Data: 
Giovedì, 20 Luglio, 2017
Nome: 
Enrico Borghi

Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, come denotano le parole che anche qui il rappresentante del Governo ha rappresentato, noi non ci troviamo di fronte né a una questione occasionale, né a una questione isolata, né a un tema che interessi solo il nostro Paese. Abbiamo ancora negli occhi le drammatiche immagini del Portogallo e il ricordo dei 63 morti.

Noi dobbiamo renderci conto che l'intreccio tra i mutamenti climatici, la siccità, il rischio idro-geologico, le caratteristiche del nostro territorio, a cui si aggiungono i temi sociali, penso alla malavita organizzata, fanno di questi aspetti un tema che deve essere governato con grande nettezza e non derubricato all'insegna di una occasionalità.

Quindi, noi abbiamo bisogno di lavorare su due versanti: il primo certamente è quello dell'emergenza. È stato fornito qui un quadro relativo ai tempi di soccorso, di intervento, al coordinamento delle forze in campo, ma bisogna sottolineare e riflettere sulla fenomenologia e sulla tipologia di quello che potremmo configurare, a tutti gli effetti, come un attacco alle istituzioni, perché il Ministro lo ha detto con chiarezza, noi lo volevamo sottolineare e bisogna dirlo con forza: non è autocombustione e, quindi, bisogna far passare l'idea che i piromani che realizzano questi interventi compiono un attacco al bene comune, alle istituzioni e allo Stato. Quindi, questo è un tema che deve trovare nell'emergenza un'immediata capacità di intervento e di repressione, attorno ad un altro tema, che è un dato di struttura.

Bene ha fatto il Ministro a richiamare il tema della riforestazione. Noi dobbiamo lavorare con costanza, con quotidianità; questi sono territori che non debbono essere interessati soltanto quando sono sotto la cornice dei grandi media. Occorre lavorare quotidianamente sui temi della manutenzione, della riforestazione, sui temi della emersione delle imprese da quella illegalità che - penso, ad esempio, in Campania - fa dei roghi tossici spesso degli inneschi a questa fenomenologia; quindi dobbiamo intervenire su quel versante, che è un tema che, peraltro, contribuisce a introdurre una cultura di legalità.

E, sotto questo profilo, un pensiero anche da parte nostra, del Partito Democratico, a tutti gli operatori, a tutti i volontari, a tutti gli amministratori che sono in prima fila - si vorrebbe dire davvero, se non fosse retorica, in trincea -, a cominciare dai sindaci, dalla comunità del Parco del Vesuvio e dal presidente Casillo, che in queste settimane sono stati così duramente messi alla prova.

C'è una strumentazione giuridico-legislativa che, nel corso di questi ultimi anni, ha conosciuto una positiva evoluzione, dal decreto convertito sulla “Terra dei fuochi” alla novità, che il Ministro ci ha rappresentato, di integrazione della legge sulla mappatura e sul catasto, per passare dal blocco dei terreni addirittura alla loro confisca, alla legge sugli ecoreati, che, lo dico non per amore di polemica, ma di precisione, al Presidente Di Maio, non è una paternità della sua forza politica, se solo guardassimo al primo firmatario di quella legge, che è il presidente della Commissione ambiente, Realacci.

È lo sforzo collettivo e corale di una classe politica che ha voluto dare una risposta molto chiara nella direzione di configurare il reato ambientale non come elemento dell'occasionalità ma come elemento di una gravità rispetto alla quale noi chiediamo alle forze dell'ordine e alle forze della magistratura di dovere perseguire, con grande determinazione e con grande nettezza, i responsabili di questi atteggiamenti. Si pensi, ad esempio, anche alla positività di una riforma che abbiamo appena concluso in questa ala del Parlamento, la riforma sui parchi che metterà a disposizione dei parchi regionali risorse che vanno nella direzione della riforestazione e della sistemazione di questi territori.

Insomma, colleghi e signor Ministro, occorre fare in modo che tutti questi temi siano messi al centro dell'agenda, in maniera tale che sia chiaro che il disastro ambientale non è soltanto una questione marginale ma che, al contrario, si affermi, con grande forza, che siamo in presenza non di reati minori ma di reati molto gravi, perché aggrediscono il futuro dei nostri territori e delle nostre comunità. È proprio per questo che noi non ci stiamo e vogliamo, stando al fianco degli operatori e delle istituzioni della realtà preposte, dare da quest'Aula una forte indicazione rispetto all'esigenza che tutti questi temi da un lato vengano perseguiti e, dall'altro, portati avanti in un'ottica di struttura e di risoluzione alla radice delle problematiche.