01/08/2017
Chiara Scuvera
Ferrari, Prina, Zardini, Gasparini, Falcone, Garavini, La Marca, Braga, De Maria, Arlotti, Bratti, Giuseppe Guerini, Marantelli, Narduolo, Iori, Bergonzi, Gianni Farina, Cinzia Maria Fontana, Lorenzo Guerini, Cassano, Casati, Misiani, Camani, Carra, Rampi, Sbrollini, Terrosi, Bombassei, Quintarelli, Preziosi
2-01907

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
   secondo i dati del Consorzio del Ticino dei 264 metri cubi al secondo che entrano nel fiume, ne restano appena 14 dopo i prelievi destinati all'agricoltura, quota imposta da una normativa del 2010 al di sotto della quale si rischia il collasso: infatti, il livello di 14 metri cubi al secondo corrisponde al deflusso minimo vitale (Dmv);
   importante riduzione di portata sarebbe determinata dalla bassa affluenza di acqua che si riversa dalla Svizzera nel lago Maggiore, causata da una siccità ormai cronica e dalla scarsità dei ghiacciai ritiratisi e dalla mancanza di nevicate nel periodo invernale, che in questi giorni ha raggiunto il minimo storico di 44,2 metri cubi, record che supera quello negativo del 2006 che corrispondeva a 50,8 metri cubi;
   il parco del Ticino, come riportato da organi di stampa, lancia l'allarme: si sta verificando uno svuotamento molto accelerato del lago Maggiore che si abbassa di quasi 10 centimetri al giorno, contro i 4-5 centimetri degli anni scorsi;
   in base alla misurazione effettuata a Sesto Calende, 10 centimetri corrispondono a 20 milioni di metri cubi, esattamente a 20 miliardi di litri: dati preoccupanti considerando che si è solo alla fine di luglio;
   se i ritmi di uscita si manterranno sulle cifre suesposte, si metteranno a rischio l'ecosistema del parco e l'agricoltura, entrambi già in forte sofferenza;
   il parco del Ticino chiede l'aumento del livello di regolazione massima del lago Maggiore, che ora è a 1 metro, con deroga a 1,25. La richiesta è di portarlo a metri 1,50 al di sopra dello zero idrometrico di Sesto Calende, appena possibile alle prossime auspicabili piogge, che corrisponderebbe a 52 milioni di metri cubi di acqua in più, in modo da avere una riserva idrica provvidenziale per l'ecosistema, l'agricoltura e le attività produttive;
   si richiama l'interpellanza n. 2-01245 sottoscritta da 32 deputati del Partito Democratico e la relativa risposta del Governo in cui si descriveva la cosiddetta sperimentazione –:
   come il Ministro interpellato intenda procedere per porre rimedio alla crisi idrica del Ticino, tutelando il parco riconosciuto dall'Unesco come riserva della biosfera e salvaguardando flora e fauna di quell'ecosistema che annovera 50 specie già in condizioni di rischio, e quali siano i risultati della sperimentazione messa in atto.

Seduta del 15 settembre 2017

Illustrazione e replica di Chiara Scuvera, riposta del governo di Silvia Velo, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare.

Illustrazione

Sì, grazie, Presidente. Purtroppo, anche quest'anno torniamo su questo problema, ormai strutturale, ormai ricorrente, della crisi idrica estiva che riguardava il fiume Ticino. Noi abbiamo depositato questi interpellanza il 1° agosto, e quindi in un momento completamente diverso, in cui la situazione del fiume naturalmente era completamente diversa, e, a seguito delle recenti violente precipitazioni, naturalmente adesso il fiume è ad un livello medio-alto. La siccità estiva, però, con poi la fragilità che provoca nel fiume, naturalmente comporta un impatto negativo anche di queste precipitazioni così violente che hanno riguardato il Paese in modo anche così tragico.

Noi sappiamo che l'importante riduzione di portata del fiume è determinata dalla bassa affluenza dell'acqua che dalla Svizzera arriva nel lago Maggiore, che quest'anno, come denunciato dal Parco del Ticino, ha subito uno svuotamento molto accelerato di 10 centimetri al giorno contro i 4-5 degli anni precedenti, che, secondo le misurazioni effettuate a Sesto Calende, corrispondono a 20 milioni di metri cubi. Questo ha avuto delle ripercussioni molto negative sul fiume Ticino, che ha subito una secca che ha avuto, tra l'altro, una risalta, un eco su tutti i media nazionali, perché è molto dannosa per l'ecosistema, molto dannosa per il Parco del Ticino, e che ha comportato degli ingenti danni anche all'agricoltura. Sappiamo che la provincia di Pavia, soprattutto con la produzione del riso, dà un contributo molto significativo all'export, dà un contributo molto significativo al nostro made in Italy.

Non considerando, poi, il fatto che anche la provincia di Pavia ha delle potenzialità turistiche che vengono sacrificate, delle potenzialità poi legate al Parco, a causa di questa crisi idrica ormai strutturale. Deriva dal fatto che poi questo livello di regolazione massima del lago viene portato dall'1,50 del periodo invernale all'1,25 del periodo estivo, perché ricordiamoci che il Governo ha attivato la sperimentazione che ha portato da un metro ad 1,25, e noi ringraziamo per questo intervento con cui la sottosegretaria Velo, già nella scorsa occasione, aveva risposto alla precedente interpellanza.

Ma, probabilmente, è un intervento insufficiente, è un intervento che va accompagnato ad altre misure. Probabilmente, questo livello va aumentato ancora, perché poi non si capisce perché la pericolosità non ci sia nel periodo invernale rispetto all'1,50, in cui le precipitazioni si fanno più frequenti, rispetto, poi, al periodo estivo.

Noi capiamo le esigenze turistiche di un determinato territorio, ma ricordiamo appunto i danni, davvero ingenti, che può subire quell'ecosistema e che può subire quel sistema economico. Sappiamo che la provincia di Pavia e il sistema economico locale sono fortemente minacciati da alcuni fenomeni quali quelli, per esempio, dei roghi in Lomellina, ne abbiamo visto un ultimo a Mortara, che ci sono stati negli ultimi mesi e su cui noi abbiamo attivato anche la Commissione ecomafie. Ringraziamo il Governo per essere intervenuto su un problema molto importante, quello della bonifica dell'area ex Fibronit, su cui c'è stato uno stanziamento di oltre 10 milioni che ha consentito finalmente di avviare la bonifica. Una bonifica attesa da moltissime famiglie, dalla cittadinanza di Broni davvero da tanti anni. Ora chiediamo che si ponga davvero rimedio, si adotti una misura strutturale anche rispetto a questo problema che riguarda l'intero nel territorio provinciale e l'agricoltura.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Innanzitutto si fa presente che secondo quanto riferito dalla regione Lombardia la stagione irrigua estiva 2017 è stata la quarta consecutiva in cui il Consorzio del Ticino ha potuto utilizzare la deroga sperimentale che consente, nel periodo primavera-estate, un incremento del livello di massimo di invaso del lago a più 1,25 metri rispetto allo zero idrometrico. Infatti, con nota del 23 aprile 2012, il Consorzio del Ticino ha chiesto al Ministero dell'ambiente e alle regioni Piemonte e Lombardia di essere autorizzato in via sperimentale a innalzare la soglia di regolazione estiva del lago fino a più 1,50 metri nel periodo dell'anno che va dal 1° marzo al 15 settembre, portandola quindi a livello invernale, ciò al fine di incrementare il volume idrico immagazzinato nel lago, di disporre di una scorta idrica da utilizzare per fronteggiare eventuali carenze idriche estive e, più in generale, al fine di sostenere le portate ecologiche nel Ticino sub-lacuale. Come è ovvio, la sperimentazione di una nuova regola per i livelli estivi di un grande lago regolato non può in alcun modo avvenire senza che prima se ne siano valutate le eventuali possibili conseguenze in termini di pubblica incolumità, di sicurezza idraulica e di tutela del patrimonio ambientale, economico e sociale. Per questo motivo, il Ministero dell'ambiente ha ritenuto fondamentale convocare sull'argomento, con carattere di urgenza, una Conferenza di servizi, nel corso della quale è stata sviluppata un'articolata istruttoria in ordine alla proposta di innalzamento dei livelli estivi formulata dal Consorzio del Ticino. In tale sede, è stato evidenziato che sussistono le condizioni di fattibilità per la sperimentazione della proposta di innalzamento del livello di regolazione estiva, ma che tale innalzamento va al momento limitato a quota più 1,25 metri. Tale quota costituisce, infatti, un limite oltre il quale gli strumenti di prevenzione delle piene del lago a disposizione del Consorzio del Ticino non permetterebbero di eseguire le manovre di svaso necessarie per fronteggiare un eventuale imminente evento di piena con un preavviso adeguato a garantire il mantenimento degli attuali livelli di sicurezza.

Sulla base degli esiti tecnici della Conferenza dei servizi, il comitato istituzionale dell'Autorità di bacino del fiume Po ha approvato l'avvio della sperimentazione quinquennale di un nuovo livello di regolazione estiva del lago Maggiore prevedendo, in ossequio al principio di precauzione, un'articolazione della stessa in tre fasi. La sperimentazione viene costantemente monitorata tramite un tavolo tecnico che vede la partecipazione dei soggetti e degli enti interessati sia rivieraschi del lago, sia rivieraschi del fiume. Lo scopo del tavolo è valutare i pro e contro della sperimentazione, sia per gli aspetti ambientali del lago e del fiume, sia per gli aspetti turistico-economici dovuti ai maggiori i livelli lacuali. Inoltre, ovviamente, i maggiori livelli - come abbiamo detto - non devono arrecare alcun pregiudizio in termini protezione civile.

È attualmente in corso di conclusione la prima fase triennale della sperimentazione e, al termine della stagione irrigua, il tavolo tecnico valuterà, alla luce del monitoraggio effettuato, se ritenere di confermare l'intervento da più 1 metro a più 1,25 metri e dare quindi avvio al procedimento amministrativo per ridefinire, in modo definitivo, la quota di massimo invaso estivo e valutare poi un ulteriore step di innalzamento a più 1,30 metri. La possibilità di ulteriori incrementi dovrà essere suffragata dalle valutazioni tecniche che interessano tutti gli aspetti valutati nel tavolo tecnico e dovrà essere condivisa dalla Confederazione Elvetica.

Per quanto riguarda la situazione contingente della stagione irrigua estiva, si osserva che quest'anno il Lago Maggiore, anche grazie al livello sperimentale di più 1,25 metri e alle precipitazioni intervenute sul bacino idrografico a monte, ha potuto erogare in Ticino, da giugno fino ad oggi, portate del tutto adeguate a soddisfare le derivazioni irrigue esistenti e a garantire la presenza del deflusso minimo vitale stabilito dalle normative vigenti. Il fatto che nel pieno della stagione irrigua, ovvero luglio e agosto, il lago, erogando in Ticino le portate necessarie all'agricoltura, perda gradualmente quota è del tutto normale in quanto ciò corrisponde proprio alla funzione di polmone di accumulo delle acque da erogare a valle in favore degli utilizzi irrigui e ambientali. Peraltro, sempre secondo quanto riferito dalla regione Lombardia, quest'anno i comprensori serviti con le acque del Ticino non hanno manifestato situazioni di crisi per mancanza di acqua per l'irrigazione in quanto le portate in Ticino sono sempre state adeguate alle necessità. Gli afflussi dal Ticino alla confluenza nel Po hanno consentito inoltre di sostenere, unitamente agli apporti provenienti da Adda e Oglio, le portate del Po al di sopra della portata critica per risalita del cuneo salino nel delta.

A ciò si aggiunge che la stagione agricola 2017 è risultata anticipata rispetto alla media per effetto delle alte temperature verificatesi nei mesi di giugno e luglio, pertanto anche le necessità di irrigazione attualmente è in fase di esaurimento. Ad ogni modo, la regione Lombardia partecipa al tavolo tecnico in coordinamento con l'Autorità di bacino distrettuale e valuterà nei prossimi mesi l'esito del primo step di sperimentazione e se questo risulterà sostenibile, unitamente alla regione Piemonte e all'Autorità di bacino, procederà all'approvazione del nuovo livello d'invaso e all'avvio del secondo step di sperimentazione. Ovviamente, il Ministero continuerà a tenersi informato e a svolgere le proprie attività anche al fine di valutare il coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.

Replica

Io ringrazio la sottosegretaria Velo per essersi subito attivata su questa questione, per la pronta attivazione della Conferenza di servizi, per il monitoraggio della sperimentazione. Vorrei però che la regione Lombardia, quindi soprattutto l'assessore all'agricoltura, venisse a farsi un giro in provincia di Pavia durante l'estate per verificare qual è effettivamente lo stato del fiume e quali sono state le sofferenze che gli agricoltori hanno subito in tale periodo rispetto alle proprie necessità produttive. Noi però non vogliamo mettere in contrapposizione la tutela dell'ecosistema, la tutela paesaggistica, con l'esigenza dell'agricoltura, quindi vorremmo che il fiume continuasse ad avere quel livello minimo sufficiente, un livello appunto atto a preservare quell'ecosistema e, al contempo, venissero soddisfatte le esigenze dell'agricoltura. Su questo il territorio è assolutamente coeso e il Parco del Ticino e il mondo agricolo stanno dalla stessa parte. La sperimentazione, che naturalmente noi seguiremo con attenzione (vedremo quali saranno i risultati di questa sperimentazione), finora non ci sembra che abbia dato dei risultati adeguati.

Quindi, chiediamo al Governo di continuare ad approfondire questo tema e, quindi, di valutare quell'innalzamento, intanto, all'1,30 di cui ci parlava la sottosegretaria Velo, premesso che, naturalmente, la sicurezza del territorio, le esigenze di protezione civile stanno a cuore a tutti noi, ma non solo nel periodo estivo, anche nel periodo invernale.