Data: 
Lunedì, 17 Luglio, 2017
Nome: 
Laura Coccia

A.C. 3960-A

Discussione della proposta di legge: S. 361 - D'iniziativa dei senatori: Ranucci e Puglisi: Modifiche al decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242, in materia di limiti al rinnovo dei mandati degli organi del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e delle federazioni sportive nazionali, e al decreto legislativo 27 febbraio 2017, n. 43, in materia di limiti al rinnovo delle cariche nel Comitato italiano paralimpico (CIP), nelle federazioni sportive paralimpiche, nelle discipline sportive paralimpiche e negli enti di promozione sportiva paralimpici (Approvata dal Senato) 

Presidente, il provvedimento di cui discutiamo oggi è solamente uno dei provvedimenti che questo Governo e questo Parlamento hanno dedicato al mondo dello sport e si inserisce in un contesto molto più ampio.

Nei mesi scorsi e nei prossimi mesi sono partiti, partiranno e si chiuderanno molti dei cantieri che hanno portato nel nostro Paese impianti sportivi nei quartieri di periferia delle nostre città, perché, come è stato detto prima di me, lo sport non è solamente lo sport di vertice, lo sport che in questi giorni ci mostra il meglio di sé. Penso ai campionati del mondo di nuoto o ai campionati del mondo di atletica paralimpica, che sono in corso rispettivamente a Budapest e a Londra in questi giorni. Questa che vediamo in questi giorni è solamente la punta, sono gli atleti di vertice, ma dietro a loro ci sono migliaia di persone che costantemente, quotidianamente, decidono di dedicare parte del loro tempo all'attività motoria e sportiva ed è per questo che l'attività anche nostra, come legislatori, e del Governo deve essere costantemente impegnata per rafforzare e creare pari opportunità per tutti i cittadini nell'accesso alla pratica sportiva e motoria.

Questo è solamente uno dei testi sui quali stiamo lavorando e finalmente arriva in Aula. Arriva in Aula dopo un lungo percorso, dopo un lungo lavoro dei colleghi senatori e un dopo un ampio dibattito - come è stato ricordato dalla relatrice -, che abbiamo fatto in Commissione e che ha visto apportare al testo ulteriori miglioramenti.

L'avevo detto anche in sede di discussione: io ero per un'approvazione rapida e immediata di questo testo, proprio perché sono consapevole di quanto una riorganizzazione di questo tipo possa essere attesa dal mondo dello sport; ma credo che i miglioramenti che la Commissione ha apportato siano assolutamente necessari per poter migliorare ancora. Per questo, da qui faccio partire un appello al Senato, affinché possa approvare definitivamente il testo nel tempo più breve possibile.

Questo è un testo - è stato già detto - che limita i mandati del CONI e dei presidenti delle federazioni a tre e, in questo modo, si rende omogeneo il numero di anni che si passa alla presidenza del Comitato olimpico, del Comitato paralimpico, delle federazioni olimpiche e di quelle paralimpiche, alla stessa stregua di quello che avviene nel Comitato olimpico internazionale, affinché appunto i nostri rappresentanti del mondo dello sport possano avere l'opportunità di costruire relazioni non solamente sul piano nazionale, ma anche internazionale, e portare magari a candidature solide delle nostre città o del nostro Paese per eventi internazionali sempre più importanti.

Capisco che questo possa essere del tutto irrilevante per le forze politiche o la forza politica che ha deciso che il nostro Paese potesse rinunciare alla candidatura olimpica e paralimpica di Roma del 2024, ma noi, come maggioranza, ci sentiamo di sottolineare che il nostro Paese non possa e non debba rinunciare alla possibilità di candidarsi per ospitare eventi come appunto gli eventi sportivi internazionali delle discipline olimpiche e paralimpiche, perché sono eventi che portano cultura al nostro Paese, cultura sportiva, cultura anche vera e propria all'interno del Paese, e penso all'accessibilità che le città che ospitano una paralimpiade devono mostrare.

Allora, da persona con disabilità, quando giro per le nostre città e mi trovo a dovere affrontare le tante barriere architettoniche, sensoriali e culturali che ancora invadono il nostro Paese, e mi chiedo quanto possa essere importante, così come lo è stato nel 2006 con le olimpiadi e la paralimpiadi invernali di Torino, mandare dei messaggi a tutti i nostri cittadini anche in questo senso.

Credo che questo testo sia importante proprio perché equipara in maniera definitiva, in tutto e per tutto, il Comitato olimpico al Comitato paralimpico, che, grazie proprio a un lavoro fatto anche dal Governo e da questo Parlamento, sono diventati due enti autonomi, ma per questo è importante che abbiano le stesse regole. Quindi, credo che il lavoro fatto da questa legge sia ulteriormente importante.

In chiusura, lasciatemi ricordare uno degli aspetti di questa legge di cui vado più orgogliosa, che è la parità di genere. Il mondo sportivo - lo sappiamo, è stato ribadito anche prima - è un mondo che è stato per anni, per decenni, spesso chiuso in se stesso ed è stato un mondo dove gli uomini, dal punto di vista delle dirigenze sportive, hanno molto spesso dominato, basti pensare ai 45 presidenti di federazione uomini su 45.

Ecco abbiamo voluto mandare un segnale in questo senso, un segnale di promozione continua e costante delle pari opportunità e della parità di genere.

Ci veniva ricordato prima che i problemi dello sport sono ben altri. Non è vero, non sono ben altri, i problemi dello sport sono anche questi e personalmente, essendo stata la prima parlamentare di questa legislatura a proporre la modifica della legge n. 91 del 1981, quella sul professionismo sportivo, sinceramente trovo abbastanza sorprendente che ci venga ricordato da altri. Conosciamo benissimo quelle che sono alcune delle priorità dello sport. Ma quella proposta di modifica della legge n. 91 nasce da una volontà precisa e da una conoscenza di quello che è anche il mondo sportivo delle atlete, perché può sembrare un piccolo segno, forse flebile, quello di aver messo la parità di genere, ma è un segnale estremamente importante. Vorrei ricordare in quest'Aula che per molte atlete la maternità, purtroppo, è ancora un lusso troppo grande da portare avanti e ci sono ancora troppe atlete che si vedono rescindere un contratto nel momento in cui aspettano un bambino. Questo comporta una cosa, comporta o che si sceglie di posticipare al termine della carriera la maternità, con tutto ciò che questo comporta, oppure si sceglie di abbandonare l'attività agonistica per almeno un anno. Da questa legge arriva un segnale, un segnale importante, un primo importante segno di attenzione.

Poi, come prima firmataria della proposta di modifica della legge n. 91 del 1981, proprio nel senso della parità di genere nello sport professionistico, credo che la strada tracciata da questo provvedimento, e dal lavoro che stiamo svolgendo ormai da mesi in Commissione proprio su questo testo di legge, e su quello sul professionismo sportivo, ci testimonia ancora una volta l'attenzione di questo Governo, di questa maggioranza, e del Partito Democratico, non solo sul tema dello sport olimpico e paralimpico, ma anche dello sport per tutte e per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).