07/05/2014
Umberto Marroni
Gasbarra, Roberta Agostini, Bonaccorsi, Campana, Marco Di Stefano, Fassina, Miccoli, D'Attorre, Stumpo
1-00453

La Camera, 
   premesso che: 
    in molti comuni italiani, anche città metropolitane, si assiste al collasso delle relazioni sindacali tra amministrazioni e dipendenti, in particolare per la messa in discussione dei contratti integrativi dei lavoratori comunali, sulla base delle misure previste dagli ispettori del Ministero dell'economia e delle finanze per quanto concerne i piani di rientro; 
    in questi comuni si rischia la decurtazione del salario accessorio, che incide in maniera rilevante sul netto percepito da parte dei dipendenti, senza che su questo si sia potuto aprire un confronto; 
    l'aggravarsi della questione e le conseguenti tensioni che si registrano in questi comuni hanno indotto il presidente dell'ANCI, Piero Fassino, ad inviare una lettera al Governo per chiedere un intervento finalizzato a risolvere le questioni concernenti il profilo dei contratti integrativi dei dipendenti comunali; 
    dal 2009 al 2013, come emerso nel corso dell'audizione del presidente della Corte dei conti svoltasi alla Camera dei deputati il 21 marzo 2014, i trasferimenti dallo Stato centrale verso i comuni sono diminuiti di circa 31 miliardi di euro, solo in parte recuperati dagli amministratori attraverso l'aumento delle imposte locali; 
    l'applicazione dell'articolo 4 del decreto-legge 16 del 2014, convertito dalla legge 2 maggio 2014 n. 68, pubblicata sul numero 102 della Gazzetta Ufficiale, recante disposizioni urgenti in materia di finanza locale, non offre una soluzione efficace per organizzazioni sindacali ed enti locali per quanto riguarda le problematiche inerenti alle criticità dei contratti integrativi; 
    l'acuirsi delle tensioni, inoltre, pone a rischio la tenuta di tutto il sistema dei servizi in queste realtà urbane;   
    in attesa della definizione di una più ampia e organica riforma della pubblica amministrazione, così come annunciato dal Governo, diventa, pertanto, indispensabile affrontare l'emergenza con un intervento normativo che autorizzi una nuova fase negoziale entro la quale possano essere discussi e approvati nuovi contratti integrativi con previsioni di salario accessorio incardinato perfettamente nei vincoli di spesa e di finanza locale,

impegna il Governo

a varare un'apposita iniziativa normativa, anche d'urgenza, che consenta alle amministrazioni locali di continuare ad applicare in via provvisoria, in attesa della riforma della pubblica amministrazione, il trattamento retributivo accessorio stabilito dagli accordi, anche decentrati, attualmente in applicazione, senza penalizzazioni per i dipendenti comunali.