La Camera,
premesso che:
l'ondata migratoria che nell'ultimo anno ha sconvolto l'Europa è un'emergenza sociale globale, un dramma mondiale che mostra l'orrore delle guerre e della carestia ma anche del terrorismo fondamentalista;
senza ignorare la complessità della questione e le sfaccettature molteplici, senza nascondere la difficoltà di trovare soluzioni efficaci e lungimiranti per un fenomeno complesso, intriso di fanatismo religioso, che ha provocato reazioni di razzismo e intolleranza, questi episodi richiedono una risposta straordinaria che impegna in modo unitario la comunità internazionale e l'Europa in una comune responsabilità per una risposta forte ed immediata anche da parte del nostro Paese; con regole comuni capaci di tenere insieme accoglienza e rigore, solidarietà e intransigenza nel rispetto delle regole che valgono per tutti e sulle quali non è possibile transigere;
il 31 dicembre 2015 a Colonia e in altre città europee si sono verificati episodi ripugnanti e intollerabili di violenza di branco contro la dignità e la libertà femminile, colpendo il corpo delle donne, violenza che ha minato ancora luoghi di convivenza, di quotidianità, di relazioni;
si ritiene irrinunciabile e urgente difendere la libertà femminile da ogni forma di violenza sessuale, affinché non si verifichino altri episodi analoghi, in considerazione anche del fatto che il nostro Parlamento in questa legislatura è composto da un elevato numero di donne, che ha approvato la Convenzione di Istanbul, la democrazia paritaria e altre norme, seppure ancora insufficienti, ma certo significative, per sostenere e tutelare la presenza e il ruolo femminile nella società e nel lavoro;
non si vuole consegnare nelle mani del populismo razzista una presunta difesa delle donne, laddove proprio il razzismo e il maschilismo peggiore sono connessi da un comune denominatore culturale basato sulla prevaricazione, mentre la cultura dell'accoglienza è il filo conduttore della storia biologica e culturale femminile, ma anche della storia politica delle donne, basata sui valori della solidarietà a cui non si vuole rinunciare;
non si deve giustificare in nessun luogo, ambito o cultura la violenza contro le donne perché non si tratta mai di un fatto privato, nemmeno quando avviene in casa, e non riguarda solo le donne, ma tutta la società, poiché questi episodi provocano costi umani e sociali inaccettabili, a livello locale e mondiale, consentendo il diffondersi dell'idea di un corpo-cosa, che può essere posseduto, violato, venduto, umiliato, abusato, in una deriva dell'umano che acuisce sgomento e orrore,
impegna il Governo:
a proseguire, attraverso le iniziative di competenza, nell'affermazione come imperativo politico urgente dell'irrinunciabile diritto fondamentale alla libertà e alla dignità femminile contro ogni violenza, sia nel privato della violenza domestica, sia in ogni altro luogo, in Italia come in ogni altra parte del mondo;
a promuovere, nei contesti di accoglienza, anche azioni formative sui diritti delle donne, a cominciare dalle bambine, anche riguardo al dramma delle mutilazioni genitali femminili e ai matrimoni precoci, pratiche non infrequenti nei Paesi di provenienza dei flussi migratori, aumentando altresì la vigilanza e i controlli;
a intensificare vigilanza, controllo e repressione, tramite il coinvolgimento delle forze dell'ordine e del sistema dei servizi sociali, contro i maltrattamenti in famiglia, gli stupri, la violenza assistita, lo sfruttamento della prostituzione, soprattutto minorile, la tratta, valutando la possibilità di assumere iniziative per rivedere il sistema sanzionatorio, contemplando per i cittadini stranieri extracomunitari l'applicazione della pena accessoria dell'espulsione;
a riformulare e a rafforzare, contestualmente, i progetti di informazione e prevenzione, volti a promuovere la cultura dei diritti delle donne nei percorsi scolastici, educativi, formativi e in ogni contesto familiare, lavorativo, assistenziale o sanitario, avvalendosi anche di campagne da attivare attraverso i media.
Seduta del 17 maggio 2016