28/01/2016
Chiara Scuvera
Ferrari, Senaldi, Tentori, Sbrollini, Colaninno, Cominelli, Lavagno, Narduolo,Sanga, Ginato, Berlinghieri, Becattini, Bazoli, Cani, Carocci, Crivellari, Impegno, Marantelli, Marchetti,Mariano, Murer, Tinagli, Sgambato, Francesco Sanna, Paola Bragantini, Vico, Brandolin, Braga,Mariani, Gitti
2-01245

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che: 

l'ecosistema fluviale del fiume Ticino è a rischio di siccità per la stagione estiva 2016, come riportato dalla relazione tecnica del Parco lombardo, della Valle del Ticino, con conseguenti rischi per sistema economico locale oltre che per l'ambiente; 
al 31 dicembre 2015 le rilevazioni sull'intero ecosistema fluviale presentano una riduzione della portata del fiume Po, alimentato anche dai Ticino, che è ora al 25 per cento della portata media, mentre il lago Maggiore si trova a –20 cm rispetto allo 0 idrometrico di Sesto Calende; 
la situazione climatica che si sta verificando, caratterizzata dalla scarsità di pioggia, impone che si assumano da subito dei provvedimenti che consentano di mitigare il rischio siccità sfruttando, sin dal mese di marzo e per tutta la stagione primaverile ed estiva, eventuali fenomeni piovosi con l'accumulo preventivo di acqua nel lago; 
già nell'estate del 2012, l'ecosistema fluviale del fiume Ticino ha rischiato di venire compromesso da una forte siccità dovuta alla scarsità di piogge, scongiurata grazie all'accumulo preventivo di acqua garantito dal fatto che era stato assunto corno livello di riferimento +1,50 metri sullo zero idrometrico a Sesto Calende, condizione che liberò nel fiume la quantità di acqua in eccesso conservata nel Lago Maggiore, apportando così benefici anche al fiume Po e all'attività agricola ed energetica che ne deriva; 
è datata giugno 2014 la nota dei Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che invita il Consorzio dei Ticino (l'ente che gestisce il deflusso dell'acqua dai lago Maggiore) ad adoperare la regolazione dei livelli del lago, nella stagione estiva, entro il limite di 1,00 metri rispetto anno zero idrometrico di Sesto Calende; 
l'anno 2015, caratterizzato dalle alte temperature e dalle scarse piogge, aveva fatto rimpiangere il fatto che dopo il 15 marzo si erano «lasciati andare» oltre 104 milioni metri cubi d'acqua, in quanto si era tenuto il lago al livello imposto di 1,00 metri sullo zero idrometrico invece di consentire l'accumulo di più acqua, su presupposti di presunti rischi alluvionali non ancora dimostrati e che non si erano verificati nei 7 anni dai 2007 ai 2013 quando in fase di svaso si era tenuta, come riferimento, la quota tecnicamente più idonea e logica di –1.50 metri sempre sullo zero idrometrico di Sesto Calende; 
la situazione dell'anno scorso, pur drammatica, non si è trasformata in catastrofica sia per l'ambiente che per l'agricoltura, solo perché lo zero termico è rimasto per settimane sopra i 4200 metri provocandolo scioglimento dei ghiacciai, fenomeno globalmente negativo, ma che ha consentito al lago di avere un contributo costante d'acqua evitando di andare alla quota di meno 0,50 metri dallo zero idrometrico, situazione che come è noto non permette più alcun termine di controllo; in sostanza non c’è più acqua per il sistema Ticino e di conseguenza nemmeno per il Po; 
secondo gli studi riportati dai tavoli tecnici costituiti dall'autorità di bacino l'innalzamento del livello estivo del lago a 1,50 metri, non comporta alcun aumento del rischio di allagamenti anche in presenza di fenomeni meteorologici eccezionali –: 
se il Ministro interpellato intenda intervenire per porre rimedio a questa grave crisi idrica e con quali modalità. 

Seduta del 5 febbraio 2015

Illustra e replica Chiara Scuvera, risponde Velo Silvia (PD), Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare

Illustrazione

Signor Presidente, interpelliamo il Ministero dell'ambiente proprio in merito a questa grave crisi idrica che sta riguardando il fiume Ticino, con un rischio di siccità per il relativo ecosistema nella stagione 2016. Il timore naturalmente è che ci possano essere delle gravi ripercussioni rispetto al sistema economico locale, in primis al sistema agricolo e alla produzione di energia. Come rilevato più dettagliatamente nell'interpellanza, al 31 dicembre 2015 le rilevazioni sull'intero ecosistema fluviale presentavano una riduzione della portata del fiume Po, alimentato anche dal Ticino, che ora è al 25 per cento della portata media, mentre il Lago Maggiore è a meno 20 centimetri rispetto allo zero idrometrico di Sesto Calende. La scarsità di pioggia impone che si assumano da subito provvedimenti per scongiurare questo rischio siccità, sfruttando sin da marzo eventuali fenomeni piovosi con l'accumulo preventivo di acqua nel lago. Sappiamo che già nel 2012 si era verificata una minaccia di siccità sempre all'ecosistema fluviale del fiume Ticino ed era stata minacciata appunto questa grave crisi idrica che è stata scongiurata con opportuni provvedimenti. Con nota del giugno 2014 però il Ministero ha invitato il Consorzio del Ticino ad adoperare la regolazione dei livelli del lago nella stagione estiva entro il limite di un metro rispetto allo zero idrometrico di Sesto Calende, ma l'anno 2015, come sappiamo, è stato caratterizzato da scarse piogge ed alte temperature e quindi il mancato accumulo di acqua per effetto del limite imposto non è stato proprio provvidenziale. Inoltre non è dimostrato dagli studi che vengono anche valutati in questi giorni che l'innalzamento del livello estivo a 1,50 comporti il rischio di allagamenti. Quindi chiediamo come il Governo intenda affrontare queste crisi, che non è ancora emergenza ma che potrebbe gravemente danneggiare soprattutto il sistema agricolo.

Risposta del governo

Signor Presidente, in merito a quanto sollevato dagli onorevoli interpellanti, si rappresenta quanto segue. Intanto in via preliminare – è stato fra l'altro, mi pare, ricordato anche nell'interpellanza – con la nota del 21 maggio 2014 il Ministero dell'ambiente si è limitato a richiamare il rispetto dei limiti previsti dalla normativa vigente, come previsto dal disciplinare allegato all'atto di concessione n. 3680 del 24 gennaio 1940, adottato previo accordo con la Conferenza elvetica. Nel corso degli anni i limiti in questione sono stati modificati previo accordo con le competenti autorità elvetiche. Oggi il limite massimo è pari a più 1,50 metri sullo zero idrometrico di Sesto Calende nel periodo invernale e più 1 metro nel periodo estivo. 
L'innalzamento a più 1,5 metri del livello estivo del lago, condotto dal consorzio tra le annualità 2007 e 2013, era frutto, per le sole annualità 2007 e 2008, di una deroga di protezione civile, mentre era sprovvisto di regolare autorizzazione per le annualità successive. Tant’è che, con nota del 23 aprile 2012, il consorzio del Ticino richiedeva al Ministero dell'ambiente e alle regioni Piemonte e Lombardia di essere autorizzato, in via sperimentale, ad innalzare, nel periodo dell'anno che va dal 1o marzo al 15 settembre, la soglia di regolazione estiva del lago fino a più 1,5 metri, ossia allo stesso livello previsto per il periodo invernale; ciò al fine, come è stato rilevato, di incrementare il volume idrico immagazzinato nel lago e disporre di una riserva da utilizzare per fronteggiare eventuali carenze idriche estive e, più in generale, per sostenere le portate ecologiche nel Ticino sublacuale. 
A seguito della richiesta avanzata dal consorzio, il Ministero dell'ambiente si attivava richiedendo all'autorità di bacino del Po di convocare, con carattere d'urgenza, una conferenza di servizi l'istruttoria, al fine di valutare l'istanza. L'istruttoria, condotta nel corso della conferenza di servizi, ha consentito soprattutto di approfondire potenziali effetti dei nuovi livelli di regolazione estiva sulle condizioni di sicurezza idraulica dei territori circostanti il lago e di quelli a valle e contermini al fiume Ticino sublacuale. In particolare, il modello idraulico di simulazione ha messo in evidenza che l'innalzamento dei livelli richiesti dal consorzio, considerati gli attuali sistemi di preannuncio e previsione delle piene e la durata delle manovre attuabili sulla traversa della Miorina per effettuare eventuali operazioni di svaso preventivo, appaiono compatibili con l'esigenza di assicurare che non vi sia alcun aumento dei livelli di rischio per le aree circumlacuali e sublacuali, a condizione che il livello massimo sia mantenuta 1,25 metri, anziché 1,50, come richiesto dal consorzio. 
In esito alla predetta istruttoria tecnica, con delibera del comitato istituzionale dell'autorità di bacino del fiume Po, nella seduta del 12 maggio 2015, è stata avviata la sperimentazione relativa ai nuovi livelli di regolazione estiva del Lago Maggiore. Tale sperimentazione prevede che fino al 15 settembre 2017, infatti, il livello idrografico sarà mantenuto a 1,25 metri al di sopra dello zero idrotermico di Sesto Calende. Ci saranno, quindi, due anni per migliorare gli strumenti di controllo delle portate e il monitoraggio del lago, per avere un quadro aggiornato delle dinamiche lacustri. Alla fine del 2017, cioè alla fine anche di questa sperimentazione, si valuterà se, già da marzo 2018, si potrà portare il livello estivo a 1,30 metri. In seguito, sulla base dell'andamento della sperimentazione, si potrà procedere negli anni 2019 e 2020 fino all'innalzamento di più 1,50 metri. 
Come già affermato dal Ministro dell'ambiente nel corso del question time del 5 agosto 2015, ci si è orientati verso una soluzione equilibrata che punta a tenere insieme le ragioni degli agricoltori con quelle dei comuni rivieraschi, le ragioni dell'ambiente con quelle di tutela dei rischi idraulici e da alluvioni, le ragioni del nostro Paese con quelle di altri Paesi. Ad ogni modo, si segnala che il consorzio del Ticino ha comunicato che oggi defluiscono dalla soglia della Miorina circa 87 metri cubi al secondo, ampiamente sufficienti a mantenere l'attuale valore del deflusso minimo vitale del fiume Ticino di 24 metri cubi al secondo. Lo stesso consorzio ritiene prudente attendere gli sviluppi delle condizioni meteo, atteso che l'arrivo delle piogge coincide statisticamente con i mesi primaverili e che a tale tipo di eventi piovosi risulta collegata la possibilità di invasare acqua nel Lago Maggiore e soddisfare appieno le esigenze dell'agricoltura e delle utenze poste a valle, piuttosto che all'accumulo del manto nevoso.

Replica

Grazie, Presidente. Mi ritengo soddisfatta. Ritengo che la sperimentazione, con questo livello di 1,25 metri, possa rappresentare comunque un passo avanti che ci consentirà di rilevare se effettivamente è stato rispettato questo equilibrio tra le esigenze della produzione agricola, del sistema economico locale e le esigenze di sicurezza, che naturalmente ci stanno molto a cuore. Rilevo che questa risposta forse può essere un segnale forte per la cittadinanza. Infatti, è in corso una petizione del territorio che ha raccolto moltissime adesioni da parte di tanti cittadini e di tanti agricoltori, che vogliono semplicemente capire se il quadro è chiaro e se effettivamente le istituzioni hanno presente il rischio di danno che ovviamente potrebbe derivare da una siccità di questo ecosistema fluviale. 
Ricordiamo anche che la provincia di Pavia ha delle potenzialità turistiche molto importanti e che, naturalmente, il danno potrebbe riguardare non soltanto il sistema agricolo, ma anche il sistema turistico, oltre che la produzione di energia. 
Ritengo anche che si debba, comunque, guardare ad un nuovo rapporto rispetto agli accordi con della comunità elvetica e che, quindi, quegli accordi non debbano essere considerati intoccabili.