28/09/2016
Maino Marchi
Tancredi, Librandi, Tabacci, Di Gioia, Giampaolo Galli, Boccadutri, Paola Bragantini, Capodicasa, Cenni, Dell'Aringa, Fanucci, Cinzia Maria Fontana, Ginato, Giulietti, Guerra,Laforgia, Losacco, Marchetti, Melilli, Misiani, Parrini, Pilozzi, Preziosi, Rubinato
1-01369

La Camera, 
premesso che: 
l'attività di revisione della spesa, intesa come processo diretto a migliorare l'efficienza e l'efficacia della spesa pubblica attraverso analisi e valutazioni sistematiche delle strutture organizzative della pubblica amministrazione e delle relative procedure di decisione e attuazione, costituisce uno strumento di razionalizzazione nella gestione delle risorse di cui si è fatto largo uso negli ultimi anni; 
l'esigenza di un'analisi rigorosa dei meccanismi che influiscono sull'andamento della spesa pubblica e la necessità di definire interventi mirati al contenimento e alla progressiva riqualificazione della stessa sono state più volte oggetto di attenzione da parte del legislatore, nella più ampia cornice definita dal rispetto degli obiettivi europei sui saldi di finanza pubblica e, negli anni più recenti, nell'ambito di una congiuntura economica instabile e caratterizzata dal persistere degli effetti della crisi finanziaria e delle tensioni sui debiti sovrani; 
in tale contesto, un'azione di spending review preordina all'eliminazione, delle inefficienze e al riorientamento delle risorse pubbliche verso gli obiettivi considerati primari costituisce una terza via fra l'aumento del prelievo fiscale e la riduzione del perimetro dell'intervento pubblico, tenuti in considerazione, da un lato, il livello attuale della tassazione e, dall'altro, i rischi sociali connessi a una diminuzione dei servizi e delle tutele previsti a favore delle fasce disagiate della popolazione e dei più deboli; 
le premesse per una consapevole discussione politica sugli obiettivi e sulle priorità da realizzare attraverso la spesa e sulla gestione responsabile delle risorse pubbliche sono state poste da numerosi studi condotti in Italia, a partire dal lavoro della commissione tecnica per la spesa pubblica, operante presso il Ministero del tesoro dal 1986 al 2005, e successivamente della commissione tecnica per la finanza pubblica, operante nel 2006 presso il Ministero dell'economia e delle finanze e istituita dal Ministro Tommaso Padoa Schioppa; 
per quanto concerne le procedure di controllo della spesa pubblica, in via sperimentale, la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007) ha avviato un programma di analisi e di valutazione, divenuto permanente con la legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), che ne ha disposto la prosecuzione e l'aggiornamento con riferimento alle missioni e ai programmi nei quali si articola il bilancio dello Stato, assegnandone la realizzazione alla Ragioneria generale dello Stato; 
i meccanismi di controllo quantitativo e qualitativo della spesa pubblica sono stati successivamente ricondotti a sistema e potenziati dalla legge 31 dicembre 2009, n. 196, nuova legge di contabilità e finanza pubblica, che ha previsto l'istituzionalizzazione del processo di analisi e di valutazione della spesa delle amministrazioni centrali dello Stato e la sua graduale estensione alle altre amministrazioni pubbliche (a riguardo è intervenuto il decreto legislativo 30 giugno 2011, n. 123); 
alla disciplina generale in tema di analisi e di revisione della spesa si sono affiancati interventi legislativi che, oltre ad ampliarne l'ambito di operatività, hanno definito specifiche modalità applicative, facendo in particolare leva sulla diffusione del metodo dei fabbisogni e dei costi standard per gli enti territoriali, su cui è intervenuta la legge delega 5 maggio 2009, n. 42, di attuazione del federalismo fiscale; 
nel quadro della disciplina procedurale così definita, in ragione di una congiuntura economica eccezionalmente sfavorevole, dal 2009 al 2016 sono state approvate numerose misure volte ad introdurre specifici interventi di contenimento della spesa pubblica, in particolare attraverso la riduzione delle spese per il personale, la razionalizzazione della spesa sanitaria, la soppressione di enti pubblici, la dismissione di partecipazioni, la riorganizzazione, con criteri rigorosi, delle società partecipate dagli enti territoriali; 
al fine di contrastare il perdurare degli effetti economici negativi, destinando maggiori risorse politiche per la crescita e al contempo, garantendo il graduale consolidamento dei conti pubblici, il Governo attualmente in carica ha rinvigorito l'azione di contenimento della spesa con il decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, la legge di stabilità 2015 (legge 23 dicembre 2014, n. 190), il decreto-legge 19 giugno 2015, n. 73 e la legge di stabilità 2016 (legge 23 dicembre 2015, n. 208), che hanno disposto interventi di contenimento della spesa delle amministrazioni statali e degli enti pubblici, di centralizzazione degli acquisti, di adozione di costi standard e di razionalizzazione del patrimonio pubblico; 
l'attuazione della riforma della pubblica amministrazione prevista dalla legge delega 7 agosto 2015, n. 124 costituisce il pilastro di un processo di efficientamento strutturale della spesa pubblica che si completa attraverso le riforme della seconda parte della Costituzione, le quali realizzano l'obiettivo di razionalizzazione dell'assetto degli organi istituzionali e stabilizzano la riorganizzazione degli enti territoriali introdotta attraverso la legge 7 aprile 2014, n. 56; 
a una politica di revisione della spesa condotta prevalentemente da commissari straordinari nominati dal Governo, sta progressivamente subentrando un processo fondato sulla collaborazione tra le amministrazioni e il Ministero dell'economia e delle finanze per l'individuazione di interventi scarsamente efficaci, anche tramite l'analisi dei singoli capitoli di bilancio; 
i risparmi finora conseguiti derivano, in gran parte, da interventi di razionalizzazione connessi a cambiamenti nei meccanismi di spesa e negli assetti organizzativi delle amministrazioni, dall'aumento dell'efficienza nella fornitura di beni e di servizi e dall'abbandono di pratiche considerate obsolete; la riduzione del numero dei centri di spesa e gli strumenti di e-procurement sono, in particolare, due aspetti fondamentali della strategia di razionalizzazione dei processi e dei costi di acquisto, volti a favorire la pianificazione coordinata delle iniziative onde aumentare la quota realizzata in forma aggregata; 
grazie allo sforzo dedicato all'attività di spending review a tutti i livelli di governo, complessivamente, dal 2013 al 2016, la spesa corrente in percentuale del Pil è scesa di 1,4 punti percentuali (dal 47,4 al 46,0 per cento); dal 2014 i risparmi, in termini di indebitamento netto, ammontano a circa 3,6 miliardi di euro nel 2014, 18 miliardi di euro nel 2015 e si stima saliranno a 25 miliardi di euro per il 2016, 27,6 miliardi di euro per il 2017 e circa 28,7 miliardi di euro per il 2018;
i risparmi che ne derivano stanno consentendo di finanziare misure a sostegno di crescita e occupazione, come la riduzione dell'imposizione fiscale, l'incremento degli investimenti pubblici, lo stimolo agli investimenti privati e le riforme strutturali e, pertanto, l'attività di spending review ha un rilievo non solo tecnico, ma anche politico e sociale, che risulta strettamente collegato a quello, ben più generale, del ruolo dello Stato; 
le novità conseguenti all'aggiornamento delle regole contabili avvenuto – in attuazione dell'articolo 15 della legge n. 243 del 2012 – con l'approvazione della legge 4 agosto 2016, n. 163, che ha integrato in un unico provvedimento i contenuti dei disegni di legge di bilancio e di stabilità, con la finalità di incentrare la decisione di bilancio sull'insieme delle entrate e delle spese pubbliche, anziché sulla loro variazione al margine, come avvenuto fino alla precedente sessione di bilancio, hanno riportato al centro del dibattito parlamentare le priorità dell'intervento pubblico considerato nella sua interezza; 
anche per tale ragione, l'attività del Parlamento nell'analisi dell'andamento e della gestione della spesa pubblica costituisce un aspetto cruciale dell'azione finalizzata a mettere in atto efficaci politiche di sviluppo economico, di riduzione del carico fiscale sulle imprese e sul lavoro, di investimenti pubblici e di welfare, individuando le più adeguate procedure di razionalizzazione della spesa che consentano di coniugare, in un'ottica di medio e lungo periodo, le esigenze di risparmio correlate al consolidamento dei conti pubblici, con quelle di crescita del Paese,

impegna il Governo

a proseguire, in un rapporto di costante dialettica con il Parlamento, nel processo di razionalizzazione ed efficientamento della spesa pubblica nell'ottica della massimizzazione dei risparmi di risorse nel medio e lungo periodo e a porre in essere tutte le iniziative di competenza necessarie affinché il Parlamento possa essere coinvolto nel processo di elaborazione di proposte in materia di spending review, sotto il profilo quantitativo e qualitativo, garantendo ai cittadini la stabilità e la sostenibilità delle finanze pubbliche, senza pregiudicare gli investimenti pubblici infrastrutturali e la qualità dei livelli di servizi pubblici e delle prestazioni sociali. 
 

Seduta del 28 settembre 2016

Intervento di Giampaolo Galli

Dichiarazione di voto di Maino Marchi