21/09/2016
Francesco Prina
Cova, Carra, Falcone, Gadda, Tentori, Senaldi, Gasparini, Ginefra, Paolo Rossi,Romanini, Scuvera, Oliverio
1-01356

La Camera, 
premesso che: 
già nell'estate 2012 l'ecosistema fluviale del Fiume Ticino rischiava di essere fortemente compromesso da una grave siccità causata dalla scarsità di piogge. Le criticità rientrarono grazie alla proficua collaborazione tra parco lombardo della valle del Ticino e consorzio del Ticino (l'ente che gestisce il deflusso dell'acqua nel lago Maggiore); quest'ultimo infatti (grazie ad un accurata gestione in fase di deflusso del accumulo d'acqua garantito dal fatto che era stato assunto come livello di riferimento 1,50 metri sullo zero idrometrico a Sesto Calende) liberava nel fiume la quantità d'acqua che era conservata nel Lago Maggiore, permettendo così al Ticino di sopperire al grave momento e garantendo anche la quantità d'acqua necessaria all'attività agricola di ben due regioni e cinque province nonché al corretto funzionamento delle centrali idroelettriche interessate; 
con lettera del 7 marzo 2014, il direttore dell'ufficio federale dell'ambiente UFAM della Confederazione Svizzera, chiedeva chiarimenti al direttore generale per lo sviluppo sostenibile, il clima e l'energia del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in merito alle anomalie riscontrare sulla regolazione del lago Maggiore e di adoperarsi per il rispetto del disciplinare di regolazione (disciplinare in vigore ma risalente al gennaio 1940). Tale richiesta nasceva dal timore della Confederazione Svizzera di possibili inondazioni derivanti dai forti cumuli, sia di neve che di acqua, nei bacini di monte nella regione sud-alpina. Quanto appena descritto creava i presupposti per la decisione del Ministero che, con nota inviata nel giugno 2014, invitava il consorzio del Ticino ad adoperare la regolazione dei livelli del lago secondo quanto stabilito nella vigente regolamentazione, mantenendo la regolazione estiva entro il limite +1.0 metro rispetto alla zero idrometrico di Sesto Calende; 
con nota congiunta, inviata al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare i presidenti del parco lombardo della valle del Ticino e del parco Ticino Piemonte e lago Maggiore esponevano la contrarietà dei rispettivi enti alla imposizione della quota di 1,00 metro di accumulo del lago anche perché influiva negativamente sul programma di sperimentazione DMV fiume Ticino/gestione livelli Lago Maggiore. Gli stessi inoltre, facevano notare come il modello di gestione (applicato cinque anni prima) abbia garantito la quantità d'acqua necessaria agli agricoltori e alle altre attività produttive sempre nel rispetto dell'ambiente fluviale che si ricorda ha avuto sino dal 2002 il riconoscimento MAB/UNESCO di Riserva della biosfera. Dalla relazione tecnica del Parco Lombardo della Valle del Ticino in merito al sopracitato programma di sperimentazione del DMV e del modello di gestione dei deflussi dal lago, si evince come, al 31 maggio 2014, la situazione di accumulo nevoso e dei bacini di monte fosse molto inferiore rispetto agli anni 2012 e 2013, periodo in cui la sperimentazione a quota +1,50 metri era in piena applicazione, e che ciò non comportò alcun problema idrico né a valle, né a monte. La relazione inoltre (prendendo in considerazione il fatto che le modalità di regolazione dei flussi del lago fossero di competenza solo italiana, con il solo obbligo di comunicazione agli svizzeri) faceva osservare come il Ministero decise di dare seguito alla richiesta di chiarimenti della Confederazione Svizzera senza acquisire alcuna informazione dai soggetti territoriali interessati; 
il parco del Ticino, nella relazione presentata alla Conferenza dei servizi del 29 aprile 2015, evidenziava come per quell'anno fosse reale il pericolo di siccità estiva in quanto grafici di afflusso idrico erano simili a quelli degli anni precedenti che si erano dimostrati particolarmente critici (2003, 2006 e 2012) e che nonostante ciò non si riteneva necessario riportare il livello a +1,50 metri sullo zero idrometrico di Sesto Calende in modo di avere più risorse idriche a disposizione; 
con deliberazione n.1/2015 del 12 maggio 2015 l'Autorità di bacino del fiume Po, in risposta alle istanze del consorzio Ticino che chiedeva di portare la quota di regolazione estiva del lago a +1,50 metri sullo zero idrometrico di Sesto Calende, approvava l'avvio della sperimentazione della regolazione estiva dei livelli del lago Maggiore imponendo però la quota di livello massimo a +1,25 metri e modalità di svaso preventivo più rigide rispetto a quelle vigenti fino a quel momento. Questa decisione portava il Parco Lombardo della Valle del Ticino ad inviare, il 14 luglio 2015, una diffida all'Autorità di bacino del fiume Po, sollecitando l'incremento del livello massimo di regolazione del lago Maggiore nel periodo estivo a +1,50 metri sullo zero idrometrico di Sesto Calende; 
la relazione commissionata dal consorzio del Ticino presentata al tavolo tecnico istituito dalla Autorità di bacino del fiume Po dalla società Blu Progetti nell'aprile 2015 dimostrava, sulla base della analisi storica dei dati di anni di afflussi e deflussi nel lago, come il mantenere il livello a 1,50 metri non aumentava il rischio di alluvioni/allagamenti delle aree adiacenti alle sponde lacuali anche in caso di eventi meteo eccezionali; 
il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, rispondendo all'interrogazione n. 3-01659 (discussa nella seduta della Camera n. 476 del 5 agosto 2015), si esprimeva per una valutazione dell'innalzamento a +1,30 metri dal marzo 2018 «a fine 2017» e solo «in seguito, sulla base dell'andamento della sperimentazione» l'innalzamento a quota +1,50 (tempistica che, considerato il perdurare di anno in anno delle sopra descritte criticità, desta molta preoccupazione ai soggetti interessati in primis gli agricoltori); 
tra la primavera e l'estate del 2016 il fiume Ticino e il lago Maggiore stanno subendo un altro grave periodo di siccità, gravi danni sia per l'ambiente naturale che per tutte le attività produttive legate al fiume e al lago; si fa riferimento alla nota stampa del 6 aprile del 2016 dove, ancora una volta, il Parco Lombardo della Valle del Ticino evidenziava come riportare il livello del lago a quello della sperimentazione (+1,50 metri sullo zero idrometrico) per tutto l'anno, fosse la condizione necessaria per garantire al fiume Ticino il giusto deflusso d'acqua tale da non compromettere il suo ecosistema riconosciuto dall'Unesco, come riserva della biosfera e l'attività di circa 7.000 aziende della principale zona agricola italiana,

impegna il Governo;

ad assumere le iniziative di competenze per autorizzare il consorzio Ticino ad innalzare il livello del lago Maggiore a +1,50 metri sullo zero idrometrico per tutto l'arco dell'anno; 
ad attivarsi presso la Confederazione Svizzera per la revisione del disciplinare del 24 gennaio 1940, n. 3680, relativo alla concessione della costruzione, manutenzione ed esercizio dell'opera regolatrice del lago Maggiore, pubblicato sul Bollettino ufficiale del Ministero dei lavori pubblici 1940 – n. 25, secondo le attuali esigenze.