19/10/2016
Paolo Coppola
Prodani, Blazina, Brandolin, Malisani, Gigli, Sandra Savino, Rizzetto, Casati,Amato, Arlotti, Bergonzi, Capone, Bossa, Murer, Miccoli, Parrini, De Menech, D'Ottavio, D'Arienzo,Mariano, Roberta Agostini, Gadda, Moretto, Lacquaniti, Marchi, Malpezzi, Rubinato, Rotta,Quintarelli, Pelillo, Tino Iannuzzi, Piazzoni, Currò, Giacobbe, Crimì
2-01515

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che: 
Hypo Alpe Adria Bank è un istituto di credito austriaco nazionalizzato nel 2009 e controllato da HBI-Bundesholding AG, di partecipazione diretta del Ministero delle finanze austriaco, che contava filiali in Austria, nei Balcani e nelle regioni del Nord Italia; 
il progetto di riorganizzazione societario, conseguente alla nazionalizzazione approvata dalla Commissione europea nel 2010, ha già visto la cessione delle filiali austriache e nei Balcani e previsto invece la liquidazione della controllata italiana, con il conseguente licenziamento di 280 lavoratori; 
erano confermate, con nota scritta da parte della presidente della regione Friuli Venezia Giulia nel marzo 2016, le manifestazioni d'interesse atte a rilevare l'intera attività in territorio nazionale, che avrebbero evitato sia lo spacchettamento degli asset aziendali sia la liquidazione con conseguente perdita dei posti di lavoro; 
la decisione della Commissione europea del 2013 che Hypo Bank ha sempre addotto come impedimento alla vendita dell'intera realtà finanziaria, riesaminata con il contributo della rappresentanza italiana alla Commissione, non stabilisce l'obbligo alla liquidazione, bensì prevede la possibilità di soluzioni di mercato volte a massimizzare il valore di ciò che rimane; 
la volontà di liquidare la controllata italiana, alla luce di quanto stabilito dalla Commissione europea, è solamente in capo al Governo austriaco e non scelta obbligata; 
nei mesi scorsi il Governo austriaco ha provveduto alla cessione di sette sportelli locali e del pacchetto mutui alla Banca di Valsabbina, dimostrando ad avviso degli interpellanti disinteresse a soluzioni atte a impedire lo spacchettamento al fine di consentire la salvaguardia occupazionale; 
la procedura già avviata di licenziamento collettivo riguarda ad oggi 110 dei 280 dipendenti italiani della banca austriaca, di cui 50 su 186 in Friuli Venezia Giulia, 35 su 48 in Veneto, 25 su 42 in Lombardia, mentre per gli altri addetti il licenziamento è previsto tra il 2017 e il 2018; 
tale disinteresse e mancanza di responsabilità nei confronti degli occupati italiani è stato confermato da parte del Governo di Vienna impedendo ai rappresentanti del governo della regione Friuli Venezia Giulia di partecipare agli ultimi tavoli di trattativa tra l'azienda e le parti sociali; 
il Ministro dell'economia e delle finanze è già stato interrogato in data 29 maggio 2013 con l'interrogazione n. 4-00637 a prima firma Rosato, nella quale si chiedeva di avviare un'interlocuzione con il Governo austriaco; 
la richiesta di confronto e trattativa tra i Governi dei due Paesi confinanti proviene anche delle rappresentanze sindacali vedendosi in tale iniziativa l'ultima possibilità per evitare la liquidazione della controllata italiana –: 
quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo nei confronti del Governo austriaco in merito alla vicenda di cui in premessa. 

Seduta del 4 novembre 2016

Illustrazione e replica di Paolo Coppola, risposta del governo di Luigi Bobba, Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle politiche sociali.

Illustrazione

Grazie Presidente, Hypo Alpe Adria Bank è un istituto di credito austriaco nazionalizzato nel 2009, di partecipazione diretta del Ministero delle finanze austriaco, che contava filiali in Austria, nei Balcani e nelle regioni del Nord Italia. Il progetto di riorganizzazione societario, conseguentemente alla nazionalizzazione approvata dalla Commissione europea nel 2010, ha già visto la cessione delle filiali austriache e dei Balcani e previsto invece la liquidazione della controllata italiana, con il conseguente licenziamento di 280 lavoratori. Erano confermate, con nota scritta da parte della presidente della regione Friuli Venezia Giulia nel marzo 2016, le manifestazioni di interesse atte a rilevare l'intera attività in territorio nazionale, che avrebbe evitato sia lo spacchettamento degli asset aziendali, sia la liquidazione con conseguente perdita dei posti di lavoro. Ma la decisione della Commissione europea del 2013, che Hypo Bank ha sempre addotto come impedimento alla vendita dell'intera realtà finanziaria, riesaminata con il contributo della rappresentanza italiana alla Commissione, non stabilisce l'obbligo alla liquidazione, bensì prevede la possibilità di soluzioni di mercato volte a massimizzare il valore di ciò che rimane. La volontà di liquidare la controllata italiana, alla luce di quanto stabilito dalla Commissione europea, è solamente in capo al Governo austriaco e non scelta obbligata. Nei mesi scorsi il Governo austriaco ha provveduto alla cessione di sette sportelli locali e del pacchetto mutui alla Banca di Valsabbina, dimostrando disinteresse a soluzioni atte a impedire lo spacchettamento, al fine di consentire la salvaguardia occupazionale. La procedura già avviata di licenziamento collettivo riguarda ad oggi 110 dei 280  dipendenti italiani della banca austriaca, di cui 50 su 186 in Friuli Venezia Giulia, 35 su 48 in Veneto, 25 su 42 in Lombardia, mentre per gli altri addetti il licenziamento è previsto tra il 2017 e il 2018. Tale disinteresse e mancanza di responsabilità nei confronti degli occupati italiani è stato confermato da parte del Governo di Vienna impedendo ai rappresentanti del governo regionale della regione Friuli Venezia Giulia di partecipare agli ultimi tavoli di trattativa tra l'azienda e le parti sociali. La richiesta di confronto e trattativa tra i Governi dei due Paesi confinanti proviene anche dalle rappresentanze sindacali, vedendo in esso l'ultima possibilità per evitare la liquidazione della controllata italiana. Quindi, noi chiediamo al Governo quali siano le iniziative che intende adottare nei confronti del Governo austriaco per cercare di evitare che questa decisione, del tutto arbitraria del Governo, di non occuparsi del futuro dei lavoratori italiani, venga rivista e si vada nella direzione più logica, che è quella di cercare una vendita delle filiali in Italia.

Risposta del governo
Con l'interpellanza urgente n. 2–01515 l'onorevole Coppola ed altri hanno chiesto elementi utili per lo svolgimento dell'atto parlamentare in oggetto, concernente le attività di liquidazione della Hypo Alpe Adria Bank Italia spa, controllata italiana del gruppo austriaco Hypo Alpe Adria Bank e i conseguenti effetti sui livelli occupazionali. In tale contesto, l'interrogante chiede al Governo quali iniziative di competenza intenda adottare nei confronti del Governo austriaco in merito alla vicenda. Il Governo italiano ha sin dall'inizio seguito con attenzione gli sviluppi relativi ad Hypo Alpe Adria Bank ad alla sua controllata, in particolare attraverso l'Ambasciata d'Italia a Vienna e per il tramite della nostra Rappresentanza permanente presso l'Unione europea. La vicenda è stata oggetto di ripetuti colloqui dell'Ambasciatore d'Italia in Austria con il Governatore della Banca nazionale austriaca, con i vertici del Ministero degli esteri austriaco e con i membri di Governo, oltre ad essere stata sollevata nelle occasioni di incontro bilaterale, anche al più alto livello politico. Obiettivo di tali passi è stato, in ogni circostanza, quello di spingere il Governo austriaco a considerare manifestazioni di interesse già pervenute da potenziali investitori per una vendita in blocco delle filiali italiane e ad esperire ogni possibile tentativo al fine di consentire la continuazione delle attività ed il mantenimento dei livelli occupazionali. Per avere informazioni di dettaglio ed anche al fine di ottenere alcuni chiarimenti sul contenuto della decisione della Commissione europea del 2013, richiamata dagli onorevoli interroganti, la Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea ha stabilito alcuni contatti ed organizzato un incontro nello scorso mese di luglio con i competenti servizi della Commissione europea. In tali occasioni la Commissione, pur confermando che il processo di dismissione parcellizzata, avviato dalla dirigenza della banca, risulta in linea con la citata decisione, non ha del tutto escluso la possibilità di una vendita in blocco delle attività italiane, sempre nel rispetto dei tempi indicati dalla decisione stessa e delle norme applicabili in materia. Gli esiti di tali contatti sono stati in seguito illustrati dall'Ambasciatore d'Italia a Vienna al Ministero delle finanze austriaco, ove gli è stata tuttavia riportata una posizione di sostanziale chiusura. Da parte austriaca è stato infatti evidenziato che non sono mai giunte «offerte vincolanti» da parte di potenziali acquirenti, ma solo manifestazioni di interesse. Secondo gli austriaci, in assenza di una «binding bid», il procedimento non avrebbe portato a risultati sicuri e avrebbe allungato i tempi di alienazione delle  attività italiane, ragione per cui sono state intraprese le procedure di dismissione parcellizzata degli attivi della banca, che risulterebbero ormai ben avviate. Il nostro Governo, ben consapevole della delicatezza della situazione, fortemente preoccupato per le potenziali gravi ricadute sociali delle procedure di licenziamento collettivo avviate, ha continuato a seguire la vicenda e, per il tramite dell'Ambasciata d'Italia a Vienna, intende tornare nuovamente sulla questione con le autorità austriache, per rappresentare, ancora una volta, la assoluta necessità di dare seguito alle predette manifestazioni di interesse, presentate da potenziali investitori alle autorità per un acquisto in blocco delle attività delle filiali italiane manifestando la delusione per i risultati solo parziali derivanti dalla procedura di dismissione parcellizzata degli attivi. È convinta volontà governativa, anche alla luce del recente incontro con le organizzazioni sindacali presso il MISE, dove sono state considerate inaccettabili le decisioni della banca di aprire le liste di mobilità e le modalità di dismissione adottate, di spingere ulteriormente l'azione intrapresa, affinché la parte austriaca e la dirigenza di Hypo Alpe Adria Bank compiano ogni sforzo per evitare una chiusura delle attività italiane, chiusura che risulterebbe dannosa per lo stesso azionista austriaco.

Replica

Grazie Presidente. Prendiamo atto e ci riteniamo soddisfatti del rinnovato impegno del Governo italiano per rimanere dalla parte dei lavoratori e auspichiamo che finalmente il Governo austriaco capisca l'importanza della questione e dia appunto indicazione ai rappresentanti nel consiglio di amministrazione di cambiare strategia e tornare sui loro passi.