Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 14 Settembre, 2017
Nome: 
Maria Chiara Gadda

 

Grazie, Presidente. La discussione di queste mozioni avviene in una giornata importante per moltissime associazioni di volontariato e per le imprese che hanno consentito, attraverso la loro scelta responsabile, di fare vivere giorno per giorno la legge n. 166 del 2016, cosiddetta “antisprechi”.

Oggi siamo ad un anno esatto dall'entrata in vigore di un provvedimento approvato a larghissima maggioranza da questo Parlamento e, soprattutto, condiviso nei contenuti da chi ogni giorno lo mette in pratica; ringrazio ulteriormente i colleghi che un anno fa hanno lavorato in modo costruttivo per arrivare all'approvazione di questo provvedimento e che oggi, in modo molto responsabile, condividono questo percorso.

I risultati ci sono, con percentuali a due cifre; ciascuno di noi, nei propri territori e attraverso le esperienze di moltissime associazioni, potrà testimoniare questo fatto. Una società attenta ai bisogni presenti e futuri dei propri cittadini guarda al contrasto allo spreco come a un'opportunità che interessa tutti gli ambiti del vivere.

Mangiamo, ci vestiamo, acquistiamo beni e consumiamo spesso in eccesso; allo stesso tempo, molte persone non hanno questa opportunità e le disuguaglianze che contraddistinguono la nostra società sono anche legate, purtroppo, all'accessibilità a beni e servizi, come la possibilità di curarsi in modo adeguato o il diritto a un'alimentazione sana ed equilibrata, che sono due elementi imprescindibili e molto collegati tra di loro.

Molti dei provvedimenti approvati in questa legislatura corrispondono all'esigenza di declinare in maniera differente un modello economico e di welfare che negli anni ha mostrato le sue criticità. La legge sull'agricoltura sociale, il “dopo di noi”, il reddito di inclusione, i bandi sport e periferie e la legge n. 166 agevolano il rapporto tra pubblico e privato in una logica di vera sussidiarietà, in grado di mettere al centro la dignità e l'autonomia delle persone.

Cari colleghi, non è un modo per lavarsi la coscienza; è un modo per rispondere e per mettere in circolo le risorse migliori di questa società. “Povertà” è una parola complessa. Ci sono nuove povertà e bisogni nascosti che fanno fatica ad emergere: povertà legata a bisogni primari dietro cui si cela spesso anche solitudine, emarginazione; povertà culturale, e i numeri non sono sufficienti a esprimere la sofferenza che queste persone provano ogni giorno.

Le mozioni oggi in discussione pongono all'attenzione del Parlamento e del Governo molte questioni importanti, legate all'impatto economico e ambientale di comportamenti non virtuosi. La diffusione di una cultura anti-spreco investe ciascuno nella sua responsabilità, il cittadino nel cosiddetto spreco domestico e nelle modalità di acquisto e consumo e certamente questioni come l'inappropriatezza prescrittiva, il contenimento della spesa pubblica, soprattutto nel settore sanitario, le confezioni eccessivamente grandi piuttosto che le monodosi, sono causa di grande spreco di farmaci, ed è davvero importante che il Governo abbia assunto con convinzione un impegno in questa direzione.

La prevenzione, che si realizza pienamente attraverso un percorso educativo e informativo, è un elemento imprescindibile nel contrasto agli sprechi e molto in questo anno è stato fatto - dobbiamo tenerne conto - grazie, ad esempio, al tavolo di coordinamento che proprio la legge n. 166 ha istituito, al percorso formativo che il Ministero della salute ha avviato con diversi ordini professionali proprio per formare il personale, ossia le persone che poi mettono in pratica ogni giorno questa legge; a questi si aggiungono i diversi progetti e i bandi messi in campo dal Ministero dell'agricoltura, dal Ministero dell'ambiente e dal Ministero dell'istruzione nelle scuole.

Le leggi hanno, purtroppo, talvolta il triste destino di rimanere carta, se non trovano applicazione. Non è il caso della legge n. 166, che funziona, e i numeri oggi lo testimoniano. L'Italia è il primo Paese europeo a essersi dotato di una legge organica per il recupero e la donazione per solidarietà sociale nell'intera filiera economica di cibo e di farmaci.

La salute è connessa anche ad un'alimentazione sana ed equilibrata: pensiamo alle tantissime decine e centinaia di bambini che ogni mattina non riescono ad accedere a una colazione sana ed equilibrata; avviene nelle nostre famiglie, avviene anche in Italia, e non soltanto in Paesi lontani. Fino a un anno fa, la donazione era vissuta dalle imprese come una scelta costosa, appesantita dalla burocrazia. Questo modello è alle spalle, perché la legge n. 166 coordina disposizioni civilistiche e fiscali e il rispetto delle corrette prassi igienico-sanitarie, già immediatamente applicabili fin dall'entrata in vigore della legge, il 14 settembre 2016. Alla base della sua diffusione e dei numeri c'è proprio l'immediata operatività delle disposizioni fondamentali rimaste per troppi anni sulla carta.

Ma veniamo al punto, al cuore vero di questo tema: non sprecare significa costruire un modello certamente in grado di coniugare la sostenibilità economica e ambientale presente e futura del sistema, ma la nostra priorità oggi è l'impatto sociale, è la risposta a quel bisogno sociale. Chiediamo al Governo di chiudere il cerchio di questo percorso positivo, attivato con l'emanazione del decreto attuativo sulla donazione del farmaco, per dare maggiore vigore a chi già oggi dona senza beneficiare delle agevolazioni e semplificazioni burocratiche introdotte dalla legge n. 166. Il Banco farmaceutico, per citare semplicemente un caso, ma oggi ne abbiamo ascoltati molti altri, ha ricevuto nei primi otto mesi del 2016, attraverso il sistema delle donazioni aziendali, 1,2 milioni di confezioni integre, che hanno riempito gli scaffali delle associazioni di volontariato, pur in assenza di questo decreto, e questo significa che quel decreto consentirà a queste associazioni di lavorare e impegnarsi con maggiore intenzione.

L'impegno assunto oggi dal Governo, grazie alla mozione del Partito Democratico, nasce, in realtà, da un attento confronto con le tantissime associazioni di volontariato e con le imprese impegnate sul recupero e la donazione del farmaco per solidarietà sociale. Impegni puntuali, che consentiranno alle donazioni di entrare a pieno titolo nelle politiche aziendali, che hanno bisogno in questo momento di semplificazione burocratica e, soprattutto, di chiarezza.

È importante che il decreto contenga alcune questioni dirimenti, fondamentali: innanzitutto, assicurare che la legge n. 166 non venga confusa con la legge n. 244 del 2007, che hanno ambiti di applicazione differenti. È necessario aggiornare la banca dati centrale con la causale donazione, perché questo garantirà la tracciabilità e anche la sicurezza di tipo fiscale e la sicurezza del fruitore finale di questo servizio, ma, soprattutto, il criterio di proporzionalità nei confronti del terzo settore, definito dalla legge n. 155 del 2003, la “legge del buon samaritano”, che ha consentito in questi anni alle donazioni di svilupparsi e su cui si fondano, appunto, le donazioni.

Bisogna definire con chiarezza che cosa è “eccedenza farmaceutica”, perché definire significa dare la direzione giusta ai donatori.

Il decreto deve, inoltre, contemplare la complessità che le associazioni di volontariato hanno.

Ci sono delle associazioni che distribuiscono confezioni integre, ma ci sono anche associazioni che somministrano il farmaco e rispondono a un bisogno di cura alle tantissime persone che oggi rinunciano, purtroppo, a curarsi perché non ce la fanno. Sprecare, cari colleghi, non conviene a nessuno, recuperare è un bene per tutti, recuperare è un bene per la comunità. Oggi, insieme, facciamo un ulteriore passo in avanti. Facciamo un ulteriore passo in avanti e colgo questa occasione per ringraziare ulteriormente le associazioni, le imprese, i volontari, i cittadini che in questo anno hanno preso una legge, la legge n. 166, e hanno fatto cultura, l'hanno sperimentata, hanno aperto nuove frontiere prima impensabili. Questa legge tutto sommato ci dice intanto che la politica ha un senso, perché la politica ha osservato un bisogno, ha ascoltato le associazioni di volontariato, ha chiesto “ditemi che cosa fate e come potreste farlo meglio”. Quindi oggi facciamo un ulteriore passo in avanti. Con questi impegni consentiremo le donazioni in campo farmaceutico che non sono un dato irrilevante, non è un elemento residuale. Mettere in condizione il mondo delle imprese, il mondo delle associazioni di volontariato, significa dare vero senso e corpo alla parola sussidiarietà, al senso di comunità di cui oggi abbiamo tanto bisogno. Per questi motivi, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico alla mozione del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).