La Camera,
premesso che:
il 29 dicembre 2013 il territorio del comune di Piedimonte Matese, tra le province di Caserta e Benevento, è stato l'epicentro di un terremoto di magnitudo 4,9 che ha interessato nel raggio di oltre 10 chilometri molti comuni dell'area – principalmente i comuni di Castello del Matese, Gioia Sannitica, Piedimonte Matese, San Gregorio Matese, San Potito Sannitico, in provincia di Caserta, e Cusano Mutri, in provincia di Benevento – causando danni significativi a numerosi edifici pubblici e privati;
il 20 gennaio 2014 si è registrata una nuova forte scossa di terremoto di magnitudo 4,2 che, oltre ad interessare le aree già colpite dallo sciame sismico iniziato il 29 dicembre 2013, è stata avvertita anche nella città di Napoli e in tutta la provincia di Campobasso;
nella medesima giornata circa altre venti scosse, secondo quanto registrato dall'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, hanno coinvolto le aree dell'alto Matese, sia nella provincia di Caserta che in quella di Benevento, provocando ingenti danni ad abitazioni private e ad edifici pubblici tra i quali scuole, strutture sanitarie, immobili di interesse storico-artistico e chiese;
in via cautelativa, sono state chiuse dai sindaci tutte le scuole in 22 comuni della provincia di Benevento e chiusure a scopo precauzionale sono avvenute per scuole ed edifici pubblici in numerosi comuni della provincia di Caserta;
gli eventi sismici hanno creato forte allarme e notevoli disagi agli abitanti dei comuni colpiti e le conseguenze delle scosse sono state amplificate dalla posizione geografica dei territori interessati, prevalentemente montani, e dal fatto che il sisma ha compromesso anche l'agibilità della rete viaria, provocando per alcuni giorni l'isolamento dei comuni colpiti;
la zona dei Monti del Matese ha un livello di pericolosità sismica molto alta e, per tale motivo, è fondamentale puntare sulla prevenzione, tenendo conto delle indicazioni contenute nella mappa della pericolosità sismica;
l'ordine dei geologi della Campania ha sostenuto la necessità di sviluppare una seria e sistematica politica pluriennale di previsione e prevenzione del rischio sismico, tenuto conto che, in Campania, ben 4.608 edifici scolastici e 259 ospedali sono localizzati in aree ad elevato rischio sismico, mentre tutti i comuni – secondo l'ultimo aggiornamento delle mappe sismiche – sono stati classificati, a diverso grado, a rischio sismico e circa il 50 per cento ha subito quantomeno un incremento di classe sismica, oppure è stato classificato sismico mentre prima non lo era;
innanzitutto, quindi, occorre mettere in campo interventi urgenti a sostegno delle zone colpite dall'evento sismico, individuando risorse pubbliche adeguate a ripristinare l'agibilità degli edifici e dei collegamenti viari danneggiati;
contemporaneamente è essenziale e urgente adeguare a livello nazionale il patrimonio edilizio «fragile» e altamente vulnerabile al rischio sismico; infatti, le aree a elevato rischio sismico sono circa il 44 per cento della superficie nazionale e interessano circa il 40 per cento della popolazione italiana; negli ultimi 30 anni oltre 50 terremoti hanno avuto una magnitudo superiore a 5,0 e i danni provocati dai ricorrenti terremoti sono stati ingentissimi;
le strutture pubbliche e private devono essere adeguate alle normative antisismiche, utilizzando prioritariamente la leva fiscale della detrazione del 65 per cento per gli interventi di consolidamento antisismico degli edifici; inoltre, come ormai confermato dalle varie indagini al riguardo, l'agevolazione fiscale del 65 per cento per le ristrutturazioni edilizie si è dimostrata essere, di gran lunga, fra le misure anticicliche più efficaci attivate negli ultimi anni, con effetti decisamente positivi sul bilancio del nostro Paese,
impegna il Governo:
ad attivarsi, d'intesa con la regione Campania, per reperire le necessarie risorse finanziarie da destinare alla riparazione dei danni alle infrastrutture, alle reti di comunicazione, alle abitazioni private e agli edifici pubblici e di culto, anche a valere sui fondi aggiuntivi per la coesione territoriale, nazionali e comunitari;
ad attivarsi per accedere ai finanziamenti del Fondo di solidarietà dell'Unione europea per le grandi calamità;
a sostenere, con particolare attenzione, il sistema imprenditoriale e produttivo delle aree interessate dagli eventi sismici, già fortemente indebolito dalla crisi economica di questi anni;
ad assumere iniziative per rendere strutturale la detrazione fiscale del 65 per cento per l'adeguamento antisismico degli edifici, con l'obiettivo di mitigare il rischio sismico, a partire dalle aree territoriali in argomento e dalle zone a maggior rischio sismico (zone 1 e 2) del territorio italiano.
Seduta del 27 marzo 2014