25/11/2015
Vincenzo Amendola
Quartapelle Procopio, Carrozza, Cassano, Censore, Chaouki, Cimbro, Gianni Farina,Fedi, Garavini, La Marca, Manciulli, Monaco, Nicoletti, Porta, Raciti, Rigoni, Andrea Romano, Sereni, Speranza, Tacconi, Zampa, Martella, Cinzia Maria Fontana e Bini
3-01875

Per sapere – premesso che: 
gli attacchi di Parigi di venerdì 13 novembre 2015 dimostrano come l'Europa intera sia sotto attacco di un gruppo terroristico che propugna il radicalismo islamico e intende mettere in discussione il nostro stile di vita e i nostri valori. Purtroppo in questo contesto nessun Paese può considerarsi completamente al sicuro dal rischio di un attacco terroristico; 
in virtù di tutto ciò, della gravità della minaccia alla sicurezza dei nostri cittadini, appare indispensabile che la comunità internazionale unisca gli sforzi, i mezzi e coordini le azioni militari e diplomatiche per contrastare in modo efficace il terrorismo e sconfigga il sedicente Stato islamico, che rivendica la paternità delle azioni terroristiche, nei territori in cui si è insediato; 
si tratta della stessa richiesta avanzata dal Presidente francese Hollande, nel corso di un importante discorso davanti al Parlamento francese riunito in via straordinaria subito dopo i gravissimi fatti di Parigi, con la quale si sottolineava la necessità di coinvolgere nell'azione di contrasto prioritaria al Daesh tutti gli attori, dalla Russia all'Iran, accomunati dal medesimo obiettivo di contrasto del terrorismo, anche superando distinzioni e distinguo in altri campi o altri quadranti geografici; 
in questo senso, occorre sottolineare come l'atteggiamento dell'Italia nei confronti della crisi siriana, ispirato alla prudenza e capace da subito di individuare con realismo l'ordine di priorità delle questioni, attribuendo a tutti gli attori regionali, a partire da Iran e Russia, il ruolo che è indispensabile riconoscergli, si è rivelato corretto così come corretta è stata l'impostazione politica sulla transizione in Siria e il superamento di condizionalità e pregiudiziali che hanno allontanato l'avvio di una soluzione politica alla guerra civile in quel Paese; 
se si era giunti alla conclusione di lavorare per unire gli sforzi di tutti gli attori regionali contro la minaccia dell'Isis e per la formazione di una coalizione in questo senso, se gli incontri di vertice del nostro stesso Primo ministro in sede G20 suggerivano la necessità di un ampliamento del novero dei partner per garantire la soluzione del conflitto siriano e la sconfitta di Daesh, in gravissimo ed evidente contrasto con tale strategia della comunità internazionale si pone l'abbattimento dell'aereo militare russo da parte dell'aviazione della Turchia vicino alla frontiera siriana, avvenuto martedì 24 novembre 2015 per una presunta violazione dello spazio aereo; 
tanto più grave è tale incidente perché attribuibile a uno Stato membro della Nato e in una fase nella quale l'offensiva contro importanti città occupate dalle milizie terroriste stava portando i suoi frutti –: 
quale sia il ruolo che l'Italia sta svolgendo, o intende svolgere, a livello sia europeo che internazionale nel contribuire alla costruzione della coalizione contro il terrorismo o comunque al coordinamento degli sforzi di contrasto contro il sedicente stato islamico.

 

Seduta del 26 novembre 2015

Illustra Laura Garavini, risponde Paolo Gentiloni Silveri, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, replica Lia Quartapelle Procopio

Illustrazione

Presidente, signor Ministro, i fatti di Parigi di due settimane fa hanno rivelato, in tutta la loro drammaticità, quanto l'intera Europa sia sotto attacco e quanto sia grave e pericolosa la minaccia terroristica rappresentata da Daesh e dal sedicente Stato Islamico. Anche le nuove modalità adottate dai terroristi, volte a colpire normali luoghi di ritrovo, come sale da concerto o caffè, sembrano mirare a mettere in discussione il nostro stile di vita, la nostra libertà, i nostri valori e rendono ciascun Paese vulnerabile rispetto ai rischi degli attacchi terroristici. Mai come oggi, si rende allora necessaria una forte coesione internazionale tra tutti gli attori regionali contraddistinti dall'obiettivo comune di sconfiggere il terrorismo di matrice islamica e garantire la sicurezza dei propri cittadini. È quanto ha ribadito anche il Presidente del Consiglio in queste ore, da Parigi: davanti alla sfida che siamo chiamati ad affrontare dobbiamo agire in modo unito e deciso ed è giusto che l'Italia continui ad esprimere prudenza rispetto a un intervento militare e continui al tempo stesso a ribadire che è necessaria una strategia politica che coinvolga tutti gli attori internazionali.
Ecco che in questo complesso e fragile contesto le chiedo, Ministro, quale sia il ruolo che l'Italia sta svolgendo a livello europeo ed internazionale, al fine di contribuire alla costruzione di una coalizione solida, efficace ed ampia contro il terrorismo.

Risposta del governo

Presidente, ringrazio l'onorevole Garavini, ma come è stato ribadito stamattina dall'Italia e dalla Francia, certamente in risposta in particolare agli attentati tragici di Parigi, l'obiettivo è quello di rafforzare, rendere più coesa l'azione della coalizione internazionale. 
È un problema militare, naturalmente: l'Italia è impegnata sul piano militare su diversi fronti e in modo particolare in Iraq, dove come sapete siamo il Paese europeo più impegnato sul terreno militare nella coalizione anti-Daesh; ma fondamentali sono gli obiettivi politici: la transizione da assicurare in Siria, una capacità più inclusiva nei confronti della comunità sunnita in Iraq, un accordo in Libia. E infine, aggiungo, credo la necessità almeno di cercare di estendere ancora di più la coalizione anti-Daesh: noi siamo stati tra quelli che della presenza russa in Siria hanno cercato di vedere non solo i problemi, ma anche le grandi opportunità che si aprono, e abbiamo posto il problema della possibilità di estendere anche alla Russia, di coinvolgere in qualche modo maggiormente la Russia in questa coalizione. Il gravissimo incidente dell'altro ieri sui cieli tra Turchia e Siria rende questo coinvolgimento più problematico, ma su questo obiettivo la diplomazia italiana e il Governo italiano continueranno comunque a lavorare: abbiamo bisogno di una coalizione certamente coesa, ma anche il più estesa possibile, se ci rendiamo conto della pericolosità della minaccia del terrorismo di Daesh.

Replica

Signor Presidente, Ministro, grazie ancora una volta per avere dato conto del ruolo del nostro Governo in una fase così delicata, con l'attenzione dei cittadini dopo gli attacchi di Parigi così alta. Lei ha ancora una volta ribadito che effettivamente l'unica strada possibile in questa situazione in Siria e a livello degli attori regionali è quella politica; e per costruire una via politica alla stabilizzazione dell'area bisogna lavorare per identificare e valorizzare i punti in comune per ricreare un ordine internazionale. 
In questo senso tutti gli attori coinvolti a partire appunto dalla Turchia e dalla Russia, protagoniste di un incidente che ci sembra meriti l'attenzione che ha avuto in questi giorni, hanno effettivamente dichiarato in modo chiaro la propria volontà di continuare a combattere contro Daesh e contro la minaccia fondamentalista. Bisogna quindi proseguire lungo quanto fatto anche dall'Italia per estendere la coalizione e per renderla più forte. Anche la solidarietà espressa oggi dal Primo Ministro Renzi a Parigi va in questo senso: nel ribadire ancora una volta che il terrore si combatte solo se siamo uniti, sia nell'Unione europea che nel quadro regionale.