel rivolgersi agli enti pubblici e privati per avviare questa parte della riforma molto importante per la formazione completa degli studenti, difficoltà, il più delle volte, motivate da una scarsa conoscenza della normativa e da una certa diffidenza nell'aprire certe istituzioni al mondo della scuola –: 
quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per rimuovere tali ostacoli e per dare certezze al percorso formativo dei ragazzi.

Seduta del 28 ottobre 2015

Illustra Davide Zoggia, risponde Stefania Giannini, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca replica Simona Flavia Malpezzi

Illustrazione

Grazie Presidente. Signor Ministro, la legge n. 107 del 2015, Buona scuola, recita che, al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti, i percorsi di alternanza scuola-lavoro sono attuati, negli istituti tecnici e professionali, per una durata complessiva di almeno 400 ore e, nei licei, per una durata complessiva di almeno 200 ore nel triennio. Tale alternanza dovrà essere effettuata in strettissima collaborazione con enti e istituzioni pubbliche e private, ordini professionali e così via. 
Le chiediamo se è a conoscenza delle molteplici difficoltà che le scuole superiori incontrano nel rivolgersi a tali enti pubblici e privati per avviare questa parte della riforma, che gli interroganti giudicano molto importante per la formazione completa di studenti e quali iniziative in merito il Ministro intenda adottare per rimuovere tali ostacoli.

Risposta del governo

Grazie, signor Presidente. Onorevole Zoggia, come lei ha bene ricordato, la legge n. 107 del 2015 introduce per la prima volta strutturalmente lo schema di alternanza scuola-lavoro nella scuola italiana. Lo fa con alcune disposizioni specifiche. Il monte ore da lei citato è corretto. Va ripetuto e sottolineato che è distribuito sul triennio della formazione scolastica degli istituti tecnici e professionali e dei licei nella misura citata. 
Io le indico le sei azioni che sono in corso per supportare e aiutare le scuole, ovviamente e soprattutto in questi primi mesi, che non sono di transizione, ma sono di avviamento di un processo complesso, che nell'arco del triennio darà – ne siamo certi – risultati straordinari per un milione e mezzo di studenti nel Paese. 
Prima azione: l'emanazione e l'invio a tutte le scuole italiane di una guida operativa per fornire istruzioni sulle modalità di realizzazione, quindi, su tutte le questioni che riguardano la prassi dell'alternanza. Per fare esempi concreti, essendo stata questa guida elaborata con il contributo delle imprese e di tutte le parti sociali coinvolte, si tratta della parte che riguarda la progettazione didattica, le convenzioni, la certificazione delle competenze, la dimensione assicurativa. 
Seconda azione: è in corso di compilazione – e a metà dell'anno scolastico realisticamente sarà pronto – il registro nazionale delle imprese e delle istituzioni che entrano nello schema di alternanza. 
Questa diventerà un'area aperta e consultabile in una sezione speciale del sito del Ministero e poi di ciascuna scuola per le istituzioni che saranno coinvolte e dà un'opportunità straordinaria per avere un'interazione concreta sui singoli progetti scuola-istituzione, ivi incluse le istituzioni pubbliche naturalmente. Nelle more dell'avvio di questo registro, che richiede, ovviamente, alcuni mesi per la compilazione, il Ministero ha sottoscritto protocolli di intesa con le singole istituzioni, pubbliche e private, che già concorrono a far avviare nelle scuole italiane questo progetto a partire da questi mesi. 
Quarta azione: il protocollo di intesa con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che apre la pista ad un altro settore di straordinaria importanza che è quello dell'alternanza scuola-lavoro nelle istituzioni di carattere culturale. Il nostro Paese, non c’è bisogno di sottolinearlo, ne ha una ricchezza straordinaria. È il momento di partire dalla scuola per far sì che poi anche gli sbocchi universitari del settore diventino occasione di formazione qualificata e di creazione di posti di lavoro e non di disoccupazione com’è avvenuto finora. 
Quinta azione: è perfezionata ormai e in corso di approvazione la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro che è lo strumento operativo in mano agli studenti per procedere correttamente e anche consapevolmente al percorso di alternanza. 
Sesta ed ultima azione: gli uffici scolastici regionali – e questo è un processo già in corso – stanno formando gli insegnanti per il ruolo di tutor che è un altro ruolo fondamentale all'interno del processo.

Replica

Grazie Presidente, grazie Ministra, io penso che in questa sua risposta, assolutamente soddisfacente, ci sia da porre l'attenzione su due aspetti che sono assolutamente qualificanti e anche innovativi e che sono forse quegli aspetti che le scuole appunto si stanno aspettando. Intanto, un lavoro di sinergia tra MIUR e MIBACT aprendo ai licei. E non solo per i licei, perché, qualora anche un istituto tecnico o professionale volesse andare a sperimentarsi all'interno di un mondo diverso, è tutto ben accetto. Quindi, questa sinergia diventa fondamentale e noi monitoreremo affinché davvero sia sempre più proficua perché ne riconosciamo la validità. Quanto al fatto che partono davvero questi corsi di formazione, si tratta di una delle richieste proveniente dalle scuole, soprattutto perché molte non hanno la tradizione di alternanza scuola-lavoro che, come ricordiamo, non è una nostra innovazione, ma che finalmente la legge n. 107 del 2015 – e questo è sicuramente un valore aggiunto della legge sulla buona scuola – pone in maniera organica su tutto il territorio nazionale. 
Mi consenta anche di ribadire un termine che a molte scuole non è chiaro, ma forse può aiutare a capire qual è lo spirito con cui la legge n. 107 del 2015 potenzia l'alternanza, che è anche una sorta di criterio di flessibilità, proprio perché la scuola dell'autonomia – e noi facciamo bene a ricordare che le ore garantite devono essere sul triennio – potrà gestirsi così come meglio crede. Gli stessi dirigenti scolastici sono invitati davvero a essere più flessibili possibile proprio per garantire senza ansia che l'esperienza di alternanza scuola-lavoro sia quella che noi ci eravamo immaginati, cioè un'opportunità e una ricchezza.