17/12/2015
Marilena Fabbri
Benamati, Bolognesi, De Maria, Lenzi, Montroni, Zampa, Martella, Cinzia Maria Fontana e Bini
3-01897

Per sapere – premesso che: 
Saeco s.r.l., azienda leader nel settore della produzione di macchine automatiche per caffè, nasce nel 1981 in Italia, a Gaggio Montano nei pressi di Bologna; 
Saeco, in più di 30 anni, ha prodotto più di 100 brevetti depositati, con frequenza di 10/15 nuovi progetti brevettati ogni anno attraverso 6 laboratori di ricerca, di cui uno certificato vde; 
dal 2009 la società viene acquisita dalla multinazionale olandese Royal Philips electronics; 
in data 26 novembre 2015 l'azienda annuncia senza preavviso formale di volere ridurre la forza lavoro di 243 unità su 558 dipendenti, con ciò provocando comprensibilmente l'immediata proclamazione dello stato di agitazione da parte dei sindacati; 
la suddetta decisione aziendale mette a rischio non solo un notevole numero di posti di lavoro, ma anche il futuro dello stabilimento e dell'intera comunità locale, che sarebbe colpita duramente da un così drastico e improvviso calo dei livelli occupazionali; 
Gaggio Montano è un comune dell'alto appennino bolognese, area già colpita duramente dalla deindustrializzazione, e l'impatto del ventilato provvedimento sarebbe devastante per tutta l'area dell'alto e medio Reno; 
il 2 dicembre 2015 si è tenuto un incontro, convocato dall'assessore alle attività produttive della regione Emilia-Romagna, Palma Costi, tra l'azienda e i sindacati, che però non ha dato spiragli positivi sulla vicenda degli esuberi; 
vista la complessità e la delicatezza della vicenda, la dimensione multinazionale della proprietà e la particolarità del territorio coinvolto nella crisi, si è deciso in tempi brevi di allargare il confronto sul piano nazionale e nella giornata del 3 dicembre 2015 il presidente della regione Stefano Bonaccini ha affrontato la questione con il Ministro interrogato, per valutare l'imminente convocazione di un tavolo ministeriale –: 
quale sia l'orientamento del Ministro interrogato sui fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda adottare per arrivare alla definizione di un piano industriale che permetta la continuità produttiva, salvaguardando le ricadute occupazionali e minimizzando l'impatto socio-economico sulla comunità locale. 

 

Seduta del 16 dicembre 2015

Illustra Andrea De Maria, risponde Guidi Federica, Ministra dello sviluppo economico, replica Gianluca Benamati 

Illustrazione

Signor Presidente, intervengo sempre sulla Saeco, che dal 1981 è stata un'impresa di rango nazionale e internazionale e nello stesso tempo presidio fondamentale di occupazione e benessere per il suo territorio di riferimento. Dal 2009 è proprietà della multinazionale Royal Philips electronics, che lo scorso 26 novembre ha annunciato di voler licenziare 243 lavoratori e da qui, a nome del Partito Democratico, a quelle lavoratrici e a quei lavoratori, voglio esprimere tutta la nostra solidarietà. 
È stato messo così in discussione un presidio produttivo di eccellenza per l'Italia e si sono messi a rischio posti di lavoro e l'economia di un intero territorio. Ringraziamo lei e il Governo per essersi attivati davvero con decisione e tempestività, in coordinamento con la regione Emilia Romagna e gli enti locali, lo ricordava ora anche lei. 
Con gli altri colleghi del Partito Democratico che oggi la interrogano, signora Ministra, chiediamo una sua valutazione sulla situazione in atto e quali ulteriori iniziative il Governo intenda assumere in merito.

Risposta del governo

Grazie, Presidente; le rispondo, onorevole Fabbri, ricollegandomi alla risposta che ho dato prima all'onorevole Capelli. 
Dunque, prima di tutto, io vorrei riconfermare che c’è la massima attenzione e il massimo impegno da parte mia, del Ministro dello sviluppo economico e di tutto il Governo a seguire con estrema attenzione quotidiana questa vicenda, come abbiamo in effetti ahimè dovuto fare molte volte negli ultimi mesi, devo dire anche fortunatamente con piani industriali che erano stati presentati in un modo e sono stati poi alla fine riproposti in maniera sostanzialmente diversa. 
È troppo presto, siamo alle battute veramente iniziali, quindi non posso dare una valutazione di come si svolgerà la trattativa; quello che posso dire è che abbiamo messo in campo da subito tutti i possibili strumenti, offerto tutti i possibili sostegni – anche, nel caso in cui, come auspico e come ho chiesto all'azienda e anche agli azionisti olandesi, modificassero quel piano industriale – di cui il Governo naturalmente dispone. Naturalmente l'abbiamo fatto in piena consonanza di intenti e di vedute con le istituzioni locali, quindi a partire dalla regione, dalla città metropolitana e dal comune. 
Ribadisco: abbiamo chiesto alla multinazionale di non procedere ad atti unilaterali, di rivedere questo piano industriale, di riconsiderare tutti i possibili strumenti per mantenere le produzioni, modificare il piano industriale e trovare una soluzione che sia compatibile con l'esistenza di un sito e la salvaguardia di questi 243 posti di lavoro. 
È evidente che in tutte queste situazioni c’è un'urgenza, data da una situazione, anche emotiva naturalmente, che io personalmente comprendo, anche da parte dei lavoratori e dall'altra parte l'esigenza di un'azienda che dichiara uno stato di sofferenza. 
Io ho dato la mia personale disponibilità a riconvocare il tavolo da subito; abbiamo già deciso di iniziare a lavorare in maniera molto stringente come tempi per arrivare a un risultato che sia realmente il più rapido possibile e ho chiesto la disponibilità a entrambe le parti, quindi naturalmente in primisall'azienda e anche alle organizzazioni sindacali, ad entrare in questa trattativa, in questo tavolo che si terrà al Ministero dello sviluppo economico, senza pregiudiziali, in modo da non escludere alcuna delle possibili soluzioni su cui il Governo si farà non solo attore e spettatore, ma evidentemente promotore di proposte che possono arrivare a una buona riuscita di questa vertenza nel più breve tempo possibile.

Replica

Signor Presidente, signora Ministro, in questo caso i nostri ringraziamenti non sono una mera formalità, come a volte accade, ma sono consentiti sia per la celerità come ha detto l'illustrante nel suo intervento, in questa situazione, l'apertura del tavolo che ha raccolto gli auspici della regione Emilia-Romagna, di tante comunità locali e amministrazioni comunali ma anche del Parlamento della Repubblica. 
Noi vediamo in questa una crisi esemplare, come è già stato detto e come lei ha ben illustrato, un investitore estero, una multinazionale con siti localizzati in altri Paesi dell'Unione, la necessità di forti investimenti nello sviluppo per avere un prodotto concorrenziale sul mercato e la presenza di un territorio – mi consenta, signora Ministro – che lei conosce bene, debole e fragile, che ha bisogno di particolari attenzioni. 
Noi le diamo atto appunto di aver iniziato un percorso che probabilmente non sarà breve, ma che dalle sue parole sentiamo si intende affrontare con competenza, con attenzione e con grande determinazione. In questo, signora Ministro, siamo soddisfatti della sua risposta e dell'impegno per questo percorso che si avvia e siamo qui a chiedere una soluzione che veda per l'Italia e per Gaggio Montano ancora l'impegno della Philips e dell'azienda Saeco, marchio storico italiano nel settore della caffetteria e delle macchine da caffè, con importanti investimenti per lo sviluppo, il contenimento e il congelamento se è possibile di questi 243 esuberi, in una prospettiva di riconversione. In questo, signora Ministro, nel suo lavoro, che sappiamo non sarà facile ma che lei affronterà, come abbiamo appreso, con determinazione, noi ci impegniamo ad essere al suo fianco come Parlamento, a sostenerla e a sostenere il Governo in questa azione e a seguire passo dopo passo questa trattativa. Perché noi riteniamo – e concludo, Presidente – che quella crisi che oggi stiamo trattando, come dicevo, sia una crisi modello e paradigmatica del nostro sistema produttivo e su questo avremo particolare attenzione.