06/07/2016
Giovanni Burtone
Ribaudo, Zappulla, Paola Boldrini, Oliverio, Preziosi, Falcone, Pelillo, Montroni,Magorno, Murer, Piccione, Borghi, Carrozza, Mongiello, Ventricelli, Albanella, Aiello, Vico, Anzaldi,Palma, Capone, Amato, Berretta, Cani, Cova, Mariano, Marrocu, Marco Di Stefano, Brandolin,Battaglia, Tentori, Bossa, Capodicasa, Moscatt
2-01422

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che: 
è in atto e in molte aree del Mezzogiorno si avvia a conclusione la raccolta del grano; 
ad oggi il prezzo del prezioso prodotto è precipitato come segnala la borsa del grano di Foggia anche a 16 euro al quintale; 
solo ad inizio della stagione di raccolta il prezzo, già basso e insostenibile per i produttori, era a 22 euro e 50 centesimi; 
i produttori sono molto preoccupati da questa assurda discesa del prezzo e purtroppo temono che possa non arrestarsi; 
secondo le organizzazioni di categoria con prezzi al di sotto dei 30 euro al quintale i produttori non riescono a sostenere i costi di produzione e dall'inizio dell'anno si è registrato un deprezzamento che ormai viaggia intorno al 40-45 per cento; 
nei porti italiani continuano a giungere navi importatrici di grano che contribuiscono ulteriormente ad abbassare il   prezzo, senza voler soffermarsi sui dubbi e sull'opacità in tema di tracciabilità del prodotto che giunge importato; 
diventa indispensabile per la filiera e per la qualità stessa del prodotto in circolazione che venga adottato in tempi brevi il piano cerealicolo nazionale, uno dei punti qualificanti dell'azione del Governo –: 
quali iniziative di contrasto intenda adottare il Governo per frenare le speculazioni in atto sul prezzo del grano che penalizzano una intera filiera produttiva, nonché per accelerare il varo definitivo del piano nazionale cerealicolo e assicurare una migliore organizzazione del comparto e una maggiore qualità del prodotto nell'interesse dei produttori e dei cittadini. 
 

Seduta del 15 luglio 2016

Illustra e replica Giovanni Burtone, risponde Giuseppe Castiglione, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali 

Illustrazione

Grazie, Presidente. Abbiamo voluto presentare questa interpellanza urgente perché c’è fermento all'interno del mondo agricolo e in modo particolare dei coltivatori del grano duro. È un momento difficile, io già sono intervenuto in Aula per segnalare questa condizione. È accaduto qualcosa di molto preoccupante: durante la fase di raccolta e di vendita, il prezzo è sceso in maniera veloce. Prima gli agricoltori vendevano a 22 o 21 euro al quintale, dopo il prezzo è sceso e oggi la borsa merci di Foggia dà un prezzo molto basso, di 13 euro al quintale. Se si tiene conto che i premi della Politica agricola comunitaria sono scesi anche del 20 per cento, gli agricoltori del grano duro non riescono a coprire le spese di produzione. 
Certo, in alcune aree del Mezzogiorno c’è stata una produzione abbondante, a differenza della Sicilia dove, per la siccità, il raccolto è stato molto povero e, quindi, i problemi in Sicilia sono ancora più pesanti, però è la condizione in generale perché ancora una volta verifichiamo che nella filiera agricola c’è un anello, quello iniziale, quello del produttore, che è l'anello debole. Lo abbiamo visto per gli agrumi e lo vediamo anche per le altre colture: il produttore fa tanti sacrifici, coltiva durante l'annata, dopodiché, nel momento in cui raccoglie, vede deprezzato il proprio lavoro. Per gli agrumi, si dice, la raccolta non è collegata con la filiera, la trasformazione e la commercializzazione, ma per il grano no, la filiera c’è e parliamo – mi permetto di dire – dell'eccellenza italiana, perché questa filiera porta ai prodotti della dieta mediterranea, il pane e la pasta con grano duro, sono rappresentativi della nostra agricoltura, e quindi credo che possano essere posti con attenzione da parte del nostro Governo, nella misura in cui bisogna lavorare per mettere delle protezioni, degli aiuti. Anche perché gli agricoltori oggi sono in difficoltà, protestano, ci sono state delle riunioni nelle varie prefetture, però ora aspettano alcune risposte. 
Le risposta, innanzitutto, vogliono essere collegate al perché si è abbassato il prezzo. Io dicevo che in alcune aree la produzione è stata abbondante, ma questo non giustifica questa caduta repentina. Evidentemente, signor sottosegretario, ed è questa la prima domanda che abbiamo posto, noi temiamo che arrivi grano da fuori l'Italia.
Ora, non c’è dubbio che il nostro fabbisogno è ampio, anche perché noi abbiamo un'industria della pasta che richiede materia prima, però sappiamo che il nostro grano duro è ben diverso, per qualità, per assenza di micotossine e, quindi, va preservato, va tutelato. Ecco perché noi nell'interpellanza poniamo questo tema, individuiamo questa difficoltà e chiediamo al Governo di fare i controlli. Lo abbiamo chiesto anche per le altre colture e lo chiediamo anche per il grano e aggiungiamo: noi sappiamo che il Governo ha fatto uno sforzo apprezzabile, signor sottosegretario Castiglione, che è quello di preparare il Piano cerealicolo. Beh, si vada avanti, perché, nel momento in cui si mette in campo anche questo strumento, si possono porre condizioni anche di coltivazione con la rotazione, che sappiamo essere utile, poi finalizzata alla granicoltura, così come pensiamo che si debba mettere una condizione di confronto anche con l'Unione europea. Sulle politiche agricole comunitarie si è fatto qualcosa, pensiamo che debba essere rivisto anche questo tema della premiabilità del grano e collegarlo alla qualità, perché, come dicevo prima, noi abbiamo un grano che è privo di micotossici, e quindi su questo dobbiamo tentare di orientare la scelta dell'Europa. 
Infine – ed è questo il tema più interessante per la nostra comunità italiana – il tema è quello di fare dei contratti di filiera. Noi sappiamo che ci sono state annualità in cui il prezzo del grano è andato in alto e questo a discapito anche dell'industria. Ora, siccome noi vogliamo tutelare tutta la filiera, perché è un bene italiano, questo comparto è il fiore all'occhiello della nostra industria, l'industria alimentare, io credo che trovare un modo per calmierare e per rendere, però, anche congruo il lavoro fatto dagli agricoltori, è uno sforzo che bisogna fare, perché i nostri agricoltori non possono e non debbono essere l'anello più debole. Lo vediamo troppe volte, vediamo che, tra l'altro, il prezzo sul campo è completamente, poi, differente dal prezzo che troviamo nel mercato. Lo abbiamo sostenuto anche in occasione dell'agrumicultura, lo sosteniamo per il pomodorino di Pachino e per le altre colture: è inaccettabile che gli agricoltori lavorino tutto l'anno e poi, nel momento in cui vendono, si vedono quasi – mi permetta di utilizzare questo termine – «rubato» anche il proprio lavoro, perché sono prezzi troppo bassi e non arrivano a coprire le spese di produzione. Poi si aggiungono le altre difficoltà, io segnalo – per quello che lei può, anche in termini di pressione, esercitare – per esempio la negligenza di alcuni organi regionali e consorzi di bonifica che ancora non danno l'acqua con puntualità e i nostri agricoltori in provincia di Catania sono in grave disagio. Capisco che le competenze sono regionali, però chiediamo al Governo questo sforzo in più anche su questo. 
Io concludo, signor Presidente, sono questi i temi che noi abbiamo avanzato, sappiamo che sono pronti alcuni fatti concreti, però non possiamo aspettare, signor Sottosegretario, abbiamo bisogno di agire con urgenza perché gli agricoltori ce lo chiedono e questo è un comparto in difficoltà. Tra l'altro, tra qualche mese, finita la stagione estiva, questi dovranno di nuovo pensare ad operare con i macchinisti, fare un lavoro per preparare il terreno e poi seminare e nella semina sappiamo che lo sforzo economico è notevole da parte degli agricoltori, perché debbono trovare dei semi che siano finalizzati e che non facciano abbassare la qualità, e finora – lo possiamo dire anche con orgoglio – i nostri agricoltori non hanno mai perso il passo. La produzione è stata sempre di alto livello, è stata assicurata anche dal punto di vista igienico-sanitario e, quindi, io credo che un'attenzione maggiore del Governo si debba dare per dare una risposta agli agricoltori in difficoltà.

Risposta del governo

Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, la nostra la priorità è, e resta, tutelare il reddito con ogni strumento, il reddito dei produttori, e l'obiettivo è quello di stimolare la produzione di qualità, in modo, anche, che i nostri trasformatori possano approvvigionarsi, sempre più, di grano al cento per cento italiano, tenuto conto delle attuali difficoltà del comparto. Ringrazio l'onorevole Burtone e gli altri colleghi che hanno voluto presentare questa interpellanza e ricordo che il comparto agroindustriale cerealicolo ha una incidenza di circa il 17 per cento sul fatturato globale del settore agricolo, pari a circa 4 miliardi e mezzo di euro, e relativamente alla parte industriale rappresenta circa il 12 per cento del totale, con un fatturato che è pari a 15 miliardi, 15,5 miliardi di euro. Quindi, per l'importanza nell'alimentazione umana e in zootecnia, il comparto cerealicolo ha una valenza strategica sia a livello nazionale, per quanto concerne il mercato dell'Unione europea, sia per l'esportazione verso il resto del mondo, perché noi siamo anche grandi esportatori dei prodotti di prima trasformazione, che sono quei prodotti che caratterizzano il made in Italy, penso alla pasta, alla pizza, ai dolci, ma anche ai prodotti derivati, quali quelli del settore zootecnico, ai nostri formaggi, ai nostri prosciutti, ai nostri salumi. 
Vi è un'importanza rilevantissima del comparto e per questo abbiamo voluto convocare, anche dietro le sollecitazioni di molti settori del Parlamento, per il prossimo 20 luglio, il tavolo nazionale della filiera cerealicola, per un confronto sull'andamento del mercato nazionale, come ha riferito lei, onorevole Burtone, sulle prospettive di breve e medio periodo, sulla emergenza che noi stiamo vivendo e per condividere nuove azioni di contrasto alla crisi del settore. In ogni caso, siamo impegnati, già da tempo, su tale ambito, anche attraverso la cabina di regia grano pasta che avevamo già costituito, ma serve una nuova fase, anche e soprattutto tenuto conto dell'emergenza e, quindi, del grave calo dei prezzi di queste settimane. Il livello dei prezzi del frumento duro, del grano duro, infatti, in base ad una rapida consultazione che abbiamo fatto anche con i prospetti che sono stati pubblicati dalla Commissione dell'Unione europea, risulta in forte calo in tutta l'area produttiva e vi sono alcune aree in cui ciò è particolarmente accentuato, quelle a cui lei faceva riferimento anche nell'interpellanza; infatti, faceva riferimento al mercato e soprattutto alla piazza di Foggia. Quindi, sottoporremo anche alla Commissione europea l'attuale crisi di mercato del prezzo dei cereali, la scarsa efficienza della rete di sicurezza che noi abbiamo messo in campo, prevista nell'attuale regolamentazione – vi è una rete di sicurezza per il reddito degli agricoltori e, però, vi è anche una scarsa inefficienza di questa rete di sicurezza –, ribadendo la richiesta di una revisione delle politiche sulla gestione della crisi dei mercati.
Per quanto ci riguarda più specificamente, per valorizzare, poi, le nostre produzioni di qualità nazionali, è stata presentata, anche, in sede di i cabina di regia grano pasta, una proposta che abbiamo inviato alla Conferenza Stato-regioni di istituzione di un nuovo regime di qualità che è basato sulla certificazione volontaria del prodotto, ma anche sulla certificazione volontaria del processo. Oltre a tutte ciò e anche a queste azioni a medio termine, il Ministero continuerà a rafforzare le misure che favoriscono la contrattazione tra le imprese, la premialità delle produzioni sulla base della qualità del prodotto. Il nostro impegno, anche attraverso il tavolo che abbiamo voluto istituire, questo del 20 luglio, quindi della prossima settimana, è teso ad individuare un percorso che sia condiviso con tutta la filiera per favorire anche sistemi che migliorino l'equilibrio di mercato e, soprattutto, garantiscano una maggiore trasparenza nella formazione dei prezzi. 
Lei ha fatto cenno, anche, al piano cerealicolo, un piano cerealicolo di cui il Ministero già dispone, un piano cerealicolo che certamente va rivisitato, va aggiornato, ma ha alcuni capisaldi su cui dobbiamo lavorare e dobbiamo anche dotare questo piano cerealicolo di risorse finanziarie e, soprattutto, individuare – l'abbiamo già fatto anche con alcuni strumenti, penso ai contratti di filiera a cui lei faceva riferimento, quindi attraverso il CIPE – quelle risorse e quegli strumenti, e penso ai contratti di filiera, che possono dare un segnale molto forte che vada a tutelare il reddito dei produttori, ma soprattutto possa tutelare la filiera e, soprattutto, possa tutelare la nostra produzione di qualità.

Replica

Presidente, io esprimo la mia soddisfazione per la risposta del Governo, del sottosegretario Castiglione. Lo dico senza enfasi, con sobrietà, io so di agricoltori che in questo momento sono collegati, attraverso Radio Radicale, e stanno seguendo i nostri lavori, agricoltori della Piana di Catania, del comune di Raddusa, di Ramacca, ma anche della Basilicata, di Metaponto, per non parlare della Puglia. C’è una grande attenzione e la risposta del Governo è rassicurante; noi sappiamo che le parole del sottosegretario Castiglione sono delle parole collegate a dei programmi veri, non c’è dubbio che un'azione la si deve, però, occorre predisporre, sottosegretario, dei controlli. Noi abbiamo delle autorità, i NAS, abbiamo la Guardia di finanza, occorrono controlli nei porti, per evitare che arrivi grano che poi viene utilizzato insieme al nostro grano duro e questo non sarebbe a tutela, neanche, del consumatore, danneggerebbe e danneggia il nostro produttore, ma anche il cittadino consumatore che utilizzerebbe, poi, un prodotto di trasformazione, non di grano duro o prodotto in Italia nelle aree vocate. 
Aggiungo che ci sono delle proposte molto serie che il Governo vuole portare avanti, noi chiediamo, però, che si vada avanti con tempestività, con urgenza, signor sottosegretario, lei ha dato delle date, noi verificheremo l'azione del Governo; un'azione va predisposta a livello europeo, va cambiato il regime della premialità, va guardata la qualità del prodotto e noi su questo possiamo giocare le nostre carte con forza e con competitività, perché abbiamo grano che non presenta micotossine e, quindi, può competere, perché dà rassicurazione e il nostro grano entra pienamente nella dieta mediterranea che è tanto apprezzata, oggi, nella comunità scientifica. Sul piano cerealicolo, lei ha detto bene; lo si operi con un confronto aperto con chi lavora in questo settore e può dare un contributo di idee; le istituzioni debbono fare la propria parte, credo che ci debbano essere delle risorse adeguate per lo sforzo che deve essere condotto, perché siamo in una fase delicata, signor sottosegretario, i produttori debbono essere rassicurati, lo dicevo quando ho presentato la mia interpellanza in quest'Aula, non possono essere l'anello debole della catena; anche per il mondo della granicoltura dobbiamo dare questo segnale e lo si può fare, perché anche gli operatori dell'industria – io non voglio creare conflitto tra produttore e trasformatore – hanno questo interesse e le istituzioni debbono garantire trasparenza. Se il prodotto è prodotto italiano poi mettano che la pasta è stata prodotta con grano italiano, perché se non si fa questo, è dovere nostro, poi, agire conseguentemente. Quindi, io mi auguro che le proposte che il Governo ha qui indicato siano operative al più presto, che ci siano le risorse sufficienti, in modo da poter rassicurare un mondo che oggi è in difficoltà. Credo che il Governo avrà questa sensibilità, per quel che riguarda il Parlamento la sua azione sarà di vigilanza e sarà anche quella di incalzare il Governo perché tutto si possa realizzare nei tempi più stretti.