22/03/2017
Chiara Gribaudo
Amato, Antezza, Arlotti, Blazina, Bonomo, Carnevali, Carra, Carrozza, Boccadutri, Casellato, Cominelli, Crivellari, Di Salvo, Fabbri, Fedi, Cinzia Maria Fontana, Gadda, Ghizzoni, Giacobbe, Ginato, Gnecchi, Incerti, Iori, Lenzi, Patrizia Maestri, Malisani, Minnucci, Miotto, Narduolo, Piazzoni, Giuditta Pini, Quartapelle Procopio, Rostellato, Sereni, Coccia
2-01719

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per gli affari regionali, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   l'articolo 1, comma 353, della legge di bilancio 2017, istituisce, a decorrere dal 12 gennaio 2017, un premio alla nascita o all'adozione di minore dell'importo di 800 euro, il quale non concorre alla formazione del reddito complessivo di cui all'articolo 8 del testo unico delle imposte del reddito, ed è corrisposto dall'Inps in unica soluzione, su domanda della futura madre, al compimento del settimo mese di gravidanza o all'atto dell'adozione; il premio ha una copertura di circa 600 milioni di euro per il 2017;
   con la circolare n. 39 del 27 febbraio 2017 l'Inps ha diffuso dettagli in merito al cosiddetto « bonus mamma domani», precisando le informazioni sulla platea dei beneficiari, la maturazione del premio, le tempistiche della richiesta, affermando inoltre che, «con successivo messaggio, saranno fornite le specifiche istruzioni per le modalità di presentazione delle domande telematiche»; a integrazione di questa prima, l'Inps ha emanato un'ulteriore circolare, n. 61 del 16 marzo 2016;
   ad oggi, trascorsi quasi tre mesi dalla data di istituzione del bonus stabilita in legge di bilancio, l'Inps non ha reso disponibili «le specifiche istruzioni» per la presentazione delle domande;
   in data 20 marzo 2017, secondo quanto riportato dalla stampa nazionale, si è appreso che, sia rivolgendosi al call center dell'Inps, sia recandosi direttamente negli uffici dell'istituto, la macchina amministrativa risulta assolutamente impreparata e in ritardo nella gestione delle legittime aspettative delle aventi diritto;
   in data 21 marzo, sulla stampa nazionale, il Ministro per gli affari regionali con delega alla famiglia, Enrico Costa, conferma che i dipartimenti competenti hanno reso chiarimenti interpretativi all'Inps «pochi giorni fa»; allo stesso modo, si apprende dalla direttrice generale dell'Inps, Gabriella Di Michele, che la ricezione delle domande online sarà possibile «dai primi giorni di maggio» e l'erogazione dei bonus «per la metà di maggio» –:
   quali siano i motivi di un tale ritardo nell'erogazione dei bonus sopra citati;
   quali urgenti iniziative intendano adottare al fine di garantire la tempestiva erogazione del premio alla nascita o all'adozione, cosiddetto « bonus mamma domani», di cui all'articolo 1, comma 353, della legge di bilancio 2017, per tutti i bambini e le bambine nate o adottate a partire dal 1o gennaio 2017, a tal fine sollecitando i vertici dell'Inps all'emanazione delle necessarie informazioni sulle modalità telematiche attraverso le quali presentare le domande di premio e attivando i necessari canali di erogazione.
 

Seduta del 24 marzo 2017

Illustra Lia Quartapelle Procopio, risponde Gianclaudio Bressa, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, replica Chiara Gribaudo

Illustrazione

Grazie mille, Presidente. Grazie al sottosegretario Bressa, che è qui a rispondere. Certamente, su un tema così sentito, di cui si è dibattuto molto in questi giorni tra le mamme e tra i papà, ci avrebbe fatto molto piacere che venisse il Ministro Costa, ma prendiamo atto del fatto che non è potuto essere qui a rispondere in Aula.

Solo pochi giorni fa, l'Istat ha pubblicato nuovamente dati molto preoccupanti sul calo delle nascite in Italia: nel 2012 sono nati 12 mila bambini in meno rispetto al 2015 e il dato del 2015 era già il più basso dall'Unità d'Italia e, sempre il dato del 2015, era il tasso di fecondità più basso d'Europa; oggi nascono in Italia meno della metà dei bambini che nascevano negli anni Sessanta. Questi dati sono estremamente preoccupanti perché segnalano un trend in continuo calo, che pone questioni serie relativamente alla sostenibilità demografica futura del nostro Paese. Non c'è bisogno di spiegare perché un Paese senza figli è un Paese senza futuro.

Dietro il calo demografico in Italia ci sono molti fattori, sia di natura culturale che strutturale e le ragioni culturali e strutturali in Italia continuano a rinforzarsi l'una con l'altra, generando un circolo vizioso che rende effettivamente difficile scegliere di fare un figlio. Mentre sulle ragioni culturali è difficile intervenire direttamente, su quelle strutturali si può certamente lavorare. È dovere delle istituzioni farlo, soprattutto in un ambito così personale e delicato come la scelta di creare una famiglia: lo dice la nostra Costituzione, in particolare, all'articolo 29 e all'articolo 31.

A fronte di questi dati, anche in questa legislatura, abbiamo promosso varie iniziative per il sostegno alla genitorialità: ne menziono due, in particolare, che sono il congedo parentale su base oraria esteso anche alle famiglie adottive e il “bonus bebè”. Tra queste iniziative, con la legge di bilancio, all'articolo 1, comma 353, abbiamo istituito il cosiddetto “bonus mamma domani”, cioè, sostanzialmente, un premio alla nascita o all'adozione di minore dell'importo di 800 euro che andrà a tutte le mamme in gravidanza o adottive indipendentemente dal reddito. Il bonus dovrebbe essere erogato dall'INPS su domanda della futura madre o al compimento del settimo mese di gravidanza o all'atto dell'adozione. Oltre a varare la norma, abbiamo anche stanziato 600 milioni di euro per il 2017. È un investimento per accompagnare le scelte di natalità dei genitori ed è un investimento sul futuro.

Da quanto apprendiamo dalla stampa, però, nessun bonus oggi, che è il 24 di marzo, è stato effettivamente stanziato: non solo non sono stati stanziati soldi, ma al momento non è neanche possibile presentare la domanda.

C'è stata una prima circolare INPS - la n. 39 del 27 febbraio 2017 - con cui, sostanzialmente, si riprendevano gli articoli di legge dando delle prime indicazioni per capire chi potesse presentare la domanda, rimandando, poi, ad una successiva circolare, che non è ancora stata fatta, su come presentare la domanda. In seguito, appunto, agli articoli di stampa apparsi, il 21 marzo, il Ministro Costa e la direttrice generale dell'INPS, Gabriella Di Michele, hanno dichiarato che si stanno effettivamente approntando le procedure e che sarà possibile iniziare a presentare le domande online dai primi di maggio, mentre, dalla metà di maggio, verranno erogati i primi bonus. Almeno per le prime famiglie - speriamo solo per loro -, sostanzialmente, aspettare un figlio durerà nove mesi, aspettare il bonus rischia di essere una cosa più lunga.

Abbiamo varato una misura strutturale per sostenere le scelte di genitorialità e la cosa peggiore che possa capitare a questa misura, come, più in generale, alle misure di sostegno alla natalità e alle famiglie è che queste siano misure di bandiera da annunciare per segnare la propria appartenenza a un campo politico, sulle quali, poi, le famiglie non sanno se possono effettivamente farci affidamento. Le scelte individuali e le scelte familiari, tanto più in un ambito personale, delicato, esposto all'incertezza dei nostri tempi come è quello delle scelte di fare un figlio o meno, hanno bisogno di stabilità e di orizzonti lunghi. C'è bisogno, quindi, di potersi affidare alle leggi e alla parola delle istituzioni.

Certamente, nessuno decide di fare un figlio in base al fatto che lo Stato eroghi 800 euro o meno, ma si può decidere se fare un figlio se ci si sente accompagnati e sostenuti dalle istituzioni. Crediamo che sia molto più determinante per le scelte delle famiglie poter contare sulle politiche, su politiche che vengono annunciate, piuttosto che, appunto, su giornate come il Fertility day, che sono sembrate più una passerella.

I ritardi nell'erogazione del “bonus mamma domani” sono, quindi, gravi, perché l'incertezza rischia di vanificare il senso della misura. Vorremmo, quindi, capire con questa interpellanza le ragioni del ritardo e quali urgenti iniziative il Governo voglia adottare al fine di garantire la tempestiva erogazione del premio alla nascita o all'adozione. Il rischio che vediamo in questo momento con questi ritardi è che abbiamo promesso di sostenere chi diventi mamma domani, dal nome del bonus, peccato che il bonus rischi - speriamo - di arrivare dopodomani.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Le onorevoli interpellanti chiedono di conoscere le iniziative per garantire la tempestiva erogazione del premio alla nascita o all'adozione previsto dalla legge di bilancio per il 2017 per tutti i nati o adottati a partire dal 1° gennaio 2017. Innanzitutto, voglio premettere che una delle priorità di questo e del precedente Governo è stata quella di mettere al centro della scena politica il sostegno alla natalità con l'obiettivo di invertire una tendenza che rischia di creare i presupposti di una società con una fragile prospettiva.

Infatti, sono preoccupanti i dati relativi al processo di denatalità in corso nel nostro Paese, avvalorati anche più recentemente dall'Istat, che registrano in Italia, per il 2016, un ulteriore calo delle nascite (474 mila bambini) rispetto al record, già negativo, del 2015 (486 mila bambini).

Le iniziative messe in campo con la legge di bilancio di quest'anno mirano ad avviare un percorso organico, strutturato e pluriennale di sostegno alla natalità, con misure stabili e, soprattutto, innovative. In particolare, con la legge di bilancio per il 2017 sono state previste nuove misure per le famiglie, con un impiego di risorse significativo: 600 milioni di euro per il 2017 e 700 milioni di euro a partire dal 2018.

L'articolo 1, comma 353, ha introdotto il premio alle future mamme, corrisposto a partire del compimento del settimo mese di gravidanza o all'adozione di minore, pari ad 800 euro ed erogato direttamente dall'INPS in un'unica soluzione. Tale misura si aggiunge al “bonus bebè” previsto per le famiglie a basso reddito, per tre anni a partire dalla nascita del figlio e pari a 80 euro al mese per chi ha un ISEE inferiore ai 25 mila euro e a 160 euro al mese per chi ha un ISEE inferiore ai 7 mila euro.

A tale misura si accompagnano altri strumenti concreti per sostenere la genitorialità: il “buono nido” per contribuire al pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido pubblici e privati, nonché per l'introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione in favori dei bambini al di sotto dei tre anni affetti da gravi patologie croniche; il Fondo di sostegno alla natalità, per offrire garanzie alle banche per piccoli prestiti alle famiglie con uno o più figli, ripristinando il vecchio Fondo di credito per i nuovi nati che aveva dato buoni risultati.

Pur nella consapevolezza che occorre fare di più, il forte segnale positivo è il superamento di misure precarie ed instabili e l'avvio di un percorso di sostegno strutturato alle famiglie. Con riferimento in particolare al premio alla nascita, ricordo che il beneficio, finalizzato ad aiutare i genitori ad affrontare le prime spese legate alla nascita o all'adozione di un bimbo, non concorre alla formazione del reddito complessivo ed è corrisposto a tutte le future madri a prescindere dal reddito.

Va evidenziato che il citato articolo 1, comma 353, diversamente da quanto stabilito dalla legge di stabilità per il 2015 per il “bonus bebè”, non demanda ad un successivo decreto attuativo la definizione delle norme necessarie all'attuazione del premio alla nascita. Ciò nonostante, il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, ancor prima dell'entrata in vigore della norma medesima, ha avviato le necessarie ed opportune interlocuzioni con l'INPS - ente chiamato ad erogare il beneficio -, nonché con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali in qualità di autorità vigilante del citato istituto, al fine di fornire un supporto alla redazione delle istruzioni operative entro tempi rapidi e con la disciplina di dettaglio di tale nuova misura. Nel corso delle interlocuzioni con l'INPS si è chiarito, tra l'alto, che il beneficio è corrisposto in relazione al numero dei bambini nati o adottati.

Con le circolari n. 39 del 27 febbraio e n. 61 del 16 marzo 2017, l'INPS ha fornito le necessarie linee guida per l'applicazione della nuova misura, specificando, sulla base delle indicazioni fornite dal Dipartimento per le politiche della famiglia e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, i requisiti generali per l'accesso alla misura, gli eventi che comportano la maturazione del diritto al premio, le modalità di presentazione della domanda e la documentazione a corredo.

Si segnala che l'introduzione della misura in parola ha richiesto, altresì, la realizzazione di una nuova piattaforma telematica da parte dell'INPS, realizzazione che necessita, come di norma, di adeguati tempi tecnici. Va precisato a tal fine che l'INPS ha, da ultimo, fornito rassicurazioni sullo stato di realizzazione della piattaforma telematica per la presentazione delle domande, comunicando che, entro il mese di maggio, tutte le mamme in possesso dei requisiti a partire dal 1° gennaio 2017, secondo lo spirito della norma, potranno presentare domanda di beneficio senza incorrere in nessuna preclusione determinata dai necessari tempi tecnici, per la realizzazione del gestionale informativo. Infatti, come precisato anche dalla circolare n. 39 dell'INPS, i diritti maturati dal 1° gennaio 2017 sono comunque garantiti.

Sarà cura dell'Istituto divulgare nei tempi più rapidi possibili e nel modo più ampio, anche attraverso il proprio sito Internet, le istruzioni per la presentazione delle domande e le relative modalità.

Replica

Presidente, ringrazio il sottosegretario. Devo dire che anch'io mi aspettavo, tanto più con questa risposta, che ci fosse la presenza in Aula del Ministro Costa. Apprendo un po' di chiarimenti in più rispetto a una tematica molto importante, come veniva già evidenziato dalla collega Quartapelle Procopio nella sua illustrazione, certamente noi vigileremo sui prossimi passi dell'INPS, sperando di avere davvero quei riscontri pratici e l'annuncio effettivo delle date entro le quali si potranno presentare le domande, ma soprattutto di quelle in cui si inizierà ad erogare di beneficio. Se ciò non avvenisse, naturalmente ritorneremo in quest'Aula a richiedere l'attenzione delle istituzioni competenti. Quest'interpellanza, per quanto incentrata su un singolo tema, aveva però l'obiettivo di approfondire - lo voglio dire al sottosegretario - il complesso rapporto che lega il legislatore all'amministrazione, in particolare nei casi in cui è coinvolto l'Istituto della previdenza sociale. In un tempo in cui naturalmente la velocità dell'informazione rende desiderabile e non più comprensibile tempi di attesa di mesi per convertire una legge in azione concreta, questo genere di ritardi contribuisce a scavare il solco già profondo fra i cittadini e le istituzioni. E sono tanto più gravi i ritardi quando si tratta di politiche come queste, cioè quelle che vedono l'INPS in prima fila nel rapporto con i cittadini: bonus per le famiglie, pratiche per il pensionamento, sussidi di disoccupazione, sono tutte misure che guardano alla carne viva del Paese e ai problemi concreti di italiani ed italiane, che dovrebbero come tali ricevere la massima attenzione da parte di tutti.

In questi anni, Parlamento e Governo hanno messo certamente l'accento su molti dei temi che anche sottolineava il sottosegretario, provando a correggere, anche rispetto al tema dell'equità, alcune misure del passato (penso alla riforma Fornero): si sono allargate in maniera universale l'indennità di disoccupazione e, se guardo anche all'ultimo provvedimento sul lavoro autonomo, abbiamo esteso ai Co.co.co. un'indennità di disoccupazione; speriamo che il Senato lo approvi in fretta. Quindi, una serie di misure, compresi i voucher per l'asilo nido e l'estensione dei periodi di maternità, che vanno proprio nella direzione di affrontare quelle difficoltà che bene venivano evidenziate dai dati ISTAT che abbiamo a nostra disposizione, che ci consegnano un Paese più impoverito. Ecco quindi che, se in questo Paese una volta erano le famiglie più povere ad avere un alto numero di figli e quelle benestanti ad andare verso un basso tasso di natalità, oggi i dati ci dicono che la tendenza si è livellata: chi non ha una prospettiva, un reddito tale da poter costruire con serenità un nucleo familiare, semplicemente non lo fa, attendendo anni, a volte decenni, prima di pensare di fare un figlio. Credo che, in un quadro simile, il ritardo dell'amministrazione sia ancora meno accettabile che in tutti gli altri campi. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando, con il prezioso contributo della Ministra Madia, a rivoluzionare quegli aspetti che ancora oggi costituiscono un freno alla pubblica amministrazione efficiente. Dobbiamo naturalmente fare di più, soprattutto sul fronte della digitalizzazione, ancor di più nella definizione di una relazione chiara fra i livelli di governo che consenta una direzione più concreta e più puntuale su temi così importanti.

Sottosegretario, naturalmente io la ringrazio per la risposta di oggi, ma ci tengo a ribadire che le circolari, come le leggi, hanno bisogno di non rimanere pezzi di carta, di produrre effetti concreti nel minor tempo possibile. Se allo sportello o al telefono i cittadini, le future madri, o le donne che in questi mesi sono appunto diventate madri non hanno potuto avere una risposta, credo che sia un problema molto importante che in quest'Aula deve essere rappresentato. Per questo abbiamo posto questa domanda nella sede che ritenevamo più opportuna, cioè quest'Aula. Diamo valore ad un lavoro complicato ed impegnativo, e dimostriamo che il nostro impegno concreto è per le tante donne e per le famiglie italiane. Per questo le dico che naturalmente mi dichiarerò soddisfatta quando vedrò finalmente arrivare questo primo bonus alla prima neomamma che l'avrà richiesto.