30/10/2015
Alberto Pagani
2–01121

Grazie, Presidente. Il settore delle energie rinnovabili per impianti di potenza superiore al megawatt ed entrati in esercizio entro il 31 dicembre 2012 gode naturalmente di incentivi sotto forma di «certificati verdi» fino alla data del 31 dicembre prossimo. 
Dal 1o gennaio 2016, in base alle norme dettate dal Ministero dello sviluppo economico con decreto 6 luglio 2012, avverrà la conversione del diritto ai certificati verdi in incentivi calcolati sulla produzione netta di energia prodotta. 
A tutt'oggi non risultano pubblicate le norme che stabiliscono le tempistiche di erogazione dei predetti incentivi e, anzi, notizie o indiscrezioni di stampa recenti paventano la possibilità di un riconoscimento degli incentivi dopo sei mesi dalla loro maturazione trimestrale. 
Essendo il settore da tempo in crisi anche a causa di interventi legislativi che hanno minato le basi finanziare (ad esempio, il sistema obbligatorio del reverse charge per l'IVA dal 1ogennaio 2015); un eventuale fallimento del comparto causerebbe impatti negativi sul lato occupazionale per migliaia di persone che vi operano in maniera diretta e indiretta, oltre alla perdita degli ingenti investimenti effettuati dagli operatori. 
In assenza di un quadro di certezza e celerità nell'erogazione degli incentivi, gran parte delle aziende saranno sottoposte ad uno stress finanziario insostenibile tale da poterle portare sino alla chiusura degli stabilimenti. 
A poche settimane dall'entrata in vigore del nuovo sistema, è estremamente urgente che gli peratori conoscano le modalità applicative, al fine di prevedere quanto necessario nella predisposizione del budget di esercizio. 
Quindi, con questa interpellanza chiediamo se il Governo non ritenga opportuno e necessario assumere iniziative per prevedere l'erogazione degli incentivi su base mensile, come finora avvenuto per il rilascio dei certificati verdi, al fine di risolvere il problema della liquidità e non creare impatti negativi sui cicli monetari delle imprese del settore.

 

Seduta del 30 ottobre 2015

Illustra e replica Alberto Pagani, risponde Antonello Giacomelli, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico

Illustrazione

Grazie, Presidente. Il settore delle energie rinnovabili per impianti di potenza superiore al megawatt ed entrati in esercizio entro il 31 dicembre 2012 gode naturalmente di incentivi sotto forma di «certificati verdi» fino alla data del 31 dicembre prossimo. 
Dal 1o gennaio 2016, in base alle norme dettate dal Ministero dello sviluppo economico con decreto 6 luglio 2012, avverrà la conversione del diritto ai certificati verdi in incentivi calcolati sulla produzione netta di energia prodotta. 
A tutt'oggi non risultano pubblicate le norme che stabiliscono le tempistiche di erogazione dei predetti incentivi e, anzi, notizie o indiscrezioni di stampa recenti paventano la possibilità di un riconoscimento degli incentivi dopo sei mesi dalla loro maturazione trimestrale. 
Essendo il settore da tempo in crisi anche a causa di interventi legislativi che hanno minato le basi finanziare (ad esempio, il sistema obbligatorio del reverse charge per l'IVA dal 1ogennaio 2015); un eventuale fallimento del comparto causerebbe impatti negativi sul lato occupazionale per migliaia di persone che vi operano in maniera diretta e indiretta, oltre alla perdita degli ingenti investimenti effettuati dagli operatori. 
In assenza di un quadro di certezza e celerità nell'erogazione degli incentivi, gran parte delle aziende saranno sottoposte ad uno stress finanziario insostenibile tale da poterle portare sino alla chiusura degli stabilimenti. 
A poche settimane dall'entrata in vigore del nuovo sistema, è estremamente urgente che gli peratori conoscano le modalità applicative, al fine di prevedere quanto necessario nella predisposizione del budget di esercizio. 
Quindi, con questa interpellanza chiediamo se il Governo non ritenga opportuno e necessario assumere iniziative per prevedere l'erogazione degli incentivi su base mensile, come finora avvenuto per il rilascio dei certificati verdi, al fine di risolvere il problema della liquidità e non creare impatti negativi sui cicli monetari delle imprese del settore.

Risposta del governo

Signor Presidente, il sistema dei certificati verdi costituisce un meccanismo di sostegno alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile che si inserisce nel contesto normativo europeo volto alla creazione del mercato interno dell'energia e all'attuazione degli obiettivi derivanti dal protocollo di Kyoto. I certificati verdi rappresentano titoli negoziabili rilasciati alla produzione di energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili riconosciuti come tali dal GSE. 
Il sistema dei certificati verdi è stato introdotto dal decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 (di attuazione di una direttiva europea) il cosiddetto decreto Bersani. Il decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 (ancora di attuazione di una direttiva europea) ha previsto la sostituzione del sistema dei certificati verdi con un sistema a tariffa, a partire dall'anno 2016. 
La disciplina di questa trasformazione è stata rimessa dall'articolo 25, comma 5, ad un decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e, per i profili di competenza, con il Ministro delle politiche agricole e forestali, sentite l'Autority per l'energia elettrica e il gas e la Conferenza unificata. 
L'articolo 19 del decreto ministeriale 6 luglio 2012 ha quindi provveduto a dare attuazione alla conversione del meccanismo dei certificati verdi in un meccanismo incentivante. 
L'articolo 24 del medesimo decreto ministeriale 6 luglio 2012 ha demandato al GSE l'emanazione di apposite procedure applicative delle disposizioni del medesimo decreto, ivi comprese quelle relative alla conversione del diritto ai certificati verdi in incentivo. 
L'attuazione del menzionato articolo 19 comporta un impatto sensibile sulla componente A3 delle tariffe elettriche, in quanto l'operazione di conversione dei certificati verdi in tariffa e di erogazione della tariffa stessa si sovrappone a quella di ritiro dei certificati verdi invenduti dal mercato, di cui all'articolo 20 dello stesso decreto. 
Ci si attende, pertanto, che nel 2016 il costo totale, imputabile ai certificati verdi, subisca un sostenuto aumento rispetto al 2015. 
L'impatto, segnalato anche dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, in termini di aumento della componente A3 nel 2016, sarebbe superiore a 1 miliardo di euro rispetto al 2015 e, nello stesso anno, potrebbe ridurre notevolmente i benefici derivanti da importanti provvedimenti varati dal Governo in tema di riduzione dei costi della bolletta elettrica (mi riferisco, in particolare, al decreto-legge n. 91 del giugno 2014). 
C’è da considerare che una parte di questa spesa, in realtà, è già oggi pagata dai consumatori, attraverso i prezzi di mercato delle forniture, che sono già comprensivi, nella maggior parte dei casi, del costo per i certificati verdi. Tuttavia, la componente A3 dovrà effettivamente sostenere, nell'anno 2016, operazioni di particolari dimensioni economiche. 
L'Autorità ha di recente quantificato l'impatto aggiuntivo e, di conseguenza, segnalato al Governo l'opportunità di rendere più sostenibile la manovra, apportando delle modifiche sui tempi di pagamento, prevedendo che il pagamento delle nuove tariffe sia effettuato, nel 2016, alla fine del sesto mese successivo a quello che segue ciascun trimestre e, successivamente al 2016, sia gradualmente anticipato, fino a ottenere un'erogazione su base mensile entro il 2019, ovvero prevedendo un valore maggiorato di ritiro dei certificati verdi presentati dopo il 2016, in modo da remunerare la dilazione temporale. 
Alla luce di quanto detto, sono in corso verifiche tecniche con GSE e con la stessa Autorità per trovare il modo migliore di venire incontro alle esigenze finanziarie poste dagli operatori, salvaguardando una certa stabilità regolamentare ma cercando, nello stesso tempo, la strada per non provocare aggravi significativi in bolletta. Al momento, non è stata assunta una determinazione finale, ma abbiamo ragionevole certezza che questo possa avvenire nei prossimi giorni, in modo da dare, come del resto chiesto nell'interpellanza in oggetto, le necessarie certezze al mercato.

Replica

Grazie, Presidente. Non posso dirmi totalmente soddisfatto della risposta ma solo parzialmente. 
Il sottosegretario faceva giustamente riferimento alle normative europee, che hanno imposto la modificazione dell'erogazione dell'incentivo. Esiste anche una normativa europea, che è la direttiva n. 7 del 2011, che impone alla pubblica amministrazione di pagare i debiti entro 30 giorni, per citarle tutte. 
È sicuramente apprezzabile la volontà manifestata di compensare il ritardo di quest'anno negli esercizi successivi. Il problema resta, quello per le aziende, di arrivare vive al momento in cui si compensa, perché le aziende pagano la materia prima normalmente a 30, 60 giorni, pagano i lavoratori tutti i mesi, eccetera. Inoltre, essendo aziende molto esposte con le banche, può essere che abbiano difficoltà finanziarie e non abbiano accesso al credito in modo tale che permetta loro di potere acquistare materie prime e lavorare. 
Resta, comunque, soddisfacente l'impegno del Governo di valutare, in modo approfondito, come affrontare questa problematica con gli operatori del settore.