24/05/2016
Maria Coscia
Bonaccorsi, Manzi, Rampi, Malisani, Pes, Carocci, Narduolo, Ghizzoni, D'Ottavio, Ascani, Rocchi, Malpezzi, Crimì, Iori, Sgambato, Dallai, Ventricelli, Blazina, Coccia, Martella, Cinzia Maria Fontana e Bini
3-02274

Per sapere – premesso che: 
la riforma del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo avviata con il decreto-legge n. 83 del 2014 e proseguita con la legge di stabilità per il 2016, finalizzata alla razionalizzazione del dicastero e a rendere più efficiente l'amministrazione periferica di tutela del patrimonio culturale, si completa con i decreti di gennaio e febbraio 2016; 
in particolare, lo schema di decreto ministeriale «Riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ai sensi dell'articolo 1, comma 327, della legge 28 dicembre 2015, n. 2018» introduce le soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio nate dall'accorpamento delle soprintendenze archeologiche con le soprintendenze belle arti e paesaggio;
la creazione delle cosiddette soprintendenze uniche ha reso possibile un aumento del numero dei presidi sul territorio e la creazione di una sola direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio, per la quale è stata incaricata come direttore la dottoressa Caterina Bon Valsassina, già direttore della direzione generale educazione e ricerca; 
tuttavia, nonostante, le premesse sovra indicate la creazione della soprintendenza unica ha incontrato alcune critiche –: 
quali siano stati i presupposti che hanno suggerito la creazione delle soprintendenze uniche e quali siano gli strumenti messi in campo per migliorare la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale italiano. 

Seduta del 26 maggio 2016

Illustra Irene Manzi, risponde Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e replica Roberto Rampi

Illustrazione

Signor Presidente, onorevole Ministro, è in atto proprio in questi mesi una complessiva riforma della struttura del Ministero dei beni e delle attività culturali, anche attraverso, tra gli altri, l'accorpamento in un'unica nuova struttura della soprintendenza archeologica con quella delle belle arti e del paesaggio e la creazione di un'unica direzione archeologia generale, archeologia belle arti e paesaggio. Si tratta di una riforma che sta destando sicuramente grande interesse e anche un notevole dibattito nell'opinione pubblica e proprio per questo cogliamo questa occasione per chiederle di chiarire, in questa sede, le motivazioni alla base dei provvedimenti di riorganizzazione in atto, anche alla luce dei più generali interessi di tutela, valorizzazione e fruizione del nostro patrimonio culturale.

Risposta del governo

Signor Presidente, la riforma del Ministero, che era necessaria e invocata da molto tempo, ha cercato di incidere profondamente sull'aspetto della valorizzazione, con la riforma del sistema museale e la separazione delle funzioni museali dalle soprintendenze, e contemporaneamente ha cercato di incidere per dare una maggiore efficacia al sistema della tutela del nostro patrimonio culturale e architettonico, di cui dobbiamo essere molto orgogliosi perché è un sistema che ha radici antiche nella legislazione preunitaria e poi nella legislazione del 1939 ed è un punto di riferimento nel mondo. 
Detto questo, necessitava assolutamente di una modernizzazione e questo secondo passo, che porta alla soprintendenza unica, è la conseguenza del primo passo fatto nella riforma del 2014, che ha unito le soprintendenze beni artistici e beni architettonici. 
Oggi uniamo in un'unica soprintendenza anche le competenze archeologiche. 
Quando io sento dire che c’è un depotenziamento delle funzioni di tutela, veramente io mi offendo, nel senso che si può condividere o non condividere questa strada, criticarla, pensare ad altri, ma questo è fatto per rafforzare le funzioni di tutela, particolarmente nel settore archeologico. Oggi le soprintendenze archeologia, che erano soprintendenze regionali e, quindi, avevano da occuparsi di un'unica regione, compresa la Lombardia con i suoi milioni di abitanti, con la riforma nascono come soprintendenze uniche ma che hanno un territorio molto più piccolo, in quanto il territorio italiano viene diviso in trentanove soprintendenze più le due soprintendenze speciali di Roma e Pompei. All'interno di ogni soprintendenza ci sarà un responsabile archeologia, un responsabile beni artistici, un responsabile paesaggio e un responsabile beni architettonici e, quindi, ci saranno delle competenze specifiche ma che dovranno lavorare in una logica di squadra. 
In particolare, nei confronti dei cittadini e delle imprese questo semplificherà molto, perché finirà per sempre la stagione in cui per fare un intervento c'era una soprintendenza che si occupava del muro, una soprintendenza del quadro attaccato al muro, una terza soprintendenza che si occupava di ciò che c'era sotto il muro. Oggi si farà un'unica domanda a un'unica soprintendenza e il cittadino riceverà un'unica risposta. Questo non mortifica in nessun modo le competenze, ma anzi le valorizza perché all'interno delle soprintendenze uniche ci saranno dei percorsi anche di carriera che tenderanno a specializzare nei diversi settori di cui le soprintendenze uniche si occuperanno.

Replica

Signor Presidente, noi ringraziamo il Ministro per questo chiarimento che crediamo sia utile, perché innanzitutto dobbiamo rendere atto all'impegno oggettivo del Governo, significativo sui settori della cultura e anche sul settore della tutela, che noi non consideriamo assolutamente slegato dalla valorizzazione; anzi, pensiamo che la valorizzazione sia un elemento chiave della tutela, perché solo l'amore per un bene ne garantisce la tutela, non tanto i vincoli quanto la conoscenza e la consapevolezza del valore di quel bene. 
Quindi tutta l'attività che si sta facendo sulla valorizzazione è un elemento chiave della tutela e tuttavia, proprio perché le nostre sovrintendenze sono oggetto di attenzione internazionale per la loro indipendenza, l'idea di avere non meno ma più sovrintendenze, che siano più puntuali, più capaci di intervenire sul territorio, con maggiore efficienza, significa di fatto rafforzare, perché nulla si tocca di quella indipendenza della sovrintendenza, che è il vero tema e il vero oggetto per cui ci copiano in diversi Paesi del mondo e mentre si rende un servizio più efficace e più efficiente che sicuramente ci deve essere, perché non è il fatto che ci sia una qualche cosa di sospeso, che rimane privo di risposta, che può dare efficacia a questo intervento. Per cui siamo soddisfatti di questa risposta, siamo soddisfatti del chiarimento e crediamo che questo sia utile per il Paese.