Data: 
Lunedì, 9 Ottobre, 2017
Nome: 
Sandro Gozi

 

A.C. 4620 - Doc. LXXXVII, n. 5

 

Discussione generale congiunta

Replica del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

 

Grazie, Presidente. Io ringrazio, ovviamente, tutti i colleghi che sono intervenuti. Partirei dai dati che il relatore Tancredi ha voluto ricordare sul lavoro comune che abbiamo svolto in questa legislatura, lavoro che deve essere motivo di soddisfazione per tutti: per il Governo, per il Parlamento, io direi non solo per il Parlamento nella sua maggioranza, ma per il Parlamento nella sua interezza, e cioè anche dei gruppi politici di opposizione, perché, dopo tutto, quello che abbiamo fatto è aumentare la credibilità dell'Italia e rendere un servizio migliore ai cittadini, alle imprese italiane e anche ai contribuenti.

Io ricordo che mi sono impegnato a fare un rapporto regolare di fronte a queste Camere del lavoro in materia di lotta alle infrazioni, lotta alle frodi al bilancio europeo e gestione dei casi controversi degli aiuti di Stato. Ricordo che erano 121 le infrazioni, quando il precedente Governo, presieduto da Matteo Renzi, si era insediato, oggi sono 64: una riduzione praticamente della metà, che non ha precedenti nella storia della Repubblica italiana e che è frutto di un lavoro comune, perché frutto del lavoro, della scelta e dell'accordo politico, che, vedo, continua a non piacere alla collega Savino, ma mi sembra che piaccia alla maggioranza dei gruppi e quindi il Governo ritiene di andare nella direzione della maggioranza dei gruppi e di procedere, sulla base di una scelta che ha fatto il Parlamento nella passata legislatura, col contributo anche allora dei gruppi di opposizione, nella separazione della legge europea, della legge di delegazione, di un processo che prevede di cominciare legge europea e legge di delegazione in maniera incrociata, una volta alla Camera e una volta al Senato, con un lavoro molto approfondito e in piena cooperazione del Governo e dei gruppi politici in prima lettura, e un'adozione, che io auspico accada anche in questo caso, della legge di delegazione 2016-2017 in seconda lettura alla Camera, perché questo ha permesso di venire incontro a due esigenze diverse, ma altrettanto importanti.

La prima esigenza è quella di essere tempestivi nella gestione del contenzioso e nella prevenzione del contenzioso. Su questo ci siamo riusciti e io auspico che anche nella prossima legislatura chiunque occupi i posti che al momento il sottoscritto ed altri colleghi del Governo occupano vorrà proseguire in quella direzione, perché è la direzione giusta. Perché, se l'Italia vuole mettere in discussione - come ha fatto, voglio ricordarlo - alcune regole, alcune scelte, alcune politiche o alcune assenze o alcune non politiche dell'Unione europea, lo può fare solo se dimostra di essere un partner affidabile ed un partner efficiente. E i metri sulla affidabilità ed efficienza dei partner non si discutono, si misurano, e si misurano sul fatto che l'Italia era “maglia nera” per le infrazioni nel 2014; nel 2016, secondo il rapporto della Commissione europea, è maglia rosa: l'Italia, nel 2016, è il Paese che ha ridotto di più le infrazioni nell'Unione europea. Oggi l'Italia fa molto meglio di altri partner; ricordo che la Germania ne ha 89, la Francia ne ha 89, la Spagna ne ha più di noi e, quindi, è chiaro che, nel momento in cui andiamo a contestare - io sono d'accordo, lo abbiamo fatto e continueremo a farlo - il fatto che il surplus commerciale tedesco, benché non possa essere oggetto di infrazione, sia uno squilibrio fondamentale, abbiamo più credibilità. Nel momento in cui facciamo, come il sottoscritto ha fatto lo scorso anno assieme ai Ministri degli interni e assieme ai colleghi di Governo, un'azione fortissima nei confronti della Commissione europea, perché apra a delle procedure di infrazione per violazione palese degli accordi sulla redistribuzione dei rifugiati nei confronti di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, è chiaro che, essendo noi il Paese che alle infrazioni resiste meglio, abbiamo più credibilità. E, infatti, guarda caso, la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione molto accelerata nei confronti della Polonia, della Repubblica Ceca e dell'Ungheria. Perché? Perché violano degli obblighi di solidarietà nella redistribuzioni dei rifugiati, che è una violazione semplicemente inaccettabile. Nel momento in cui l'Italia, dal 2014, nel semestre di Presidenza italiano dell'Unione europea, ha finalmente convinto il Consiglio dei ministri europeo a occuparsi dell'essenziale, di quei valori dei padri fondatori a cui anche chi è intervenuto dell'opposizione, MoVimento 5 Stelle e Forza Italia, ha fatto riferimento, tra i quali noi del Governo mettiamo come primo punto lo Stato di diritto, se oggi, finalmente, c'è un dialogo molto serrato e delle procedure aperte contro la Polonia per gravi rischi di violazione dello Stato di diritto da parte di questo Paese, questo è anche e direi soprattutto, me lo lasci dire, merito del Governo italiano del 2014, che ha spinto con forza affinché l'Unione europea si occupasse molto meno del dettaglio e molto di più dei valori e delle questioni fondamentali, tra le quali c'è, innanzitutto, nell'Unione europea, lo Stato di diritto.

Questi sono risultati concreti, poi possiamo discutere di tutto il resto, ma qui ci sono delle cifre: le cifre dicono che abbiamo ridotto del 60 per cento le frodi al bilancio europeo in Italia, le cifre dicono che, per quanto riguarda i casi di aiuti di Stato aperti - e sappiamo benissimo, basti guardare ad alcuni casi recenti, quanto sia pericoloso per l'imprenditore, per il contribuente, per il lavoratore e, in generale, per il cittadino italiano avere casi di Stato aperti -, noi siamo passati da ventidue casi di aiuti di Stato aperti a quattro - quattro! - in tre anni e mezzo, e questi sono i risultati.

Poi, certo, si può anche discutere di alcuni risultati recenti, che abbiamo ottenuto, ad esempio, al vertice di Lione. Io ho ascoltato quanto Baroni ha detto sull'accordo Fincantieri-Stx, ed è, direi, quasi divertente, perché le stesse parole sono state utilizzate dall'opposizione contro il Primo Ministro Philippe e il Presidente Macron in Francia, e cioè: i francesi dicono che ha vinto l'Italia, in quest'Aula si è detto che ha vinto la Francia, in realtà hanno vinto tutti, perché? Perché l'accordo al 51 per cento permetterà di sviluppare Fincantieri, è di grande interesse industriale per Fincantieri, è di grande interesse industriale anche perché non andiamo in dei cantieri in crisi, come quando entrarono i coreani, ma andiamo in dei cantieri che hanno degli ordini per dieci anni a venire, e questi cantieri adesso lavoreranno sotto controllo italiano, lavorando in sinergia piena tra Fincantieri e Stx; e anche perché abbiamo fatto quello che il presidente Hollande non aveva concesso, non aveva aperto, cioè l'estensione della cooperazione tra Francia e Italia a Saint-Nazaire, nel settore dell'industria militare navale. Ed è inutile che noi parliamo ed è inutile che anche i colleghi dell'opposizione, nelle loro risoluzioni, invitino a costruire un'Europa della difesa, come anche voi avete fatto, se poi non si costruisce un'industria europea che sia al servizio dell'Europa e della difesa.

L'entrata in Naval Group e nell'operazione Stx-Fincantieri dà questa possibilità. Noi possiamo costruire, non solo un grande campione industriale del navale civile, in grado di reggere la concorrenza internazionale, - che non è sempre equa e che noi vogliamo lo sia di più, ma vogliamo anche affermarci - ma in più permette di sviluppare finalmente la cooperazione nel navale militare. È fondamentale, se vogliamo andare nella direzione, che noi riteniamo la direzione giusta, di costruire un'Europa della difesa.

Ringrazio per l'apprezzamento il collega Buttiglione. Sull'attuazione con i decreti legislativi sempre l'attenzione è altissima e ancora di più, perché è vero - ma quello, lei, collega Buttiglione, lo sa bene, è il braccio di ferro permanente tra indirizzo politico e attività amministrativa - dobbiamo continuare, dobbiamo aumentare la pressione. Facciamolo insieme. Qualsiasi anche proposta, che possa venire da lei e dalla XIV Commissione della Camera, per migliorare ancora questo lavoro, è assolutamente la benvenuta.

Condivido con lei quello che, in realtà, lei, il sottoscritto ed altri in queste aule dicevano da anni, e cioè che questa battaglia sovranista nazionalistica è contro l'interesse nazionale stesso, perché ci sono delle cose che possiamo fare solo rafforzando e sviluppando la dimensione europea, cioè sviluppando una sovranità a livello europeo. Credo che sia un dato politico molto rilevante, Molto rilevante che il Paese che sempre di più, e sempre più, è stato legato alla concezione molto tradizionale della sovranità nazionale, il Paese che sempre di più ha contrastato, in realtà, l'Europa comunitaria, il Paese che ha sempre pensato all'Europa come Europa degli Stati, la Francia, abbia oggi un Presidente che davanti alla Sorbona dichiara che la sovranità, per la quale vuole lavorare e che non c'è ancora e non ce ne è abbastanza, è la sovranità europea.

Nei grandi progetti, nell'Europa della difesa, nella politica estera, nella crescita, credo che sia un dato politico molto rilevante, che deve non solo interrogarci, ma sul quale dobbiamo lavorare insieme. Ed è quello che stiamo facendo ed è quello che abbiamo fatto al vertice di Lione ed è quello che intendiamo fare, vista l'agenda europea dei prossimi mesi, che finalmente è un'agenda operativa, un'agenda che vuole avanzare nell'Europa della difesa, che vuole aprire un dibattito sulla zona euro, con tempi probabilmente un po' più lunghi, vista la situazione berlinese, ma siamo entrati in una nuova fase politica. E noi stiamo lavorando in questa direzione e stiamo lavorando anche con la Spagna. Io stesso ero, qualche giorno fa, a Madrid e il messaggio che ho dato agli amici spagnoli è assolutamente diretto. La Spagna deve spingere, assieme all'istituzione europea, assieme al nostro Paese, assieme alla Francia, assieme alla Germania nel gruppo di testa, per raggiungere rapidamente, almeno un gruppo di Stati, quegli obiettivi di cui abbiamo parlato più volte anche in quest'Aula.

Venendo in maniera più specifica ai due provvedimenti che abbiamo all'esame, la legge di delegazione 2016-17, come è già stato ricordato, è una legge su cui abbiamo lavorato molto al Senato, esattamente nello spirito di cui parlavo, tanto che sono state aggiunte ben sette deleghe al Senato, perché, appunto, l'obiettivo è quello di un pieno coinvolgimento, in prima lettura e in apertura più ampia possibile al Parlamento in questo settore. Direi che è una legge di delegazione, che dà più opportunità alle imprese e più diritti e sicurezza ai cittadini. Dà più opportunità alle imprese, perché delega ad introdurre delle normative molto rilevanti per l'attività quotidiana delle nostre imprese, delle nostre piccole e medie imprese.

Il tema del segreto commerciale è un tema che avevamo messo come priorità durante la Presidenza italiana del 2014. È diventato direttiva, è diventato legge europea nel 2016. È un tema che è stato concepito su misura per le piccole e medie imprese, perché sono quelle che più subiscono le violazioni e i segreti commerciali e più avevano bisogno di un approccio comune a livello europeo.

Vi è il tema dei marchi, il tema gli abusi di mercato e il tema dei brevetti, che l'onorevole Scuvera e l'onorevole Buttiglione hanno voluto citare. È stato un passo difficile, contrastato, molto contrastato, anche all'interno del nostro Paese, ma che io ritengo strategico, quello di avere portato l'Italia ad aderire alla cooperazione rafforzata in materia di brevetti e, quindi, a darci la possibilità di sfruttare pienamente questa nuova normativa, per un Paese che è all'avanguardia. Infatti, l'Italia, se non vado errato, è il terzo Paese che brevetta di più nell'Unione europea di oggi, con ancora il Regno Unito dentro.

Abbiamo delle regioni che sono tra le prime in Europa, per quanto riguarda il numero di brevetti. Penso alla Lombardia, penso all'Emilia Romagna. Quindi io sono convinto, noi del Governo siamo convinti, che questa fosse una scelta strategica, che va nella direzione giusta, va nella direzione dell'interesse delle nostre imprese, va nella direzione di quelle imprese coraggiose e innovative, che scommettono sull'innovazione, che scommettono sul know how, che scommettono sulla tutela. Infatti, è chiaro che anche avere buone idee, senza avere una buona tutela a livello imprenditoriale non basta. Quindi, sono convinto che un rapido recepimento della normativa, in materia di brevetto unificato europeo, vada nella direzione giusta, per quanto riguarda gli interessi delle imprese italiane.

Diritti dei cittadini. Penso alla maggiore trasparenza finanziaria su alcuni prodotti finanziari. Penso all'innovazione profonda della tutela europea in materia di dati personali, che, se voi approverete questo provvedimento, ci accingiamo a introdurre in Europa. Penso alla Network and information security, cioè un altro strumento di aumento della sicurezza per quanto riguarda il settore informatico, così come il famoso PNR, il famoso codice di navigazione, che ci permetterà di avere un controllo maggiore di chi entra e esce dai nostri confini europei. Sappiamo quante volte, nei momenti più tragici degli attentati, abbiamo invocato questa forma di controllo sui voli aerei, che finalmente oggi, adesso, possiamo introdurre.

Questa è direi la caratteristica principale di un provvedimento, che ovviamente comprende anche altri settori, altre direttive.

Infine ringrazio il relatore Bergonzi, per il suo intervento e per l'apprezzamento che ha voluto dare del lavoro anche consuntivo che questo Governo ha svolto. Lei ha già ricordato 103 atti di indirizzo provenienti dal Parlamento. Erano 36 nel 2015, quindi certamente il Parlamento ha fatto un grande passo in avanti, nell'interpretare nel modo giusto la legge n. 234 del 2012 e nell'interpretare nel modo giusto lo spirito del Trattato di Lisbona. I Parlamenti nazionali sono dei protagonisti centrali, io direi preventivi, a livello di indirizzo politico e di controllo ex post del nuovo modo di concepire le politiche e il diritto europeo.

L'attività informativa che abbiamo svolto è anch'essa aumentata moltissimo. Abbiamo preso in esame, presso il Dipartimento delle politiche europee, 7.400 atti e documenti dell'Unione europea. Erano 6.600 nel 2015. Abbiamo segnalato in maniera particolare 131 atti legislativi e 213 atti non legislativi. Li abbiamo segnalati al Parlamento italiano, in considerazione della particolare rilevanza che questi atti comportavano, a nostro modo di vedere, per l'Italia.

Credo che dobbiamo proseguire in questa direzione. Credo che dobbiamo proseguire nella direzione anche richiesta da parte del Parlamento, anche più regolare, di audizioni e di verifiche, su quello che i diversi membri del Governo italiano stanno facendo, a livello europeo durante i negoziati più rilevanti. Abbiamo sempre risposto, ovviamente, in maniera positiva. Credo che aiuti anche noi, credo che aiuti anche il Governo stesso, se anche in questa fase finale della legislatura c'è un'attenzione ancora più elevata da parte delle Camere sui negoziati di particolare rilevanza. Infatti, credo che questo sia il miglior modo di farsi valere, di tutelare i propri interessi e di aumentare la propria influenza nei negoziati europei, che sono sempre più decisivi, oggi e domani.