Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Martedì, 1 Agosto, 2017
Nome: 
Maino Marchi

A.C. 4601

Grazie Presidente, colleghi deputati, rappresentante del Governo, il gruppo del Partito Democratico voterà la fiducia al Governo. Comprendo le critiche sull'aver posto la fiducia e sui tempi di esame del decreto, ma in un sistema bicamerale perfetto, con i tempi dei decreti-legge - e nei tempi ci stanno anche le chiusure di agosto, in questo caso decise all'unanimità dalla Conferenza dei capigruppo -, è del tutto evidente che una sola Camera riesce a fare un lavoro approfondito di esame e di intervento correttivo, e il bicameralismo perfetto non l'abbiamo certo difeso noi, non credo che sarebbe diverso con altri Governi, soprattutto se fossero Governi che non governano, come quello dei Cinque Stelle a Roma.

Per questo decreto il Senato ha operato ampiamente, con modifiche e aggiunte. Allora le domande da farsi sono: questo decreto serve al Mezzogiorno? Serve al Paese? È coerente la politica del Governo per il Mezzogiorno? Sta dando risultati, questa politica? E le aggiunte del Senato, molto spesso relative a tutto il Paese, sono utili e utili anche per il Sud? A queste domande, il Partito Democratico dà una risposta positiva. I problemi maggiori del sud, insieme alla legalità, sono la crescita, la disoccupazione e il lavoro, la povertà che colpisce aree vaste della popolazione. Il lavoro lo creano le imprese e gli investimenti pubblici e privati.

Per gli investimenti privati abbiamo già riattivato il credito d'imposta con funzionamento automatico, per gli investimenti nel Mezzogiorno, e l'abbiamo, con vari interventi, perfezionato e ora lo rendiamo più ampio nelle aree ZES, che vengono disciplinate con il decreto. Le Zone economiche speciali sono state chieste, a più riprese, da tutti i gruppi parlamentari e sono un'importante opportunità per il Mezzogiorno, per attrarre capitali grandi, medi e piccoli, attività economiche e per raggiungere l'obiettivo di attrarre importanti investimenti nei porti principali del Mezzogiorno, in riferimento alla nuova centralità del Mediterraneo nei flussi commerciali internazionali.

È utile la misura “Resto al Sud” che incentiva i giovani tra i 18 e i 35 anni a fare impresa al Sud; viene estesa l'agricoltura per la quale, inoltre, nuove imprese di diciotto-quarantenni potranno avere in concessione o in affitto terreni e aree in stato di abbandono; sono utili gli ulteriori interventi per Ilva e per Bagnoli Coroglio, così come quelli tesi a migliorare l'efficienza economica nella gestione di alcune unità produttive dell'Agenzia Industrie Difesa e, sul piano occupazionale, i 40 milioni per riqualificazione e ricollocazione di lavoratori coinvolti in situazioni di crisi aziendale o settoriale nel Mezzogiorno e per i lavoratori della pesca marittima.

Sul versante degli interventi e investimenti pubblici, vi sono varie misure, sui patti per lo sviluppo, sui contratti istituzionali di sviluppo e su diverse infrastrutture, strade dei parchi, rete stradale calabrese, oltre alle maggiori possibilità di intervento introdotte al Senato per tutti gli enti locali, compresi, quindi, quelli del Mezzogiorno. Va sfatata la leggenda che il Governo non mette un euro sul Mezzogiorno, che questo decreto non abbia copertura finanziaria. Ricordo, come ha detto ieri, il Ministro De Vincenti, che tra fondi strutturali europei, metà dei quali sono cofinanziamento nazionale, e Fondo di sviluppo e coesione, interamente nazionale, per il periodo 2014-2020, parliamo di 128 miliardi, di cui 86 sono fondi del bilancio dello Stato italiano ed è da tempo finito l'uso dei fondi di coesione come bancomat per altre politiche, come faceva il Ministro Tremonti nei Governi di centrodestra. Con questo decreto vengono destinati al Sud 3,4 miliardi, di cui un miliardo e 250 milioni per la misura “Resto al Sud”.

Ricordo, poi, due misure di contrasto alla povertà, una, sulla povertà educativa minorile e la dispersione scolastica in aree di esclusione sociale, un'altra, di contrasto alla marginalità sociale in alcune aree specifiche, oltre a misure premiali per i comuni impegnati nell'accoglienza e nell'integrazione.

Quindi il decreto serve al Mezzogiorno e alla sua crescita e se serve al Mezzogiorno serve al Paese, perché l'Italia uscirà dalla crisi solo quando tutto il Paese sarà nelle condizioni di farlo. È un decreto coerente, con una politica per il Mezzogiorno che ha puntato a responsabilizzare le classi dirigenti del Mezzogiorno, con gli accordi per l'utilizzo dei fondi europei, recuperando ritardi e velocizzando gli interventi e la spesa, che ha riattivato il credito d'imposta per il Mezzogiorno e stabilito una decontribuzione specifica per il Mezzogiorno per le nuove assunzioni, nel 2017. Una politica basata sullo strumento del masterplan, che sta cominciando a dare risultati. Svimez ha recentemente certificato che, nel 2016, per il secondo anno consecutivo, il PIL nel Mezzogiorno è cresciuto più che nel Paese, l'un per cento contro lo 0,9 e lo 0,8 del centro nord. Ci sono previsioni, certo, anche di inversione, nel 2017, ma sono previsioni e il decreto può aiutare a tenere il passo con il resto del Paese. Comunque, è fondamentale avere una politica per il Mezzogiorno che il Governo si è dato, perché i ritardi nel recupero rispetto alla crisi sono molto forti e, quindi, non c'è da esultare, ma occorre avere la consapevolezza che si sta operando e, come ha detto ieri l'onorevole Misiani, citando anche i 100.000 nuovi posti di lavoro al Sud nel 2016, siamo di fronte a un quadro di ombre storiche, ma anche di luci nuove.

Sottolineo, poi, che le aggiunte del Senato o, anche, le misure già previste originariamente, servono, anche e soprattutto, al Mezzogiorno; quattro esempi: le disposizioni sui cluster tecnologici nazionali, utili per le politiche industriali, servono per tutto il Paese, come ieri ricordava il relatore, onorevole Galli, ma dovrà essere elaborato un piano di azione triennale, al cui interno è inserita un'apposita sezione riferita al Mezzogiorno; la ridefinizione, dal 2018, della disciplina per il calcolo del costo standard per studente universitario, sulla cui base è annualmente ripartita una percentuale del Fondo di finanziamento ordinario, aiuta soprattutto le università del Mezzogiorno, come sottolineava ieri l'onorevole Ghizzoni. I 100 milioni in più per le province e città metropolitane, 72 per le prime e 28 per le seconde, vanno nella direzione chiesta da tutti i gruppi parlamentari qui alla Camera, ma aiutano, in particolare, il Sud dove vi sono situazioni più critiche, non Milano, a cui erano già, comunque, destinati 12 milioni, stanziati poco tempo fa, in base all'intesa Governo-ANCI.

Le misure per il terremoto riguardano regioni del centro Italia ma anche l'Abruzzo e permettono di motivare misure per il sisma del Novanta in Sicilia, così come la proroga dell'iperammortamento è utile per tutti.

Mi tocca, poi, ribadire, come già fatto in Commissione, che Gramsci e le sue commemorazioni con il Sud, con la questione meridionale centrano, eccome, se c'entrano. Insomma, il Governo merita la fiducia per questo decreto, ma la fiducia va oltre le questioni di un singolo decreto; l'azione complessiva del Governo Gentiloni è utile per completare riforme già approvate in un ramo del Parlamento, per dare tempo per fare una legge elettorale omogenea per Camera e Senato, in grado di favorire la formazione del Governo, perché l'Italia non può permettersi il lusso dell'ingovernabilità, per approvare, inoltre, entro l'anno in corso, la legge di bilancio. Chi dice che bisogna votare subito, come la Lega o come, molte volte, in questi giorni, il MoVimento 5 Stelle, è quantomeno in dissonanza con l'esultanza della settimana scorsa sulla legge sui vitalizi, che non potrebbe essere approvata se si votasse subito. Immagino, la replica dei 5 Stelle: la faremo noi e migliore dopo aver vinto le elezioni. Falso, perché con questa legge elettorale il MoVimento 5 Stelle non può tecnicamente vincere, al massimo può arrivare primo, ma non sarà così, comunque. E, comunque, non potrà superare il 50 per cento e con la legge elettorale del Senato ciò significa doversi alleare con altri, ma agli elettori il MoVimento 5 Stelle assicura che non farà alleanze. O non dice la verità sulle possibilità di alleanze o dice il falso sulla sua possibilità di vincere, e, poi, di fare un Governo. Ma non vincerà, perché già ampie sono le prove di mal governo che sta dando e, allora, invece di far correre rischi al Paese di ingovernabilità, in un momento molto delicato, dove stiamo migliorando le condizioni della finanza pubblica, ma è indubbio che il debito pubblico italiano ci porta ad avere la necessità di dare certezze sulla legge di bilancio, è bene che il Governo Gentiloni continui la sua opera, per fare ulteriori interventi positivi, come questo decreto, per completare la legislatura con riforme importanti, come la legge sulla concorrenza, lo ius soli, il bio testamento, il nuovo codice antimafia, per fare una legge di bilancio in grado di continuare a ridurre il deficit e migliorare il rapporto debito-PIL, senza uccidere l'economia, ma potendo prevedere altre azioni per la crescita, la lotta alla povertà, più uguaglianze e anche per dare al Parlamento tutto il tempo possibile per la ricerca di un accordo su una legge elettorale che corrisponda alle richieste del Presidente della Repubblica e alle esigenze del Paese. Quindi, il Partito Democratico vota a favore sulla fiducia al Governo.