13/11/2015
Maria Grazia Rocchi
Bersani, Bossa, Martelli, Pollastrini, Ermini, Peluffo, Braga, Simoni, Pierdomenico Martino, Ferro, Minnucci, Giacobbe, Blazina, Terrosi, Carocci, Argentin, Bini, Parrini, Manciulli, Scanu, Cinzia Maria Fontana, Albanella, Vico, Becattini, Fiorio, Ghizzoni, Rostan, Malisani, Coccia, Sani, Gelli, Bratti, Mariani, Coscia
2-01165

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che: 
con delibera n. 199 del 2 marzo 2015, la giunta della regione della Toscana ha formalmente riconosciuto come aree di crisi Piombino, con i comuni del polo siderurgico di Campiglia Marittima, San Vincenzo, Sassetta e Suvereto; Livorno, con i comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo; Massa Carrara, con i comuni compresi nella provincia; 
in tutti questi casi gli interventi si inseriscono nell'ambito di altrettanti accordi di programma con l'esecutivo che sono stati firmati nel mese di maggio 2015; 
l'obiettivo di tali accordi è la reindustrializzazione e la riqualificazione di questi territori, l'attrazione di nuovi investimenti ma, soprattutto, il rilancio dello sviluppo e dell'occupazione; 
infatti, questi territori sono stati duramente colpiti dalla crisi ed appare quantomai necessario coordinare interventi mirati al sostegno delle politiche occupazionali; 
soprattutto nelle aree di Piombino e di Livorno si registrano i casi più drammatici: infatti, da dicembre 2015, in mancanza di una riforma della normativa, almeno un migliaio di lavoratori di Livorno e alcune centinaia dell'indotto di Piombino si troveranno senza alcuna forma di sostegno al reddito; 
il 27 ottobre 2015 il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, ha scritto al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, per chiedere l'estensione dei tempi degli ammortizzatori sociali ed in particolare della mobilità ai lavoratori che rientrano nelle «aree di crisi complessa»; 
in queste aree, riconosciute con decreti del Ministero dello sviluppo economico, sono in atto progetti di riconversione e riqualificazione industriale, che però hanno tempi più lunghi rispetto al termine degli ammortizzatori sociali; 
in questo senso il presidente ha ravvisato l'estrema urgenza che, almeno nelle realtà riconosciute come aree di crisi complessa ai sensi della normativa nazionale, si possano attivare tempi di copertura degli ammortizzatori, in particolare della mobilità, più ampi di quelli previsti in via generale, proprio per permettere che gli effetti dei progetti di riconversione possano produrre effetto positivo per questi lavoratori; 
il prefetto di Livorno Tiziana Costantino nella relazione inviata al Governo ha evidenziato la gravità problema –: 
quali iniziative urgenti si intendano promuovere nelle zone in cui sono stati firmati i suddetti accordi di programma per accompagnare i lavoratori verso il reinserimento lavorativo e sostenere le istituzioni locali in questa drammatica fase di emergenza economico-sociale. 

 

Seduta del 27 novembre 2015

Illustra e replica Maria Grazia Rocchi, risponde De Filippo Vito, Sottosegretario di Stato per la salute

Illustrazione

Grazie, Presidente, grazie, sottosegretario, colleghi, con la delibera n. 199 del 2 marzo di quest'anno, la giunta della regione Toscana ha formalmente riconosciuto come aree di crisi industriale complessa Piombino con i comuni limitrofi del polo siderurgico, Livorno con i comuni di Colle Salvetti a Rosignano, Massa Carrara con i comuni della provincia. 
Sono situazioni il cui riconoscimento dei territori come aree di crisi complessa prevede l'accesso a finanziamenti pubblici e privati, nonché ad un mix di interventi che si inseriscono nell'ambito di accordi di programma, accordi che sono stati siglati lo scorso maggio. 
L'obiettivo di tali accordi è la reindustrializzazione e la riqualificazione di questi territori, l'attrazione di nuovi investimenti e, di conseguenza, il rilancio dello sviluppo e dell'occupazione.  Infatti, queste aree sono state duramente colpite dalla crisi economica degli ultimi cinque anni ed appare quanto mai necessario coordinare interventi mirati al sostegno e alle politiche occupazionali. Soprattutto nell'area di Livorno si registrano i casi più drammatici. Infatti, da dicembre, in mancanza di una riforma della normativa o di interventi ad hoc riconducibili appunto al riconoscimento della zona come area di crisi industriale complessa si stima che almeno un migliaio di lavoratori di Livorno e alcune centinaia dell'indotto di Piombino si troveranno senza alcuna forma di sostegno al reddito e, dai dati raccolti, il numero iniziale tenderà a crescere con i mesi successivi e, via via che andranno a compimento tutti i precedenti programmi e gli ammortizzatori sociali posti in essere fino adesso. 
Il 27 ottobre di quest'anno, il Presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, ha scritto al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, per chiedere l'estensione dei tempi e degli ammortizzatori sociali anche in particolare della mobilità a quei lavoratori appunto che rientrano in tali aree industriali di crisi complessa. In queste aree, riconosciute con i decreti del MISE, sono in atto progetti di riconversione e riqualificazione industriale, che però hanno tempi più lunghi rispetto al termine degli ammortizzatori sociali. Anche il prefetto di Livorno, la dottoressa Tiziana Costantino, nella relazione inviata al Governo, ha evidenziato la gravità e l'urgenza del problema. 
Per questo, si ritiene importante ascoltare cosa il Governo intenda mettere in campo affinché si promuovano, nelle zone in cui sono stati firmati i suddetti accordi, forme di accompagnamento dei lavoratori verso il reinserimento lavorativo e il sostegno alle istituzioni locali in una drammatica fase di emergenza economico-sociale.

Risposta

Con il presente atto parlamentare, gli onorevoli interpellanti richiamano l'attenzione del Governo sulla delicata situazione occupazionale dei lavoratori delle cosiddette aree di crisi industriale complessa, individuate anche nell'ambito della regione Toscana. In particolare, per l'area della provincia di Livorno, voglio evidenziare che in data 8 maggio 2015 il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, unitamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ad altre istituzioni interessate, tra le quali il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Toscana hanno di fatto sottoscritto un accordo avente ad oggetto la definizione di una complessa ed unitaria manovra di intervento sull'aria urbana di Livorno, Collesalvetti, ed il parco produttivo di Rosignano Marittimo, mediante l'attuazione di uno specifico piano di rilancio della competitività nell'intera aria livornese. 
Il piano prevede, tra gli altri, specifici interventi quale il completamento infrastrutturale del nodo internodale e l'integrazione della piattaforma logistica costiera, interventi di riconversione delle aree ed ottimizzazione degli assetti energetici e la riqualificazione produttiva dell'area di crisi industriale di Livorno-Collesalvetti e di sviluppo del parco produttivo di Rosignano Solvay. 
Segnalo inoltre che il 30 luglio scorso, in occasione della prima riunione indetta successivamente alla stipula del suddetto accordo, è stato anche istituito un comitato esecutivo presieduto proprio dalla regione Toscana. 
Successivamente, l'8 settembre e il 27 ottobre scorso, in occasione degli incontri che si sono svolti presso il Ministero dello sviluppo economico, si è riunito il gruppo di coordinamento e controllo degli organismi di governance finalizzato alla realizzazione del progetto di riqualificazione e di riconversione industriale del territorio, alla cui realizzazione concorrono soggetti sottoscrittori, ciascuno per il settore e l'area di competenza. 
Nell'ambito del programma di sviluppo dell'intera area interessata, il Ministero che rappresento in questo caso segue con la massima attenzione le vicende legate al rilancio dell'area costiera e potrà, in collaborazione con gli altri attori istituzionali coinvolti, mettere in atto e favorire l'attuazione di politiche attive del lavoro, mediante azioni per la riqualificazione del personale interessato alla crisi industriale. In particolare, segnalo che, nell'ambito dei piani di riconversione e di riqualificazione industriale predisposti con il coordinamento del Ministero dello sviluppo economico, è prevista un'azione di promozione, in collaborazione con il Ministero del lavoro, per il ricorso ai fondi paritetici interprofessionali nazionali per la formazione continua da parte delle imprese beneficiarie delle agevolazione agli investimenti. 
Inoltre, segnalo che nel disegno di legge di stabilità per il 2016, già approvato dal Senato e attualmente all'esame della Commissione bilancio della Camera dei deputati, si prevede all'articolo 1, e specificamente al comma 164, la possibilità per le regioni – cito il comma – «di disporre la concessione dei trattamenti di integrazione salariale e di mobilità, anche in deroga ai criteri di cui agli articoli 2 e 3 del decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il n. 83473 del 2014, in misura non superiore al 5 per cento delle risorse ad esse attribuite, ovvero in eccedenza anche a tale quota, disponendo però l'integrale copertura degli oneri connessi a carico delle finanze regionali, ovvero delle risorse assegnate alla regione nell'ambito dei piani e programmi coerenti con la specifica destinazione, ai sensi dell'articolo 1, comma 253, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e successive modificazioni». 
Voglio, infine, assicurare gli onorevoli interpellanti che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali continuerà a monitorare gli ulteriori sviluppi, rendendo disponibili gli strumenti di integrazione salariale previsti secondo la normativa vigente, in considerazione degli istituti di tutela dei lavoratori finora attivati.

Replica

Presidente, ringrazio il sottosegretario della risposta, ma per noi toscani e per il Paese è drammatico vedere l'orgogliosa Livorno sprofondata in una crisi che ormai non è solo economica e sociale, ma è anche culturale. È dunque una crisi che supera le dinamiche congiunturali e rischia di trasformarsi veramente e drammaticamente in una crisi strutturale, perché senza il nuovo ossigeno che solo la fiducia nel futuro può produrre, si perde la voglia e la capacità di investire, non solo di investire in impresa, ma anche in se stessi, di investire nella propria crescita umana e nella propria crescita professionale. 
L'analisi attenta dello stato della crisi – è stato ben detto dal Sottosegretario – della costa toscana e di Livorno in particolare è stata ampiamente esaminata, così come sono stati valutati nuovi spazi di ripresa industriale peraltro già avviati e le potenzialità che l'intero tessuto industriale può ancora esprimere e i vantaggi competitivi che può offrire a privati investitori.  Sono valutazioni che, insieme all'impegno e alla determinazione del presidente della regione Enrico Rossi e delle amministrazioni locali, hanno permesso di definire i comuni coinvolti quali aree a crisi industriale complessa. Hanno convogliato sulle zone interessate oltre 500 milioni di euro di risorse pubbliche, alle quali si prevede si aggiungano 150 milioni di euro di risorse private. La volontà, dunque, di fare della costa toscana un esempio virtuoso per tutta la regione e per il Paese di come si possa utilizzare ogni leva dell'innovazione e della riqualificazione produttiva e della funzionalità infrastrutturale è un impegno preciso che Stato, regione e amministrazioni locali hanno assunto siglando questi accordi di programma. Ma i piani, lo ripeto, dispiegheranno effetti in tempi medio-lunghi; tempi che spesso non coincidono con quelli degli ammortizzatori sociali impiegati. Purtroppo, le situazioni di crisi sono molte, differenziate per settore produttivo, per profondità e per durata della crisi. Sono crisi che il Governo conosce e per la loro soluzione non ha mai risparmiato energie. Vedo che anche in questa occasione l'attenzione costante e il monitoraggio delle situazioni dalla risposta del sottosegretario mi lascia intendere che non mancheranno. I lavoratori, vede, hanno accolto con rinnovata fiducia l'impegno delle istituzioni concretizzato con l'avvio degli accordi, ma ogni fiducia può veramente vacillare di fronte al tempo che passa e alla fine di ogni sostegno al reddito. L'impegno del Governo per quello che chiamerei, dunque, l'ultimo miglio è indispensabile per rendere produttivo ed efficace lo sforzo finanziario pubblico già in atto. È indispensabile ed atteso dalle lavoratrici e dai lavoratori che hanno intenzione di non abbandonare la loro città perché hanno voglia e capacità di rimettere in gioco la loro ricchezza professionale e le potenzialità infrastrutturali di tutto il territorio, le sue sinergie. 
Dunque, sono parzialmente soddisfatta di sentire che comunque delle risorse finanziarie esistono ed esistono in capo alle disponibilità regionali, esistono nella legge di stabilità. Si tratta di vedere se queste misure rappresenteranno la concreta risposta alla fase che ci attende di qui al dispiegamento completo di quella reindustrializzazione, riqualificazione e reinserimento produttivo che molte, molte famiglie a Livorno e nell'area costiera stanno aspettando. Nelle sue parole, sottosegretario, sento empatia e forte volontà di proporre soluzioni. Le ho lette, le ha citate e si tratta di vedere quanto queste soluzioni riusciranno a dare le risposte attese. Le ricordo che veramente questi impegni sono importanti e dovremo restituirli a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori che oggi insieme a me ci ascoltano.