25/10/2016
Emanuele Fiano
Quartapelle Procopio, Carrozza, Cassano, Censore, Chaouki, Cimbro, Gianni Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Manciulli, Monaco, Nicoletti, Pinna, Porta, Rigoni, Andrea Romano, Sereni, Speranza, Tacconi, Tidei, Zampa, Martella, Cinzia Maria Fontana e Bini
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Per sapere – premesso che: 
il 18 ottobre 2016 il consiglio esecutivo dell'Unesco ha approvato a maggioranza il rinnovo di una risoluzione che mira «alla salvaguardia del patrimonio culturale della Palestina e il carattere distintivo di Gerusalemme Est»; 
tale documento fa anche riferimento ai luoghi sacri sulla collina della Città Vecchia di Gerusalemme senza alcun cenno ai loro legami con la religione ebraica, utilizzando esclusivamente i loro nomi islamici. Ad esempio, il «Muro del Pianto» o «Muro Occidentale», venerato dagli ebrei, è stato descritto con il nome arabo del piazzale circostante, «Al-Buraq», e solo successivamente con l'appellativo «Western Wall». Anche il riferimento al «Monte del Tempio» ebraico è effettuato solo con il termine arabo «Haram Al Sharif»; 
la risoluzione, sostenuta dall'Autorità palestinese e presentata da Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan, è stata approvata con 24 voti favorevoli, 6 contrari e 26 astenuti, tra cui l'Italia, in continuità con i precedenti pronunciamenti; 
su tale orientamento si sono pronunciati il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro interrogato, evidenziando la necessità di segnare una netta discontinuità di giudizio con quanto espresso nella risoluzione Unesco, in linea con le radici del contesto storico e coerentemente con la storica amicizia con lo Stato di Israele; 
la complessa e delicata ricerca di una pace possibile, secondo la nota formula di «due popoli, due Stati», non può certo prescindere dal riconoscimento della specificità dello Stato di Israele, l'unica democrazia dell'area, e della sua millenaria tradizione e cultura –: 
quale sia stata la linea politica finora seguita dall'Italia e quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di favorire un confronto, anche in sede Unesco, rispettoso di tutti i popoli, le culture e le tradizioni religiose che vedono in Gerusalemme le loro radici, i loro luoghi di culto e di identità e della verità storica, utile alla futura approvazione di una nuova risoluzione fedele a questi principi.

Seduta del 26 ottobre 2016

Illustra Emanuele Fiano, risponde Paolo Gentiloni Silveri, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, replica Lia Quartapelle Procopio

Illustrazione

Grazie Presidente e grazie Ministro Gentiloni. Nessuna pace sarà mai aiutata dalla falsificazione della storia. Gerusalemme è sede delle radici di tre religioni, raccontare una storia falsa, falsare le origini di quei luoghi: non aiuterà nessuno. Per questo abbiamo apprezzato la presa di posizione del Ministro Gentiloni e del Presidente del Consiglio all'indomani del voto di astensione dell'Italia all'UNESCO. Bisogna continuare a lavorare e sono lieto dell'affermazione appena fatta dal Ministro sul prossimo voto contrario a simili affermazioni in futuri documenti dell'UNESCO. Bisogna impedire che la linea del colloquio e del dialogo, della vicinanza tra i popoli, possa passare dalla negazione della storia, così come è stata quella di dare nome non ebraico al Muro occidentale del Tempio di Gerusalemme.

Risposta del governo

Grazie Presidente. Ringrazio l'onorevole Fiano e mi concentrerò, avendo in parte già affrontato il tema del comportamento da tenere direttamente in sede UNESCO, su che cosa possiamo fare oltre a precisare il nostro atteggiamento su queste risoluzioni. Io credo che in primo luogo si debbano sostenere gli sforzi diplomatici degli Stati Uniti in modo particolare, ma anche portarli avanti in prima persona, per cercare di rafforzare e per rendere effettive le intese tra la Giordania e Israele sulla gestione di quest'area. 
Proprio perché è un'area fondamentale per le tre religioni monoteiste non può sopportare livelli di tensione eccessivi. Quindi, lavorare per un'intesa tra Giordania ed Israele; in secondo luogo, utilizzare i buoni rapporti che l'Italia ha sia con Israele che con la Palestina per favorire la difficilissima ripresa di un cammino di negoziato. Noi non rinunciamo all'idea dei due Stati in pace e nella sicurezza. Attorno alla scomparsa di Shimon Peres, tutti hanno detto che bisognava rilanciare questo percorso: è un impegno che va tradotto in pratica. Infine, credo che dobbiamo lavorare affinché l'UNESCO faccia l'UNESCO, perché non c’è dubbio che si tratta di una delle Organizzazioni delle Nazioni Unite che potenzialmente ha il ruolo più importante e per noi italiani un ruolo fondamentale. Noi siamo orgogliosi di essere il Paese al mondo che ha il maggior numero di siti definiti dall'UNESCO patrimonio dell'umanità, ma contemporaneamente non possiamo accettare l'idea che, invece di concentrarsi sulla tutela del patrimonio culturale, l'UNESCO diventi cassa di risonanza di conflitti di natura politico-religiosa. 
Quindi, al di là del nostro atteggiamento che ho cercato di precisare, credo che ci sia molto da fare nei prossimi mesi, per far sì che la speranza di un percorso di pace riprenda in quella terra così martoriata.

Replica

Presidente, ringrazio il Ministro, siamo soddisfatti della risposta. Subito dopo il voto, avevamo chiesto che venisse spiegato il nostro comportamento di voto. Ci riteniamo soddisfatti sia della risposta, che ha delineato le ragioni rispetto all'ampliamento del consenso alla contrarietà al contenuto della mozione che lei ha esposto, sia, in particolare, rispetto al futuro, sia il futuro del nostro comportamento in seno all'UNESCO che rispetto alla posizione che lei ha dettagliato. Cercare di cancellare il passato, di negare la storia è il modo peggiore per trovare una soluzione ai conflitti. Siamo certi che la posizione italiana, che lei ha dettagliato più ampiamente, rispetto al processo di pace e più specificatamente rispetto alla gestione di Gerusalemme, troverà negli atti successivi, sia in sede UNESCO che in sede diplomatica più ampia, un'attuazione vera, a partire anche dal viaggio del Presidente Mattarella. Quindi, grazie e buon lavoro.