Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 19 Settembre, 2017
Nome: 
Antonino Moscatt

 

 

Signora Presidente, sottosegretario, gentili colleghi, sono già intervenuto sul tema lo scorso luglio all’inizio della discussione in merito alla mozione in oggetto e oggi non vorrei ripetermi, però purtroppo l’attualità di questi giorni, con i continui esperimenti nucleari della Corea del Nord, rende il dibattito su questo argomento nuovo ed urgente. Indubbiamente il tema del disarmo e della non proliferazione delle armi porta con sé un intreccio pesante di passato e presente: il passato è stato la fine della Seconda guerra mondiale, con la corsa agli armamenti della Guerra fredda durante la quale le armi nucleari hanno paradossalmente contribuito, in un perverso e strambo braccio di ferro, a mantenere un quadro di stabilità. Con la fine della Guerra fredda ci troviamo di fronte a un quadro internazionale assolutamente nuovo e nel 1970 è entrato in vigore il Trattato di non proliferazione nucleare, il cosiddetto TNP, che diventa la base del sistema internazionale di non proliferazione nucleare. Si tratta di un accordo che l’Italia ha ratificato fin dal 1975 e, quindi, di un impegno di lungo periodo per il nostro Paese che, soprattutto per quanto riguarda le politiche di difesa e di sicurezza, ha sempre fatto del consolidamento delle istituzioni e degli strumenti multilaterali una delle proprie scelte di fondo irrinunciabili per la tutela della stabilità. Il presente è che ad oggi hanno aderito al TNP 189 Paesi. Si stima che attualmente nel mondo ci siano almeno 15 mila ordigni, in particolare negli arsenali degli Stati Uniti, della Russia, della Gran Bretagna, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord. Il presente è la minaccia della Corea del Nord, che continua a testare il proprio materiale nucleare in barba alle richieste della comunità internazionale e alle minacce di embargo; il futuro è terribilmente e inevitabilmente incerto.

Tracciando dunque le fila in questo quadro dobbiamo prendere atto, per prima cosa, che la proliferazione nucleare continua a rappresentare un rischio nel contesto internazionale, un rischio grandissimo, e in secondo luogo che le condizioni di sicurezza del contesto internazionale sono terribilmente fragili. Ora, a questo punto vorrei porre a me stesso e a voi una domanda di senso: come possiamo garantire la pace e l’incolumità dei cittadini? Ritenete davvero che percorrere la strada dell’esasperazione del dibattito interno aiuti? Ritenete davvero che lanciare suggestioni, che sono in parte inattuabili, irrealizzabili e non utili al dibattito, aiuti? Ritenete che far finta che non esistano i vincoli internazionali e gli obblighi, a partire da quelli con la NATO, aiuti? Ritenete davvero ​-​ cosa peggiore ​-​ che alimentare e cavalcare le legittime paure dei cittadini aiuti? Forse aiuteranno a fare un bel titolo sul giornale di domani o a lanciare una provocazione sui social, ma in tutta onestà credo proprio che siano inutili e dannose.

Noi, io, condividiamo pienamente che l’utilizzo delle armi nucleari sia ripugnante. Lo condividiamo pienamente, ma crediamo che serva serietà e responsabilità delle azioni e delle parole. Crediamo che la risposta sia insieme, perché nessuno Stato da solo può gestire tutto ciò; non lo può fare. La risposta non può essere di uno Stato singolo; la risposta è nella alleanze, la risposta è nella concertazione, la risposta è nella diplomazia. Nessuno di noi si augura il ricorso alle armi nucleari da parte di chicchessia.

Tuttavia, dobbiamo essere onesti e dirci che purtroppo questa è un’eventualità oggi più reale di ieri e che il nostro Paese sta facendo, con i nostri alleati dell’Alleanza atlantica, attraverso la diplomazia delle Nazioni Unite e con le relazioni bilaterali che portiamo avanti, quanto in suo potere per scongiurare tale eventualità, ma sempre in un quadro di lealtà e di confronto con i partner delle nostre alleanze. Si tratta di discussioni eterogenee che coinvolgono non solo i singoli Stati e non gli Stati da soli ma anche le loro alleanze nel loro complesso.

Il disarmo nucleare costituisce uno degli obiettivi principali di politica estera del nostro Governo e il nostro Governo in politica estera non ha avuto nessuna ambiguità, tant’è che è diventato punto di riferimento per tutte le alleanze ed è diventato punto di riferimento per tutte le missioni internazionali. È solo attraverso un approccio inclusivo, che coinvolga nel percorso del Trattato di non proliferazione nucleare anche gli Stati nucleari, che si potrà conseguire il disarmo nucleare, condizione necessaria ad assicurare la stabilità e la sicurezza internazionale per tutti. Pertanto, è necessario proseguire nella promozione di un approccio progressivo e bilanciato al disarmo nucleare, che tenga conto degli equilibri di sicurezza con l’obiettivo ultimo ​-​ un grande obiettivo ​-​ di un mondo privo di armi nucleari. Abbiamo, però, il dovere di non ridurre questo argomento ad una dannosa semplificazione tra buoni e cattivi, tra guerrafondai contro pacifisti, perché non è così. Abbiamo il dovere di ricordare, con rammarico ma con onestà, che questo tema si muove nelle linee del compromesso, degli accordi e degli equilibri difficili, e questo è quello che dobbiamo perseguire e lì sì che ci vuole coraggio, nel perseguire questa strada difficile ma che è l’unica che può portare all’obiettivo.

Il Partito Democratico con questa mozione ribadisce il proprio impegno su questi temi ed esorta il Governo a continuare a svolgere un ruolo attivo a sostegno delle misure di disarmo e di non proliferazione nucleare in tutte le sedi internazionali proprie. Per tali ragioni, esprimo il voto favorevole sulla mozione a mia prima firma e del collega Alli del Partito Democratico.