19/01/2016
Daniela Gasparini
Cinzia Maria Fontana, Casati, Malpezzi, Quartapelle Procopio
2-01227

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che: 
il gruppo Alstom, multinazionale francese, è presente in Italia con dodici sedi attive nel settore del trasporto su rotaia e della trasmissione e produzione di energia, dando occupazione a circa 4000 lavoratori; da circa un anno e mezzo la multinazionale americana General Electric sta procedendo all'acquisizione del polo energetico del gruppo Alstom a livello europeo; 
in data 13 gennaio 2016, i vertici della General Electric hanno annunciato, nell'ambito di un piano di tagli europeo da 6.500 posti, la cessazione dell'attività produttiva del polo Alstom Power di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano che occupa oltre 400 lavoratori, con rilevanti ripercussioni sia dal punto di vista finanziario e occupazionale che dell'assetto urbanistico; 
la perdita stimata è di 236 posti di lavoro (211 nel 2016 più 26 nel 2017), senza contare che il sito produttivo diventerebbe un'ulteriore area dismessa; 
Alstom costituisce un patrimonio importante per la città di Sesto San Giovanni, non solo in termini occupazionali ma per le competenze, le tecnologie e gli investimenti che assomma; oltre alla fabbrica di produzione e a quella di manutenzione del settore Power, acquisito da General Electric, vi ha infatti sede lo stabilimento del trasporto su ferro Transport e il nuovo polo di ricerca e sviluppo del settore Grid, che non entrano nel processo di acquisizione da parte di General Electric; 
la stabilizzazione dei posti di lavoro e il rilancio dell'occupazione sono una priorità dell'attuale Governo, e il tempestivo intervento governativo su vertenze che incidono sull'occupazione, si pensi ad esempio ai casi Electrolux, Ast e Ansaldo, ha dato esiti positivi –: 
se vi siano stati, nel corso del processo di acquisizione di Alstom da parte General Electric, interlocuzioni con il Governo e quali urgenti iniziative si intendano intraprendere al fine di salvaguardare l'occupazione e impedire che l'Italia e Sesto San Giovanni perdano un importante centro di produzione in un settore strategico quale quello dell'energia. 

Seduta del 22 gennaio 2016

Illustrazione e replica di Daniela Gasparini, risposta del governo di Massimo Cassano, sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali

Illustrazione

Grazie, Presidente. Abbiamo svolto questa interpellanza visto l'urgenza del tema che andrò adesso a illustrare e credo che il Governo ne sia stato già messo al corrente, perché molte sono state già le iniziative che sia il sindaco di Sesto San Giovanni sia la regione Lombardia hanno messo in atto, alla luce della situazione che si è venuta a determinare a Sesto San Giovanni a fronte della scelta, da parte di General Electric, di mettere in mobilità 236 lavoratori. Questo problema nasce da una ristrutturazione legata all'acquisizione, da parte del General Electric, di una divisione della multinazionale francese Alstom che, ricordo, è presente in Italia con dodici sedi attive nel settore del trasporto su rotaia e della trasmissione e produzione di energia e dà occupazione a 4 mila lavoratori. 
Questa divisione è stata acquisita da General Electric, questa divisione power oggetto di questa riorganizzazione, dopo una trattativa durata circa un anno e mezzo. Già da tempo circolava la voce che si sarebbe andati a una ristrutturazione del sito di Sesto San Giovanni, ma sostanzialmente soltanto in data 13 gennaio i vertici della General Electric hanno annunciato che, nell'ambito di un piano di tagli europei di circa 6.500 posti, la cessazione dell'attività produttiva del polo Alstom Power di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, che occupa attualmente circa 400 lavoratori, avrebbe avuto una perdita stimata di 236 posti di lavoro (211 nel 2016 e 26 nel 2017), senza contare il rischio che questo sia l'avvio di un processo di dismissione di questa attività produttiva, con un ulteriore problema per quanto riguarda una possibile area dismessa in una città, Sesto San Giovanni, che ha già vissuto negli anni Novanta una grandissima ristrutturazione, a fronte della chiusura delle fabbriche fordiste. Di fatto, questa presenza di Alstom è una presenza importante, è una storia nuova di sviluppo economico di Sesto San Giovanni e di tutto il nord Milano. Quindi, da questo punto di vista la preoccupazione è duplice: c’è quella legata al lavoro ma anche quella legata all'attività economica e allo sviluppo economico di questa importante area della città metropolitana di Milano. 
Oltretutto, questo problema è stato per tutti un fulmine a ciel sereno, questo annuncio fatto da GE, perché avevamo letto che General Electric stava per investire 200 milioni di dollari nel nostro Paese e la regione Lombardia aveva da poco siglato – l'ha applicato nel luglio scorso – un accordo con General Electric, che aveva acquisito già precedentemente una società della Nuova Pignone ed è capofila di una divisione, che è la divisione «Oil e Gas». Di fatto la regione ha concordato con loro un progetto di ricerca legato alle tecnologie avanzate per componenti di flussi caldi e turbine a gas, con l'obiettivo di rafforzare il tessuto occupazionale legato alla filiera e legato al tema, quindi, dell'energia, creando un polo e mantenendo o rilanciando il polo che a Sondrio, in particolare a Talamona, vede la presenza della Nuova Pignone che, peraltro, è comunque controllata da General Electric. 
Sottolineo questo passaggio, perché è ancora più strano e incomprensibile – rende strana e incomprensibile – la motivazione addotta dal portavoce di General Electric, che ha precisato che la decisione dei licenziamenti è legata al significativo calo della domanda del gas e delle turbine registrato negli ultimi anni. Ma c’è una sorta di contraddizione – leggo io –, alla luce del fatto che, comunque, nel sito di Talamona ci sia questo investimento e questa collaborazione con la regione Lombardia proprio in questo settore. 
Alstom costituisce un patrimonio importante per la città di Sesto, non solo in termini occupazionali, ma per le competenze, la tecnologia, gli investimenti che assomma, oltre alla fabbrica di produzione e a quella di manutenzione del settore power, che è quello in cui c’è – lo sottolineo – il problema dei licenziamenti e della riorganizzazione. Vi ha infatti sede lo stabilimento del trasporto su ferro Transport, del nuovo polo di ricerca e sviluppo del settore Grid, che non entrano nel processo di acquisizione da parte di General Electric.  La stabilizzazione dei posti di lavoro e il rilancio dell'occupazione sono una priorità dell'attuale Governo e il tempestivo intervento governativo su vertenze che incidono sull'occupazione – si pensi, ad esempio, ai casi Electrolux, Alstom e Ansaldo – ha dato positivi esiti. 
Per questo noi chiediamo al Governo se, alla luce di questa situazione che si è venuta a creare, da una parte, con un investimento e, da un'altra parte, con la riorganizzazione di un polo così importante, anche per il tema che riguarda il settore strategico dell'energia, se il Governo intenda da subito intervenire per capire come bloccare questa scelta di General Electric e come mettere in campo, da questo punto di vista, una trattativa che permetta di mantenere questo importante settore di sviluppo per l'economia e per l'ambiente della nostra nazione. 
Parimenti, ci interessava sapere se, nelle trattative, negli incontri fatti e negli accordi sottoscritti e votati in Europa e concordati con il Governo italiano, rispetto al sito di Sesto erano già state precedentemente date indicazione, da parte di General Electric, di questa scelta di ridurre personale e presenza nel sito di Sesto San Giovanni. 

Risposta del Governo 

Grazie, Presidente. Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'onorevole Gasparini inerente alla situazione produttiva ed occupazionale dello stabilimento di Sesto San Giovanni dell'impresa Alstom Power Italia S.p.A. La Alstom Power Italia S.p.A., appartenente al gruppo Alstom, è presente sul territorio italiano con dodici sedi, operanti nel settore del trasporto su rotaia e della trasmissione e produzione di energia, con un organico complessivo di circa 4 mila unità. 
Nel mese di aprile 2014 è stato avviato il processo di acquisizione di Alstom Power Italia S.p.A. da parte di General Electric, mediante la sottoscrizione di un protocollo di intenti al quale ha fatto seguito un confronto con il Governo francese e con le autorità antitrust europee, al fine di evitare l'acquisizione, da parte di General Electric, di una posizione dominante nel settore energetico. 
In considerazione della molteplicità dei soggetti coinvolti e degli interessi in gioco, il processo di acquisizione è durato 18 mesi e si è concluso lo scorso 2 novembre con l'acquisizione, da parte di General Electric, delle attività di generazione e trasmissione di energia di Alstom. Il protrarsi del processo di acquisizione ha aggravato la situazione di crisi della Alstom Power Italia, già peraltro in essere da diverso tempo. 
Al riguardo occorre segnalare che dal maggio 2013 al novembre 2014 la società ha fatto ricorso per 52 settimane al trattamento ordinario di integrazione salariale e che nel dicembre del 2014 la stessa ha dato avvio ad una procedura di mobilità, su base volontaria, che si è conclusa con la cessazione dei rapporti di lavoro di 25 dipendenti. Lo scorso 12 gennaio a Parigi, nella sede del comitato aziendale europeo di Alstom, la General Electric ha comunicato, ai rappresentanti sindacali dei lavoratori di tutta Europa, la proposta di un piano europeo di riorganizzazione che interessa diverse società del gruppo Alstom, con rilevanti ripercussioni sul piano occupazionale. 
Con specifico riferimento all'Italia, il piano prevede, per l'anno 2016, 211 esuberi per la sede di Sesto San Giovanni. Nello specifico, il piano prevede: la chiusura della fabbrica di Sesto San Giovanni adibita alla produzione dei generatori di energia, con conseguente esubero di 132 dipendenti; 74 esuberi nell'ambito della funzione service, che si occupa della manutenzione e assistenza di centrali termoelettriche, e ulteriori 5 esuberi. Il piano prevede altresì, per il 2017, 25 esuberi per le altre sedi. Contemporaneamente, è stato avviato un processo di consultazione delle rappresentanze sindacali a livello europeo, che dovrebbe concludersi nel prossimo mese di maggio con una proposta sindacale di natura non vincolante. 
Con specifico riferimento all'Italia faccio presente che, lo scorso 13 gennaio, si è svolto presso Assolombarda un incontro nell'ambito del quale le rappresentanze sindacali unitarie e le organizzazioni sindacali di categoria sono state informate dello stato del piano di riorganizzazione. Un successivo incontro è stato programmato per il prossimo 2 febbraio. La regione Lombardia ha reso noto di aver in corso un costante contatto con il Ministero dello sviluppo economico, che si sta adoperando affinché venga individuata una soluzione all'interno del perimetro della General Electric. La regione ha altresì reso noto che, a breve, verrà attivato un tavolo regionale con i vertici della multinazionale, al fine di capire quali siano le scelte che questi ultimi intendono portare avanti. 
Da ultimo, nell'evidenziare la rilevanza locale della vicenda in parola posso, comunque, assicurare che il Ministero che rappresento continuerà a monitorare i futuri sviluppi della vicenda, anche nella prospettiva di esaminare le principali criticità.
 

Replica

Grazie sottosegretario, le cose che lei ha detto raccontano quello che sta succedendo. Tra parentesi, oggi, in questo momento, a Sesto San Giovanni, si riuniscono tutti i sindaci delle città in cui ci sono lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, perché in una situazione come questa, che sicuramente è notevolmente migliorata rispetto a qualche anno fa, il tema dell'occupazione, come lei ben sa, è centrale per le famiglie, ma è anche centrale per le amministrazioni comunali, che si trovano ad affrontare, poi, tutte le preoccupazioni e i disagi di famiglie che hanno incertezze per il proprio futuro. 
La regione Lombardia ha approvato all'unanimità un ordine del giorno, dando mandato al presidente e all'assessore regionale di seguire da vicino questa vicenda. Come lei adesso ha appena rilevato, io credo che ci debba essere anche da parte del Governo, da parte del Ministero, un accompagnamento forte a questa situazione, che – lo ribadisco – è una situazione che, vista nei macronumeri europei, può sembrare marginale rispetto ad una difficoltà del settore, però, dal punto di vista territoriale e dal punto di vista sociale ed economico per lo sviluppo di quest'area, per noi è molto rilevante. 
Quindi, io credo che sia particolarmente importante un'attenzione – come lei ha rilevato – e un affiancamento della regione Lombardia affinché, nel più breve tempo possibile, si possa capire se questa ristrutturazione è una ristrutturazione che ha tempi brevi. Infatti, non riesco a capire se questa dismissione è una dismissione di un settore, di un'attività o un momento di crisi con un rilancio che la stessa General Electric vuole fare in Italia; quindi, ci potrebbe essere un periodo di mobilità e, poi, di nuovo, un inserimento dei lavoratori. Questo scenario a me non è chiaro. 
Credo che nei tavoli regionali emergerà con più forza e con chiarezza quella che è la progettualità di questa multinazionale. Chiedo al Governo di dare grande attenzione a questo tema, come ha sempre dimostrato di fare. Quando il Governo è intervenuto con chiarezza e con il potere di un Governo nazionale, molti delle crisi italiane ho visto che sono state risolte: quindi, pregherei questa stessa attenzione.