• 11/10/2017

Laura Garavini sulle modifiche del Rosatellum in materia di italiani all’estero

"Con il Rosatellum il Partito Democratico si sta ancora una volta facendo carico di un forte senso di responsabilitá, così da dare al Paese una legge elettorale organica, in grado di favorire maggioranze chiare e presupposti di governabilità.

Non è la nostra legge elettorale preferita. È il frutto di compromessi. Perchè siamo convinti che le regole vadano scritte insieme, anche con la partecipazione di forze dell’opposizione. L’accordo è infatti condiviso con Forza Italia, Lega e con i partiti minori di centrodestra. Proprio perchè il Parlamento non può esimersi dal dovere di dotare l’Italia di una nuova legge elettorale, dopo che la Corte costituzionale aveva definito incostituzionali, con due successive sentenze, le leggi elettorali precedenti di Camera e Senato. Venerdì scorso anche la Direzione del Partito ha approvato all’unanimità l’accordo.

In materia di voto all’estero non si sono introdotte modifiche sostanziali, se non su due punti. Il primo riguarda la incandidabilità nella circoscrizione estero per politici che abbiano ricoperto una carica politica a livello nazionale nel paese estero di residenza nei cinque anni precedenti la candidatura. La seconda modifica, richiesta dal Nuovo Centro Destra e sostenuta dai restanti partiti (ad eccezione del PD), è la possibilità, per residenti in Italia, di candidarsi all’estero, in uno solo dei collegi. Si tratta di un compromesso che come PD avremmo preferito evitare, ma che non ci crea particolari ansie. Perché la decisione finale rimane sempre esclusivamente in mano agli elettori, dal momento che si continua ad essere eletti attraverso le preferenze. Sarebbe stato inutile alzare barricate su questo aspetto dal momento che la possibilità di correre in un collegio, diverso da quello di naturale residenza, esiste in numerosi sistemi elettorali: ad esempio in Europa, in Germania ed in Inghilterra.

In ogni caso come Partito Democratico escludiamo la candidatura di soggetti che non siano iscritti all’Aire, proprio perchè, a differenza degli altri partiti che hanno voluto inserire questa clausola nella legge elettorale, siamo fortemente convinti del fatto che gli italiani nel mondo siano al meglio rappresentati da chi li conosce bene, in quanto residenti all’estero.

Questa rettifica normativa non ci preoccupa. Anzi sfidiamo le altre forze politiche a dimostrare nei fatti il loro interesse per gli italiani all’estero, nella misura in cui si rendano disponibili a candidare solo soggetti residenti fuori dai confini nazionali. In caso contrario siamo certi che l’elettorato saprá premiare la coerenza del Partito Democratico, l’unica forza politica che, forte del proprio senso di responsabilità, non si sottrae a candidare per l’estero solo ed esclusivamente residenti Aire.“ Così Laura Garavini, dell’Ufficio di presidenza del Pd alla Camera.