Data: 
Lunedì, 17 Luglio, 2017
Nome: 
Marco Donati

Doc. XXII-bis, n. 9

Grazie, Presidente. Credo che il collega Baruffi sia stato esaustivo nel suo intervento e abbia dato anche il senso di quello che oggi iniziamo a discutere in vista del voto sulla relazione della Commissione sul fenomeno della contraffazione. Dal settembre 2013, da quando è iniziato il lavoro della Commissione, sono state molte le relazioni portate all'attenzione del Parlamento; questa, per le caratteristiche e per la novità che rappresenta, anche per l'ampia diffusione e la rapidità con cui il fenomeno della contraffazione online si sta manifestando, è probabilmente quella più importante e quella che riguarderà un tema che avrà sicuramente nei prossimi anni effetti rilevantissimi.

La Commissione ha avviato un'ampia ricognizione su dati, atti e documentazione per avere proprio una conoscenza completa di questo fenomeno, e collegandoli, chiaramente, alle problematiche dei diversi settori produttivi. Vengo alla relazione. Il fenomeno della contraffazione che si diffonde attraverso i sistemi telematici di e-commerce e, in generale, il web è forse uno dei più delicati e complessi nella prospettiva della definizione delle strategie di contrasto proprio a questi fenomeni illeciti. La contraffazione via web, Presidente, come sa bene anche, immagino, il sottosegretario Giacomelli, è sempre più rilevante per la crescita proprio esponenziale delle transazioni commerciali via Internet, che determina uno spostamento su questo mezzo delle forme di commercializzazione di molti prodotti contraffatti.

Il fenomeno è davvero oggi molto rilevante, alcuni dati si evincono anche proprio dal lavoro della relazione che saremo chiamati ad approvare. Ad esempio, nel 2015 sono stati 41,5 milioni gli italiani che hanno dichiarato di accedere a Internet, ovviamente da qualsiasi luogo e strumento, l'86 per cento della popolazione compresa tra gli 11 e i 74 anni. Tra le categorie di siti frequentati dagli italiani, nel solo mese di dicembre 2015, l'82 per cento degli utenti ha dichiarato di aver navigato su piattaforme per la condivisione di video e di film, per circa un totale di 24 milioni di utenti.

Sempre con specifico riferimento al commercio elettronico, si rileva che su un totale di 14 mila miliardi di euro di PIL prodotti nell'Unione europea, quasi il 5 per cento è stato prodotto dal commercio online e le previsioni al 2020 prevedono un aumento esponenziale del 50 per cento, per un valore stimato al 7,5 per cento del totale del PIL realizzato nell'Unione europea. È un dato, Presidente, rilevantissimo. L'Italia ha solo il 3 per cento del totale dell'e-commerce, quindi in Italia è un fenomeno che sicuramente è in forte crescita, ma in misura minore rispetto ad altri Paesi. Questo ci porta, però, anche a dire che, invece, è importante proprio in questo momento agire e, prima che il fenomeno diventi sempre più importante, trovare gli strumenti legislativi per arginarlo, anche se chiaramente dalla relazione si evince che il tema non è solamente un tema italiano, ma, come ha già detto il collega Baruffi, un tema soprattutto comunitario, e serve una risposta comunitaria e internazionale.

Dicevo, appunto, che l'Italia ha solo il 3 per cento del totale dell'e-commerce dell'Unione europea, per un valore stimato di beni e servizi, acquistati nel 2016, per circa 16 miliardi di euro.

Il commercio elettronico è in crescita anche da noi: sono stimati in 19 milioni i consumatori che comprano online, anche se la presenza di imprese è ancora molto limitata, sono 40 mila le imprese italiane che vendono prodotti online. Il totale dei consumatori che si rivolgono all'e-commerce è stato stimato in circa 1,7 miliardi di persone nel 2015 su base globale, quindi a livello mondiale, e la Cina vanta oltre 500 miliardi di euro di fatturato nel commercio online. Quindi, la contraffazione online cresce ogni anno del 15,6 per cento a livello globale, con un costo dell'economia stimato in 1.800 miliardi dollari, e per l'Italia il costo della contraffazione per l'economia è stimato dal Censis - in dati che abbiamo già fornito anche in altre discussioni, sempre sulle relazioni legate all'attività della Commissione contraffazione - in perdite, nei vari settori industriali, per 6,5 miliardi di euro e la perdita di più di 100 mila unità lavorative.

Quindi, la Commissione ha deciso di approfondire il tema, utilizzando le modalità con le quali si manifesta oggi il commercio illecito di beni contraffatti con lesione dei diritti di proprietà industriale e la pirateria digitale, particolarmente proprio nel campo dei media audiovisivi in violazione del diritto d'autore, che si realizzano in forme svariate, palesi o occulte. Grazie al lavoro della Commissione, sono state numerose le audizioni, lo ricordava prima il collega Baruffi. Pensate che sono state svolte audizioni con la Polizia postale, la Guardia di Finanza, la Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali, la Federazione dell'industria musicale, la Business Software Alliance, l'Indicam, il Comando dei carabinieri tutela della salute, i rappresentanti della SIAE, la Federazione contro la pirateria musicale e multimediale, il Consorzio del commercio elettronico italiano, l'Associazione italiana Internet Provider, Interactive Advertising Bureau, la Confindustria digitale e Asstel, Ebay, Alibabà, Facebook, che sono sicuramente gli attori più importanti che operano in questo momento in rete, Google, Amazon, l'International AntiCounterfeiting Coalition, la Federazione contro la pirateria musicale e multimediale.

Il quadro che è emerso, Presidente, da questa ricognizione dei problemi e confronto con i soggetti più qualificati del settore, e che la relazione intende approfondire, è molto complesso. Le caratteristiche intrinseche di Internet, che costituisce uno strumento globale a forte impatto sovranazionale, e la sua costante espansione ed evoluzione, nonché la stessa dimensione immateriale del commercio elettronico, rendono estremamente difficile attivare efficaci forme di contrasto. La Commissione si è quindi focalizzata in alcuni di questi aspetti, e in particolare, li anticipava prima il collega Baruffi, rispetto agli interventi che possono essere suggeriti a quest'Aula, al legislatore e al Governo, per tentare di intervenire. Vengo ai principali. La normativa comunitaria: viene messo in evidenza come, in materia di contrasto alla contraffazione nel commercio elettronico, la normativa internazionale mostri sicuramente alcune lacune. In primo luogo, l'assenza di accordi internazionali, sostituiti sotto forma di supplenza dalle prassi giurisprudenziali utilizzate negli Stati Uniti, a cui le grandi aziende che operano nel settore dell'economia digitale si conformano. La normativa comunitaria è considerata obsoleta e non in grado di rispondere alle esigenze di un mercato che si sviluppa a ritmi sempre più incalzanti.

In particolare, per la Commissione appare insufficiente la direttiva europea sull'e-commerce, che limiterebbe notevolmente le responsabilità dirette per le aziende digitali nel campo della prevenzione e del contrasto. D'altro canto, le legislazioni nazionali, non potendo derogare dal dettato comunitario, non possono agire e incidere concretamente proprio su questo aspetto, e la Commissione ritiene, quindi, che vada sostenuta ogni azione a livello europeo per la creazione di un organismo internazionale in grado di regolare gli aspetti delle attività sul web, a cominciare proprio dalla tutela dei diritti dei terzi rispetto agli illeciti. Un primo passo sarebbe proprio la revisione della normativa comunitaria.

Ovviamente, le modifiche a livello europeo sono oggetto del lavoro. La Commissione fa suo un suggerimento arrivato dagli stakeholder durante le audizioni, che è un suggerimento importante: il superamento della procedura di Notice and Take Down, quindi la notifica e la rimozione dei contenuti illeciti, e l'approdo verso il Notice and Stay Down, cioè evitare che i contenuti rimossi vengano caricati nuovamente. È molto importante per gli effetti che, è chiaro, può produrre. Si tratta, quindi, di superare la segnalazione, la mera segnalazione delle violazioni, e approdare a un sistema in cui il contenuto illecito, una volta rimosso, non possa essere più ricaricato, con chiare conseguenze e vantaggi in tema di contrasto all'illecito. Secondo la Commissione, un ruolo importante lo possono avere le associazioni rappresentative delle singole categorie merceologiche, le associazioni di categoria e i consumatori. E qui, Presidente, mi faccia fare un piccolo accenno: rimane sempre centrale - e ricordarlo in quest'Aula è importante - l'atteggiamento che i consumatori hanno nei confronti della contraffazione.

Questo ogni volta che intervengo su questo tema emerge, anche nelle relazioni di molti attori che intervengono nelle nostre Commissioni: è importante che il cittadino consumatore abbia piena consapevolezza che nel momento in cui compra un prodotto contraffatto, questo può produrre un danno alla propria salute e produce danni all'economia; limita quindi la trasparenza delle attività imprenditoriali, e quindi è sicuramente un danno indiretto che l'acquisto di un prodotto contraffatto produce all'intera comunità.

Venendo proprio al tema di cui dicevamo prima, citando la Commissione rispetto ad esso, dice: la tutela della proprietà intellettuale appare più difficoltosa rispetto a quella del diritto d'autore; per le merci l'identificazione del falso è già di per sé difficile rispetto ai prodotti imitati con perizia, quando il controllo deve essere effettuato su prodotti fisici. Così afferma testualmente la Commissione. Lo diceva prima il collega Baruffi; il Partito Democratico ringrazia il collega Baruffi per il lavoro svolto, ma vuole rimarcare come non ci sia volontà di limitare la libertà dei cittadini. Internet è uno strumento importantissimo, il made in Italy, le nostre produzioni, la nostra capacità di export possono trovare attraverso gli strumenti online un mercato globale nel quale inserirsi; ma è vero anche che questo mondo, luogo virtuale è ancora molto fragile, e mette a repentaglio… Addirittura è un moltiplicatore dell'attività della contraffazione, che è già molto forte quando parliamo di merci che vengono trasportate materialmente: ancora di più questi elementi vengono amplificati.  Occorre, quindi, Presidente, in qualche modo sottolineare come quel settore del commercio elettronico, per le potenzialità che offre e per le prospettive di maggiore sviluppo dei prossimi anni, richieda quindi un intervento normativo urgente; e sicuramente i suggerimenti che la relazione ha portato a questa sede, e che potranno essere trasferiti al Governo, e perché no? in sede legislativa comunitaria, possono rappresentare un rilevante passo avanti nel tentativo di arginare un fenomeno che può danneggiare seriamente le nostre produzioni. E appunto, come dicevo precedentemente, creare danno ai cittadini per la commercializzazione di prodotti che rischiano di danneggiare la salute, e chiaramente alimentare la criminalità organizzata, che sta al centro sempre dell'azione di tutto il fenomeno della contraffazione, come si evidenza trasversalmente in tutte le relazioni che sono state oggetto dei lavori del nostro organismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).