12/09/2017
Maria Iacono
3-03206

Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   diversi comuni della Sicilia, specificamente quelli con più spiccata vocazione agricola del versante sud occidentale, in ragione delle elevatissime temperature registrate in queste settimane, della perdurante e straordinaria ondata di siccità e delle loro nefaste conseguenze sul comparto vitivinicolo, agricolo e zootecnico, hanno chiesto a gran voce, tanto al Governo nazionale che al presidente della regione siciliana una risposta immediata a tale stato di cose, sollecitando in particolar modo il riconoscimento, per le province interessate, dello stato di calamità naturale;
   un tale provvedimento, ove adottato, consentirebbe con effetto immediato una risposta concreta ad un comparto che, proprio a causa di tali straordinarie avversità climatiche, rischia un autentico collasso per la stagione in corso, rendendo pertanto improcrastinabile porre in essere tutte le azioni volte a sostenere economicamente, come previsto dalla vigente formativa, le aziende danneggiate da tali condizioni di estremo disagio;
   le elevate temperature stanno imperversando pesantemente su un territorio che, come è noto, ha nell'agricoltura di qualità la sua forza di propulsione economica e riconoscere il grave disagio economico e sociale ed intervenire concretamente appaiono passaggi essenziali per sostenere le comunità;
   infine, il grido d'allarme lanciato da tante comunità riguarda un pezzo significativo del prodotto interno lordo nazionale, con evidenti ricadute sulla tenuta dei livelli occupazionali del mezzogiorno, rendendo se possibile ancora più urgente un intervento a tutela di interi comparti –:
   quali iniziative il Governo, di concerto con la regione siciliana, intenda assumere, al fine di salvaguardare il comparto agricolo, zootecnico, vitivinicolo e agrumicolo del mezzogiorno d'Italia e per far fronte alle straordinarie avversità climatiche, quali quella determinatesi nelle scorse settimane.

 

Seduta del 17 ottobre 2017

Risposta  di Giuseppe Castiglione,Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali - Replica di  Maria Iacono

Risposta

Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, il Ministero delle Politiche agricole ha sempre riservato particolare attenzione alle imprese agricole che hanno subito danni a causa di eccezionali eventi atmosferici. Proprio per questo e in considerazione dell'eccezionalità degli eventi richiamati dall'interrogante, che ringrazio, abbiamo sostenuto e approvato l'emendamento alla manovra correttiva dei conti pubblici, che prevede una disposizione a favore di quelle imprese agricole che abbiano subito danni anche a seguito della siccità del periodo estivo, estendendo ad esse la possibilità di accedere ai benefici del Fondo di solidarietà nazionale anche per le colture assicurabili.

In tale direzione, con la legge n. 123 del 2017, di conversione del decreto-legge n. 91 del 2017, è stata approvata una modifica normativa, voluta da questo Ministero, che consente l'attivazione del Fondo di solidarietà nazionale anche alle imprese agricole danneggiate dagli eventi atmosferici avversi in parola. La disposizione tiene conto del fatto che, sebbene gli eventi considerati siano assicurabili per la totalità delle colture vegetali, nelle aree maggiormente colpite dall'avversità segnalata, gli strumenti assicurativi agevolati sono scarsamente utilizzati dagli agricoltori - noi abbiamo circa l'80 per cento delle imprese assicurate nel nord del Paese e circa il 20 per cento nel sud del nostro Paese - e quindi, in caso di evento eccezionale, non potrebbero contare su alcuna forma di compensazione - per questo, l'intervento che il Governo ha deciso di fare è l'intervento legislativo di cui parlavo -, rischiando molto spesso di vedere compromessa la possibilità di ripresa economica, ma soprattutto di ripresa produttiva dell'attività delle imprese stesse.

In questa prospettiva, ricordo che il Fondo di solidarietà nazionale promuove interventi per la ripresa economica e per la ripresa produttiva delle imprese agricole a fronte dei danni che ci sono alle produzioni agricole e alle produzioni zootecniche, per il ripristino dei danni alle strutture aziendali agricole che sono causate da eventi naturali, da calamità naturale o da eventi eccezionali. Grazie a ciò, le aziende colpite dalla gelata e dalla siccità che non abbiano sottoscritto polizze assicurative - ed è il caso che di cui parlava l'onorevole Iacono - potranno accedere ai benefici previsti dal decreto legislativo n. 102 del 2004, per favorire la ripresa delle attività produttive.

Le regioni interessate potranno deliberare la proposta di declaratoria di eccezionalità degli eventi atmosferici entro il 31 dicembre del 2017, costituendo questo il presupposto per l'operatività delle misure.

Assicuro che non appena perverrà la proposta di delimitazione dei territori colpiti dalla regione siciliana, che è competente per territorio, il Ministero delle Politiche agricole provvederà con sollecitudine all'istruttoria di competenza ai fini del riconoscimento dell'eccezionalità dell'evento.

 

Replica

Grazie, Presidente, grazie, onorevole sottosegretario, per la risposta ampia e articolata che ha voluto dare alla mia interrogazione, attraverso la quale ho inteso dare voce al grido d'allarme lanciato dal mondo dell'agricoltura, dalle organizzazioni professionali e dai sindaci del mio territorio, in merito appunto alla gravissima crisi determinata durante la canicola estiva da condizioni climatiche straordinarie, che ha letteralmente messo in ginocchio uno dei segmenti produttivi più importanti della già asfittica economia siciliana.

Quella che lei ricordava - anche in merito alle stime fornite dalle principali organizzazioni agricole, rispetto al danno complessivo che ammonterebbe ad oltre 10 milioni di euro - è una situazione che è stata denunciata e che è stata veramente grave.

Il paradosso, che, per certi versi, determina ancora maggiore rabbia, è che la porzione residuale di produzione agricola messa in salvo da misure di emergenza e da impianti di irrigazione tecnologicamente avanzati, insistente in particolar modo nella Sicilia orientale, continua ad essere di altissima qualità e, proprio per queste ragioni, assolutamente richiesta dai mercati europei e internazionali. Purtuttavia, io credo che a tale domanda di mercato in questa fase non si potrà più rispondere, stante appunto il crollo della produzione, che, come dicevo, ha messo in ginocchio le più importanti realtà del mondo imprenditoriale e agricolo e della produzione diretta: nessun comparto, nessun indotto produttivo, è stato risparmiato da questa fase terribile che ha investito la nostra produzione.

È una crisi, dicevo, strutturale e orizzontale e che ha determinato effetti nefasti. Nella mia provincia, ad esempio, la crisi dettata dal caldo torrido ha spazzato via letteralmente per intero la produzione agrumicola, la produzione di prodotti di nicchia che da sempre rappresentano un'eccellenza del paniere agroalimentare siciliano. Danni incalcolabili anche e soprattutto per quanto riguarda la produzione della principale eccellenza della nostra produzione agricola, ovverosia i vigneti: nella zona del Belice, molte fra le più prestigiose e rinomate cantine italiane hanno subito, a causa di tale crisi, danni di proporzioni enormi, quindi danni drammatici.

A questa situazione, io credo, bisogna porre un freno con le misure che lei annunciava e che, ovviamente, daranno una risposta in questo senso.

Questa situazione è stata dettata da un cambiamento climatico: il clima cambia, ma gli agricoltori certamente non possono essere lasciati soli a fronteggiare crisi di tale entità. Ecco, a mio avviso, bisogna anche incentivare politiche di risparmio idrico, favorendo l'installazione di sistemi di irrigazione a basso consumo e, soprattutto, un prezzo dell'acqua che sia sopportabile da un comparto che ogni anno è costretto ad affrontare una crisi dietro l'altra, senza poi alcun tipo di ammortizzatore o sostegno economico.

Ritengo che proprio il mutamento climatico debba indurre i diversi livelli di governo - il governo regionale e il Governo nazionale - ad attivare, a disporre misure di intervento straordinarie che possono essere repentinamente messe a disposizione del comparto agricolo, con specifico riferimento al segmento agrumicolo, olivicolo e vitivinicolo, che, ogni anno, sono costretti a sopportare danni economici incalcolabili. La sua risposta va in questa direzione, il Governo saprà operare ulteriormente per accogliere questi pochi suggerimenti, in parte provenienti dai comparti produttivi disperati e messi letteralmente in ginocchio dalla crisi.