12/09/2016
Veronica Tentori
Terrosi, Taricco, Zanin, Cenni, Cova, Mariani, Fossati, Scuvera.
3-02466

Per sapere – premesso che: 
nel luglio 2013 a Castellanza in provincia di Varese è stato identificato per la prima volta il coleottero chiamato Ophraella communa originario del Nord America, introdotto in Oriente sul finire dello scorso secolo, che si è rapidamente diffuso in tutta la Lombardia, oltre che nel Canton Ticino, in particolare rinvenendo la specie nelle province di Como, Varese, Milano, Lecco e Pavia; 
i primi campioni sono stati affidati al laboratorio fitopatologico del servizio fitosanitario regionale e dopo essere stati identificati a livello specifico su base morfologica, tale determinazione è stata confermata attraverso l'analisi del Dna; 
dalle prime informazioni e dalle notizie comparse sugli organi di stampa si apprende che si tratta di una specie oligofaga associata alle Asteraceae Heliantheae, sottotribù Ambrosiinae ed Helianthinae, ma con preferenza per Ambrosia artemisiifolia (pianta erbacea infestante che provoca allergie), che compie più generazioni all'anno, svolge gran parte del suo ciclo sulla parte aerea della pianta e le cui larve e adulti si alimentano principalmente delle foglie, sulle quali vengono anche deposte le uova, ma non trascurano i fiori; 
il coleottero ha localmente causato sull’Ambrosia gravi defogliazioni e un generale intristimento delle piante colpite, che risultano aver subito danni rilevanti nelle condizioni d'infestazione più severe e in alcuni casi l'effetto in pieno campo e paragonabile a un diserbo selettivo; 
i rilievi aerobiologici condotti nelle stazioni di monitoraggio dei pollini d'interesse allergologico di Legnano, Magenta e Rho (Milano) hanno evidenziato una notevole diminuzione delle concentrazioni di Ambrosia; 
l’Ophraella communa è stata posta in passato all'attenzione in diversi Paesi per un possibile utilizzo come agente di controllo biologico dell’Ambrosia; 
se la diffusione dell’Ophraella communa sul nostro territorio sarà confermata, la presenza dell’Ambrosia e i danni che essa produce potrebbero ridursi considerevolmente, sollevando le pubbliche amministrazioni locali da pesanti oneri per il controllo dell'infestante; 
la bibliografìa riguardante le specie cosiddette «aliene» introdottesi in Italia comprende numerosi insetti causa di gravi danni agli ecosistemi locali oltre che al comparto agricolo, come ad esempio il cinipide che danneggia fortemente la produzione di castagne; 
i cicli biologici sono complessi e quindi un insetto come l’ Ophraella communaapparentemente utile e con ricadute inizialmente positive, potrebbe essere fonte di ulteriori problemi ad esempio in merito all'impatto sugli ecosistemi del territorio, all'equilibrio con la pianta ospite o alle altre specie erbacee che eventualmente potrebbero essere attaccate una volta terminata l’Ambrosia –: 
se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e se sia intenzione del Governo valutare il possibile utilizzo della Ophraella communa come agente di controllo biologico dell’Ambrosia procedendo ai dovuti approfondimenti su eventuali effetti collaterali legati all'ingresso di questo nuovo coleottero nell'ecosistema del territorio; 
se il Governo intenda approfondire il problema dei controlli alle frontiere per mettere in campo provvedimenti volti a limitare gli indesiderati ingressi di specie cosiddette «aliene» negli ecosistemi locali.

Seduta del 13 settembre 2016

Risposta di Castiglione Giuseppe, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, replica di Veronica Tentori

Risposta del governo

Presidente, onorevoli deputati, preciso innanzitutto che la presenza del crisomelide Ophraella communa in Italia è attestato nelle regioni Lombardia e Piemonte: il suo rinvenimento nel 2013 ci è stato notificato dai competenti servizi fitosanitari regionali ai sensi dell'articolo 50 del decreto legislativo n. 214 del 2005, che ha recepito la direttiva europea n. 29 del 2000. Pertanto abbiamo informato immediatamente la Commissione, ma abbiamo informato altresì tutti gli altri Stati membri. 
Considerata l'importanza che questo insetto può rivestire nell'attuazione di interventi di lotta biologica, non escludiamo la possibilità di valutarne il possibile utilizzo come agente di controllo biologico di Ambrosia artemisiifolia, ferma restando la necessità di disporre di strumenti giuridici e tecnici idonei ad una corretta gestione di Ophraella communa nella strategia di controllo diAmbrosia artemisiifolia, analogamente a quanto fatto per casi simili. In Italia infatti sono vietate ai sensi dell'articolo 12 del decreto del Presidente del Repubblica 12 marzo 2003, n. 120, la reintroduzione, l'introduzione, il ripopolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone: divieto che si applica anche nel confronto di specie di popolazione autoctone, quando la loro introduzione interessi porzioni di territorio esterne all'area della loro presenza naturale.
Riguardo alla necessità di rafforzare i controlli alle frontiere al fine di impedire l'ingresso di specie aliene invasive sottolineo che gli organismi nocivi di rilevanza fitosanitaria contemplate nella direttiva n. 29 del 2000 e nel decreto legislativo n. 214 del 2005 nonché i vegetali e i prodotti vegetali regolamentati sono già oggetto di ispezione ai punti di entrata nazionale da parte dei servizi fitosanitari regionali competenti per territorio. 
Per quanto concerne le specie esotiche invasive, considerata la complessità della problematica, l'Unione Europea ha disciplinato solo in tempi recenti taluni aspetti alla materia, attraverso azioni volte alla prevenzione e all'introduzione accidentale ed intenzionale, all'allarme precoce, all'informazione, all'eradicazione, al contenimento e al controllo di specie aliene invasive insediate. Mi riferisco in particolare al regolamento di esecuzione n. 1141 del 13 luglio 2016, con cui è stato adottato un elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza europea in applicazione al regolamento n. 1143 del 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio. Al riguardo, preciso cheambrosia artemisiifolia non è contemplata nel succitato elenco.

Replica

Presidente, ringrazio il sottosegretario per la risposta articolata, anche se, devo sottolinearlo, tardiva, perché l'interrogazione risale al marzo 2014, quindi a due anni fa. Però, adesso mi focalizzerei su quella che è stata la risposta che il sottosegretario ha dato, che ha evidenziato degli elementi che mi portano a dire che comunque ci sono stati dei passi in avanti, anche a livello di Unione europea, su quello che riguarda la prevenzione appunto di questi fenomeni.
Va specificato che insetti invasivi introdotti nei nostri ecosistemi sono ancora molto numerosi e le piante che attaccano spesso vengono devastate, anche perché non hanno nemici naturali che li contrastano, per cui siamo in continue emergenze fitosanitarie che diventano veri e propri flagelli per i settori agricoli, per il settore florovivaistico. Faccio solo un esempio: nelle nostre zone, le zone che ha citato anche il sottosegretario, è ancora presente lapopillia japonica, che si sta combattendo. Queste operazioni di sensibilizzazione della popolazione ad evitare dei comportamenti rischiosi per il diffondersi di questi insetti, appunto alieni ai nostri ecosistemi, e i controlli serrati sulle frontiere per quanto riguarda le derrate alimentari, le piante e le partite di legname, ma tutte le sostanze organiche in generale che possono ospitare questi insetti invasivi in tutti i loro stadi, è sicuramente una strada che vede ancora molte cose da fare da parte del Governo e dell'Unione europea. 
Per cui, mi ritengo soddisfatta della risposta, per quanto riguarda la questione che avevo sollevato nell'interrogazione sull’ophraella communa, però, di sicuro, l'emergenza fitosanitaria relativa agli insetti alieni è ancora molto presente nel nostro Paese.