Dichirarazione di voto finale
Data: 
Venerdì, 28 Luglio, 2017
Nome: 
Donata Lenzi

A.C. 4595

La ringrazio, Presidente. Colleghi, non è chi protesta e chi urla di più in un tema così delicato che può avere ragione. Questa è una difficile questione di salute pubblica, cioè della salute di tutti, non solo di mio figlio, non solo di mio nipote, non solo dei nostri figli e dei nostri nipoti: è un problema di salute pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È per questo che io trovo profondamente ipocrita la posizione di chi dice di essere per la libertà vaccinale e, poi, se ascolti tutti gli interventi e li metti in fila, alla fine, viene fuori che, in realtà, la posizione è contro i vaccini, è, quindi, contro la scienza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

È già stato ricordato da alcuni colleghi che questa legislatura è stata fortemente segnata dal confronto su temi scientifici: il primo atto in quest'Aula è stata la decisione sul decreto n. 24, che era il decreto di Stamina, e io riconosco il coraggio del Ministro Lorenzin che è riuscita, strada facendo, a correggerlo - quel decreto non era di quel Governo - e ha assunto progressivamente, pian piano, in questi anni di legislatura, una posizione di maggior vicinanza, di maggior rispetto, di maggior condivisione delle scelte che sono state proposte dalle società scientifiche, dalle organizzazioni internazionali nonché dai grandi ed importanti istituti del nostro Paese.

Due anni fa, nel 2015, nella mia città, è morta una bambina di trenta giorni di pertosse: aveva incontrato nella sua brevissima vita il batterio della pertosse, che è un batterio che si trasmette facilmente perché si trasmette con la saliva, quindi basta che uno ti starnutisca vicino; ma non aveva incontrato in quei trenta giorni, nelle persone intorno a lei, il gregge, cioè non aveva incontrato la cintura di sicurezza che è data dall'immunità di gregge, dal vivere insieme a persone vaccinate. Quella bambina non poteva essere vaccinata, era troppo piccola. Quando si è piccoli o quando si hanno malattie, come le immunodepressioni o altre patologie ancora più gravi, non puoi essere vaccinato: quello che ti tutela dalla malattia è la vaccinazione degli altri. È questo che noi stiamo dimenticando in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), è la tutela di chi non può essere vaccinato, ma che, se si ammala, corre dei rischi molto superiori a quelli che corriamo tutti noi.

Perché è successo questo? Noi abbiamo fatto due anni fa - e la collega Colonnese lo ricordava - una risoluzione in Commissione affari sociali, perché il tema dei vaccini non nasce oggi e, scusate, siamo un po' meno provinciali, non nasce neanche solo in Italia. Sul tema delle vaccinazioni e il confronto con chi è contrario alle vaccinazioni c'è una discussione europea, se non addirittura globale. Smettiamola di pensare che il problema siano il nostro Paese e il nostro Ministro: Internet non ha confini e si possono leggere notizie - fake news, purtroppo - da tutti i lati del mondo. La California ha posto l'obbligo, forse non lo sappiamo, ma anche l'Australia ha rimesso l'obbligo vaccinale e in Europa si sta aprendo una discussione su rimettere l'obbligo vaccinale.

Questo tema attraversa tutto il mondo, come le vaccinazioni hanno sempre affrontato questa dimensione globale. Nel 2015, la Commissione ha approvato la risoluzione del Partito Democratico, a prima firma D'Incecco, nella quale riprendevamo il tema della vaccinazione, ponendo alcuni obiettivi. Nel rileggere le audizioni di allora, mi ha colpito quella che allora, devo dire la verità, non ascoltai con attenzione, del consulente scientifico di Emergency, dottor Roberto Satolli, che diceva: “I vaccini, fra tutti gli strumenti di sanità pubblica, sono insuperabili per efficacia e sicurezza”. E rimpiangeva l'assenza di un vaccino contro il virus di ebola, lui che veniva dalla Sierra Leone; vaccino che, per inciso, adesso c'è grazie alle case farmaceutiche e alla ricerca scientifica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma, venendo da fuori, diceva: “Non capisco il paradosso di questa società della conoscenza, nella quale l'accesso alle informazioni è così libero e disponibile, ma che per questo è più vulnerabile alla cattiva informazione e alle farneticazioni complottiste” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ventinove miliardi di spesa farmaceutica ogni anno, 318 milioni di spesa per i vaccini, e le peggiori nefandezze del mondo le case farmaceutiche le farebbero, guarda caso, sui vaccini, cioè sul punto in cui c'è minor margine di guadagno, in cui c'è una spesa fortemente contenuta, in cui l'acquisto viene fatto attraverso gare pubbliche; in un Paese in cui spendiamo quasi un miliardo all'anno in antibiotici, poi, magari, li lasciamo negli armadietti, e 300 milioni - colleghi, noi lo sappiamo bene - per gli antiacidi: lo sappiamo bene, perché qualcuno qui, sicuramente, ogni tanto, ha bisogno di ricorrervi. No (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

Torno a quella bambina venuta meno a Bologna. Il primo valore sociale delle vaccinazioni sta nella tutela di chi non può vaccinarsi e questo ci riporta all'articolo 32 della Costituzione, che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”. E la vaccinazione tutela la mia salute e la salute di tutti e, in particolare, dei più deboli. La mia scelta individuale in termini di salute, nel caso delle vaccinazioni, ha conseguenze che si riverberano sulla salute collettiva.

È stato detto in questi giorni: ma come? Voi avete difeso tanto il consenso informato. Addirittura, abbiamo portato in quest'Aula una legge sulla libertà e sul consenso informato, in particolare nell'ambito del fine vita. Sì, lo abbiamo fatto e io difendo quella scelta, abbiamo tenacemente difeso il consenso informato, ma se la si va a riguardare, abbiamo anche scritto che la libertà individuale incontra dei limiti e uno dei limiti che incontra è la tutela della salute pubblica; e l'altro limite che incontra riguarda la tutela della salute e della vita dei minori, come abbiamo esplicitamente previsto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Diceva il medico di Emergency: “Non capisco come mai nel nostro Paese si continui a pensare e ad avere tanti dubbi in merito alla vaccinazione”. Hanno detto diversi colleghi che non c'è l'epidemia; cioè, l'Ordine dei medici, le società scientifiche dicono che c'è un'epidemia: noi qui diciamo che l'epidemia non c'è. Opinione rispettabile, ma facciamo il punto: 3.842 persone si sono ammalate di morbillo da gennaio ad oggi; di queste, 219 sono bambini sotto l'anno di età; tre bambini sono morti. Per noi, epidemia o no, sono troppi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

E se dopo aver avuto trentadue anni di obbligo vaccinale - molto più rigido di quello che abbiamo previsto adesso, che dopo l'intervento al Senato, che pienamente condivido, è in sostanza un obbligo attenuato, che non impedirà l'accesso a scuola, l'obbligo scolastico - se dopo trentadue anni di obbligo e diciassette anni in cui l'obbligo era scritto sulla carta, ma non era mai più praticato, noi siamo di nuovo di fronte a questi numeri, a questi dati, è necessario ritornare a imporre la vaccinazione almeno nelle fasce d'età infantile, quelle più a rischio, senza aspettare che si ricorra alla vaccinazione di massa solo perché la malattia finalmente è arrivata e la vedi da vicino.

Come ha detto l'onorevole Gelli, le epidemie è meglio prevenirle, che affrontarle. Guardate la Toscana: abbiamo avuto sei morti nel 2015 e sette morti per meningite nel 2016, un milione di persone è andato a vaccinarsi; non dobbiamo aspettare questo, dobbiamo farlo prima, dobbiamo farlo prima.

E, quindi, per queste ragioni, ricordando che, nel caso del vaiolo, dalla prima vaccinazione introdotta, sono passati 200 anni, però adesso è stata sconfitta la malattia ed eradicato il virus e, quindi, non dobbiamo più vaccinarci, dobbiamo dirci in quest'Aula che quello è l'obiettivo per la poliomelite, per il morbillo, per la rosolia. Sono gli accordi che abbiamo preso a livello internazionale... ...quegli accordi che qualcuno ha voluto vedere come un grande complotto globale: la lotta alla malattia. Allora sì, non ci sarà bisogno della vaccinazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni)