06/12/2016
Luigi Dallai
Donati, Ascani, Di Lello, Cenni, Sani, Manciulli, Miccoli, Nardi, Lattuca, Albini, Manzi, Crimì, Rocchi, Carocci, Becattini, Mariani, Fragomeli, Giuseppe Guerini, Di Salvo, Coppola, Bratti, D'Ottavio, Bonaccorsi, Zardini, Arlotti, Benamati, Bargero, Berlinghieri, Marco Di Maio, Covello, Zanin
2-01559

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze per sapere – premesso che: 
il servizio dei treni intercity rappresenta, per un'ampia e diversificata fascia di utenza su tutto il territorio nazionale, un mezzo di trasporto pubblico fondamentale per garantire il diritto alla mobilità ai cittadini che sono costretti quotidianamente ad affrontare spostamenti, per motivi di lavoro, studio o salute; 
nonostante ciò, sono molti i disservizi, a cui sono sottoposti giornalmente i passeggeri che viaggiano sui treni intercity, tra cui: lunghi tempi di percorrenza; mancanza di puntualità; soppressione senza preavviso delle corse; carenza di informazione, mancanza di garanzia di partenza delle coincidenze; guasti tecnici; carrozze non adeguate e poco pulite; sovraffollamento dei convogli; condizioni precarie delle infrastrutture ferroviarie; aumenti delle tariffe non giustificati dalla bassa qualità e riduzione generalizzata dei servizi offerti; 
va rimarcato, d'altro canto, che, parallelamente alla crescita delle criticità e delle riduzioni del trasporto ferroviario intercity e regionale è stata elevata esponenzialmente l'offerta dei collegamenti dell'alta velocità (AV); 
da quanto emerso da organi di stampa, Trenitalia avrebbe intenzione di tagliare, dal 15 gennaio 2017, 7 coppie di intercity in tutta Italia, di cui 4 nella sola Toscana ed, in particolare, due coppie di treni sulla tratta Napoli – Milano che vengono utilizzati dai pendolari per collegare le città di Prato, Firenze, Arezzo e Chiusi; 
i servizi garantiti dai treni Intercity sono essenziali per l'utenza interregionale che non può accedere all'alta velocità, ma anche per i tanti pendolari che li utilizzano nei loro spostamenti quotidiani. Togliere questi servizi rappresenterebbe un danno gravissimo al servizio regionale, soprattutto per quelle regioni come la Toscana che stanno investendo convintamente su questo tipo di trasporto; 
la soppressione di treni intercity in Toscana era già stata ventilata negli scorsi anni, poi sospesa anche a seguito delle richieste delle regioni e degli enti locali e degli interventi delle rappresentanze politiche parlamentari; 
il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, sostiene da tempo la necessità di rilanciare il trasporto pubblico regionale su rotaia ed ha annunciato, nei mesi scorsi, ulteriori 1,8 miliardi di euro di investimenti mirati per tale comparto; 
emerge quindi con chiarezza che la soppressione delle 7 coppie di intercity sopracitata rappresenta, in ogni caso, una decisione non concertata, causata da esclusive ragioni di carattere economico, e che (per qualità e quantità dei servizi cancellati non adeguatamente sostituiti ed integrati) non può comunque essere frutto di una programmazione efficace ed a sostegno dei pendolari; 
tale soppressione causerebbe, infatti, gravi ed ulteriori disagi nei confronti di migliaia di utenti, su tutto il territorio nazionale, che vedrebbero scomparire un servizio spesso unico per poter svolgere le attività quotidiane; 
in questo contesto appare altrettanto auspicabile, al fine di migliorare l'offerta ai pendolari dell'intero Centro Italia, approfondire l'ipotesi di realizzare una stazione per i treni ad alta velocità situata nel sud della Toscana che possa interessare un ampio bacino di utenza attualmente non raggiunto da questa tipologia di trasporto –: 
se i ministri interpellati siano a conoscenza delle reali intenzioni di Trenitalia di sopprimere i collegamenti intercity citati in premessa e, nello specifico, quali tratte e quali bacini di utenza coinvolgerebbero tali riduzioni di servizio; 
se ritengano conseguentemente necessario assumere iniziative urgenti di competenza per evitare tali riduzioni di servizio insostenibili e per garantire il diritto alla mobilità ai cittadini; 
se la realizzazione di una stazione per i treni ad alta velocità nel sud della Toscana, integrandosi con l'offerta del trasporto pubblico regionale, sia economicamente sostenibile. 

Seduta del 13 gennaio 2017

Illustrazione e replica di Luigi Dallai, risposta el governo di Umberto Del Basso De Caro, sottosegretario ai trasporti

Illustrazione

Grazie, Presidente. Siamo alla terza sollecitazione verso il Governo in tre anni, quindi praticamente una all'anno, rispetto a questo problema della ventilata soppressione di treni intercity che Trenitalia ad ogni cambio di orario, invernale o estivo, paventa perché oggettivamente messa in calendario. In teoria il 15 gennaio sarebbero dovuti essere soppressi sette coppie di treni intercity, che attraversano le regioni dell'Italia centrale, in particolare quelli che collegano le città toscane, attraverso la Toscana, l'Umbria e il Lazio verso Roma. Lo stato dell'arte vede i pendolari utilizzare i treni intercity come la sola possibilità, quindi senza reali alternative, per trasferirsi verso le città in cui lavorano o, per gli studenti, verso le città in cui studiano. Lo stato dell'arte ci dice appunto che, nonostante gli impegni fattivi e concreti delle regioni verso un trasporto regionale più efficiente, il trasporto interregionale è di difficile interruzione. Anzi un'interruzione di tale servizio si configurerebbe per davvero come l'interruzione di un diritto al trasporto verso località che sono necessariamente da raggiungere per motivi di lavoro, di studio o anche semplicemente per quella clientela che non può permettersi le spese relative all'utilizzo dell'alta velocità, servizio che invece Trenitalia sembra voler privilegiare forse come unico servizio di livello interregionale. Credo che lo stato dell'arte ci dice che le nostre sollecitazioni verso il Governo ad ottenere risposte rispetto a questa materia testimoniano non solo la sofferenza dei pendolari ma anche la sofferenza o forse l'insofferenza di Trenitalia verso questo servizio forse perché è un servizio su cui l'azienda non solo non intende investire ma non intende proseguire i propri investimenti e questo credo sia un nodo da affrontare da parte del Governo allorquando il Ministro delle infrastrutture Delrio sostiene a ragione di volere investire risorse ingenti verso il trasporto regionale ed interregionale. Tuttavia prendiamo atto che l'azienda di riferimento ogni anno ci pone di fronte a questa problematica su cui molti parlamentari intervengono: lo testimonia proprio il numero di firme, la facilità con la quale siamo riusciti ad ottenere una sollecitazione dal Governo e anche un'interlocuzione verso le amministrazioni regionali e, attraverso di loro, verso l'azienda Trenitalia. Tutto questo testimonia che questa problematica si ripropone diciamo in maniera continua, ciclicamente. Forse il Governo può farsi carico di assumere un'iniziativa sul criterio rispetto al quale il trasporto interregionale deve essere valutato nel novero dei servizi offerti per il trasporto dei pendolari o degli studenti o comunque della clientela che non necessariamente e non solamente può avvantaggiarsi di un servizio che è all'interno delle proprie regioni e quindi può valutare se anche il servizio dell'alta velocità possa essere allargato nel proprio perimetro affinché possa essere utilizzata in una forma plausibile anche da parte dei pendolari e della clientela che adesso ne rimane esclusa. 
Penso che non vorrei ritrovarmi tra qualche mese al cambio dell'orario, verso quello estivo, con una nuova proposta di Trenitalia delle soppressioni di qualche numero di servizi intercity perché so benissimo che il Governo anche in quel momento si farebbe carico di intervenire di concerto con le regioni interessate. Credo però che questo sia verosimile. Credo dunque che forse un ragionamento più complessivo e forse risolutivo potrebbe essere messo in atto dal Governo stesso. 

Risposta del governo

Grazie, Presidente. In risposta ai quesiti posti dagli interroganti Trenitalia ricorda che la quasi totalità dei servizi intercity è inserita nel contratto di servizio stipulato tra Trenitalia e lo Stato e che, come è noto, la caratteristica di tali treni è quella di non essere economicamente sostenibili da parte di Trenitalia e quindi lo Stato eroga corrispettivi in coerenza con quanto stabilito nel piano economico-finanziario inserito anch'esso nel contratto. Fanno eccezione solo cinque coppie di intercity che sono state effettuate in regime di mercato da Trenitalia fino a tutto il 2016, compresi i collegamenti che servono a Prato, Firenze, Arezzo e Chiusi. Questi treni registrano ormai da anni perdite economiche estremamente rilevanti che ammontano a diversi milioni di euro e pertanto Trenitalia, non potendo continuare a sostenerne l'onere, ne aveva previsto la soppressione a partire dal 2017. Tuttavia anche in considerazione della funzione di tali collegamenti per il traffico pendolari, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ne ha evitato la soppressione. Infatti, nell'ambito delle trattative per il nuovo contratto di servizio media-lunga percorrenza, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha previsto la inclusione di detti collegamenti nel nuovo perimetro scongiurando così i paventati disagi all'utenza e operando al meglio nell'interesse della collettività. Quanto poi alla ipotesi di realizzare una stazione per i treni di alta velocità nel sud della Toscana, Rete Ferroviaria Italiana ricorda che nel dicembre 2014 è stato costituito un tavolo tecnico per individuare la posizione più idonea da assegnare ad una nuova stazione sulla linea di alta velocità Roma-Firenze nel tratto Arezzo- Chiusi, denominata Medio Etruria. Il tavolo tecnico è composto dai rappresentanti di regione Umbria e regione Toscana, dall'Università di Firenze, di Siena e di Perugia nonché dalla stessa Rete Ferroviaria Italiana. Il tavolo tecnico ha individuato cinque possibili posizioni: Arezzo e Chiusi nelle attuali stazioni, sfruttando le interconnessioni con la linea lenta; Rigutino lungo la linea di alta velocità ad una distanza di circa 100 metri dalla linea lenta con possibilità quindi di realizzare l'interscambio ferro-ferro; Valdichiana, località Farneta, al chilometro 175 della linea direttissima, baricentrica rispetto al bacino senese e al bacino perugino ed in corrispondenza della strada provinciale 28; Chiusi sud, infine, situata a circa 1,2 chilometri dall'attuale stazione. Le possibili alternative che ora ho descritto sono in corso di valutazione

Replica

Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario per la puntualità con la quale ha risposto all'interpellanza e anche per l'attivazione del Ministero verso Trenitalia per la salvaguardia dei treni intercity per la percorrenza interregionale. Come appunto si evince anche dalle parole del sottosegretario il problema oggettivo di questo servizio di treni intercity è la loro sostenibilità finanziaria, essendo un servizio in teoria di mercato ma sostanzialmente che non riesce minimamente a sostenere i propri costi. Tuttavia sappiamo che in assenza di alternative i costi devono essere sostenuti. Quindi ripropongo, come credo possa anche trasparire dalle valutazioni che venivano elencate dal sottosegretario, il problema di valutare eventuali alternative e, in assenza di eventuali alternative, avere la certezza della continuazione di questo servizio. Grazie.