04/10/2016
Elena Carnevali
Misuraca, Monchiero, Beni, Burtone, Fiano, Gadda, Giuseppe Guerini, Moretto,Chaouki, Patriarca, Binetti, Bosco, Battaglia, Cuomo, Garofalo
1-01379

La Camera, 
premesso che: 
il centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Mineo nasce nel 2011, a seguito della proclamazione, da parte del Governo italiano, dello stato di emergenza per far fronte all'eccezionale afflusso di migranti sulle coste italiane a seguito degli sconvolgimenti politici avvenuti nei  paesi arabi del nordafrica; 
nel marzo 2011, con ordinanza del Presidente del Consiglio, per ospitare i migranti viene requisito e affidato alla gestione della Croce rossa il «Residence degli aranci», un villaggio precedentemente occupato dai militari Usa della base di Sigonella, di proprietà della Pizzarotti spa, e ne viene affidata la gestione alla Croce rossa; 
nel giugno 2011, con decreto del commissario delegato viene nominata soggetto attuatore per la gestione del Cara la provincia di Catania, la quale indice procedura negoziale per l'affidamento dei servizi, ad eccezione di quelli sanitari che restano alla Croce rossa Italiana; la gestione dei servizi viene assegnata all'ATI Sisifo Consorzio di coop sociali fino a fine 2011 e poi prorogata fino al 31 dicembre 2012; 
il 20 dicembre 2012, allo scopo di assumere a livello locale la gestione ordinaria del centro sollevando da responsabilità dirette l'amministrazione centrale, i 9 comuni della zona costituiscono il Consorzio Calatino Terra d'Accoglienza; 
il 28 dicembre 2012 un'ordinanza del Presidente del Consiglio dispone la fine della gestione emergenziale e il rientro in regime ordinario, mentre l'area su cui sorge il centro viene acquisita in locazione dopo una trattativa con la Pizzarotti spa; 
nel marzo 2013 la prefettura di Catania stipula una convenzione per la gestione del Cara di Mineo con il Consorzio Calatino Terre d'Accoglienza, il quale affida in appalto i servizi all'interno del Cara all'ATI Sisifo Consorzio di cooperative sociali. In seguito, per tutto il 2013 si succedono varie proroghe, sia della convenzione fra prefettura e Consorzio Calatino che dell'appalto al Consorzio Sisifo per la gestione dei servizi; 
ad aprile 2014 il Consorzio Calatino indice una gara di appalto con base d'asta di 97.893.000,00 euro per la gestione per tre anni dei servizi presso il Cara di Mineo fino al 31.12.2016, e il 30 luglio l'appalto viene assegnato all'unico concorrente ATI Consorzio di Cooperative Sociali Casa della Solidarietà; 
all'assegnazione dell'appalto fa seguito un groviglio di vicende giudiziarie (parere di Anac sulla illegittimità della gara d'appalto, annullamento in autotutela, ricorso dei Consorzio Calatino e ulteriore risposta di Anac), finché nel maggio 2015 il Consorzio Calatino Terra d'Accoglienza conferma la determinazione del 30 luglio 2014 e dichiara definitiva l'aggiudicazione dell'appalto alla ditta vincitrice; 
a breve distanza di tempo nel luglio 2015, la sezione misure di prevenzione del tribunale di Roma, ai sensi dell'articolo 34 dei codice antimafia, dispone la misura di prevenzione patrimoniale dell'amministrazione giudiziaria nei confronti del gruppo La Cascina, che comprende anche le società la Cascina Global service srl e la cooperativa Casa della Solidarietà. Tale misura porterà al commissariamento della gestione del centro e al recesso della prefettura di Catania dall'accordo di programma con il Consorzio Calatino Terre di accoglienza, che conseguentemente cesserà dalle funzioni di stazione appaltante; 
nel frattempo il Cara di Mineo è stato oggetto di attenzione, fin dal maggio 2015, da parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate, la quale intende presentare entro il mese di ottobre 2016 una articolata relazione in merito; 
i sopralluoghi effettuati dalla commissione nel Centro di Mineo hanno consentito di verificare criticità accentuate nella gestione in termini di qualità dei servizi resi agli ospiti: abitazioni degradate e talora fatiscenti, sovraffollamento, precarie condizioni igienico sanitarie, presenza insufficiente in relazione al numero degli ospiti di operatori qualificati per il sostegno educativo, psicologico, sanitario, linguistico. Altre gravi carenze sono state riscontrate anche sul piano della trasparenza della gestione amministrativa, in relazione al rapporto coi fornitori, all'assunzione del personale, al sistema di registrazione delle presenze; 
dopo il commissariamento della gestione del Centro, il 27 novembre 2015 ne ha assunto la gestione diretta la prefettura di Catania, che ha istituito un'apposita «struttura di missione» con il compito, tra gli altri, di supportare l'ufficio territoriale di governo nei compiti di controllo, monitoraggio e verifica degli standard delle prestazioni erogate, nonché di predisporre la nuova procedura di gara. Il ritorno alla gestione diretta del Ministero dell'interno ha quindi posto un argine alle criticità sopra descritte favorendo un ritorno alla legalità; 
l'indirizzo assunto dal Governo e condiviso dalla Conferenza unificata del 14 luglio 2014 in merito alle politiche dell'accoglienza prevede l'abbandono dei centri di grandi dimensioni e la distribuzione dei migranti in piccoli gruppi sul territorio nazionale, ma tale prospettiva – più efficace per la tutela delle persone immigrate e la qualità dell'accoglienza, per la sicurezza e la sostenibilità delle comunità locali – richiede un processo graduale che non consente di rinunciare nell'immediato ad alcune grandi strutture, fra cui quella di Mineo; 
in questo contesto è stata recentemente avanzata l'ipotesi di attrezzare una parte del centro per assolvere alla funzione di « hotspot» per l'identificazione dei soggetti appena sbarcati, prospettiva che presenta notevoli controindicazioni legate alla commistione con la popolazione immigrata già residente nonché alla distanza di Mineo dai luoghi di sbarco che imporrebbe un ingente impiego di uomini e mezzi per i trasferimenti. Sarebbe opportuno creare specifici lotti dedicati all'assistenza di categorie vulnerabili, quali donne in difficoltà famiglie e minori non accompagnati,

impegna il Governo:

a ridurre progressivamente le presenze all'interno del centro di Mineo, proseguendo nel ridimensionamento della struttura avviato dopo il commissariamento; 
a garantire la necessaria discontinuità nel modello di gestione, proseguendo nell'opera di riqualificazione dei servizi offerti al fine di una migliore qualità dell'accoglienza nel rispetta della dignità dei soggetti ospitati; 
ad escludere l'ipotesi di adibire il Cara di Mineo alla funzione di « hotspot»; 
a destinare appositi lotti all'ospitalità e all'assistenza di categorie vulnerabili, quali donne in difficoltà, famiglie e minori non accompagnati; 
a indire, per la futura gestione, gare di appalto separate per singoli lotti corrispondenti alle diverse tipologie di servizi, in modo da favorire la concorrenza ed elevare la qualità e l'economicità della gestione.