08/03/2017
Edoardo Fanucci
Impegno, Aiello, Ascani, Barbanti, Becattini, Berretta, Boccadutri, Bonaccorsi, Camani, Carrescia, Cova, Crimì, Dallai, De Menech, Di Lello, Marco Di Maio, Donati, Ermini, Famiglietti, Galperti, Gasparini, Gelli, Manfredi, Morani, Mura, Parrini, Patriarca, Porta, Tinagli, Valiante, Venittelli
2-01698

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   l'Accordo nazionale Agenti di assicurazione 2003 (di seguito «ANA») sottoscritto tra il Sindacato nazionale agenti di assicurazione e Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) il 23 dicembre 2003, tutt'oggi vigente ed avente valore di fronte primaria ai sensi dell'articolo 1753 del codice civile, prescrive, all'articolo 34, l'obbligo in capo alla Compagnia di comunicare all'agente, entro 90 giorni dalla data di scioglimento del contratto di agenzia, il conteggio delle indennità dovute;
   il medesimo articolo 34, secondo comma, prevede che, trascorsi 15 giorni dalla comunicazione di cui sopra, la Compagnia paghi per intero le indennità. Solo nel caso di mancata costituzione da parte dell'agente di cauzione pari al 30 per cento delle indennità medesime, la Compagnia paga il 70 per cento delle indennità e provvede al pagamento della restante quota del 30 per cento entro 15 mesi;
   Sna, il Sindacato nazionale maggiormente rappresentativo degli agenti di assicurazione, con un indice di rappresentatività pari a circa il 90 per cento degli agenti italiani iscritti a un'associazione di rappresentanza, da tempo segnala alle autorità competenti come alcune grandi imprese utilizzino metodi e strumenti spesso apparentemente legittimi, per ostacolare di fatto la libertà imprenditoriale degli agenti ricondurre questi ultimi a patti, se pur non scritti, di esclusiva espressamente vietati dalla legge n. 40 del 217 e dal provvedimento antitrust n. 24935 «Agenti Monomandatari» del 20 maggio 2014;
   attraverso l'imposizione di vincoli di esclusiva di fatto le imprese spesso mirano ad escludere o limitare la comparazione tra tariffe e prodotti, a cura dell'intermediario professionale, con evidente ripercussione negativa sugli interessi ed aspettative dei consumatori, che a quell'intermediario si rivolgono per essere assistiti anche nella selezione del prodotto assicurativo maggiormente adeguato alle loro specifiche esigenze;
   lo Sna ha documentato all'Autorità garante della concorrenza e del mercato numerosi casi di comportamento delle imprese assicuratrici, rientranti nelle casistiche sopra descritte. In questo ambito, va inquadrato il caso del rapporto agenziale tra la Compagnia Zurich e la famiglia Pieri di Montecatini Terme. Quest'ultima, in data 20 gennaio 2015, ha comunicato di essere giunta alla decisione di sottoscrivere altro contratto agenziale al fine di poter offrire, alla propria clientela, più soluzioni assicurative ed il servizio di pluri-offerta, finalizzato al miglioramento del servizio ai clienti;
   da quel giorno, rapporti tra la Compagnia Zurich ed i Pieri sono degenerati a tal punto da indurre gli stessi Pieri, attraverso una serie di azioni coercitive aventi anche notevole impatto economico, ad accettare di sottoscrivere le dimissioni dal rapporto agenziale in data 29 aprile 2016;
   successivamente alle dimissioni, ai Pieri doveva essere comunicata, ai sensi del citato articolo n. 34 dell'Ana, l'entità delle indennità di fine mandato spettanti e provveduto al relativo pagamento da parte della Compagnia Zurich. Forse anche allo scopo di proseguire nell'opera di ostacolo alla diffusione del plurimandato di cui sopra, la Compagnia non solo non ha adempiuto al rispetto dell'obbligo anzidetto, ma, a distanza di un anno dallo scioglimento del rapporto agenziale e nonostante i ripetuti solleciti formalizzati tramite legale, non ha provveduto nel senso dovuto;
   anche l'incontro informale avvenuto nel mese di gennaio 2017 tra il legale dei Pieri ed i vertici della Compagnia finalizzato a cercare una composizione amichevole della vicenda, non ha sortito l'effetto sperato ed anzi la Compagnia avrebbe manifestato l'intenzione di non riconoscere alcuna indennità sulla clientela persa dopo lo scioglimento del contratto agenziale e ciò in palese violazione dell'ANA vigente. Tra l'altro, risulterebbe accertato l'uso improprio dell'immagine e del nome dell'agenzia Pieri da parte della Compagnia per il tramite del nuovo agente di zona;
   la Compagnia Zurich, fin dal 18 aprile 2016, ha preteso che i Pieri acconsentissero all'inserimento nel foglio cassa agenziale e quindi al pagamento mediante utilizzo del conto corrente separato ex articolo 117 del decreto legislativo n. 209 del 2005, delle rate di «rivalsa» per un rilevante ammontare; si tratta di un'operazione che i Pieri hanno dovuto accettare, (ma ciò non risulterebbe, secondo l'interpellante, permesso dalla disposizione legislativa citata e dal regolamento attuativo Ivass). Questo genere di operazioni che incidono direttamente sul conto corrente autonomo agenziale di cui all'articolo 117, del decreto legislativo n. 209 del 2005, costituiscono un grave pregiudizio per la stabilità finanziaria dell'agenzia e sono quindi in grado di provocare la cessazione dell'attività agenziale, con evidenti ripercussioni sul futuro professionale degli agenti, vittime di dette imposizioni;
   nonostante gli accorati appelli rivolti al gruppo aziendale agenti Zurich (GAZ), quest'ultimo non risulta essere intervenuto con la dovuta determinazione nei confronti della Compagnia e conseguentemente non risulta aver contribuito a sufficienza nella soluzione della vicenda –:
   quali iniziative intenda assumere il Governo, per quanto di competenza, anche a carattere normativo, per indurre le imprese assicuratrici al puntuale rispetto degli obblighi dettati dalle normative vigenti, ivi compreso l'Ana 2003, nonché gli atti che intenda intraprendere al fine di accertare, classificare ed eventualmente impedire i comportamenti delle imprese, tra i quali potrebbe rientrare quello di cui in premessa, che potrebbero costituire una violazione delle disposizioni in materia attualmente vigenti, trattandosi per altro di violazioni che, in molti casi, costituiscono ostacolo alle libertà imprenditoriali degli agenti e grave pregiudizio agli interessi dei consumatori.
 

Seduta del 24 marzo 2017

Illustra e replica Edoardo Fanucci, risponde Gianclaudio Bressa, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri

Illustrazione

Grazie Presidente, Governo, onorevoli colleghi presenti ad ascoltare sia on line sia fisicamente la presente interpellanza urgente.

Essa nasce da una brutta storia di un'Italia che non riesce a rispettare quelle che sono le buone intenzioni che il legislatore pone con atti forti e fermi nel corso del tempo. Mi spiego meglio; noi con la legge Bersani abbiamo introdotto un concetto semplice: la concorrenza deve essere stimolata, deve essere il punto di riferimento di un mercato troppo rigido, a volte opaco, quello delle assicurazioni, che si deve sbloccare, a vantaggio di chi? A vantaggio dei consumatori, degli utenti, del sistema finale. Far pagare di meno gli stessi servizi o, addirittura, servizi migliori a costi più bassi. Questo è un obiettivo perseguito dal legislatore, con una legge che ha ottenuto il plauso non solo del Parlamento, ma di tutta l'opinione pubblica, una legge che, scopriamo oggi, a dieci anni di distanza, è in gran parte inattuata e non trova una concreta applicazione nella realtà. Il Parlamento ha il dovere di stimolare tutti gli organi competenti, affinché quelle disposizioni trovino la loro concreta attuazione nella realtà.

Veniamo a noi; noi abbiamo un caso di provincia, un'agenzia a Montecatini Terme, un'agenzia assicurativa di una grande compagnia internazionale che opera da cinquant'anni con il monomandato, da cinquant'anni, lo ripeto. Dopo la legge Bersani, nel pieno rispetto della legge, cerca di attuare quella legge, nell'esercizio delle proprie funzioni, certo, sì, di natura privatistica, in un contesto, però, ben più ampio e, quindi, così come prescritto dalla legge, si apre al plurimandato. Questo ha delle conseguenze pesantissime nei confronti di quest'agenzia, ha delle conseguenze pesanti a tal punto che ci faccia pensare che questa azione, rivolta nei confronti di questa agenzia che rispetta la legge e si ribella a una prassi comune e diffusa, ma non certo positiva per il consumatore finale, viene colpita duramente per educare gli altri, per educare chi, una volta visto cosa accade a chi rispetta la legge, trova poi delle ripercussioni personali e aziendali tali da far chiudere, da far arrivare al fallimento, da far arrivare alla disperazione ciò che si è costruito nell'arco di cinquant'anni.

La presenza, qui, oggi, in questa sala, in quest'Aula, il tempio della democrazia, di più di 50 agenti da tutto il territorio nazionale, che sono qui in tribuna, che fanno parte del sindacato nazionale degli agenti di assicurazione, vuol dire che questo è un tema che non riguarda solo questo caso locale di Montecatini Terme, questo è un caso che ha una portata nazionale. C'è una base che vuole ribellarsi allo status quo, che vuole evitare quel meccanismo: ma si è sempre fatto così, continuano a fare così. Noi diciamo basta a questo sistema e chiediamo rispetto della normativa nazionale, chiediamo rispetto del consumatore, rispetto degli agenti di assicurazione per ottenere tariffe più basse, rispetto di un mercato in continua evoluzione e una legge che deve essere applicata nella sua totale norma.

I risultati sono che in Italia abbiamo la tariffa RC Auto che è pari a più del doppio della media europea, alla buona faccia dei risparmi. In alcune zone d'Italia, i costi sono talmente alti da impedire, sostanzialmente, la possibilità di adempiere a ciò che prescrive la legge, impedendo di assicurarsi, perché i cittadini non ce la fanno a quelle condizioni. Allora, noi parliamo tanto di poteri forti, ma qui, oggi, in Aula, cosa rappresentiamo? Rappresentiamo chi non ha voce, chi è debole di fronte alle grandi multinazionali che fanno da padroni rispetto a quelle che sono delle pratiche al limite della legalità. Allora, noi cosa vogliamo, cosa chiediamo? Che il plurimandato, così come previsto dalla legge Bersani, stimoli davvero la concorrenza e la concorrenza si realizzi davvero, in un libero mercato che deve essere l'obiettivo, non un'utopia, ma un obiettivo concretamente realizzabile. Vi è una stretta correlazione tra questi punti, tra plurimandato, concorrenza e libero mercato, che porterà alla riduzione delle tariffe, certamente di più rispetto a quanto accaduto in questi dieci anni, risparmi per il consumatore e per l'utente finale e un sistema efficiente ed efficace.

Nel caso della famiglia Pieri, così per citare alcuni elementi che sono tipici dei meccanismi di forza rivolti al più debole per educare gli altri, come detto in premessa, abbiamo avuto una serie di comportamenti scorretti molto chiari, al limite della decenza, direi. Primo punto; quando si è andati a chiedere di rispettare la legge è arrivata una serie di azioni vessatorie, coercitive, punitive nei confronti di chi non chiedeva altro che di rispettare la legge. Queste azioni ripetute più e più volte hanno determinato l'ultima conseguenza possibile, azione dell'agente di assicurazione, che è stata quella delle dimissioni. Già questo è un elemento, a mio avviso, che non merita commento, spregevole, negativo, che merita di essere evidenziato già nella sua totale negatività. Cosa c'era sotto? Dei vincoli di esclusiva di fatto, è indubbio, che non si ripetono solo in questa multinazionale nei confronti dell'ultimo agente di periferia, ma sono una prassi comune che induce a pensare che ci sia un cartello nazionale di queste pratiche e noi dovremmo stare zitti di fronte a questo comportamento, solo perché rivolgendosi ai più deboli, si ha una forza contrattuale diversa? Il gigante contro il piccolo nano? Non ci sto e come non ci sto io, non ci stanno i tanti deputati che hanno sottoscritto questa interpellanza.

Nel caso concreto, oltre alle dimissioni, si è fatto molto e molto di più. Oltre a fare arrivare quel soggetto alle dimissioni si è fatto di più. Cosa si è fatto? Non si è rispettata la legge, che forse è anche il motivo oggettivo che ci muove, qui, in quest'Aula, a sollevare questo problema. La legge prescrive che ad una certa cadenza, dopo la conclusione di quel mandato, vi sia una sorta di liquidazione. Ci sono determinate scadenze, oltre le quali non si può andare, non per un accordo o per un “accordicchio” tra privati, ma è la legge che lo prescrive, una fonte primaria del nostro ordinamento. Ebbene, questa legge non è stata rispettata e di fronte a un mancato rispetto della legge, chiedo al Governo di intervenire, perché non è una questione della liquidazione nei confronti dell'agenzia Pieri che, grazie a una famiglia solida della periferia italiana, fatta di più generazioni impegnate nell'attività aziendale, sta in piedi, ma nella normalità quest'azione avrebbe determinato la sconfitta del sistema, il fallimento del sistema, la chiusura di quell'agenzia, la perdita di posti di lavoro. In questo caso non ci si è arrivati, non ce la si è fatta, perché loro sono stati più coraggiosi, più capaci, più volenterosi rispetto al sistema avverso e si sono rivolti a un parlamentare, a una serie di parlamentari che hanno accolto la loro proposta, non solo per loro, ma per il sistema, come ho detto in premessa. Allora, per questo mancato rispetto della legge, rappresentante del Governo, devono essere presi dei provvedimenti seri, immediati, tali da non far credere che il sistema sia questo, ma il sistema è altro, è quello per cui noi siamo intervenuti in quest'Aula, e chi prima di me, pro tempore ha rappresentato le istituzioni, normando verso quella disposizione: concorrenza, libero mercato e un'apertura totale alle esigenze del consumatore e dell'utente finale. In questo caso, noi dobbiamo dire anche un altro passaggio che mi sta a cuore, quello che intorno a questa agenzia, non è che si è creato un meccanismo di solidarietà degli altri colleghi facenti capo a quella multinazionale; ci si è limitati a delle lettere formali, più di forma che di sostanza, che alla fine non hanno sortito alcun effetto, facendo sembrare che quello è un caso isolato di diatriba personale tra un soggetto e una multinazionale. Ma non è così e la dimostrazione che non è così è la presenza, la vicinanza di un sindacato nazionale importante, come quello degli agenti di assicurazione, che rappresenta quasi il 90 per cento del mercato, che ha espresso la solidarietà con un'azione forte e corale che non nasce e si esaurisce qui.

Qui trova un punto di riferimento, un punto di ascolto, una tribuna dove poter esprimere questa difficoltà, ma non si ferma e andrà avanti, per garantire che il libero mercato prevalga rispetto agli interessi, pochi, di soggetti forti e prepotenti.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. L'onorevole interpellante, nell'evidenziare la rilevanza dell'Accordo nazionale agenti di assicurazione nell'ambito dei rapporti tra compagnie ed intermediari, nonché il perpetuarsi di pratiche scorrette di alcune grandi imprese, che pur utilizzando metodi e strumenti apparentemente legittimi ostacolano, di fatto, la libertà imprenditoriale degli agenti di assicurazione attraverso patti non scritti in dispregio della normativa vigente, pure a seguito del recente intervento Antitrust del 2014, sottopone all'attenzione il caso del rapporto agenziale tra la Compagnia Zurich e la famiglia Pieri di Montecatini Terme. In particolare, sul caso anzidetto sono state rappresentate una serie di circostanze che avrebbero condotto ad un deterioramento dei rapporti tra compagnia ed agente finalizzate tra l'altro ad impedire reali rapporti di plurimandato, nonché è stato evidenziato come, a seguito di dimissioni del rapporto agenziale, la compagnia non avrebbe regolato le partite finanziarie riconoscendo gli indennizzi dovuti, contravvenendo così in diverse circostanze alle disposizioni dell'ANA. Tale circostanza ha comportato il mancato rispetto da parte della compagnia delle regole sulla gestione del conto separato recata dal codice delle assicurazioni e dal regolamento attuativo Ivass ed un conseguente nocumento, anche economico, all'agenzia.

In via preliminare, tenuto conto anche di quanto evidenziato delle autorità di vigilanza sentite in merito, si segnala quanto segue. La maggior parte dei temi sollevati nell'interpellanza in oggetto, sebbene afferenti alle dinamiche del settore assicurativo, sono da ricondursi prevalentemente a rapporti di natura civilistica, suscettibili eventualmente di produrre effetti sul tenore concorrenziale dei mercati, in particolare ostacolo al plurimandato, coinvolgendo più direttamente le competenze (controllo e vigilanza) dell'Antitrust in luogo di quelle attribuite per legge all'Ivass.

Ciò rappresentato, con specifico riferimento alla problematica concernente l'utilizzo del conto separato ex articolo 117 del codice delle assicurazioni private, si fa presente che l'Istituto di vigilanza ha confermato di avere più volte rappresentato alle imprese e alle associazioni di categoria, in particolare ANIA e SNA, che la ratio dell'articolo 117 del codice delle assicurazioni in tema di separatezza patrimoniale è quella di preservare le imprese e gli assicurati dall'incapacità dell'intermediario di trasferire loro, rispettivamente, i premi assicurativi incassati e le somme dovute a titolo di risarcimento e prestazioni assicurative. Sul conto separato non possono, quindi, transitare somme di danaro diverse e ulteriori rispetto a quelle espressamente indicate nella norma. Ne consegue che le somme di cui le compagnie possono chiedere agli intermediari il pagamento sul conto separato sono esclusivamente quelle relative ai titoli incassati e registrati nel periodo di competenza, eventualmente al netto delle provvigioni spettanti all'intermediario, con esclusione di altre diverse partite contabili non assicurative, quali le rivalse.

Avuto riguardo invece agli ulteriori aspetti evidenziati dall'onorevole interpellante, che presentano profili più accentuatamente di natura antitrust, si segnala che l'Agcom ha confermato la conclusione, nel maggio del 2014, di un procedimento istruttorio (caso 1702), avviato ai sensi del Trattato dell'Unione europea, nei confronti di una serie di imprese assicuratrici (Unipol Gruppo finanziario Spa e Fondiaria, SAI Spa, Allianz Spa, Reale Mutua Spa, Cattolica Spa, AXA 73 Spa, Groupama Spa), accettando gli impegni presentati dalle società ai sensi dell'articolo 14-ter della legge n. 287 del 1990 e chiudendo l'istruttoria senza accertare sanzioni.

L'anzidetto procedimento, avviato a seguito di diverse segnalazioni da parte del Sindacato nazionale agenti di assicurazione, era volto a verificare la possibile violazione dell'articolo 101 del Trattato dell'Unione europea, in relazione ad alcune specifiche clausole contenute nei contratti di agenzia, che avrebbero potuto ostacolare gli agenti nell'assumere i mandati da diverse compagnie assicurative. Nello specifico, le clausole di cui sopra riguardavano le disposizioni relative all'esclusiva nei contratti agenziali e all'informativa in caso di assunzione di altri mandati e le disposizioni relative all'operatività degli agenti nonché il sistema delle provvigioni.

Ciò evidenziato si rileva che l'Autorità, nel provvedimento di avvio, aveva ritenuto una serie di disposizioni, contenute nei contratti di agenzia, potenzialmente idonee ad ostacolare o impedire il plurimandato, limitando il confronto competitivo tra imprese, in particolare nel mercato RC auto. Tali clausole, che dovevano essere valutate alla luce del nuovo contesto normativo, il quale mirava proprio a modificare il rapporto tra imprese assicurative e reti agenziali, introducendo il divieto di esclusiva, equivalevano invece a dei veri e propri obblighi di non concorrenza, diretti o indiretti, idonei di fatto ad imporre agli agenti di non vendere prodotti assicurativi in concorrenza con quelli oggetto del contratto di agenzia.

In risposta alle criticità evidenziate, le imprese interessate avevano presentato impegni all'Autorità volti, tra l'altro, ad eliminare o, in casi specifici, attenuare le clausole che rinviavano a regimi di esclusiva, previsti dall'Accordo nazionale agenti, o condizionamenti a restare in vigore dei decreti-legge 223 del 2006 e 7 del 2007, nonché gli obblighi di comunicazione preventiva o tempestiva relativamente all'assunzione di altri mandati, al fine di favorire la gestione e la disponibilità operativa degli agenti, utenze e subentri nell'esercizio dell'attività ovvero consentire l'utilizzo di un conto corrente unico o rendere meno onerosa l'intermediazione di più mandati.

L'Autorità ha altresì segnalato che le imprese interessate dal procedimento hanno, fino ad oggi, sempre ottemperato agli impegni resi obbligatori e che non vi sono stati altri interventi dell'Autorità relativi ai medesimi temi.

Alla luce di quanto rappresentato, si ritiene opportuno evidenziare il continuo e fruttuoso intervento delle diverse autorità preposte alla vigilanza sul rispetto della normativa antitrust, che appare il punto principale dell'interpellanza, sebbene prenda spunto da una specifica fattispecie concreta di mercato, nonché l'effetto connesso al mutato quadro normativo di riferimento, alla luce dell'emanazione dei decreti-legge 223 del 2006 e 7 del 2007, che orienta l'opera del regolatore, onde confermare l'alto livello di attenzione che le autorità pubbliche garantiscono alle problematiche segnalate dall'interpellante nonché, considerando il più ampio settore assicurativo, la rilevanza attribuita alla regolamentazione di settore e anche nell'ambito delle segnalazioni che l'Autorità garante per la concorrenza del mercato periodicamente formula, al fine di adeguare la normativa concorrenziale ai nuovi e più efficaci assetti richiesti dall'economia del Paese.

Replica

Grazie, Presidente. Ho ascoltato con grande attenzione l'intervento del sottosegretario Bressa, per capire e potere anche definirmi soddisfatto o meno della replica.

Ad oggi, rispetto alle buone intenzioni rappresentate nella replica, non sono in grado di esprimermi, in quanto dovremo valutare con attenzione la risposta rispetto alle pratiche realizzate e applicate dalle compagnie nel sistema nazionale. Una cosa è certa: emerge nella replica che una serie di circostanze, ben rappresentate e evidenziate nell'interpellanza, sono state oggetto di interventi da parte delle autorità competenti.

Questo ci porta a dire che i problemi non riguardano un solo caso aziendale della città di Montecatini Terme, ma riguardano più casi a livello nazionale da determinare un'azione forte e formale da parte delle autorità, addirittura un'interlocuzione, così come definita nell'Agcom, con alcune tra le principali compagnie che operano nel settore delle assicurazioni nel Paese Italia. I problemi ci sono, quindi. Su come vengono risolti sta anche al consumatore trarne le conseguenze. Non una parola è stata replicata su i dati esposti sui costi maggiori in Italia rispetto alla media europea, in particolare della tariffa RC-auto. Questo è un dato di fatto difficilmente opinabile. Se vogliamo intervenire, non lo si fa soltanto con azioni dirigistiche o coercitive dall'alto, ma lo si fa stimolando il mercato ad autoregolarsi nella direzione indicata dal legislatore. Basta alle corporazioni, sì alle liberalizzazioni. È inutile, semplicemente, parlarne nei convegni e seminari, ma occorre dar seguito a quanto disposto dalla normativa vigente, fino in fondo, coinvolgendo - questo sì, e colgo il lato positivo della replica del Governo - tutte le autorità coinvolte: Antitrust, Ivass e tutti i soggetti che hanno un ruolo, o che potenzialmente potrebbero avere un ruolo, per migliorare lo stato del mercato nazionale, che è un mercato, oggi, che dà più vantaggi alle imprese che assicurano, rispetto agli assicurati che sono molto colpiti da tariffe molto pesanti.

In tutto questo, cercheremo di non cedere, cercheremo di non fermarci, cercheremo di non mollare la presa rispetto alle ingiustizie che ci verranno segnalate, che emergeranno da qui ai prossimi mesi, nella speranza che questo caso possa rappresentare un caso simbolo rispetto al riscatto del libero mercato, della concorrenza e dei piccoli agenti, che, nella volontà di vedere rispettata la legge e la propria posizione, non personale, ma a vantaggio dei propri associati, dei propri consumatori, dei propri utenti, che si rivolgono a loro per ottenere le tariffe migliori, possono attraverso la legge offrire e andare in questa direzione.

Penso che qui si possa fare molto, che già in realtà anche con questo intervento qualcosa si sia fatto, ma non è un punto di arrivo, non è un punto di ripartenza, semplicemente per il fatto che non ci si ferma mai. Non ci si è fermati di fronte alle difficoltà e agli ostacoli che la normativa poneva e oggi non pone più. Oggi dobbiamo superare gli ostacoli che alcuni accordi, alcuni cartelli e alcune pratiche scorrette diffuse nel nostro stivale nazionale, in realtà, continuano a sussistere e noi dobbiamo provare a superare con ogni sforzo possibile. Andremo in questa direzione e lo faremo con massimo impegno, con massimo entusiasmo e con massima volontà.