17/11/2017
Irene Tinagli
2-02023

 

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

Invitalia è una s.p.a. partecipata al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze istituita con il nome «Sviluppo Italia» con il decreto legislativo n. 1 del 1999 a seguito dell'accorpamento di vari enti di promozione assumendo, con il comma 460 della legge finanziaria per il 2007, la denominazione di «Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa»;

nel quadro delle attività promosse dall'Agenzia, Invitalia opera attraverso vari strumenti, tra i quali la sottoscrizione dei «contratti di sviluppo», agevolazioni istituite con l'articolo 43 del decreto-legge 25 giugno 2008, e il successivo decreto del Ministro dello sviluppo economico del 24 settembre 2010, modificato dal decreto ministeriale del 14 febbraio 2014. La prima edizione dei contratti di sviluppo, avviata a settembre 2011, si è conclusa a dicembre 2014, per un totale di 102 i contratti finanziati e 1,848 miliardi di euro di agevolazioni concesse;

nel corso degli ultimi anni sono stati affidati ad Invitalia numerosi altri progetti ed iniziative come, per esempio:

«Nuove imprese a tasso 0», che ha finanziato 346 iniziative con 72 milioni di euro di agevolazioni concesse;

«Smart&Start» che ha finanziato 788 start up con 238 milioni di euro di agevolazioni concesse;

«Cultura Crea» che finanzia la nascita di iniziative imprenditoriali e no profit nell'industria culturale-turistica in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia;

«SELFIEmployment» che finanzia l'avvio di piccole iniziative imprenditoriali, promosse da giovani «NEET» con età compresa tra i 18 e i 29 anni;

«Brevetti+» che finanzia l'innovazione e l'incremento della capacità competitiva del sistema imprenditoriale;

«Grande Progetto Pompei», che ha consentito di avviare 73 interventi (lavori, servizi e forniture) per circa 110 milioni di euro;

«Mumex» un progetto che coinvolge 10 poli museali che hanno ottenuto un finanziamento di oltre 85 milioni di euro per la realizzazione di 194 interventi;

bando per la promozione di cluster tecnologici nazionali in relazione al quale Invitalia ha gestito l'avviso pubblico selezionando 30 progetti ed assegnando circa 266 milioni di euro;

il Fondo Italia Ventures (Sgr), gestito direttamente da Invitalia, istituito con la legge di stabilità 2015 dotato di 50 milioni di euro di fondi pubblici da investire in equity di start-up hightech;

Invitalia collabora, inoltre, con le amministrazioni che gestiscono fondi comunitari, con particolare attenzione alle regioni del Centro-Sud del Paese, è responsabile per il Ministero dello sviluppo economico dell'assistenza tecnica su tre programmi (Pon) per uno stanziamento totale di 3 miliardi di euro e 2,3 miliardi di risorse assegnate. La società supporta il Ministero dello sviluppo economico nella gestione diretta di alcune importanti agevolazioni destinate al sistema produttivo, tra cui la «Nuova Sabatini» e la «BU Programmazione comunitaria» di Invitalia;

il disegno di legge di bilancio 2018 attualmente in discussione al Senato affida ad Invitalia nuove rilevanti funzioni, inclusa la possibilità di operare come istituzione finanziaria «autorizzata a effettuare finanziamenti e al rilascio di garanzie e all'assunzione in assicurazione di rischi non di mercato ai quali sono esposti, direttamente o indirettamente, gli operatori nazionali nella loro attività nei predetti Paesi» (articolo 32, comma 1). Il medesimo disegno di legge affida inoltre ad Invitalia la gestione del Fondo imprese Sud con dotazione iniziale di 150 milioni di euro;

ad oggi, il sito istituzionale di Invitalia riporta informazioni sui fondi erogati nell'ambito di ciascun programma. Mancano tuttavia informazioni ed analisi sull'effettivo impatto socio-economico di tali investimenti, inclusa una valutazione della nuova occupazione creata (al netto della cosiddetta «salvaguardata»), cosa che potrebbe essere fatta attraverso le cosiddette «analisi controfattuali», ormai di uso comune per la valutazione delle politiche e investimenti pubblici;

in questa legislatura Invitalia non ha mai presentato la relazione annuale prevista ai sensi dell'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo n. 1 del 1999 e neppure sugli sviluppi del piano di dismissioni ex lege n. 296 del 2006;

la prima firmataria del presente atto aveva già presentato un'interpellanza urgente sul medesimo tema in data 1° luglio 2014, seduta n. 254, a cui fu risposto che la relazione relativa all'anno 2012 era «in elaborazione». Tuttavia non risulta comunicata al Parlamento alcuna relazione né per l'anno 2012 né per i successivi;

Invitalia riporta regolarmente i propri bilanci anche se, trattandosi di documenti contabili/amministrativi, tali bilanci non contengono analisi né informazioni utili per effettuare analisi sull'efficacia delle misure finanziate, sull'impatto occupazionale, sociale ed economico dei programmi finanziati;

Invitalia non è inclusa nell'elenco delle amministrazioni pubbliche soggette alle norme di trasparenza dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 91 del 2011, e quindi non riporta sul suo sito, né al Ministero vigilante, il cosiddetto «Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio» utile «al fine di illustrare gli obiettivi della spesa, misurarne i risultati e monitorarne l'effettivo andamento in termini di servizi forniti e di interventi realizzati»;

da Luglio 2017, a seguito dell'emissione di un prestito obbligazionario di 350.000.000 di euro quotato sul mercato azionario, Invitalia non è più soggetta alla normativa nazionale in materia di società a partecipazione pubblica ai sensi del decreto legislativo n. 175 del 2016, né alle norme di trasparenza del decreto legislativo n. 33 del 2013 –:

se i Ministri interpellati non intendano sollecitare la redazione e la presentazione della relazione sull'operato dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa, denominata Invitalia, ai fini di riferire alle Camere, nonché la realizzazione di studi di impatto, anche attraverso le tecniche di analisi controfattuale utilizzate dalla Commissione europea per la valutazione delle politiche pubbliche, per valutare l'efficacia delle misure di politica economica e di sviluppo gestite in questi anni dalla suddetta Agenzia ed il loro impatto sull'occupazione e sullo sviluppo economico delle aree interessate.