05/02/2016
Alberto Pagani
Lattuca, Morassut, Currò, Mura, D'Arienzo, Narduolo, Montroni, Mongiello, Mognato, Carloni, Camani, Peluffo, Pelillo, Paola Boldrini, Petrini, Piccione, Tino Iannuzzi, Iacono, Falcone, Lodolini, Lauricella, Berretta, Giulietti, Laforgia, Zan, Manciulli, Bargero, Arlotti, Paola Bragantini, Baruffi, Romanini, Braga, Mariani
2-01254

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che: 
molti sistemi di videosorveglianza comunale sono dotati di varchi di lettura delle targhe in grado di rilevare anche alcuni tipi di infrazione previsti dal codice della strada, grazie a collegamenti diretti con le banche dati di motorizzazione e pubblico registro automobilistico. Esistono collegamenti analoghi con le banche dati del Ministero dell'interno sui veicoli rubati ma sono limitati per legge; 
infatti, a parere del Ministero, tale accesso può avvenire solo attraverso il sistema centralizzato nazionale targhe e transiti attivato per le forze di polizia dello Stato. Dunque, i cosiddetti controlli massivi, necessari per il controllo automatico delle targhe degli autoveicoli che transitano attraverso i varchi, sarebbero riservati alle forze di polizia, secondo una lettura particolare dall'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica del 3 maggio 1982 n. 378; 
questi controlli seriali, sarebbero però contemplati nel successivo articolo 10-bis del medesimo decreto del Presidente della Repubblica n. 378 del 1982 che disciplina, invece, l'accesso in banca dati SDI (Sistema d'Indagine) del personale della polizia municipale, addetto ai servizi di polizia stradale in possesso della qualifica di agente di pubblica sicurezza; 
peraltro, lo stesso schema di regolamento di modifica del decreto del Presidente della Repubblica n. 378 del 1982 (in attuazione degli articoli 16-quater, comma 3, del decreto-legge n. 8 del 1993, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 68 del 1993, e 8-bis, comma 3, del decreto-legge n. 92 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 125 del 2008), sul quale il Garante della privacy, ha espresso parere favorevole con osservazioni, il 3 ottobre 2013, non è mai stato licenziato definitivamente –: 
per quale motivo non si sia adottato il regolamento previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 378 del 1982 che consentirebbe alla polizia locale l'accesso al Sistema d'Indagine per le normali attività istituzionali compresa la consultazione massiva ed automatica delle targhe dei veicoli rubati attraverso i diffusi sistemi di videosorveglianza comunale.

Seduta del 5 febbraio 2016

Illustra e replica Alberto Pagani, risponde Manzione Domenico, Sottosegretario di Stato per l'interno

Illustrazione

Grazie, Presidente. Illustro molto brevemente, leggendo immediatamente l'interpellanza che mi pare sufficientemente...Questo va meglio. Premesso che molti sistemi di videosorveglianza comunale sono dotati di varchi di lettura delle targhe in grado di rilevare anche alcuni tipi di infrazione previsti dal codice della strada, grazie a collegamenti diretti con le banche dati di motorizzazione e PRA, esistono collegamenti analoghi con le banche dati del Ministero dell'interno sui veicoli rubati ma sono limitati per legge. Infatti, a parere del Ministero, tale accesso può avvenire solo attraverso il sistema centralizzato nazionale targhe e transiti, attivato per le forze di polizia dello Stato. Dunque, i cosiddetti controlli massivi, necessari per il controllo automatico delle targhe degli autoveicoli che transitano attraverso i varchi, sarebbero riservati alle forze di polizia, secondo una lettura particolare dall'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 378 del 3 maggio 1982. Questi controlli seriali sarebbero, però, contemplati nel successivo articolo 10-bis del medesimo decreto del Presidente della Repubblica n. 378 del 1982, che disciplina, invece, l'accesso in banca dati SDI (Sistema d'Indagine) del personale della polizia municipale, addetto ai servizi di polizia stradale in possesso della qualifica di agente di pubblica sicurezza. 
Peraltro, lo stesso schema di regolamento di modifica del decreto del Presidente della Repubblica n. 378 del 1982, sul quale il Garante della privacy, ha espresso parere favorevole con osservazioni, il 3 ottobre 2013, non è mai stato licenziato effettivamente. 
Gli interpellanti chiedono, quindi, di sapere per quale motivo non si sia adottato il regolamento previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 378 del 1982, che consentirebbe alla polizia locale l'accesso al Sistema d'Indagine per le normali attività istituzionali, compresa la consultazione massiva ed automatica delle targhe dei veicoli rubati attraverso i diffusi sistemi di videosorveglianza comunale.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. L'interpellanza dell'onorevole Pagani, unitamente ad altri deputati, chiede di conoscere le motivazioni per le quali non sia stato ancora adottato il provvedimento che consentirebbe alla polizia locale l'accesso alla banca dati SDI per la consultazione automatica e massiva delle targhe dei veicoli rubati attraverso i sistemi di videosorveglianza comunale. 
Preliminarmente va rammentato che il Sistema centralizzato nazionale targhe e transiti, gestito dal Dipartimento della pubblica sicurezza, mette a disposizione delle forze di polizia i dati sui passaggi dei veicoli che transitano in corrispondenza dei sensori dei sistemi di videosorveglianza territoriale che vi sono collegati. Il sistema è direttamente connesso alla banca dati interforze SDI per i controlli massivi sulle autovetture rubate. Esso si compone di 1500 rilevatori e 36 sistemi server. I sensori sono dislocati in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Val d'Aosta, nelle tratte autostradali Napoli-Salerno e Salerno-Reggio Calabria, nei territori dei comuni di Verona, Trieste, Lodi, Lecco e Reggio Emilia, che hanno sottoscritto i Patti locali per la sicurezza. Quotidianamente arrivano al sistema circa 6 milioni di transiti. 
In linea con quanto stabilito dall'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 378 del 1982, il controllo massivo di questi transiti è riservato alle forze di polizia. A tale funzione non è, invece, abilitato il personale della polizia municipale. 
Infatti, ai sensi del combinato disposto dell'articolo 10-bis del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 378/1982 e dell'articolo 16-quater del decreto-legge n. 8 del 1993, il personale della polizia municipale addetto ai servizi di polizia stradale e in possesso della qualifica di agente di pubblica sicurezza è abilitato ad alcune limitate operazioni e cioè: accesso allo schedario dei veicoli rubati, accesso allo schedario dei documenti di identità rubati e smarriti, inserimento dei dati autonomamente acquisiti dalle polizie municipali in ordine ai predetti veicoli e documenti e, infine, accesso alle informazioni concernenti i permessi di soggiorno rilasciati e rinnovati. Quanto alle modalità di accesso allo schedario dei veicoli rubati, ricordo che essi sono già disciplinati, fin dal 2001, attraverso un decreto interministeriale tuttora vigente. Resta da completare invece il percorso normativo necessario all'attivazione in concreto delle altre operazioni consentite alle polizie municipali in base alla normativa vigente. Tale percorso prevede l'emanazione di un regolamento modificativo del più volte citato decreto del Presidente della Repubblica n. 378 e successivamente l'adozione di un decreto interministeriale di attuazione all'aggiornamento. Al riguardo posso informare che il primo di tali provvedimenti è in fase di avanzata predisposizione, residuando solo alcuni approfondimenti inerenti alla copertura degli oneri finanziari derivanti dal provvedimento all'esito del quale evidentemente vedrà definitivamente la luce. 

Replica

Signor Presidente, sono certamente soddisfatto per la celerità della risposta, meno naturalmente per il contenuto che evidenzia una non celerità del Ministero nell'attuare un regolamento che da anni è atteso e che ovviamente impedisce, fino a che non viene approvato, di utilizzare nel modo migliore i sistemi di videosorveglianza, che sono già stati installati, già attivi e che sono parzialmente accecati dall'impossibilità di imputare i dati nel sistema informatico, quindi di verificare se sotto quelle telecamere e sotto quei varchi dovessero passare veicoli rubati. Sicuramente, come nella risposta è stato evidenziato, ci sono molte telecamere che funzionano a pieno regime, ce ne sono molte di più che non funzionano a pieno regime, quindi invito il Ministero ad accelerare i tempi di approvazione del regolamento.