26/10/2016
Sergio Boccadutri
Coppola, Nardi, Sani, Covello, Anzaldi, Leva, Piazzoni, Pinna, Berretta,Gasparini, Giampaolo Galli, Di Salvo, Giuseppe Guerini, Basso, Bruno Bossio, Moscatt, Lodolini,Manciulli, Zan, Giulietti, Pilozzi, Lattuca, Barbanti, Losacco, Ferrari, Raciti, Marco Meloni, Bargero,Brandolin, Paola Bragantini, Bazoli, Aiello, Ascani, Bonaccorsi, Bonomo, Burtone, Causi
2-01522

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che: 
l'articolo 1, comma 900, della legge di stabilità 2016 ha previsto che, al fine di assicurare, la corretta e integrale applicazione del regolamento (UE) n. 751/2015 del 23 aprile 2015 relativo al nuovo regime armonizzato dell'Unione europea delle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento basate su carte di debito e di credito, il Ministero dell'economia e delle finanze avrebbe dovuto emanare, entro il 1o febbraio 2016, un decreto ministeriale attuativo; 
ad oggi non si ha alcuna notizia né dei tempi circa la sua possibile emanazione, né di quelli dell'auspicata preventiva consultazione pubblica circa il suo contenuto; 
tale situazione d'incertezza in ordine all'esercizio delle opzioni nazionali previste dal regolamento, e quindi sull'effettivo contenuto del complessivo quadro normativo introdotto col regolamento dell'Unione europea, sta creando una grave situazione di svantaggio competitivo per il sistema nazionale dei pagamenti al dettaglio e più in generale per tutti gli utenti dei servizi di pagamento con carte. Tra i soggetti negativamente affetti da tale inerzia rientrano anche le autorità pubbliche nazionali che dovranno approntare gli strumenti, anche organizzativi, e le risorse necessarie all'efficace ed efficiente esercizio delle funzioni che dovranno essere loro attribuite ai sensi del regolamento dell'Unione europea; 
inoltre, al di là dell'esercizio delle opzioni nazionali, il decreto ministeriale in questione è necessario anche per ottemperare ad alcuni specifici obblighi che il regolamento europeo in parola pone a carico degli Stati membri, quali ad esempio quelli (di cui agli articoli 13 e 14) in materia di definizione dell'apparato dei controlli e di quello sanzionatorio nazionale per i quali il termine a provvedere scadeva il 9 giugno 2016; 
l'articolo 1, comma 900, lettera c), della legge di stabilità 2016 ha, peraltro, modificato il comma 5 dell'articolo 15 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 (convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221), prevedendo che i decreti ministeriali attuativi della norma prevista dal precedente comma 4 dello stesso articolo (che stabilisce l'obbligo per i commercianti e i professionisti di accettare pagamenti mediante carte di debito e di credito) devono disciplinare le modalità, in termini e l'importo delle sanzioni amministrative pecuniarie anche in relazione ai soggetti interessati, anche con riferimento alle fattispecie costituenti illecito e alle relative sanzioni pecuniarie amministrative. Con i medesimi decreti può essere disposta l'estensione degli obblighi a ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tecnologie mobili; 
questa circostanza alimenta il clima di incertezza degli operatori ed è fortemente lesiva del diritto del consumatore a scegliere lo strumento di pagamento preferito –: 
in quali tempi i Ministri interpellati procederanno all'adozione del decreto ministeriale de quo. 

Seduta del 13 gennaio 2017

Illustrazione e replica di Sergio Boccadutri, risposta del governo di Umberto Del Basso De Caro, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. 

Illustrazione

Grazie, Presidente. L'Unione europea nel 2015 ha emanato un Regolamento molto importante per il mercato dei pagamenti, perché ha consentito di ridurre una componente delle cosiddette commissioni legate ai pagamenti con carta di credito e carte di debito. In particolare, ha posto un tetto dello 0,3 per cento sulle commissioni interchange lato carta di credito, dello 0,20 per cento sulle commissioni interchange lato carte di debito, quindi con un effettivo vantaggio per tutti quei commercianti che si sono visti poi ridurre complessivamente la commissione e, dall'altra parte, anche un tentativo di armonizzare quello che è appunto il costo delle operazioni a livello europeo con un regolamento europeo: quindi, un vantaggio per i commercianti, un vantaggio anche per i consumatori, perché questo indirettamente ne aumenta l'accettazione da parte dei commercianti, e quindi una maggiore libertà di scelta dei consumatori di poter pagare i beni e i servizi come meglio credono. 
Questo regolamento è già in vigore, ma consentiva e consente attualmente ai Paesi di poter determinare anche delle ulteriori riduzioni per certe categorie di prodotti ovvero per certe soglie ulteriori. Il Parlamento aveva fatto una scelta, aveva deciso di ridurre ulteriormente queste commissioni per i pagamenti sotto i 5 euro; questo perché l'Italia è uno dei Paesi che più stenta nell'adozione, nella diffusione di pagamenti alternativi al contante – oggi all'incirca l'80 per cento delle transazioni che avvengono quotidianamente avviene per contante, soltanto il 20 per cento con mezzi diversi dal contante, a differenza di tanti altri Paesi, dove invece si sfiorano percentuali ben più alte, anche superiori al 40 per cento, con dei vantaggi diretti anche in termini di efficienza del sistema, ma anche di emersione del nero, perché più contante circola e più il nero naturalmente ha il vantaggio di essere visto meno, perché ovviamente sta molto in profondità. Quindi, quando si abbassa il livello del contante, si vede meglio il fondo del fiume e si vedono anche appunto quelle che sono le operazioni in nero. Perché il Parlamento aveva fatto questa scelta ? Aveva fatto questa scelta per sensibilizzare, per incentivare l'utilizzo comune quotidiano – quindi anche con piccole somme – di pagamenti elettronici e favorire l'accettazione da parte di un merchant del pagamento anche con carta per l'acquisto di una colazione, di un caffè e d'altra parte, quindi, una maggiore fiducia da parte del consumatore di poterlo utilizzare naturalmente poi anche in altre occasioni. Quindi, un maggior utilizzo quotidiano, una maggiore incentivazione dei micropagamenti porterebbe – ne siamo sono ancora convinti, ne sono ancora convinto – una maggiore diffusione dei pagamenti elettronici. Tra l'altro, questa possibilità, quando sono state fatte tutte le fasi di preparazione del regolamento, è stata fortemente voluta anche dai rappresentanti italiani, perché noi abbiamo anche una caratteristica particolare, di un circuito domestico molto vantaggioso per i commercianti, per i merchant e anche per i consumatori. Si fidano tantissimo, ma anche a livello di frodi; basti pensare che le frodi, sul lato appunto delle carte di debito, è pari allo 0,001 per cento – sono cifre sostanzialmente ineguagliate in Europa. Abbiamo il sistema più sicuro che c’è in Europa, anche superiore a quello inglese, che pure invece ha una maggiore diffusione di pagamenti elettronici, eppure noi non l'abbiamo utilizzato. 
Non l'abbiamo fatto. Sarebbe bastato appunto un decreto per determinare questa ulteriore riduzione di interchange, con un vantaggio anche del sistema e della competizione dei sistemi di pagamento, un vantaggio dei merchant, un vantaggio dei consumatori. Francamente non si capisce perché il Governo, ad oggi, non abbia adempiuto a questo che è appunto un obbligo contenuto nella legge di bilancio ormai di due anni fa. Insieme però con quel decreto si sarebbe dovuto adempiere anche ad alcuni obblighi, quello appunto di stabilire quali sono le autorità che devono regolare le sanzioni per i circuiti e determinare anche le sanzioni stesse per i circuiti, non per i commercianti – quella è un'altra cosa – per i quali avremmo dovuto provvedere entro il 9 giugno 2006. Ovviamente mancando l'indicazione di idoneità, mancando quindi che queste possano in sé organizzarsi, noi in questo momento non stiamo adempiendo a quello che è il dettato anche di un regolamento europeo e penso, appunto, che ciò sia grave in sé. 
In più, le stesse norme approvate dal Parlamento prevedevano anche un impegno affinché fosse garantita la libertà del consumatore di poter scegliere lo strumento di pagamento a lui più confacente, quindi anche con un'accettazione da parte dei commercianti che fosse in qualche modo vigilata, controllata da questo punto di vista, anche con una sanzione. Devo dire che l'effetto di quella norma è stato anche quello di diffondere ulteriormente i pagamenti elettronici anche sotto il livello precedentemente fissato dalla norma sopra i 30 euro; ormai sotto i 30 euro tutti accettano, perché quella norma ha tolto anche quel tetto che era obbligatorio. 
Però, ovviamente, laddove appunto questo non venga fatto, il cittadino non ha nessun potere. Da questo punto di vista io mi permetterei di suggerire anche di estendere l'applicazione dell'articolo 693 del codice penale, che prevede una semplice sanzione amministrativa di 30 euro per chi non accetta la moneta, il contante. Oggi abbiamo un articolo del codice penale che dice «se tu un accetti la moneta che ha corso legale nello Stato, tu hai una sanzione di 30 euro». Quindi il cittadino può dire «tu non stai accettando la moneta, io ti segnalo e tu hai una sanzione di 30 euro». Basterebbe estendere questo a tutti gli strumenti di pagamento regolati esattamente come il contante, quindi alle carte di pagamento, per avere il cittadino almeno uno strumento di pressione e dire: «se tu non accetti il pagamento come voglio io, stai violando una legge dello Stato, stai violando il codice penale». Per carità, stiamo sempre parlando di una sanzione amministrativa, quindi anche nella portata di una relazione tranquilla, perché poi a questo punto non stiamo parlando di chissà che. Basterebbe quindi questo, mi permetto come suggerimento. Anche questo doveva essere oggetto del decreto e non c’è, non
c’è nulla. Quindi noi rimaniamo il Paese più indietro da questo punto di vista, che lede quindi un principio di scelta del consumatore di decidere come pagare. Da questo punto di vista il Parlamento ha anche fatto un passo in avanti rispetto ad anni passati, perché ormai in tutto l'emiciclo c’è una concordanza sul fatto che i pagamenti elettronici creano veramente efficienza, che sono vantaggiosi per i cittadini e che devono essere messi nelle stesse condizioni del contante di essere accettati. Noi abbiamo fatto una scelta, abbiamo, in quella legge di stabilità, innalzato il limite del contante a 3000 euro, ma anche detto però «il cittadino decida come voler pagare». Abbiamo fatto una scelta che poteva sembrare di controtendenza, ma dall'altro lato abbiamo detto «è vero, alziamo a 3000 euro il limite del contante, non ci sono però più limiti per l'accettazione delle carte, perché non c’è più questo limite dei 30 euro, e il cittadino è libero di poter pagare». Va reso oggettivo ed effettivo questo diritto di scelta del cittadino, attraverso l'emanazione di questi due decreti, anche per portarci ai livelli europei, tentare almeno. Lo dico, perché questo è il Paese dove, invece, abbiamo una delle migliori industrie di punta del mercato dei pagamenti, i migliori sistemi di sicurezza a livello tecnologico – ce li invidiano ovunque, ce li comprano ovunque, nel senso che sono poi esportati in tutto il mondo – però poi nel nostro Paese non riusciamo ad essere altrettanto bravi. Da questo punto di vista spesso ciò capita per una mancanza anche di mercato, di volontà, di quella che è la capacità, che in questo caso invece manca, perché manca un vero e proprio minimo adeguamento di norme a quello che è ormai dettato anche dal regolamento europeo.E lo dico anche alla luce di una prossima emanazione di una direttiva europea che dovrà ulteriormente incentivare questi strumenti di pagamento, sempre nell'ottica che il cittadino decida come voler pagare.

Risposta del Governo

Presidente, con l'interpellanza urgente n. 2–01522 (Vedi All. A) l'onorevole Sergio Boccadutri ed altri chiedono di conoscere quali siano i tempi per l'emanazione del decreto ministeriale attuativo del regolamento (UE) n. 751/2015 del 29 aprile 2015, relativo alle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento basate su carte, il cosiddetto regolamento IF, rilevando che, ad oggi, non si hanno notizie sui tempi della possibile emanazione di tale decreto né di quelli dell'auspicata consultazione pubblica sul contenuto dello stesso. Osservano, inoltre, che da ciò deriverebbe una situazione di incertezza in ordine all'esercizio delle opzioni nazionali previste dal regolamento EF, nonché, quindi, sull'effettivo contenuto del complessivo quadro normativo introdotto con detto regolamento IF. Secondo gli interpellanti, tale circostanza starebbe creando anche una grave situazione di svantaggio competitivo per il sistema nazionale dei pagamenti al dettaglio e, più in generale, per tutti gli utenti dei servizi di pagamento con carte. Tra i soggetti negativamente affetti dalla mancata emanazione, finora, del suddetto decreto ministeriale attuativo rientrerebbero, secondo gli onorevoli interpellanti, anche le Autorità pubbliche nazionali competenti ad ottemperare ad alcuni specifici obblighi che il regolamento IF pone a carico degli Stati membri, quali quelli in materia di definizione dell'apparato dei controlli e sanzionatorio. Al riguardo, gli interpellanti richiamano, altresì, il fatto che l'articolo 1, comma 900, lettera c), della legge di stabilità 2016 ha modificato, inoltre, il comma 5 dell'articolo 15 del decreto-legge 18 ottobre 2012 n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012 n. 221, prevedendo che i decreti ministeriali attuativi della norma prevista dal precedente comma 4 del medesimo articolo, che stabilisce, appunto, l'obbligo per i commercianti e i professionisti di accettare i pagamenti con carte di debito e di credito, devono disciplinare le modalità, i termini e l'importo delle sanzioni amministrative e pecuniarie in relazione ai soggetti interessati, anche con riferimento alle fattispecie costituenti illecito ed alle relative sanzioni pecuniarie amministrative. Ciò posto, l'onorevole Boccadutri chiede di conoscere quali siano i tempi per l'emanazione, da parte dei ministri interpellati, del decreto ministeriale attuativo del regolamento IF previsto dall'articolo 1, comma 900, lettera b), della legge di stabilità 2016. 
Al riguardo, per quanto di competenza si fa preliminarmente presente che i lavori per l'emanazione del decreto ministeriale attuativo del regolamento suddetto si sono prolungati, e sono tuttora in corso, principalmente a causa della necessità di realizzare il migliore coordinamento tra il disposto di tale decreto ministeriale, previsto all'articolo 1, comma 900, lettera b), della legge di stabilità 2016, e quello dei diversi decreti da emanarsi, invece, da parte del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, per disciplinare le modalità, i termini e l'importo delle sanzioni amministrative e pecuniarie anche in relazione ai soggetti interessati di attuazione della disposizione di cui al comma 4, anche con riferimento alle fattispecie costituenti illecito ed alle relative sanzioni pecuniarie amministrative, ossia con riguardo all'obbligo esistente dal 30 giugno 2014 per i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazioni di servizi, anche professionali, di accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito e carte di credito, salvi i casi di oggettiva impossibilità tecnica. 
In particolare, gli aspetti più delicati, al fine del dovuto coordinamento tra le diverse norme, riguardano, primariamente, ma non solo, l'applicazione delle nuove business rules, regole del business, stabilite dal regolamento IF, in materia di libertà di steering del cliente – bisogna confrontare sul punto l'articolo 11 del regolamento IF sulle norme in materia di orientamento – e sulla possibilità del merchant di non accettare determinate carte di pagamento, anche qui bisogna confrontare l'articolo 10 del regolamento IF sulle regole in materia di obbligo di accettare tutte le carte di uno schema. Si osserva, inoltre, che nell'ambito di tale lavoro di coordinamento normativo si è da ultimo dovuto tenere conto anche dell'entrata in vigore, nel frattempo, dell'articolo 11 della legge di delegazione europea 2015, che è la legge n. 170 del 2016, in vigore dal 16 settembre del 2016, che contiene una delega al Governo ad adottare, entro dodici mesi dall'entrata in vigore della stessa legge di delegazione, un decreto legislativo recante le norme occorrenti all'adeguamento del quadro normativo vigente, a seguito, proprio dell'entrata in vigore del regolamento IF. In particolare, rileva al riguardo che nell'esercizio di tale delega il Governo è espressamente tenuto, tra l'altro, a prevedere, in conformità alle definizioni, alla disciplina e alle finalità del regolamento (UE) n. 751/2015, le occorrenti modificazioni ed abrogazioni della normativa vigente, anche di derivazione europea, per i settori interessati dalla normativa da attuare, al fine di assicurare la corretta ed integrale applicazione del medesimo regolamento e di realizzare il migliore coordinamento con le altre disposizioni vigenti. 
La stessa legge di delegazione europea 2015 contiene, all'articolo 12, una delega al Governo ad adottare, entro dodici mesi dall'entrata vigore della medesima legge, un decreto legislativo recante l'attuazione della direttiva (UE) 2015/2366 del Parlamento europeo e del consiglio del 25 novembre 2015, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, il cosiddetto PSD2. Al riguardo, il comma 1, lettera o), dello stesso articolo 12, prevede che nell'esercizio di tale delega il Governo è tenuto, tra l'altro, ad apportare tutte le abrogazioni, modificazioni ed integrazioni alla normativa vigente, anche di derivazione europea, al fine di assicurare il coordinamento con le disposizioni emanate in attuazione del presente articolo e la complessiva razionalizzazione della disciplina di settore. Si rappresenta dunque che il decreto ministeriale attuativo del regolamento IF, da emanarsi da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, sentita la Banca d'Italia, ai sensi dell'articolo 1, comma 900, lettera b), della legge di stabilità 2016, benché in ampia parte già definito nella sua struttura e nel suo contenuto, non è stato ancora emanato in quanto è tuttora in
corso la necessaria ed attenta valutazione delle migliori opzioni normative da attuare, al fine di assicurare il dovuto coordinamento tra il disposto dell'articolo 1, comma 900, lettera b), della legge di stabilità 2016 e le deleghe legislative contenute negli articoli 11 e 12 della legge n. 170 del 2016 e del relativo impatto sulla coerenza ed efficienza del framework complessivo della disciplina dei servizi di pagamento. Ciò posto, si ritiene di poter procedere in tempi brevi alla messa in consultazione del decreto ministeriale in esame, al fine di dare attuazione all'articolo 1, comma 900, della legge di stabilità 2016.

Replica

Grazie, Presidente. Mi trovo in una situazione un po’ imbarazzante, lo dico politicamente, perché fino all'ultima frase della risposta del sottosegretario avrei detto: non sono soddisfatto, perché, francamente, mi ha detto perché non è stato emanato; da questo punto di vista veramente il sottosegretario non è tenuto a saperlo, neanche gli estensori, magari, della risposta, ma l'articolo 12 della legge di delegazione europea, quella recepente della PSD2, e, quindi, anche la lettera o) testé letta è frutto di un emendamento parlamentare del sottoscritto e non del Governo, quindi, conosciamo perfettamente là dove, appunto, andava a cascare il problema. Sarebbe bastato, alla luce di quanto è emerso – e naturalmente io non ho dubbi che ci siano e ci possano essere problemi –, comunque fare un pezzo; quello rimarrà, il tema è quello di regolare l'Interchange sotto i 5 euro per dire al mercato: i pagamenti sotto i 5 euro comportatevi così; così che qualcuno possa decidere anche di fare zero commissioni piuttosto che ancora meno di quello che è previsto dal regolamento in modo da incentivarli. Io da questo punto di vista, quindi, siccome la legge di delegazione europea è stata approvata soltanto, appunto, in prima lettura alla Camera, credo poco prima della pausa estiva, poi è stata approvata in via definitiva al Senato al rientro, nel settembre 2016, insomma, era già scaduta la delega da un bel po’ di tempo. E quindi sarebbe bastato, magari, intervenire soltanto su un pezzo; e suggerisco, ulteriormente, sulle sanzioni, di fare ciò che è già scritto in ordinamento, quindi andare per analogia, senza inventare nulla di ché, senza andare a creare anche un conflitto con i commercianti da questo punto di vista; utilizzare l'articolo 693 del codice penale sembrerebbe de facto la soluzione migliore esattamente come non accetti il contante, non accetti la carta. Non c’è alcun problema con l'articolo 10 e 11 del Regolamento, perché da questo punto di vista quelli valgono comunque e, quindi, da questo punto di vista la mancata accettazione naturalmente sta dentro lo schema dell'ordinamento. In questo caso, il Regolamento, agli articoli 10 e 11, dispone alcune cose che, da un punto di vista della gerarchia delle fonti, hanno una supremazia su quello che possiamo decidere nel Parlamento, perché si tratta di Regolamento europeo; pertanto se un commerciante rifiuta una determinata carta in un determinato schema, ciò gli è consentito dal Regolamento e ovviamente non è punibile da questo punto di vista, mentre se ha deciso di accettare tutte le carte di quel determinato schema, deve farlo, perché invece così appunto dispone il regolamento. 

Quindi, da questo punto di vista, non c’è alcuna contraddizione con il Regolamento, perché da questo punto di vista è molto chiaro in quella parte ed è molto chiaro, perché si è voluto entrare nel dettaglio di alcuni contratti che i circuiti facevano e che imbrigliavano un po’ troppo i commercianti. Dunque, da questo punto di vista, si è fatta molta chiarezza proprio a favore dell'accettazione delle carte e di evitare contratti poco chiari e che, in un certo modo, imbrigliassero troppo i commercianti. 
Detto questo, quindi, per quanto riguarda tutta la prima parte la risposta, mi riterrei insoddisfatto perché, ovviamente, il decreto, almeno per quanto riguarda le soglie sotto i 5 euro, si poteva e si doveva fare tranquillamente nei tempi.  L'ultima parte della risposta mi lascia in imbarazzo, perché invece dice: lo stiamo per mettere in consultazione, e quindi a questo punto penso che sia pronto già un testo da mettere in consultazione nei prossimi mesi. A questo punto, io non posso che sperare che ciò venga effettivamente fatto, perché io penso che la responsabilità prima della politica è quella di creare regole certe, non soltanto appunto per i cittadini, ma anche per le imprese che investono. E quando si tratta di andare a decidere, sotto una soglia, quali possibilità hai di calcolo di una commissione, significa investire soldi in sistemi informatici che poi gestiscono tutti i pagamenti sul territorio nazionale e significa anche dare certezza alle imprese che investono in un settore come questo, rispetto appunto alle norme. Invece, noi li abbiamo tenuti fermi per oltre un anno perché mancava questo e, quindi, da questo punto di vista abbiamo tenuto ferma la loro possibilità, la possibilità che il mercato incentivasse l'utilizzo dei pagamenti elettronici da parte dei cittadini, perché sarebbe stato appunto definire sotto i 5 euro quali erano le commissioni e quindi i cittadini avrebbero potuto utilizzarli anche più facilmente, i baristi anche accettare più facilmente le carte perché sapevano che sotto i 5 euro, essenzialmente, non pagavano commissioni e pagavano una bazzecola, e quindi diffondere una cultura dei pagamenti alternativi al contante. Il gioco sarebbe stato questo: il Governo, in questo caso delegato dal Parlamento fa una norma, il mercato recepisce la norma e fa degli investimenti, e poi da questo punto di vista si crea una cultura dei pagamenti più efficiente nel Paese. 
Quindi, da questo punto di vista, io non posso che dirmi, come si usa dire, parzialmente soddisfatto relativamente all'ultima risposta, auspicandomi che almeno entro questo semestre ci sia finalmente questo decreto e auspicando, ovviamente, anche l'attuazione del mio emendamento, poi approvato dal Parlamento, relativamente alla PSD2, teso non soltanto ad armonizzare il sistema dei pagamenti in Italia, ma teso anche a questo Paese, che è un Paese a cui noi critichiamo molto spesso – c’è anche qui il sottosegretario Giacomelli – la capacità dei cittadini italiani di avere una confidenza con le nuove tecnologie, ma io penso che quando la politica fa delle scelte, poi i cittadini stanno dietro a queste cose. 
Lo abbiamo visto con tutto il piano della banda larga, abbiamo una diffusione di smartphone che non abbiamo in nessun altro Paese, e se non incentiviamo, anche normativamente, le cornici normative e creiamo norme da questo punto di vista, testi unici sui pagamenti, evitando appunto che poi siano sparsi in tante norme, creiamo un mercato anche più vivo e più concorrenziale e, quindi, un vantaggio anche per i consumatori e per i commercianti che avranno strumenti più efficienti, più sicuri e ad un minor costo per tutti. 
Ecco, io spero quindi che sia l'adozione del decreto legislativo sulla PSD2, sia appunto la definizione di un’interchange più bassa, anche sotto i 5 euro, vengano fatte almeno prima dell'estate così poi da rimetterci almeno nelle condizioni di poter raggiungere gli altri Paesi europei sui livelli di transazioni non in contante.