Discussione generale
Data: 
Lunedì, 6 Novembre, 2017
Nome: 
Paolo Coppola

 

Doc. XXII, n. 81

Relatore

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il documento che ci accingiamo a discutere dispone la proroga, fino a fine legislatura, per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

La Commissione è stata istituita con delibera della Camera dei deputati il 14 giugno del 2016, nonostante la proposta fosse stata depositata a febbraio del 2015 e durante la trattazione in Commissione fu introdotta la durata di un anno, che, invece, in questo momento, noi chiediamo di prorogare. La Commissione si è costituita con l'Ufficio di Presidenza il 3 novembre del 2016, con i seguenti compiti: verificare le risorse finanziarie stanziate ed il loro utilizzo, nonché la quantità, la tipologia e l'efficacia degli investimenti effettuati nel corso degli anni nel settore delle ICT, da parte delle pubbliche amministrazioni statali, regionali e locali, anche al fine di individuare possibili sprechi ed investimenti errati; effettuare una comparazione tra spesa pubblica nel settore delle ICT nei maggiori Paesi europei e in Italia; esaminare, anche verificando i titoli di studio e il livello di competenza dei diversi responsabili del settore delle ICT nelle pubbliche amministrazioni, lo stato di informatizzazione attuale e il livello di dotazione tecnologica raggiunto dalle pubbliche amministrazioni statali, regionali e locali, con riferimento, tra l'altro, al livello di reingegnerizzazione e automazione dei processi e dei procedimenti amministrativi, all'utilizzo del software open source, all'apertura dei dati e al loro utilizzo, all'interoperabilità, all'interconnessione delle banche dati, al livello di sicurezza e allo stato di attuazione del disaster recovery e al livello di accettazione dei pagamenti elettronici; monitorare il livello di digitalizzazione e investimento delle singole realtà regionali; esaminare l'esistenza di possibili interventi di razionalizzazione della spesa nel settore ICT. La Commissione ha iniziato i lavori dopo l'approvazione del proprio regolamento interno, avvenuta nella seduta del 15 novembre del 2016. Da quella data, la Commissione ha svolto 67 audizioni, per un totale di più di 30 ore, oltre ad avere eseguito una missione presso il data center della società generale di informatica Sogei Spa. Inoltre, è stato acquisito materiale documentale per circa un terabyte, tutto raccolto in formato digitale e depositato presso l'archivio della Commissione, disponibile per la consultazione secondo il rispettivo regime di riservatezza.

I lavori della Commissione, come si deduce dalla relazione introduttiva, hanno riguardato, prima di tutto, una ricostruzione storico-legislativa del processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione, relativa quindi all'Agenzia per l'Italia digitale e ai predecessori dell'Agenzia. Successivamente, la Commissione ha deciso di seguire alcuni filoni di indagine, visto il tempo limitato, nel tentativo di cercare di trovare degli esempi di problemi generali alla digitalizzazione della pubblica amministrazione, perché il punto di partenza dell'indagine era proprio il fatto che, nonostante una spesa stimata in 5 miliardi e 200 milioni di euro all'anno, i livelli di digitalizzazione del nostro Paese, misurati da tutte le classifiche internazionali, sono oggettivamente bassi e insufficienti.

Da qui, un primo filone di indagine è stato relativo all'Anagrafe nazionale della popolazione residente, un progetto paradigmatico del fatto che alcuni dei grandi progetti di digitalizzazione della pubblica amministrazione si trascinano negli anni e la Commissione aveva interesse a capire i motivi di questo trascinarsi e i motivi per cui la spesa stanziata per questo progetto non ha ancora adesso portato alla costruzione di un'anagrafe digitale unica della popolazione residente.

Successivamente, un altro filone di indagine ha riguardato il sistema informativo dell'agricoltura, che è un sistema esistente dal 1984, che purtroppo non ha ancora dato i risultati sperati e vengono segnalati regolarmente ogni anno una serie di malfunzionamenti e, soprattutto, una serie di ritardi nella erogazione dei contributi agli agricoltori.

Altri filoni d'indagine hanno riguardato il Ministero dell'università e della ricerca, in particolare approfondendo le motivazioni per cui, in alcuni casi, il MIUR non fa riferimento a convenzioni Consip per l'acquisto di materiale informatico, ma fa riferimento a un contratto separato. Abbiamo analizzato l'utilizzo delle cifre spese con gli accordi di programma quadro, soprattutto i motivi per cui risultano ancora centinaia di milioni di euro come residui su questi progetti. Infine, la Commissione ha approfondito il livello di adempimenti rispetto al codice dell'amministrazione digitale da parte dei ministeri, da parte delle regioni e da parte dei maggiori comuni italiani.

La Commissione, purtroppo, ha bisogno di ulteriore tempo, innanzitutto per approfondire l'ingente quantità di documenti e atti acquisiti; successivamente, non è stato ancora possibile definire, rispetto al sistema informativo agricolo nazionale, le motivazioni sottostanti ad alcuni malfunzionamenti che sono stati rilevati sulla base di documenti acquisiti dalla Commissione. Inoltre, ampi settori della digitalizzazione della nostra pubblica amministrazione non sono stati approfonditi a sufficienza, come, ad esempio, il settore relativo al fascicolo sanitario elettronico, che, anche qui, vede nel nostro Paese un grave ritardo. Dai lavori di quest'anno, risulta evidente che, purtroppo, nella nostra pubblica amministrazione i ritardi sono dovuti a vari motivi, ma sicuramente alla assenza o, comunque, alla scarsa presenza di competenze nei settori apicali della dirigenza pubblica, competenze tecniche manageriali e di informatica giuridica, che, peraltro, sono previste dalla norma, dall'articolo 17 del codice dell'amministrazione digitale, così come è stato modificato dal recente decreto legislativo n. 179 del 2016.

Purtroppo, dalle analisi, dalle audizioni portate avanti dalla Commissione, appare evidente che il rispetto di questo articolo, e non solo di questo articolo, non è molto diffuso, tant'è che un aspetto imprevisto, però positivo, delle audizioni è stato proprio un sottoprodotto del fatto di richiedere alle pubbliche amministrazioni il riferimento al responsabile della transazione digitale, perché in questa attività la Commissione ha prodotto un impulso nelle pubbliche amministrazioni, che si sono attivate e hanno iniziato a nominare i responsabili. Chiaramente non è solo questa la mancanza relativa al codice dell'amministrazione digitale, e il quadro che emerge, purtroppo, è quello di una pubblica amministrazione digitalizzata solo in parte, che non rispetta completamente la normativa prevista dal decreto legislativo n. 82 del 2005. È interesse della Commissione continuare a monitorare e a cercare di capire quali sono i motivi per cui questa scarsa conoscenza della norma o questa scarsa applicazione della norma fa sì che la pubblica amministrazione continui a utilizzare in modo non efficiente la spesa pubblica. Per queste ragioni la proposta chiede la proroga dei lavori della Commissione fino al termine della XVII legislatura. La I Commissione ha avviato l'esame in sede referente del Doc. XXII, n. 81, nella seduta del 12 ottobre 2017; sul testo, al quale non sono state presentate proposte emendative, la V Commissione ha espresso un parere di nulla osta e, nella seduta del 26 ottobre, la I Commissione ha conferito al relatore il mandato di riferire in senso favorevole al provvedimento in esame.