09/07/2014
Monica Gregori
Fassina, Ferro, Fiano.
2-00623

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   il 3 luglio 2014, in via della Camilluccia 19, a Roma, è stato ucciso Silvio Fanella;
   l'omicidio è avvenuto alle 9 del mattino, nel domicilio della vittima, a opera di un gruppo di persone (3 o più, resta da accertare), di cui faceva parte Giovanni Battista Ceniti;
   non si è trattato di un qualsiasi fatto di cronaca, dal momento che tutti i principali quotidiani nazionali vi hanno dedicato ampio spazio il 4, il 5 e il 6 luglio 2014 (si vedano, per esempio, La Repubblica, il Messaggero, il Fatto quotidiano, il Corriere della sera in quelle date);
   Silvio Fanella risultava indagato nel procedimento penale n. 6429/06 condotto dalla procura della Repubblica di Roma, per reati contro il patrimonio in danno di due note società di telefonia e – a quel che risulta dalla cronaca (v. ancora Repubblica, 4 luglio 2014, pag. 20) – ne aveva riportato una condanna a ben 9 anni di reclusione in primo grado;
   coimputati nel procedimento risultano anche molti altri soggetti, tra cui Gennaro Mockbel e l'ex senatore del PdL Nicola Di Girolamo;
   secondo quel che risulta dalle ricostruzioni giornalistiche, i membri del «commando» si sarebbero presentati al domicilio del Fanella, travestiti da agenti della Guardia di finanza e avrebbero affermato di dover eseguire una perquisizione. In realtà, essi intendevano prelevare forzosamente il Fanella per poterlo «interrogare» sul luogo in cui egli conservasse una ingente quantità di danaro, oltre a gioielli, orologi e pietre preziose;
   intuite vera identità e intenzioni dei falsi finanzieri, il Fanella avrebbe afferrato una pistola detenuta illegittimamente e avrebbe cercato di difendersi, ma sarebbe stato ucciso dal Commando di cui faceva parte anche Ceniti, il quale però è rimasto ferito e poi è stato abbandonato dai complici;
   in stato di fermo in ospedale, il Ceniti si è sinora avvalso della facoltà di non rispondere;
   stando all'unanime versione emersa sui quotidiani, l'episodio criminale appena descritto è maturato nell'ambiente dell'estrema destra romana. Significativi al proposito sono i contenuti degli articoli di Vincenzi e Zunino su Repubblica del 4 luglio 2014 (pag. 21, «Suicidi, affari sporchi e un tesoro scomparso: quella scia di sangue e soldi nella Roma nera») e di Buccini sul Corriere della sera nella stessa data (Tutti i misteri di Silvio, il «pupillo» tra la banda della Magliana e i neri);
   in sostanza e salvi gli accertamenti giudiziari ancora in corso, a Roma si muove un vasto gruppo delinquenziale, connotato da idee marcatamente destrorse e pratiche illegali e violente, che avrebbe rapporti anche con elementi riconducibili all'ex banda della Magliana e a cosche della ‘ndrangheta calabrese (tanto che il fermo di Ceniti è stato convalidato a richiesta della direzione distrettuale antimafia di Roma);
   l'ex senatore Di Girolamo sarebbe stato eletto – stando alla documentazione disponibile relativamente alla richiesta di arresto avanzata al Senato nei suoi confronti – nella circoscrizione estero non avendone i titoli e secondo forme di voto di scambio, nelle liste del PdL. Artefice di tale elezione sarebbe stato Mockbel, il quale poi risulta aver riportato in primo grado 15 anni di carcere. Fanella – oltre che coimputato di Di Girolamo e di Mockbel – sarebbe stato il «cassiere» di quest'ultimo, nel senso che avrebbe conservato beni di pregio e danaro per suo conto. In effetti, proprio il giorno dopo il suo omicidio, a Pofi, in provincia di Frosinone – presso un'abitazione di famiglia in campagna – sono stati rinvenuti valori ingenti in diamanti, orologi e contanti;
   è poi accertato che Ceniti – venuto a Roma su richiesta od ordine di persone da accertare – sia un notorio esponente della gioventù nostalgica e destrorsa piemontese ed è stato fino a tempi assai recenti un militante di CASAPOUND;
   ad avviso degli interroganti, gli elementi sin qui riportati sono più che sufficienti per ravvisare la persistente minaccia costituita dai gruppi dell'estrema destra romana, i cui componenti hanno attitudini militari organizzate e capacità d'interlocuzione con soggetti istituzionali e d'infiltrazione nell'economia, anche all'estero;
   tutto ciò non può essere ricondotto a mero folklore né alla legittima manifestazione di pensiero. Il neofascismo nella capitale è un serio problema di ordine pubblico –:
   quale sia l'orientamento del Ministro interpellato alla luce dei fatti di cui in premessa e quali ulteriori accertamenti di competenza abbia disposto sulla situazione sul neofascismo nella capitale, avvalendosi soprattutto delle informative della prefettura di Roma;
   se il servizio di analisi criminale – attivo presso il dipartimento di pubblica sicurezza, una cui divisione è dedicata anche ad analisi di livello strategico dei fenomeni criminali e della correlata azione di contrasto sul territorio nazionale e nei singoli contesti territoriali – abbia condotto approfondimenti sui fenomeni criminali specifici richiamati nella premessa.