Discussione generale
Data: 
Lunedì, 6 Novembre, 2017
Nome: 
Gianna Malisani

 

A.C. 4653

Grazie Presidente. Le origini di Sappada non sono certe, l'ipotesi più probabile è che nell'XI secolo alcune famiglie provenienti dalla vicina Austria si insediarono nella valle con l'autorizzazione del patriarca di Aquileia, su invito dei conti di Gorizia, dietro pagamento di una somma annuale. Si tratta, quindi, di un'isola linguistica anche ha conosciuto successive ulteriori migrazioni di famiglie dalla Val Pusteria. La valle era disabitata e incolta, e i sappadini iniziarono una paziente opera di coltivazione e di costruzione di un piccolo paese formato da masi sviluppatosi nel tempo in borgate. Oggi Sappada, Plodn in dialetto tedesco, Bladen in tedesco, Sapade o Ploden in friulano e Sapada in ladino (il toponimo italiano sembra risalire al verbo zappare, in friulano zapà e il toponimo germanico è collegato al fiume Piave Plat) è un comune di circa 1300 abitanti e attualmente fa parte della provincia di Belluno. Si sviluppa lungo una valle attraversata dal fiume Piave e si trova 1.245 metri di altitudine nell'estremità nord orientale delle Dolomiti, al confine tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Austria. Sappada è collocata, quindi, nell'area geografica delle Dolomiti orientali, in quel territorio montano che si estende dalla provincia di Belluno al Friuli, ed è proprio nel territorio montano del Friuli che si protende verso la Carnia che Sappada ha sempre trovato il suo naturale e storico punto di riferimento.

Se dal punto di vista geografico e naturalistico sono evidenti i contatti con l'aria friulana, anche sul piano storico i legami con il Friuli sono forti e radicati. Nel corso dei secoli, infatti, il territorio di Sappada è stato legato a quello friulano sul piano amministrativo, a partire dall'origine, dall'XI secolo, sotto il patriarcato di Aquileia. Da quel momento Sappada appartenne alla gastaldia della Carnia, e nel 1420, assieme a tutti i territori del patriarcato, fu incorporata nel dominio della Repubblica di Venezia. Tale legame politico e amministrativo si mantenne intatto fino al passaggio, dopo una breve dominazione francese, sotto il governo degli Asburgo. Solo dopo la metà dell'Ottocento la cittadina fu staccata dalla provincia di Udine per passare a quella di Belluno, che a sua volta, qualche anno dopo, veniva annessa all'Italia, nel 1866. Dopo l'ingresso dell'amministrazione bellunese, Sappada scelse di aderire alla Magnifica comunità di Cadore, pur non essendo parte del territorio storico del Cadore. Tale passaggio, tuttavia, lasciò intatti i diversi legami con il Friuli, a partire dall'appartenenza della parrocchia cittadina all'Arcidiocesi di Udine. Tuttora la parrocchia di Sappada fa parte della Pieve di Gorto, Arcidiocesi di Udine.

È da ricordare inoltre che, nella Grande Guerra, le donne sappadine parteciparono al rifornimento delle truppe sul fronte orientale con il movimento passato alla storia come quello delle “portatrici carniche”, che rischiavano la vita salendo sul fronte a foraggiare le truppe. E ancora, nel secondo conflitto mondiale, nel 1944, Sappada, prima dell'arrivo delle truppe alleate, fece parte della Repubblica libera della Carnia.

Signor Presidente, tratto peculiare della comunità di Sappada è la lingua: i sappadini infatti parlano un dialetto germanico, il quale rappresenta il maggiore elemento identitario di quella comunità. Si tratta dello stesso tipo di dialetto di ceppo germanico parlato nelle comunità di Sauris e Timau nel Friuli-Venezia Giulia. Anche su questo piano, dunque, il passaggio di Sappada al Friuli-Venezia Giulia si configurerebbe come la naturale ricomposizione di una storica oasi linguistica che troverebbe ulteriori possibilità di promozione e tutela nell'ambito delle norme esistenti nella regione autonoma Friuli-Venezia Giulia. Per venire ad oggi, evidenzio che i rapporti culturali ed economici di Sappada, orientati nettamente al Friuli-Venezia Giulia, sono forti e quotidiani. È da evidenziare, per quanto attiene alle motivazioni più vicine a noi, che anche in ambito sportivo Sappada vive un'integrazione con il Friuli-Venezia Giulia piuttosto che con il Veneto, basti pensare che l'Associazione sportiva di sci nordico, da cui sono usciti noti campioni internazionali, olimpionici del calibro di Silvio Fauner e Pietro Piller Cottrer, Marina Piller, Lisa Vittozzi e molti altri, ha sempre fatto parte del Comitato Friuli-Venezia Giulia; lo stesso dicasi per lo Sci Club Sappada, sodalizio di sci alpino che fa parte del Comitato Friuli-Venezia Giulia. Anche dal punto di vista strategico e militare, Sappada è parte del Friuli: fino a pochi anni fa vi era infatti a Sappada una caserma della Brigata alpina “Julia” (non del Cadore), la caserma Fasil, ora dismessa.

Non si può quindi che esprimere soddisfazione per la discussione in Aula del disegno di legge relativo al distacco del comune di Sappada dalla regione Veneto e relativa aggregazione alla regione Friuli-Venezia Giulia. Il testo di legge trae origine da un iter procedurale molto articolato, che ha visto nella storia della comunità di Sappada diverse mobilitazioni di iniziativa popolare. Cito due esempi particolarmente significativi, come la raccolta di firme promossa dal parroco sappadino di allora presso i capi famiglia a metà degli anni Sessanta, e il già citato referendum consultivo del 2008, entrambi con percentuali di partecipazione molto alte (75 per cento) e un pressoché totale favore (95 per cento, nel 2008) per il passaggio di Sappada al Friuli-Venezia Giulia. Le stesse due amministrazioni regionali, Veneto, nel 2012, e Friuli-Venezia Giulia, nel 2010, caso più unico che raro, come ha osservato il sottosegretario Pizzetti, si sono espresse positivamente sul passaggio, avallato peraltro dalle province e dai ventotto sindaci dei comuni della Carnia. Ridurre questo moto e afflato di popolo a una ricerca di vantaggi fiscali mi sembra sinceramente un tentativo maldestro e sbagliato di immiserire l'esigenza di dare visibilità e sostanza a un legame in cui da decenni ci si riconosce, anche se finora non ha avuto sbocchi sul piano amministrativo; né ci si può entusiasmare per il successo al referendum sull'autonomia veneta quale grande espressione di volontà popolare da ascoltare e, nello stesso tempo, restare sordi alle numerose manifestazioni di volontà popolare dei cittadini di Sappada.

Credo quindi che debba essere rispettata la volontà dei cittadini, che sono stato molto chiari e decisi per molti anni nella loro intenzione di voto; cittadini le cui aspettative non possono essere deluse. Il problema non è quello di allargare la regione Friuli-Venezia Giulia ma di attingere alla storia di quelle terre per tradurla in una doverosa scelta legislativa. Non è una fuga dal Veneto ma un ritorno a quella che viene considerata la propria casa-regione. A chi chiede una pausa di riflessione non si può rispondere - pur rispettandone le motivazioni - che il tempo trascorso, 9 anni dal referendum consultivo del 2008, che ha indicato una scelta successivamente mai contraddetta, dovrebbe dire a tutti che c'è stato tutto il tempo per riflettere: oggi è venuto il momento di decidere. Signor Presidente, oggi abbiamo come Parlamento l'occasione di metterci in sintonia con tante persone che non chiedono altro che di ritornare ai loro luoghi dell'anima e del sentire comune.